Ti ringrazio per gli spunti estremamente interessanti che condividi con noi.
Schöning aveva appena finito di dire che nel mondo ci sono delle oligarchie, delle famiglie molto potenti, mentre noi di solito pensiamo a Stati o nazioni.
È proprio perché siamo indotti fin dai banchi di scuola a pensare in termini di stati e nazioni, che ritengo altamente probabile che le cose stiano in realtà come sostiene Schöning, e non solo lui. Il potere nel mondo si è sempre trasmesso per linee di sangue, da millenni. Ci sarà un motivo. Lo iato costituito dalla rivoluzione francese era necessario in vista della trasformazione radicale del mondo prodotta dalla rivoluzione industriale, e le famiglie depositarie del potere sono passate, per così dire, "alla clandestinità", ma potrebbe trattarsi di una situazione temporanea. Ritengo inoltre probabile che il livello più alto del potere su questo pianeta sia sempre rimasto celato alla vista dei popoli, anche nel passato.
Non conoscevo le parentele di Adenauer, ma è evidente che non ci fu nulla di casuale nella sua designazione come "padre" della BRD, soprattutto se si ritiene, come me, che essa non è affatto lo stato tedesco, ma bensì un organo dell'occupante (più precisamente, delle oligarchie occulte che hanno nella NATO uno dei loro principali strumenti operativi) che ha la funzione specifica di impedire la rinascita di una autentica e legittima statualità sul suolo tedesco.
Pandemie e guerre servono solo ad intensificare il controllo sulla popolazione, secondo Schöning. Non ci sarebbe vera opposizione fra Nato e BRICS e fra Cina e USA, anche se si cercherà di scatenare delle guerre.
Di questo sono intimamente persuaso anch'io, più a livello intuitivo che razionale; ma del resto, nella vita raramente ci sbagliamo se seguiamo il nostro istinto. Per fare solo un esempio, vedere Putin e Zelenski che ricevono ossequiosi gli stessi rabbini Chabad Lubavitcher, fa riflettere... Ma in generale, è piuttosto chiaro che non esiste una vera contrapposizione ideologica, una "lotta per la visione del mondo" (uso intenzionalmente questo concetto nazionalsocialista) tra l'Occidente e i BRICS. Certo, Putin fa bei discorsi sulla patria e sui valori famigliari, tradizionali e religiosi, che da noi sarebbe impensabile ascoltare da un politico, ma la Russia attuale è davvero un paese tradizionale? I mafiosi con cui lavorava in gioventù, e quelli che lo sostengono oggi, a cominciare da Abramovich, sono compatibili con i valori cristiano-ortodossi? Il discorso potrebbe facilmente estendersi al partito comunista cinese e la sua peculiare "via al capitalismo", alle oligarchie dell'India, ecc.
In sintesi, ritengo che dobbiamo essere estremamente diffidenti, non badare alle apparenze, ma attenerci invece ai fatti, anche e soprattutto nella cerchia delle nostre dirette conoscenze - che rappresentano l'unica realtà misurabile e con cui possiamo concretamente lavorare - per giudicare gli uomini in base alle loro azioni, e gli alberi dai frutti che danno.
Sulle previsioni. La data 2029 non è stata indicata da Schöning, lo spiega nel video al link citato, ma dal mainstream tedesco. Sarebbero loro, politici e militari, a dire in televisione che i tedeschi per il 2029 devono essere pronti per la guerra contro la Russia. A sentire Schöning, la data "2029" verrebbe ripetuta spesso nel mainstream, affinché si imprima nella testa delle persone. (Io questo non lo sapevo, perché non seguo il mainstream; sono sviluppi che mi sfuggono).
