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Quando il debito diventa 'spazzatura'


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Le agenzie di rating declassano Grecia e Portogallo Ormai la crisi dell’indebitamento pubblico è esplosa

La Grecia ammette che non può più rifinanziare sul mercato il proprio debito pubblico: cioè all’asta del 19 maggio non troverà abbastanza investitori disposti a prestarle i 9 miliardi di cui ha bisogno. Il ministro delle Finanze, George Papaconstantinou, confessa che il deficit nel 2009, nel calcolo definitivo, risulterà anche superiore alla stima del 13,6 per cento del Pil. Non stupisce quindi che Standard&Poor’s, l’agenzia di rating, abbia deciso di declassare il debito greco al livello di junk, spazzatura. Appena meglio quello del Portogallo, declassato al livello A- di affidabilità. Le Borse crollano: Milano perde oltre il tre per cento.

L’INCENDIO. "Se la casa del vicino brucia bisogna correre in soccorso perché altrimenti rischia di bruciare anche la propria" dice il ministro Tremonti, ma come e perché avviene la propagazione dell’incendio e di chi è la colpa ? L’Avenida José Malhoa a Lisbona è il miglior simbolo della bolla del debito creata dall’establishment europeo e di come si sta propagando il contagio della crisi. Tanti alberghi e uffici nuovissimi e sempre più vuoti. Il Paese è cresciuto sull’onda del deficit pubblico e della bolla immobiliare che si alimentavano l’un l’altro. Il debito pubblico aumentava grazie alle previsioni di crescita del governo che proiettava nel futuro una situazione economica che invece volgeva al termine. Nel 2009 le abitazioni costruite in Portogallo sono state 27 mila contro le 127 mila del 2008, un crollo verticale a cui nessuno era preparato. Da ieri i portoghesi si sono risvegliati bruscamente: si sono accorti che tutto quello che li circonda è fabbricato altrove, i taxi di Lisbona sono automobili prevalentemente tedesche, così come ascensori, scale mobili e persino i sottomarini recentemente acquistati dal governo sono made in Germany. Il Portogallo viveva di debito proprio e altrui e ora il mercato presenta il conto. Per finanziarsi a due anni il governo lusitano dovrà pagare un tasso d’interesse di quasi il 5,5 per cento annuo. E le cose possono ancora peggiorare. La Germania, che è stata il maggiore beneficiario del potere d’acquisto gonfiato dei portoghesi, sembra ora voltare le spalle ai problemi che stanno esplodendo a Lisbona. La Spagna, con un’economia molto più grande di quella del Portogallo, è troppo impegnata a salvare se stessa: ieri è stato reso noto che la disoccupazione riguarda il 20 per cento della popolazione. La Spagna da oggi pagherà il tre per cento per finanziarsi a due anni e le cose peggioreranno anche qui, la prossima vittima dell’esplosione della bolla del debito degli Stati è già entrata nel mirino e non potrà sottrarsi senza aiuti esterni.

LA SPECULAZIONE. Quelli che oggi gridano alla speculazione – lo ha fatto ieri il premier greco George Papandreou parlando di "terrorismo psicologico" – sono gli stessi governanti, commissari europei e banchieri centrali che hanno creato la bolla del debito. Combustibile della crisi e misura del contagio è la quantità di deficit corrente (quanto uno Stato spende in più rispetto a quanto incassa) e di debito accumulato, l’Italia non è fuori pericolo. E’ soltanto l’ultima della lista (per ora). Il mercato si aspetta qualcosa che, per chi vive in Italia, scontato non è. E cioè che il governo Berlusconi farà una manovra da 70 miliardi di euro in 3 anni. Un salasso in un tempo relativamente breve per tranquillizzare i mercati, per non accumulare altro debito e per dare, almeno, la speranza, che potrà ripagarlo in futuro. Per questo si ha l’effetto ottico che i titoli di Stato italiani perdono meno percentualmente rispetto agli spagnoli e i portoghesi. Se la casa del vicino brucia, la nostra è piena di 1800 miliardi di liquido infiammabile, cioè debito pubblico. Il ministero del Tesoro ha fatto sapere ieri che il governo ha pronto un decreto legge per autorizzare gli aiuti da 5,5 miliardi di euro (su 30 promessi dai 16 Paesi dell’Eurozona) per sostenere Atene. E nonostante le smentite pubbliche del governo di Berlino, anche la Germania avrebbe pronta una "Legge per mantenere la stabilita nell’Unione monetaria" anticipata ieri dalla Reuters che sarebbe pronta a scattare il 10 maggio, dopo che la Grecia avrà approvato l’ennesimo pacchetto di misure di austerità. Se non sarà già troppo tardi.

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Fonte: http://antefatto.ilcannocchiale.it/

da il Fatto Quotidiano del 28 aprile 


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