La Nato schierera' missili ai confini con la Siria?

Questa richiesta della Turchia l' avevo letta ma non capita. I missili che dovrebbero essere posizionati al confine con la Siria sono della Nato e sarebbero gestiti da 170 militari dell' Alleanza Atlantica. Hanno una gittata di 20 km. Sono davvero solo difensivi ?

Marcopa

La domanda alla Nato. Proseguono gli scontri tra ribelli e forze governative: almeno 70 i morti

DAMASCO – La Turchia ha presentato richiesta formale alla Nato di schierare missili Patriot al confine con la Siria, mentre la battaglia tra ribelli e forze governative si avvicina al cuore di Damasco, con un colpo di mortaio che per la prima volta ieri ha colpito il quartiere delle ambasciate.

Ma in questo scenario di conflitto aperto – con almeno 70 morti in tutto il Paese secondo attivisti dell’opposizione – a parlare, sorprendentemente, non sono solo le armi. Quattro giovani donne in abito da sposa sono comparse nel mercato coperto di Damasco, nella celebre via Midhat Pasha, per chiedere la fine delle violenze. Prima di essere arrestate, le ragazze – Rima Dali, le sorelle Kinda e Lubna Zaaur e Ruaa Jaafar – hanno fatto in tempo a mostrare striscioni su cui campeggiavano gli slogan: «Per l’essere umano siriano la società civile annuncia la fine di tutte le operazioni militari in Siria»; «La Siria è di tutti noi»; «Vi siete stancati e ci siamo stancati, vogliamo vivere una seconda soluzione».

Rima Dali Rima Dali, alawita (branca dello sciismo a cui appartengono anche gli Assad e i clan al potere da più di 40 anni) era già stata arrestata nei mesi scorsi dopo aver bloccato il traffico in una protesta solitaria nei pressi del Parlamento. La Turchia intanto, sul cui territorio sono piovuti negli ultimi mesi proiettili di artiglieria provenienti dalla Siria e che ha minacciato Damasco di ritorsioni militari,
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ha presentato richiesta formale alla Nato per avere missili Patriot ai confini, una richiesta che l’Alleanza sta valutando. Lo ha reso noto il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen, secondo il quale il dispiegamento «contribuirebbe alla “de-escalation” della crisi lungo il confine sud-est della Nato». Ankara ha assicurato che «i missili sarebbero solo in funzione difensiva e non sosterrebbero in alcun modo una no-fly zone o operazioni offensive», ha sottolineato Rasmussen, che più volte ha escluso l’eventualità di un intervento militare dell’Alleanza. Sta ai Paesi che hanno disponibilità di Patriot – Germania, Olanda e Usa – decidere se possono disporre il dispiegamento e per quanto tempo. La prossima settimana un team congiunto andrà in Turchia per un sopralluogo.
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Almeno 27 delle vittime di ieri si contano in combattimenti e bombardamenti a Damasco e nei suoi sobborghi, secondo i Comitati locali di coordinamento (Lcc) dell’opposizione. Aerei da caccia Mig hanno bombardato ieri mattina Daraya, sobborgo controllato dai ribelli da dove martedì, secondo testimoni locali, erano partiti i colpi di mortaio che avevano colpito l’edificio del ministero dell’Informazione e la sede centrale del partito Baath. L’agenzia governativa Sana ha affermato che “decine di terroristi” sono stati uccisi dalle forze del regime. Sempre ieri, per la prima volta dallo scoppio delle violenze 20 mesi fa, un proiettile di mortaio ha colpito il quartiere delle ambasciate, nella parte nord-occidentale della capitale, causando un morto e almeno tre feriti, secondo quanto riferito dai residenti del locale comitato di coordinamento. Oltre a numerose sedi diplomatiche, tra cui quella italiana evacuata da mesi, nel quartiere si trova anche una delle residenze del presidente Bashar al Assad. Gli Lcc segnalano anche 18 vittime ieri ad Aleppo, 6 ciascuna nelle province di Idlib e Lattakia e 5 in quella di Homs.