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50 verità sulla dittatura di Fulgencio Batista (II)


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26. Fidel Castro, che firmò un'alleanza con il Direttorio Rivoluzionario nella lotta contro Batista, era in disaccordo con l'assassinio politico: "Eravamo contro Batista ma non abbiamo mai cercato di organizzare un attacco contro di lui e avremmo potuto farlo. Era vulnerabile. Era  molto più difficile combattere contro il suo esercito nelle montagne o provare a prendere una fortezza che era difesa da un reggimento. Quanti c’erano nella caserma Moncada, quel 26 luglio 1953? Quasi un migliaio di uomini, forse di più. Preparare un attacco contro Batista ed eliminarlo  era dieci o venti volte più facile, ma non l’abbiamo mai fatto. Forse il tirannicidio  è servito qualche  volta nella storia per fare la rivoluzione? Nulla cambia nelle condizioni oggettive che generano una tirannia [...] Non abbiamo mai creduto nell'omicidio dei leader [...], non credevamo che si annullava o si liquidava  un sistema, eliminando i suoi leader. Combattevamo le idee  reazionarie, non gli uomini".

27. Nelle montagne della Sierra Maestra dove si svolgevano i combattimenti tra l'esercito e i ribelli, Batista evacuò con la forza le famiglie rurali per togliere la base di appoggio dei ribelli e li concentrò nei magazzini della città di Santiago. Applicava così i metodi del generale spagnolo Valeriano Weyler durante la guerra 1895-1898. In un editoriale, la rivista Bohemia denunciò una "situazione di tragedia" che ricordava "i periodi più bui di Cuba". Il settimanale riportò la sorte di circa 6000 vittime: "E' una storia dolorosa, di sofferenze, d’intense pene. E' la storia di 6000 cubani costretti a lasciare le loro case, lì, negli angoli inestricabili della Sierra Maestra, per concentrarli in luoghi dove mancavano di  tutto, dove era difficile aiutarli, dare loro un letto o un pasto".

28. Il 29 luglio 1957,  l'assassinio  di Frank País, leader del Movimento 26 Luglio nella provincia d’Oriente, scatenò una grande manifestazione che fu repressa dalle forze di Batista, fino al punto che l'ambasciatore USA Earl ET Smith si sentì in dovere di denunciare l’ "azione eccessiva della polizia".

29. Il 5 settembre 1957, la rivolta di una frazione dell'esercito contro Batista a Cienfuegos fu soffocata nel sangue. Secondo l'ambasciatore Smith, "il fattore  chiave per far fallire la rivolta di Cienfuegos" fu  l'uso di aeromobili "F-47 e B-26" forniti dagli USA.

30. Il 29 settembre 1957 il Collegio Medico di Cuba  pubblicò un rapporto sulla situazione politica cubana durante l'XI Assemblea Generale dell’Associazione Medica Mondiale. Secondo questo, "i combattenti della lotta armata che si arrendono sono liquidati. Non ci sono prigionieri, ci sono solo morti. Molti oppositori non sono soggetti alla Corte di Giustizia , ma giustiziati con un colpo alla testa o impiccati. Intimidiscono i magistrati e i giudici, senza che le voci di protesta siano ascoltate. La disperazione si diffonde tra i giovani che si immolano in una lotta disuguale. Chi è perseguitato non trova un riparo. Nell’ambasciata di Haiti,  dieci richiedenti asilo furono assassinati dalle forza pubblica [...]. La stampa è completamente censurata. Non è permessa l’informazione giornalistica,  nemmeno da parte delle agenzie internazionali [...]. Nei locali delle forze repressive della polizia e dell'esercito, torturano i detenuti, al fine di estorcere, con la forza,  confessioni di presunti crimini. Diversi feriti presenti nelle cliniche e ospedali furono portati via forzatamente e apparivano diverse ore dopo assassinati nelle città e nelle campagne". Il Washington Post e Times Herald segnalarono che "i medici cubani sono vittime di atrocità, tra cui l’assassinio per curare i ribelli cubani".

31. Nel 1958, oltre a sostenere il regime di Batista, gli USA processarono e imprigionarono Carlos Prio Socarràs, legittimo  presidente di Cuba, rifugiato a Miami, sotto il pretesto di violare le leggi di neutralità del paese. Egli cercava di organizzare una resistenza interna contro la dittatura.

