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Lo Yemen va verso la guerra civile


helios
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Lo Yemen va verso la guerra civile

16:21 24.03.2015(aggiornato 17:08 24.03.2015) URL abbreviato

L’ambasciata degli USA lascia il paese, mentre L’ONU condanna le azioni delle milizie Houthi, difese dall’Iran.

Il Consiglio di sicurezza dell'Onu "ha condannato le azioni unilaterali portate avanti dalle milizie Houthi che minano il processo di transizione politica in Yemen, e mettono in pericolo la sicurezza, la stabilità, la sovranità e l'unità del paese". In una dichiarazione adottata all'unanimità, i quindici membri hanno ribadito la disponibilità ad "adottare ulteriori misure contro qualsiasi parte in caso di mancata attuazione delle proprie disposizioni".

I quindici hanno deplorato il fatto che gli Houthi non abbiano attuato la richiesta di ritirare le proprie forze dalle istituzioni governative e di normalizzare la situazione della sicurezza nella capitale Sana'a e in altre province. Il Consiglio ha poi sostenuto la legittimità del presidente Hadi, invitando tutte le parti e gli Stati membri ad astenersi da qualsiasi azione che mini l'unità, la sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale dello Yemen e ad "accelerare un negoziato inclusivo mediato dalle Nazioni Unite per continuare la transizione politica".

L'inviato speciale dell'Onu, Jamal Benomar, ha dichiarato che lo Yemen è "sull'orlo della guerra civile". "Sollecitiamo tutte le parti — ha detto l'inviato Onu — a rendersi conto della gravità della situazione e a cessare le ostilità e le violenze. Il dialogo pacifico è l'unica opzione che abbiamo".

Per l'inviato dell'Onu sarebbe illusorio pensare che le milizie Houthi possano prendere il controllo di tutto il Paese, o che Hadi possa mettere insieme un numero sufficiente di truppe per liberarlo. Benomar ha sottolineato "il timore che al-Qaeda usi l'instabilità del Paese a suo vantaggio".

Dopo gli attentati alle moschee avvenuti venerdì scorso, che hanno visto un bilancio pari a oltre 140 morti e centinaia di feriti, i miliziani Houthi hanno conquistato domenica larghi settori, aeroporto compreso, della città di Taiz, terza città del paese. E nelle ultime 72 ore il compound presidenziale ad Aden, dove si è rifugiato Hadi, è stato attaccato da raid aerei per ben tre volte, costringendo il presidente legittimo a fuggire "in un luogo sicuro". Controllando Taiz e avanzando verso Aden, gli Houthi potrebbero prendere il controllo del distretto di Bab al-Mandeb, ovvero avere il controllo del passaggio nello stretto tra il golfo di Aden e il mar Rosso, snodo cruciale per i traffici mondiali.

A peggiorare la situazione, la fuga delle forze speciali britanniche e di quelle statunitensi dopo la conquista da parte di miliziani di al-Qaeda della base di al-Annad, nei pressi della città meridionale di Houta.

In un discorso trasmesso in televisione, il leader del movimento Houthi, Abdel-Malek al-Houthi ha detto che combatterà con decisione contro lo Stato islamico e contro al-Qaeda.

Intanto, Teheran è intervenuta ieri chiedendo ad Hadi di rinunciare al suo ruolo per risparmiare al paese ulteriore spargimento di sangue. Il vice ministro degli esteri iraniano Hossein Amir Abdollahian ha sintetizzato così la posizione del suo Paese: "La nostra aspettativa è che il presidente Hadi si dimetterà piuttosto che ripetere i suoi errori, che giochi un ruolo costruttivo nel prevenire la spaccatura dello Yemen e la trasformazione di Aden in un luogo sicuro per i terroristi". D'altra parte, il ministro degli Esteri saudita, Saud al-Faisal, comfermato dal principe Saud, ha dichiarato che i paesi arabi intraprenderanno le misure necessarie per proteggere la regione "dall'aggressione" da parte del gruppo Houthi dello Yemen, se non verrà trovava una soluzione pacifica ai disordini in quel Paese.

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