Si, non seguire il mainstream è una pratica necessaria di igiene mentale, che però ha lo svantaggio di mantenerci piuttosto isolati e ignari degli sviluppi, non diversamente da chi si ritira a vivere in qualche luogo sperduto. Campi sereno e in pace, ma in caso di emergenza è probabile che sarai colto di sorpresa dal precipitare della situazione.
ll fatto che si diffondano pubblicamente delle date, che si tratti di guerre o di future "probabili pandemie", è di per se stesso una confessione, una prova evidente di premeditazione. Credo però che si tratti soprattutto di una forma di guerra psicologica, per generare ansietà e un senso di dipendenza dal governo, come hai detto anche tu. Infatti, combattere una guerra seria contro un avversario come la Russia presupporrebbe le seguenti condizioni:
1) l'esistenza di una vasta e ramificata industria pesante e degli armamenti, ad alta tecnologia e con accesso sicuro a fonti di energia pressoché illimitate;
2) l'esistenza di potenti forze armate, con centinaia di migliaia di effettivi e almeno altrettante riserve mobilitabili, dotate di un imponente apparato logistico (caserme, centri di addestramento, depositi, mezzi di trasporto), un forte e coeso corpo di ufficiali e sottufficiali, in grado di istruire le numerosissime reclute e guidarle in battaglia, e ovviamente un numero enorme di armamenti - carri armati, artiglieria, aerei da combattimento, missili, droni, navi da guerra ecc.
3) Una popolazione giovanile numerosa, fisicamente sana e psicologicamente solida, capace di sopportare le asprezze di un conflitto senza sfaldarsi al primo impatto con le inevitabili avversità: la materia prima di cui i capi militari avrebbero bisogno per formare una truppa resistente e agguerrita, come nel 1914 e nel 1939.
4) Un sistema di valori coerente e radicato, ampiamente condiviso dalla società nel suo complesso, fondato sull'amore per la patria, il senso di identità, il cameratismo, la solidarietà, lo spirito di sacrificio, il rispetto e la fiducia nell'autorità (che dovrebbe essere effettivamente tale, non i sinistri pagliacci che conosciamo), l'enfasi sui doveri come requisito per i diritti, e soprattutto una concezione realistica della vita, consapevole dei suoi aspetti tragici e a volte terribili, che ad alcune generazioni tocca affrontare, al posto delle vaghe utopie buoniste di cui si chiacchiera tra uno sballo e l'altro.
In presenza di una volontà politica competente e determinata, credo che i primi due punti richiederebbero almeno dieci o quindici anni per poter essere portati a termine, forse di più. Per i punti tre e quattro credo che ci vorrebbero un paio di generazioni. Dal momento che non esistono minimamente i presupposti per nulla di tutto ciò, ne deduco che si tratta di una fase della guerra psicologica che conducono incessantemente contro di noi.
A meno che esistano armamenti segreti, come ipotizza @oriundo2006, che permetterebbero di combattere un tipo completamente nuovo e sconosciuto di guerra totale, non paragonabile ai conflitti del passato. Ma questo non lo possiamo sapere.
Mi preoccupano di più possibili nuove pandemie con annessi lockdown, se dovessero accadere prima del previsto.
@Pfefferminz. In effetti questi riferimenti alle date dei prossimi anni trapelano sia da esponenti del governo tedesco che, ne sono abbastanza sicura, da politici scandinavi che sembrano addirittura speculare su generiche "misure di emergenza" che potrebbero trovare attuazione in un futuro molto prossimo. Il governo italiano tace, dormendo sugli allori e autocelebrando i propri "successi", in un clima che molto probabilmente gli è "concesso" da coloro ai quali è stata giurata fedeltà. Si tratta fin qui di una mia impressione ma è come se fosse in corso una sorta di ridefinizione dei ruoli, anche e soprattutto tra le nazioni europee, alcune delle quali (Germania, Gran Bretagna, forse Svezia e Finlandia) potrebbero essere individuate come attori-chiave in un eventuale scenario di guerra. Questo darebbe senso, in qualche modo, a quelle dichiarazioni che da un lato disorientano il pubblico con incertezza e ansia e dall'altro potrebbero fungere da "garanzie" di adesione ai piani politici auspicati in sfere più alte. Si tratta di capire se e quanto questi scenari terribili rientrino nelle vere intenzioni del potere oppure in che misura essi siano solo uno strumento di controllo sull'opinione pubblica. Non è facile capire allo stato attuale. Ho letto di recente un intervento dell'avvocato Renate Holzeisen la quale denuncia la chiara intenzione, a livello internazionale Italia compresa, di attuare una forma più attiva di raccolta di informazioni dai social network e dalla rete in generale per "intervenire" efficacemente contro la diffusione di idee "sgradite". In epoca di AI, è possibile che anche realtà come queste fungano da "fonti di dati" a cui prestare attenzione. Si deve sapere ciò di cui la gente parla.
Sicuramente è un momento estremamente confuso, con una confusione che potrebbe tranquillamente riguardare anche i politici, non necessariamente e assolutamente certi sulla via da seguire. Per molti versi, si sta diffondendo la netta sensazione che l'agenda politica globalista abbia subito una fatale battuta d'arresto con l'ultima notizia della fine della collaborazione di Zuckerberg con i fact checker. Sarà così? Me lo chiedo in modo retorico... Intanto c'è chi ipotizza l'opposto, ovvero un salto di qualità nel controllo delle informazioni in cui i dilettanti collaboratori privati dei social sarebbero "superati". Superati poiché il controllo potrebbe passare presto tra le mani più sicure dell'apparato militare nato, proprio grazie ai "venti di guerra" che giustificano il continuo, strisciante, stato di eccezione. Questo controllo non riguarderebbe solo l'aspetto dell'opinione politica ma anche della gestione delle risorse e delle politiche sanitarie. Lo spiega questo articolo, che ho trovato interessante. La fonte originale è in tedesco, io ho letto la traduzione integrale riportata, in modo anonimo, da un controverso sito italiano.
Penso che si possa anche ottenere la traduzione online.
@sarah Ringrazio per la segnalazione dell'interessante articolo di cui riporto le ultime righe:
" È fondamentale rimanere critici e mettere apertamente in discussione le strutture di potere che si stanno formando sullo sfondo. Perché restano le domande fondamentali: chi controlla i controllori? E come garantire che la verità e la politica sanitaria non diventino strumenti di giochi di potere geopolitici?"
Al cospetto di questi sviluppi non si può che sentirsi pervasi da un senso di impotenza, ma mi piace pensare positivo, ad esempio che qualche tempo fa è stato fondato il WEF alternativo, formato da persone competenti proprio per fronteggiare i piani dei globalisti. Non siamo soli.
Vorrei inoltre comunicare una bella notizia, ovvero la più bella notizia da lungo tempo, secondo il Dr. Bodo Schiffmann (ricordate il medico otorinolaringoiatra costretto a rifugiarsi in Tansania?). La notizia è apparsa sul suo canale Telegram.
Abbiamo appena finito di ribadire che sono le famiglie potenti a mettere certe persone nei posti di potere. Ci troviamo di fronte ad un'eccezione? Ora esce alla ribalta Herbert Kickl in Austria, il quale alla domanda di un giornalista tedesco della ZDF, televisione pubblica, ha risposto che lui persegue il "cambio di sistema", in direzione di una democrazia vera. I cittadini verrebbero costantemente confrontati con sviluppi con i quali non si trovano d'accordo e verrebbe detto loro che i politici che governano avrebbero preso degli impegni da rispettare con questo e quello. Questa è una "dissociazione" ("Entkopplung") fra politica e interessi dei cittadini. Herbert Kickl vuole fare il contrario (Rückkopplung) e associare la politica agli interessi dei cittadini, il fulcro di una vera democrazia. Il popolo è il "sovrano", dice Kickl.
Fonte: canale Telegram del Dr. Bodo Schiffmann, Alles außer Mainstream https://t.me/AllesAusserMainstream/45365