32. Per quanto riguarda la libertà di stampa, gli USA presentano  la Cuba  prerivoluzionaria con una prospettiva positiva. Così affermano, "prima del 1959, il dibattito pubblico era vigoroso: c'erano 58 giornali e 28 canali televisivi che fornivano una pluralità di opinioni politiche". I documenti dell’epoca ed i fatti contraddicono questa affermazione. In effetti, un rapporto della Società Interamericana della Stampa (SIP), pubblicato nel 1957 definì  "antidemocratico il governo del Presidente Fulgencio Batista a Cuba, perché questo governo non rispetta la libertà di stampa". Infatti, la censura sulla stampa si applicò per 630 giorni dei 759 che durò la  guerra insurrezionale, tra il 2 dicembre 1956 ed il 1 gennaio 1959.

33. Sotto Batista, la corruzione era endemica. "I diplomatici informano perfino, che se sempre ci fu  corruzione governativa a Cuba, non fu mai così efficace e diffusa come sotto il regime del presidente Fulgencio Batista", precisava il New York Times.

34. Batista era intimamente legato ad elementi di gangsterismo, come Meyer Lansky o Luigi Trafficante Jr. I suoi primi contatti con la mafia risalivano al 1933, quando si  autoproclamò  colonnello e gli si avvicinarono Charles "Lucky" Luciano e Santo Trafficante senior. Il mondo del gioco, estremamente redditizio, era controllato da Lansky, numero due della mafia USA, uno dei principali  gangster USA", che "aveva creato per il dittatore Batista l’organizzazione attuale dei giochi dell'Avana", secondo il quotidiano francese Le Monde.

35. Gli USA e i sostenitori del vecchio regime presentano  ancora la Cuba batistiana come "la vetrina dell’America Latina" dell’epoca. La realtà è sensibilmente  diversa. Le statistiche della Banca Nazionale di Cuba sono disponibili per questo periodo ed è possibile confrontare la situazione economica sotto il governo democratico del presidente Carlos Prio Socarràs e sotto il regime militare di Batista. Così, tra il 1951 ed il 1952, il PIL di Cuba crebbe del 2,52%. Dal 1952 al 1953, sotto Batista, il PIL scese di un 11,41%, con un aumento di soli 0,9 dal 1953 al 1954 e 3,5 dal 1954 al 1955. Solo nel 1956, il PIL  raggiunse ancora il suo livello di 1952 con 2460,2 milioni di pesos. Quindi, è impossibile parlare di crescita economica tra il 1952 e il 1956. Durante  due terzi del regno di Batista non ci fu alcuna crescita. Il miglioramento avvenne solo dal 1957, quando il PIL raggiunse la cifra  pari a 2803,3 milioni di pesos e nel 1958  torna a ricadere a 2.678,9 milioni di pesos.

36. Inoltre, le riserve monetarie  scesero da 448 milioni di pesos, nel 1952, a 373 milioni nel 1958, che quali furono rubati durante la fuga di Batista e dei suoi complici il  1  gennaio 1959. Il debito del paese passò da 300 milioni di dollari, nel marzo 1952, a 1300 milioni nel gennaio 1959, e il deficit di bilancio raggiunse gli 800 milioni di dollari.
37. La politica zuccheriera di Batista fu un fallimento. Mentre  questo settore generava un reddito fino a 623 milioni di pesos nel 1952, scese fino a 383,5 milioni nel 1953, 412,8 milioni nel 1954, 402,1 milioni nel 1955, 426,1 milioni nel 1956 e 520,7 milioni nel 1958. Solo nel 1957 furono generate più entrate che nel 1952 con 630,8 milioni di pesos.

38. I lavoratori agricoli e gli impiegati pagarono il prezzo. Mentre la loro remunerazione totale saliva a 224,9 milioni di pesos nel 1952, scese a 127,7 milioni nel 1953, 128,2 milioni nel 1954, 118,9 milioni nel 1955, 127 milioni nel 1956, 175,3 milioni nel 1957 e 156,9 milioni nel 1958. Durante il regime di Batista mai si ebbe il reddito del 1952. Lo stesso è accaduto con i lavoratori e gli impiegati non agricoli. Mentre il suo reddito complessivo era di 186,6 milioni di pesos nel 1952, sce
se a 126,2 milioni nel 1953, 123,5 milioni nel 1954, 112,7 milioni nel 1955, 114,6 milioni nel 1956, 145,7 milioni nel 1957 e 141,8 milioni nel 1958. Sotto Batista gli operai e gli impiegati non agricoli  mai raggiunsero il loro livello di reddito del 1952.

