Sette domande banal...
 
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Sette domande banali, ma difficili (da accettare)


GioCo
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2206
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[immagine tratta da: mosaico-cem.it - QUI, per ricordare cos'è la discriminazione]

Prima domanda: perché dovremmo avere fede in un farmaco se nemmeno chi lo produce ce l'ha, come si evince dai contratti stretti con i governi per la fornitura?

Seconda domanda: quale altro significato può avere la parola "obbligatorio" per una politica da scaricabarile continuo, se non "obbligo di credere" a delle falsità?

Terza domanda: quale nazione insiste a non avere una legge quadro che regolamenti TUTTI gli aspetti vitali di una emergenza che dura da DUE ANNI?

Quarta domanda: perché nessuno parla di sussidi per aiutare chi è stato colpito da eventuali effetti avversi dovuti alla immunizzazione come accade con qualsiasi altro farmaco?

Quinta domanda: "essere un irresponsabile" per qualcosa è possibile anche se non esistono prove per sostenerlo?

Sesta domanda: dovrei "credere" nelle buone intenzioni delle farmaceutiche, banchieri e ricchi speculatori dando carta bianca a governi tecnici che ne seguono fedelmente i dettati?

Settima domanda: adeguarmi ad ordini impartiti con il ricatto e il biasimo che fanno di me un Vile, significa ubbidire a un bene comune?

Aggiungo poi alcune provocazioni per riflettere.

Se in ambito scolastico fossero previste classi di non vaccinati per consentire anche a loro di frequentare, sarebbe discriminatorio più che adesso? Oppure eviterebbe il conflitto sociale almeno in quell'ambito e se si, perché il governo non ci pensa a regolamentarlo tra tutte le pagine di DPCM che sforna ogni mese e invece esacerba il conflitto imponento ai presidi di tenere fuori dagli istituti i reprobi?

Se ci fosse un obbligo generalizzato a farsi una terapia genica sperimentale per "protegerci" da un male incurabile, in cambio possiamo sperare nella volontà di questa politica di lavorare per l'interesse dei cittadini o dovremo ancora una volta farlo solo per salvaguardare la stabilità delle poltrone che hanno sotto il culo? Perché fino ad oggi non abbiamo fatto altro.

Sarà più dura affrontare il Giudizio della Storia o quello di chi in quanto conformato è tenuto a fare la guerra verso chi dissente, perché non gli riconosce quel diritto?

Sono pronto a mettere in @GioCo tutto, ma non ho le spalle larghe, come un bimbo che para con le manine uno tsunami non valgo niente. Eppure questo non è un motivo sufficiente per non farlo perché in @GioCo non c'è la mia serenità o la mia vita, se devo accettare di diventare un Vile.

Quindi tu, cosa farai?


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fiurdesoca
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 107
 

è tutta una questione di ciò che si è disposti a perdere.

al momento giusto spero di avere la forza di mettere in gioco la mia vita fisica accettando il rischio di perderla.


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esca
 esca
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Post: 1070
 

L'ultima domanda all'ultima riga e' la piu' impegnativa, sai? Te lo diro' di persona, se avro' l'onore di incontrare te a altri. Chiedo scusa, ma non voglio prestare fianchi a orecchie indiscrete.


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esca
 esca
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
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Te e altri, correzione


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esca
 esca
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1070
 

E termino rispondendo alla prima, piu' facile: non avro' mai fede, qualunque cosa succeda nel mezzo. Almeno questo glielo si deve.


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GioCo
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2206
Topic starter  
Postato da: @esca

[...] se avro' l'onore di incontrare te a altri [...]

A parte che credo che l'onore sarà solo mio, per il rottame miserabile che si presenterà al vostro eventuale cospetto, mi posso solo inchinare davanti allo splendore del Maestro che è in Voi e che si vede bene. Lui impone l'agenda. Lui ci dice cosa fare e quando. Lui decide e noi dobbiamo obbedire anche se non lo vogliamo, anche se ci svergogna, anche se è l'ultima cosa che ci passava in mente di fare. Ma poi, alla fine, guardando indietro, niente era meglio di ciò che ci è stato imposto anche molto severamente, era esattamente quello di cui avevamo bisogno e lo sapevamo pure.

Solo che non volevamo riconoscerlo.

 


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