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Terra d'iniquità


GioCo
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
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Se non cerchi la libertà in te
colui che verrà a donartela
verrà solo per assicurarsi
che le tue catene
siano strette meglio.

Che cos'è l'iniquità? Noi spesso cambiamo le parole per ribadire gli stessi concetti, ma ciò che manca, come sempre, è il significato che diamo a quelle parole.

Chi governa la Mente che mente lo sa molto bene e non si fa scrupolo di usare le parole per mettere confusione e zizzania tra gli umani. Senza significato le parole sono come una cassa di risonanza senza musica. Tecnicamente possono essere perfette, ma non dicono nulla, dando per giunta l'impressione che invece dicano qualcosa. Ma si può anche produrre suoni diversi con quella stessa cassa per indicare uguali significati, perché il suono è solo un suono.

A questo proposito il mio demone mi ripete spesso: "...ciò che mi soprende ogni volta e in ogni contesto di questo angolo di Mondo bizzarro, è l'assenza pressochè totale della volontà di indagare, di approfondire. Non dico sia semplice, se vogliamo la sapienza questa è sempre qualcosa di banale da conquistare con immane fatica e bisogna certamente possedere una grande spinta interiore per provarci. Senza scampo. Nonostante ciò non vedo sia tanto il disagio per la conquista a spaventarVi ma la ricompensa, così magra da risultare inaccettabile. Nel senso che viene rifiutata perché non può essere così semplice! Con questa strana iniquità in testa non fate che complicarvi la Vita per cercare affannosamente quello che giace sotto il Vostro naso e mai si è mosso da lì."

Non bastasse è anche peggio di così. Il motivo esatto per cui facciamo tanta fatica a conquistare banalità è che una specie di "rifiuto inconscio" persistente ce lo impedisce e cancella attivamente di continuo quello che rimane evidente e sotto il nostro naso. Quindi il rifiuto finale, quello che rende impossibile afferrare almeno la banalità conquistata dopo tante tribolazioni, è una coda di qualcosa che non è quasi mai visibile e che non ci dice nulla circa la magra conquista ma tantissimo sulla nostra vanità.

Il rifiuto parte sempre da un impulso emotivo ed è sempre qualcosa che nasce dal cuore. Amando noi stessi, non possiamo accettare d'essere ridotti in miseria spirituale, non ne sopportiamo l'idea e in specie in misura così cruda e brutale.

L'iniquità nasce quindi da dentro di noi e poi per ricaduta permea ogni nostra realtà.

Ma qui c'è un grosso problema. Che paradossalmente non siamo "colpevoli" di questa iniquità, ci rendiamo tali perché non sappiamo come superarla. Come sempre è l'ignoranza che ci rende ciechi a dominare e non è un ignoranza della Mente anche se mente, ma del cuore. La sapienza non è mai una sapienza verbale ma emotiva. Per ciò non ci sono mai state le parole per descriverla e per ciò esiste anche una ignoranza dei dotti.

Noi possiamo descrivere i meccanismi emotivi, le ragioni che le scatenano, ma non c'è modo di scrivere le "sensazioni" che  producono, esattamente come non c'è modo di riassumere ogni cosa in un qualunque scritto. Peggio, noi non abbiamo bene idea di cosa significhi "emozione".

Iniziamo per gradi: come vedere? In particolare: qual'è l'ignoranza del cuore? Semplice, dove non governa la Gioia e l'Amore, cioè l'Armonia. Quella è ingnoranza emotiva. Che non ha proprio niente a che vedere con cose come "...il rifiuto della morte e della pena...", piuttosto con la consapevolezza piena - sempre emotiva! - che entrambe non vengono MAI per esserci nemiche.

Voi avete visto Gioia e Amore governare da qualche parte intorno a Voi? Beh, guardando bene, tipo come quando si cercano le cose con la lente di ingradimento, qualche briciola si trova sempre. Magari nelle memorie di quando eravamo bambini e potevamo giovare dell'amore e della protezione dei nostri genitori, ma sempre per periodi relativamente brevi. In genere tra l'altro, veloci nel passaggio, tanto che quasi facevamo fatica tra un iniquità e l'altra a rendercene conto.

Tra i vari Servi del Male, il mercante lo sa bene. Sa che noi viviamo di briciole di sapienza e che siamo obbligati a vivere solo con quelle, per ciò le usa.

