Notifiche
Cancella tutti

L'ignoranza di Arundhati Roy sul Mahatma Gandhi


marcopa
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 8326
Topic starter  

Gandhi pur essendo un induista ha sempre criticato il sistema delle caste che viene indicato dall' induismo, era al contrario Ambedkar, un leader dei fuori casta, che aveva una strategia diversa da quella di Gandhi di abolizione delle caste. Non ricordo i particolari, ma la discussione si trova in tutti i libri su Gandhi.

Qualche mese fa una dichiarazione di Alessandro Di Battista che ricordava la lotta nonviolenta di Gandhi in Sudafrica scatenò una valanga di commenti ironici sul web

ma Gandhi iniziò veramente in Sudafrica le sue lotte nonviolente.

Visto che il Mahatma fa sempre discutere a quasi 70 anni dalla sua morte, perchè non ci leggiamo (o rileggiamo) tutti (io compreso) qualche bel libro su di lui ?

Marcopa

INDIA
Arundhati Roy contro Gandhi
«Accettava il sistema delle caste»

La scrittrice indiana attacca il padre della patria: «Dobbiamo davvero dedicargli le università?». E scatena le polemiche: «È ignorante, legga le biografie del Mahatma»

di Redazione Online

La scrittrice e pacifista indiana Arundhati Roy ha accusato il Mahatma Gandhi, il padre della nazione indiana, di accettare il sistema discriminatorio delle caste e ha chiesto di cambiare il nome alle istituzioni a lui dedicate. «Su Gandhi ci hanno raccontato un sacco di bugie - ha detto l’autrice del romanzo «Il Dio delle Piccole cose» in una conferenza in Kerala - se si pensa che la sua dottrina della non violenza era basata sull’accettazione di una delle più brutali forme di gerarchia sociale, le caste».
La frase sugli «intoccabili»
Per giustificare questa sua tesi, la Roy ha citato uno libro del Mahatma sugli «intoccabili» in cui si legge che «uno che pulisce le latrine dovrebbe sempre rimanere tale». «Dobbiamo davvero - si chiede - dedicargli le nostre università?». L’intellettuale si riferisce al saggio «The Ideal Banghi» (1935) in cui l’apostolo della non violenza sostiene che «il compito di un bramino è di occuparsi della pulizia dell’anima, mentre il banghi («intoccabile») si occupa dei corpi della società». A questa casta infatti è affidato il contatto con gli escrementi e con i cadaveri.

Le polemiche: «Ignorante»

Le parole della Roy hanno scatenato un coro di critiche da parte degli storici e dei seguaci gandhiani che l’hanno accusata di «ignoranza» e l’hanno invitata a leggere le biografie del Mahatma dove si racconta che lui stesso puliva i bagni. Di recente, la scrittrice ha pubblicato un saggio introduttivo - «Il Dottore e il Santo» - a una nuova edizione di un discorso del leader anti-caste B.R.Ambedkar in cui mette in luce alcuni aspetti contraddittori della personalità del Mahatma.

19 luglio 2014 | 13:47

http://www.corriere.it/esteri/14_luglio_19/arundhati-roy-contro-gandhi-accettava-sistema-caste-india-191d9170-0f37-11e4-a021-a738f627e91c.shtml


Citazione
Primadellesabbie
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 5039
 

Gandhi é molto ma molto lontano dalla figura che é stata costruita ed imposta, anche la signora Arundhati é evidentemente fuori strada, in un altro modo.

La famiglia apparteneva ad una casta di temuti ed implacabili commercianti.

Era un barrister del Temple proprio come i suoi due complici Nerhu e Jinnah.

Lontanissimi dall'India.

La cosa che avrebbe senso approfondire sono le sue relazioni con i servizi anglosassoni che gli fornivano e lo circondavano delle efficientissime, onnipresenti e sensibilissime assistenti occidentali.

Che senso ha giudicarlo per il suo atteggiamento pro o contro l'istituto delle caste?

Proporlo ed imporlo come un non violento dimostra solo cosa si può fare usando i media, anzi cosa si poteva fare già negli anni '50.

PS - Non lui ma la moglie ha, per tutta la vita, ovunque vivessero, pulito i gabinetti pubblici, operazione svolta anche usando un cesto trasportato sulla testa...


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 30947
 

Andiamo alla sostanza.
E' stato il movimento di Gandhi che ha liberato l' India dal dominio inglese?
Oppure è l' Inghilterra che si è liberata dal domino indiano, a costi sempre più insostenibili?

E' la somma dei due fattori. (Di più il secondo!)


RispondiCitazione
Primadellesabbie
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 5039
 

@ babuskin

L'Inghilterra doveva liberarsi dell'India che non era più in grado di "rullare" (...rule Britannia!...), ma a guerra finita non poteva più decidere da sola, quindi la cosa fu portata a termine a quattro mani con i nuovi padroni d'oltreoceano.

L'India é sempre stato un paese molto ricco di risorse (anche umane) e s'imponeva di dividerlo per ridurre il pericolo potenziale che questa ricchezza poteva rappresentare.

Gandhi e gli altri due, formati nelle università inglesi, sono stati lo strumento. La culla della civiltà dell'Indo é stata separata dal resto del Paese (più qualche altro accorgimento) senza badare a spese.

Milioni di morti per il rinascere della rivalità religiosa che si era assopita in secoli di convivenza. L'esodo forzato di tutti gli artigiani (indù) dal Pakistan Orientale rimasto senza ossatura, ed i suddetti artigiani e le loro famiglie a morire di fame a Calcutta.

Non parlo qui delle persecuzioni etniche messe in atto da allora.

Personalmente ho visto nei fatti dell'Afganistan una nemesi storica a questo delitto.

Celebrare Gandhi é uno sconcio che solo un Pannella poteva praticare.


RispondiCitazione
marcopa
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 8326
Topic starter  

Gandhi non deve essere celebrato,

è utile invece studiarlo perchè la sua azione e il suo pensiero sono utilizzabili anche in situazioni e tempi diversi da quelli vissuti dal Mahatma.

E' di questa opinione Galtung, considerato lo studioso della nonviolenza vivente più autorevole.

Il professore norvegese ritiene che Gandhi sia un vero e proprio teorico dei conflitti, a tutti i livelli.

"L' unica via che porta alla pace è la pace stessa"

Disse Gandhi e oggi 20 luglio 2014 papa Francesco ha detto in sostanza la stessa frase:

"La violenza non si vince con la violenza".


RispondiCitazione
Primadellesabbie
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 5039
 

@ marcopa

Può darsi.

Ma lo sciopero della fame, tanto per chiarire, violenza estrema contro sé stessi, agisce in modo che il passare del tempo rende l'azione sempre più drammatica, avendo la finalità di imporre il proprio volere agli altri (quando siano in qualche modo legati allo scioperante).

(p. es. - Nella Tradizione giapponese, il modo infallibile per interrompere l'intento di un potente persecutore consiste in una intenzionale azione contro se stessi, come un'auto amputazione.)

Quindi contrabbandare lo sciopero della fame come non violenza é un nitido falso.


RispondiCitazione
Condividi: