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LeFigaro:ecco come Renzi ha imposto il job act


helios
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Francia, Le Figaro: "Ecco come Matteo Renzi ha imposto il suo Jobs Act"
L'Huffington Post | Di Redazione

Pubblicato: 30/05/2016 14:26 CEST Aggiornato: 1 ora fa

Un Paese bloccato da una parte, una placida accoglienza dall'altra. Mentre la Francia continua a vivere giorni difficili per le proteste contro la legge di riforma del lavoro promossa dal governo, sono in molti ad avere tracciato un possibile parallelismo con il Jobs Act approvato dal governo Renzi. In un editoriale pubblicato oggi, Le Figaro prova a spiegare Francois Hollande e Manuel Valls hanno provocato con la loro legge una rivolta sociale che sta bloccando il Paese mentre in Italia "Matteo Renzi ha imposto il suo Jobs act" senza "far scendere milioni di italiani in piazza, al di là di qualche grande manifestazione".

"Matteo Renzi - scrive il quotidiano - è riuscito a giocare tutte le carte a suo favore per far passare la sua riforma del lavoro. Il capo del governo italiano ha lanciato il suo Jobs act all'inizio del mandato, al top della popolarità. Tutto il contrario dell'esecutivo francese che si è lanciato nella battaglia al minimo dei sondaggi, sfiancato da quattro anni al potere. Nel febbraio 2014, il giovane e impetuoso presidente del Consiglio succede a Enrico Letta, vince alla grande le europee con il Partito democratico, raccogliendo il 40% dei voti, e concretizza sullo slancio la sua riforma del mercato del lavoro". "Altra grande differenza con il fiasco della legge El Khomri - continua Le Figaro - Renzi ha curato il suo piano di comunicazione. Ha martellato senza tregua con il suo messaggio: il Jobs act è una necessità per uscire dalla crisi e rilanciare il lavoro e punta prioritariamente agli esclusi del mercato del lavoro, fra i quali i giovani, alle prese con una disoccupazione elevatissima, sono le prime vittime. L'obiettivo della riforma italiana è di spezzare la rigidità del mercato, introdurre flessibilità sui contratti a tempo indeterminato facilitando il licenziamento e al tempo stesso limitare il ricorso ai contratti precari".

Intanto la pressione delle proteste contro la riforma del lavoro in Francia vive una giornata di stallo, dopo lo sblocco dei depositi carburante che ha permesso un nuovo approviggionamento delle stazioni di benzina che nei giorni scorsi si sono trovate senza carburante. Una calma, quella di oggi, solo apparente, visto che in settimana sono attese nuovi scioperi indetti dal trasporto pubblico.

Gli interventi delle forze dell'ordine della scorsa settimana per liberare i picchetti davanti all'ingresso dei depositi hanno portato a una netta diminuzione delle stazioni di servizio senza scorte, secondo i dati offerti da alcuni dipartimenti, come quello della Loira.

Il portavoce del governo, Stéphane Le Foll, aveva anticipato ieri che "i dati delle forniture delle stazioni di servizio erano in crescita e che la situazione stava migliorando" in tutto il Paese.
Tuttavia, la situazione nelle otto raffinerie francesi non è cambiata: quattro sono ancora completamente ferme mentre in due l'attività è stata ridotta di molto.

Durissima la reazione degli imprenditori francesi. tì che bloccano il Paese. "Si stanno comportando da delinquenti": lo dice il presidente del Medef, la confindustria francese, Pierre Gattaz, commentando i blocchi e le proteste dei sindacati CGT e FO. A due mesi e mezzo dall'avvio delle prime manifestazioni contro il jobs act di Francois Hollande Gattaz dice di essere "stufo". "Il paese - aggiunge intervistato da Le Monde - non ha bisogno di questo. I blocchi, che sono in gran parte illegali, creeranno disoccupazione. Per questo chiediamo il ritorno allo stato di diritto". Il numero uno del Medef lancia quindi un appello al governo socialista affinché "non ceda" alla pressione delle parti sociali ostili alla riforma.
"Far rispettare lo Stato di diritto - aggiunge - significa fare in modo che le minoranze che si comportano un pò come dei delinquenti, come dei terroristi, non blocchino tutto il Paese.
Quando il sindacato del libro-CGT impedisce l'uscita dei quotidiani solo perché questi rifiutano di pubblicare un comunicato del (leader sindacale della CGT, ndr.) Philippe Martinez mi sembra di essere in una dittatura stalinista".

Un elemento di novità in questo braccio di ferro tra il Governo e il sindacato Cgt che guida le proteste, è stata la conversazione telefonica di sabato scorso tra il segretario generale del sindacato, Philippe Martinez, e il premier Manuel Valls. Il contenuto del colloquio, il primo in due mesi, è ancora 'top secret'.

Ufficialmente le posizioni di entrambi rimangono ferme con la Cgt che chiede il ritiro del disegno di legge della ministra del Lavoro, Myriam El Khomri, per tornare al tavolo dei negoziati, e l'esecutivo che non è disposto a fare marcia indietro, nonostante l'intenzione di ammettere alcuni emendamenti che però non modificano la sostanza della riforma e soprattutto non prevedono modifiche al cosiddetto 'articolo 2'. L'oggetto delle maggiori contestazioni è infatti l'articolo della legge che inverte la gerarchia delle norme sociali dando maggiore importanza agli accordi aziendali invece che ai contratti nazionali.

In attesa che una ripresa del dialogo porti a una soluzione, i sindacati hanno formalizzato una serie di richieste di scioperi nel trasporto pubblico che dovrebbero iniziare domani pomeriggio nel settore ferroviario, prorogabile giorno per giorno.

Allo stesso modo, rivendicazioni interne e proteste contro la riforma del lavoro sono dietro lo sciopero del trasporto metropolitano di Parigi che inizierà giovedì a tempo indeterminato e che potrebbe prolungarsi fino al 10 giugno, giorno di inizio degli Europei di calcio nella capitale francese.

Venerdì 3 giugno inoltre sarà la prima delle tre giornate di sciopero organizzate dai controllori di volo, in questo caso per ottenere una serie di richieste nei negoziati sul loro contratto collettivo. L'incontro di oggi dei sindacati con la Direzione generale dell'Aviazione civile (Dgac) può ancora evitare i tre giorni di blocco totale che rischiano di portare alla cancellazione di centinaia di voli.

http://www.huffingtonpost.it/2016/05/30/jobs-act-francia_n_10203756.html?utm_hp_ref=italy


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venezia63jr
Noble Member
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Post: 1229
 

la democrazia e' oligarchia.


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