39. Tuttavia, il regime di Batista si beneficiò degli aiuti economici USA come mai prima. Gli investimenti USA a Cuba   passarono da 657 milioni di dollari, nel 1950, sotto Carlos Prio a più di 1000 milioni di dollari nel 1958.

40. Il professore USA Louis A. Pérez Jr. segnala che "in effetti, il reddito pro capite a Cuba, nel 1958, era più o meno simile a quella del 1947".

41. Secondo uno studio che realizzò il Consiglio Economico Nazionale degli USA, tra il maggio 1956 e il giugno 1957, pubblicato in un rapporto intitolato Investimenti a Cuba: Investimenti a Cuba. Informazioni di Base per il Dipartimento del Commercio, il numero dei disoccupati era di 650000 la metà dell'anno, vale a dire circa il 35% della forza lavoro. Tra queste 650000 persone, 450000 erano permanentemente disoccupati. Tra i 1,4 milioni di lavoratori , circa il 62% riceveva un salario inferiore a 75 pesos mensili. Secondo il Dipartimento di Commercio USA,  "in campagna, il numero dei disoccupati aumentava dopo il raccolto di canna da zucchero e poteva superare il 20% della forza di lavoro, cioè tra 400000 e 500000 persone". Il reddito annuo di un lavoratore non  superavano i 300 dollari.

42. Circa il 60% dei contadini viveva in capanne con tetto di paglia e pavimento in terra privo di servizi igienici o acqua potabile. Circa il 90% non aveva l'elettricità. Circa l'85% di quelle baracche avevano uno o due stanze  per tutta la famiglia. Solo l'11% degli agricoltori consumava latte, il 4% carne e il 2% uova. Il 43% era analfabeta e il 44% non era mai stato a scuola. Il New York Times sottolinea che "la stragrande maggioranza di loro nelle zone rurali  -guajiros o contadini - vivevano in povertà, a livello della sussistenza".

43. Secondo l'economista britannico Dudley Seers, nel 1958,  la situazione era "intollerabile. "Ciò che era intollerabile, era un tasso di  disoccupazione tre volte più alto che negli USA. Dall’altro lato, in campagna,  le condizioni sociali erano pessime. Circa un terzo della nazione viveva nella sporcizia, mangiando riso, fagioli, banane e ortaggi (raramente carne, pesce, uova o latte), vivendo in baracche, spesso senza elettricità o servizi igienici, vittima di malattie parassitarie e non erano beneficiati d’un servizio sanitario. Gli veniva negata l’istruzione (i figli andavano a scuola un anno al massimo). La situazione dei precari, installati in capanne provvisorie nelle terre collettive, era particolarmente difficile [...]. Una percentuale significativa della popolazione urbana era anche molto miserabile".

44. Il presidente John F. Kennedy si espresse anche a questo proposito: "Credo che non ci sia nessun paese al mondo, persino i paesi sotto il dominio coloniale, dove la colonizzazione economica, l'umiliazione e lo  sfruttamento siano stati peggio di quelli che si ebbero a Cuba,  a causa della politica del mio paese,  durante il regime di Batista. Ci rifiutiamo di aiutare Cuba nel suo disperato bisogno di progresso economico. Nel 1953, la famiglia cubana media ha avuto un reddito di $ 6 a settimana [...]. Questo livello abissale peggiorò man mano che  la popolazione  cresceva. Ma invece di estendere una mano amica alla gente disperata di Cuba, quasi tutto il nostro aiuto prendeva forma di assistenza militare – assistenza che semplicemente ha rafforzato la dittatura di Batista [generando] il crescente senso che gli USA erano indifferenti alle aspirazioni cubani ad una vita dignitosa ".

45. Arthur Schlesinger Jr., consigliere personale del presidente Kennedey, ricordò un soggiorno a L'Avana e testimoniò: "Ho adorato l’Avana e sono rimasto basito per il modo in cui questa bella città si era trasformata, purtroppo, in un grande casinò e bordello per gli uomini d'affari uSA [...]. I miei connazionali  camminavano per le strade, andavano con le ragazze cubane di quattordici anni e  gettavano le monete solo per il piacere di vedere gli uomini rotolarsi nelle fogne e raccoglierle. Ci si chiedeva come i cubani - vedendo questa realtà – potevano considerare gli USA  in altro modo che con odio".

46. ​​Contrariamente alle pratiche dell'esercito governativo, i rivoluzionari attribuivano grande importanza al rispetto per la vita dei prigionieri. A questo proposito, Fidel Castro dice: "Nella nostra guerra di liberazione nazionale, non vi è stato un solo caso di un detenuto torturato, nemmeno quando avremmo potuto  trovare come pretesto la necessità di ottenere  una informazione militare per salvare le nostre truppe o per vincere una battaglia . Non c’è stato un solo caso. Ci sono stati  centinaia di prigionieri, poi migliaia, prima della fine della guerra; si potrebbero cercare i nomi  di tutti, e non c’è stato un singolo caso tra queste centinaia, questi migliaia di prigionieri che subisse un'umiliazione, o addirittura un insulto. Quasi sempre rilasciavamo questi prigionieri. Ciò ci ha aiutato a vincere la guerra, perché ci ha dato un grande prestigio, una grande autorità contro i soldati nemici. Hanno creduto in noi. In un primo momento, nessuno si arrendeva; alla fine si arrendevano in massa". Il New York Times fece anche riferimento al buon trattamento riservato ai soldati prigionieri: "E' il tipo di condotta che ha aiutato al signor Castro ad avere un'importanza straordinaria nel cuore e nelle menti dei cubani".

47. L’ambasciatore Smith ha riassunto le ragioni del sostegno degli USA a Batista: "Il governo di Batista è dittatoriale e  pensiamo che non ha il sostegno della maggioranza del popolo di Cuba. Ma il governo di Cuba è stato un governo amico verso il governo USA e ha seguito una politica economica generale sana, che ha beneficiato gli investitori statunitensi. E 'stato un fedele sostenitore della politica USA nelle sedi internazionali ".
48. Il giornalista USA Jules Dubois, uno dei migliori specialisti della realtà cubana dell'epoca con Herbert L. Matthews, descrisse il regime di Batista:, "Batista ritornò al potere il 10 marzo 1952 e iniziò allora la fase più sanguinosa della storia cubana dalla guerra d'indipendenza, quasi un secolo prima. Le rappresaglie da parte delle forze repressive di Batista costarono la vita a molti prigionieri politici. Per ogni bomba che esplodeva, prendevano due prigionieri dal carcere e sommariamente venivano giustiziati. Una notte in Marianao, un quartiere dell'Avana, si ritrovarono i corpi di 98 prigionieri politici nelle strade, crivellati di colpi".
49. Il presidente Kennedy anche denunciò la brutalità del regime: "Due anni fa, nel settembre 1958, un gruppo di ribelli barbuti scese dalle montagne della Sierra Maestra di Cuba e iniziò la sua lunga marcia verso l'Avana, una marcia che rovesciò infine la dittatura brutale, sanguinaria e dispotica di Fulgencio Batista [...]. Il nostro fallimento più disastroso fu la decisione fu di dare statura e sostegno ad una delle dittature più sanguinarie e più repressive nella lunga storia della repressione latino americana. Fulgencio Batista assassinò 20000 cubani in sette anni -una percentuale maggiore della popolazione cubana che la percentuale di nordamericani che sono morti nelle due guerre mondiali- e trasformò la democratica Cuba in uno stato poliziesco totale, distruggendo ogni libertà individuale".
50. Nonostante le dichiarazioni ufficiali di neutralità nel conflitto cubano, gli USA diedero il loro sostegno politico, economico e militare a Batista e si opposero a Fidel Castro. Tuttavia, i suoi 20000 soldati e una superiorità materiale Batista non poté sconfiggere una guerriglia era costituita da 300 uomini armati durante l'offensiva finale dell'estate del
1958. La controffensiva strategica che lanciò Fidel Castro causò la fuga di Batista nella Repubblica Dominica e il trionfo della Rivoluzione il 1 gennaio del 1959.

Salim Lamrani * Dottorato in Studi iberici e latino americani presso l'Università di Paris Sorbonne-Paris IV, Salim Lamrani è professore presso l'Università di Reunion e giornalista specializzato nelle relazioni tra Cuba e Stati Uniti. Il suo ultimo libro si intitola Cuba. Les médias Face au défi de l'impartialité, Paris, Editions Estrella, il 2013, con una prefazione di Eduardo Galeano.


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