Il Male, quello serio (no dei fumetti) non è mai originato da una dicotomia. Non esiste "il Male e il Bene". Non esiste nemmeno il Male con un po' di Bene o un Bene con un po' di Male (come indica il Tao ad esempio e per complicare un poco di più le cose). Esiste esclusivamente l'illusione della dicotomia perché è la dicotomia ad essere illusoria (per paradosso) non il Bene o il Male. Ogni Bene è un aspetto come ogni Male di un unica "cosa" che ha in sé sempre tutto il Bene e tutto il Male, insieme. Ma siccome viviamo nell'ignoranza e non nella rettitudine, questo discorso è impossibile.

Come suggerisce il mio demone però, non è questo fatto ad essere stravagante, ma l'assenza di iniziativa nell'indagarlo e quindi nel constatarlo. Come se chi lo asserisce poi debba pure dimostrarlo: ma come si fa a dimostrare l'ovvio a un individuo con la volontà tanto ferrea da difedere tale iniquità con Vita?

Allora facciamo un passo indietro. In nome nostro e dei nostri fratelli, ne abbiamo il dovere!

Cos'è l'iniquità? Ce lo siamo posti all'inizio questo quesito, ora è chiaro che manca qualcosa nella risposta. Tornare e ritornare con pazienza su ciò che ci appare ovvio senza considerarlo tale, è la base dell'indagine coerente che ci permette di navigare l'Oceano sterminato della significazione. La tecnica per trovare il famigerato ago nel pagliaio o persino concepirlo da zero, se non dovesse esistere. Quindi MOLTO potente, ma come tutte le cose di Grande potere, nasce dalla moderazione e dall'equilibrio interiore, non dall'esagerazione. Per ciò la modestia e l'Amore per il prossimo sono le virtù minime di partenza.

Quando parliamo di Amore per il prossimo, bruciano le parole del Cristo quando ci ricorda (nel significato): "...se non il tuo nemico, chi dovresti amare?". Perché noi abbiamo un significato MOLTO distorto dell'Amore. Per noi è attaccamento materiale, non solo verso le cose, come l'oro, ma anche verso le persone e persino le idee che ci "incollano" a persone e cose. Giustifichiamo questo con il bisogno, ad esempio il bisogno primario come il cibo. Tuttavia sono scuse e lo sappiamo bene: non si può barattare con un bene primario qualcosa che vale infinitamente di più. Si può solo dare a quel qualcosa di infinitamente più importante un valore minore.

Allora il problema non è amare il dolore e la povertà, come fosse "l'unica alternativa", ma sapere bene che non esiste qualcosa di più importante dell'Armonia per noi come per chiunque. Quella è l'unica cosa che non si può mai barattare, per nessun motivo sensato e per definizione! Se perdiamo quella, perdiamo TUTTO, nel senso che qualsiasi significato ne consegue (sociale o individuale è indifferente) sarà comunque sbagliato e ci porterà solo verso la confusione e l'ignoranza emotiva che poi in buona sostanza è iniquità. Da quella ne scaturirà un peggioramento continuo, poiché l'iniquità chiama se stessa e ogni tentata conservazione non farà che ingrassare l'iniquo per quel disperato procedere barcollante fatto di fragili equilibri conquistati con fatica tra l'inizio (dell'iniquo) e la nostra inevitabile fine.

Di nuovo: l'iniquo quando è nel prossimo è anche in noi. Esiste l'iniquità subita ma anche quella accettata e non è meglio, ne più giustificabile. Ancora, se però giudico l'iniquità nel mio prossimo, subita o accettata che sia, semplicemente non vedo quella che mi governa dentro. Perché sono diviso, dico: ecco lì c'è il mio nemico che devo odiare. Odia ciò che in te ti spinge a non Amare il fratello per saperlo diviso da te. Come fosse altro. Odia l'iniquità, dentro di te ma non l'iniquo che vedi perché lui è solo inconsapevole e se non lo riconosci, allora diventerai come lui perché l'iniquità è la stessa per entrambi. Possiamo rifiutarla in noi, ma non abbiamo potere di rifiutarla per gli altri.

Nessuno ha questo potere.

Tuttavia la fascinazione, cioè l'arte di incantare l'animo, ci restituisce l'illusione che invece quel potere esiste e possa pure essere condiviso. Allora condivideremo iniquità.


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