"Boicottaggio diIsraele folle"-Lettera aUmbertoEco

Lettera aperta a Umberto Eco

Gentile professore,
in relazione alla sua recente visita a Gerusalemme per partecipare alla Fiera Internazionale del libro, Lei ha detto in una conferenza stampa, secondo quanto riportato da Hareetz, di opporsi al boicottaggio in quanto “assolutamente folle e fondamentalmente razzista identificare uno studioso, un privato cittadino, con la politica del suo governo”.
Ha aggiunto anche, alla richiesta di una sua opinione sulla politica di Israele che aveva troppo da dire contro il governo italiano per parlare del governo isareliano.

Ebbene, noi avremmo qualcosa da dire a proposito di queste sue affermazioni:

- Innanzitutto la campagna BDS che raccoglie adesioni in tutto il mondo e che risponde all’appello lanciato nel 2004 da più di 50 organizzazioni della società civile palestinese non chiede di discriminare i singoli studiosi e cittadini, come lei sostiene, ma chiede il boicottaggio delle istituzioni accademiche e cuturali israeliane.
Se lei avesse il tempo di leggere il volume “Pianificare l’oppressione - le complicità dell’Accademia Israeliana” vi troverebbe molti interessanti e documentatissimi studi, di fonte israeliana oltre che palestinese, che dimostrano in modo inoppugnabile le complicità e la collaborazione delle università e dei centri di ricerca israeliani con l’esercito e con l’industria bellica; nonché la continua discriminazione nei confronti dei cittadini palestinesi di Israele.
Oppure potrebbe leggere “La pulizia etnica della Palestina” di Ilan Pappe, eminente storico israeliano che per le sue idee è stato costretto a lasciare l’Università di Haifa e andare a insegnare nel Regno Unito, e che nelle ultime pagine del suo documentatissimo testo sugli orrori della cosiddetta “guerra di Indipendenza” di Israele denuncia tutte le omissioni e le complicità delle istituzioni universitarie israeliane.

- Riguardo all’attuale governo israeliano, Lei sa bene che di esso fa parte come ministro degli esteri Avigdor Lieberman definito dallo storico Zeev Sternhell, “l’uomo politico più pericoloso mai apparso nella storia di Israele: le sue tesi sono un cocktail di ultra-nazionalismo, autoritarismo e razzismo”; in confronto i nostri leghisti sono degli scolaretti.
Gideon Levy, coraggioso giornalista di Haaretz, che denuncia da sempre la politica di apartheid del governo israeliano nei confronti dei palestinesi, ha scritto recentemente che:
“nell’Israele del 2011 non è più lecito essere di sinistra. Condurre campagne per i diritti umani, opporsi all’occupazione o indagare sui crimini di guerra è diventato illegale. L’israeliano che fa cose del genere si copre di vergogna, mentre il colono che ruba le terre ai palestinesi è un sionista, il guerrafondaio di destra è un patriota, il rabbino che getta benzina sul fuoco è un capo spirituale, il razzista che espelle gli stranieri è un cittadino che rispetta le leggi.”
Su un tale governo lei non ha niente da dire?
Se non altro, il suo collega Mc Ewan, che ha ricevuto il premio alla fiera del libro ha avuto il coraggio di denunciare, nel suo discorso di accettazione del premio, la politica degli insediamenti e di espulsione dei palestinesi da Gerusalemme Est: lei si è semplicemente girato dall’altra parte, offendendo in tal modo non solo i palestinesi vittime dell’occupazione e della discriminazione, ma anche quegli israeliani che si battono al loro fianco in nome della giustizia e dei diritti umani.

BDS Pisa - Per la Palestina