Medici emigranti...buoni e cattivi

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Cuba, Spagna e i medici emigranti

L'ambasciatore di Cuba in Spagna, Eugenio Martinez, ha inviato una lettera al quotidiano spagnolo ABC, che si spiega da sé.

Con riferimento all'articolo pubblicato su questo giornale il 12 novembre, dal titolo "Quindici medici cubani fuggono, ogni settimana, negli Stati Uniti" vorrei esprimere la mia sorpresa per considerare questo fatto non verificato come notizia di grande rilievo, quando ho appena letto in altri mezzi della stampa spagnola che, purtroppo, "3400 medici (spagnoli) hanno chiesto, già quest'anno, il certificato per emigrare". L'anno scorso ci sono stati 7000 medici spagnoli seconda le stesse fonti. Se entrambi i dati fossero certi (chiaramente non do fede a quello che si riferisce a Cuba), per ogni cubano che abbandona la sua missione in Venezuela cinque abbandonano la Spagna. Non le sembra anormale il monitoraggio e il controllo malizioso che fa su un programma di cooperazione internazionale come quello che sviluppa Cuba in Venezuela che registra molti benefici della salute in quella nazione?

Solo aggiungerei che ABC non dice che c'è Cuban Medical Professional Parole, un'iniziativa che coordinano, dal 2006, il Dipartimento di Stato ed il Dipartimento della Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti. Il suo scopo è quello di incoraggiare i professionisti sanitari che compongono le brigate di solidarietà cubane ad abbandonare i loro pazienti ed andare negli Stati Uniti, dove spesso non hanno potuto ottenere un lavoro all'altezza della loro formazione. Per coincidenza ABC "informa" quando il mondo intero ammira l' "enorme contributo" - nelle parole de The New York Times - dei medici cubani nella battaglia contro il virus dell'Ebola in Africa occidentale, riconosciuta anche dallo stesso governo degli Stati Uniti.

Un domandina addizionale: quale sarebbe la cifra dei medici spagnoli emigranti se esistesse uno Spanish Medical Professional Parole ed un blocco degli Stati Uniti contro la Spagna?