Notifiche
Cancella tutti

Dove vai se la lobby non ce l'hai


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 33516
Topic starter  

DOVE VAI SE LA LOBBY NON CE L'HAI - SONO 6.486 I "GRUPPI DI PRESSIONE" EUROPEI (TRA QUESTI LA FONDAZIONE BRIGITTE BARDOT). MA I VERI PADRONI, AL SOLITO, SONO A BERLINO

Accanto ai grossi gruppi, spuntano organismi come la Fondazione Brigitte Bardot e la Chiesa luterana-evangelica di Finlandia. Ma i veri padroni sono i tedeschi che popolano l’elenco con centinaia di associazioni che rappresentano di tutto. Forse anche per questo l’Europa è così “schiava” di Berlino…

C'è anche la fondazione Brigitte Bardot, che perora instancabilmente la causa degli animali. Oppure spunta fuori la Chiesa luterana evangelica di Finlandia. Dall'Italia, poi, arriva l'Associazione dialoghisti adattatori cinetelevisivi. Sì, perché tra Bruxelles e Strasburgo, ossia tra le sedi di Commissione e Parlamento europeo, tutti vogliono poter dire la loro facendo legittime pressioni sui vari organi decisionali. Benvenuti nel poliedrico mondo dei lobbisti "regolarizzati", con tanto di lista e codice di condotta. Ebbene, quello che spesso sfugge ai radar è che nel relativo elenco, ribattezzato "Transparency Register", ci sono in tutto 6.486 lobbisti.

Categoria, questa, all'interno della quale rientra un po' di tutto, dai più importanti gruppi privati e pubblici a singole persone fisiche, passando per associazioni che a prima vista sembrerebbero rappresentare micro-interessi. Il tutto con sorprese non da poco. Il registro è una realtà "codificata" dall'Europa già da qualche anno, nel tentativo di rendere trasparente il modo in cui un gruppo di pressione si relaziona all'istituzione comunitaria per "influenzarne" in qualche modo le decisioni. Il problema è che, nonostante gli sforzi, l'obiettivo della trasparenza europea sembra a dir poco vacillante.

Chi vince
L'Europa è troppo schiava dei diktat della Germania? Chissà, magari sarà anche merito del fatto che in mezzo al gruppone dei 6.486 lobbisti i tedeschi sembrano farla da padrone. Basta consultare le griglie riportate on line in ordine alfabetico per rendersi conto di quante volte ricorrano organismi di volta in volta ribattezzati "bundesverband", "bundesvereinigung", "deutscher verband" e "arbeitgemeinschaft".

Di cosa si tratta? Semplice, di centinaia e centinaia di associazioni e cooperative che si occupano di tutto e che rappresentano tutto: pasticcieri, apicoltori, tabaccai, ceramisti, agricoltori di ogni tipo e chi più ne ha più ne metta. Questo, naturalmente, accanto a grossi gruppi tedeschi di pressione che sono direttamente presenti all'interno dell'elenco, da E.On ad Adidas, passando per Deutsche Bank e Bayer.

Ma i colossi internazionali, nella lista, sono anche tanti altri. Ci sono compagnie petrolifere come Chevron, Shell e Total, banche come Bofa, Bnp Paribas e Banco Bilbao, case farmaceutiche come Bristol-Myers Squibb, la già citata Bayer e Glaxo, maxi-fondi di investimento come BlackRock (che in Italia sta facendo man bassa di banche), e poi Air France, Facebook, Google, British American Tobacco, Philip Morris, Imperial Tobacco, Arcelor-Mittal, Alstom. Ma è chiaro che un elenco esaustivo non sarebbe possibile.

Le rappresentanze "lobbistiche" italiane, pur numerose, sembrano arrancare rispetto a quelle di altre paesi. Nell'elenco, tra le altre, ci sono Eni, Enel, Rai, Fs, Cassa Depositi, Fiat, Fincantieri, Finmeccanica e Mediaset. Ci sono associazioni di categoria come Legacoop (coop rosse), Confcommercio, Ance (costruttori), Ania (assicurazioni), Abi (banche), Unioncamere (le camere di commercio che ora Matteo Renzi vorrebbe abolire), Uil (il sindacato di Luigi Angeletti), Aiscat (i concessionari autostradali guidati da Fabrizio Palenzona). Spuntano pure enti pubblici come l'Ice, l'università di Bologna Alma Mater e l'Autorità portuale di Ancona. E altre associazioni come Arcigay e Altroconsumo.

La questione
Ma è efficace questo maxi-elenco con 6.486 lobbisti? La risposta potrebbe essere affermativa se la trasparenza fosse garantita. Teoricamente ogni lobbista dovrebbe indicare il fatturato che trae dalla sua attività e quali sono i clienti per i quali lavora. Nella pratica, però, molto spesso le schede informative non riportano questi dati. Per tale ragione molti osservatori credono che il registro in questione sia "tutto fumo e niente arrosto". Anche perché i controlli sono ballerini e alcuni finiscono col chiedere l'ammissione all'elenco solo per questioni di marketing. Accanto a questi, però, ci sono organismi che invece sanno fare pressione, e anche molto bene. Tedeschi in primis.

Stefano Sansonetti
Fonte: www.lanotiziagiornale.it
9.04.2014


Citazione
dana74
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 14469
 

Ma i colossi internazionali, nella lista, sono anche tanti altri. Ci sono compagnie petrolifere come Chevron, Shell e Total, banche come Bofa, Bnp Paribas e Banco Bilbao, case farmaceutiche come Bristol-Myers Squibb, la già citata Bayer e Glaxo, maxi-fondi di investimento come BlackRock (che in Italia sta facendo man bassa di banche), e poi Air France, Facebook, Google, British American Tobacco, Philip Morris, Imperial Tobacco, Arcelor-Mittal, Alstom. Ma è chiaro che un elenco esaustivo non sarebbe possibile.

tutti tedeschi infatti questi sopra. Come mai non sembra strana la presenza dei colossi AMERICANI? Ma si contesta quelli tedeschi?

Veramente i 15 mila lobbisti sono a Bruxelles non a Berlino
Bruxelles assediata da 15mila lobbisti
http://www.liberazione.it/rubrica-file/Bruxelles-assediata-da-15mila-lobbisti.htm

e come mai se i tedeschi fanno da pardone,
chi si è acquisito i 500 marchi italiani ce ne è solo una di azienda tedesca?

scorrere elenco per credere
http://economia.nanopress.it/made-in-italy-addio-tutte-le-aziende-italiane-vendute-allestero/P79055/

qui uno slide show
http://economia.panorama.it/foto/moda-aziende-italiane-controllate-dagli-stranieri?gllyid=miss-sixty-2

http://attualita.tuttogratis.it/economia/marchi-italiani-allestero-krizia-venduto-alla-cina/P192277/

a quanto pare non da fastidio che le aziende siano finite in mano straniera, ma che siano "tedesche" cosa tra l'altro smentita dai fatti.

Basta leggere gli elenchi sopra

Magari Sansonetti sarà contento che con il TTIP saremo tutti yankees ancora di più di quanto già non lo siamo


RispondiCitazione
Condividi: