Notifiche
Cancella tutti

Sovversione: cambio o adattamento


cubainforma
Noble Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 1957
Topic starter  

www.cubainformazione.it

Sovversione contro Cuba: un cambio di politica o una regolazione nella sua forma?

Reydel Reyes Torres
 
Così presto, per la nascente Rivoluzione cubana, come il 6 aprile 1960, il Sottosegretario di Stato per gli Affari Ibero-americani degli USA, Lester D. Mallory, redasse il contenuto di un memorandum segreto, declassificato nel 1991, dove affermò: "La maggior parte dei cubani sostengono Castro (...) Non esiste un'opposizione politica effettiva (...) l'unico modo possibile per far perdere l'appoggio interno (al governo) è provocare la delusione e lo scoraggiamento attraverso l'insoddisfazione economica e la penuria ( ...) Dobbiamo mettere in pratica, rapidamente, tutti i mezzi possibili per indebolire la vita economica (...) negando a Cuba denaro e forniture al fine di ridurre i salari nominali e reali, con lo scopo di provocare fame, disperazione e il rovesciamento del governo.

In base a tale filosofia, undici consecutive amministrazioni USA hanno cercato di asfissiare con la forza il processo rivoluzionario cubano e per questo, hanno usato tutti i tipi di sotterfugi, risorse e aggressioni fino ad arrivare al contesto attuale dove hanno sostenuto che i metodi precedenti fallirono. Sentono che è il momento di implementare altri metodi, più sottili e subdoli, per, in vari modi, penetrare la coscienza dell'individuo, cercare di influire e realizzare i loro piani. Non è un problema di cambiare i contenuti nella politica verso l'isola, è la "necessità" di modificare la forma di orchestrarla.

Tornando alla storia che il presidente Obama ha esortato a dimenticare nell' 'edulcorato' discorso al Gran Teatro de La Habana, durante la sua visita a Cuba, dobbiamo riportare in questo articolo un estratto del libro pubblicato nel 1963, da chi fu uno dei primi capi della CIA, Allan Dulles. Lì si riferisce cinicamente al disegno sovversivo orchestrato, dagli USA, contro l'Unione Sovietica e gli altri paesi dell'ex-campo socialista.

Dopo aver letto i concetti del di questo "illustre" protagonista della Guerra Fredda, si potrebbe concludere che lo stesso schema, la Casa Bianca, lo ha applicato contro Cuba da più di 50 anni. Dopo un'analisi delle dichiarazioni e azioni concrete del suo attuale inquilino e i consiglieri più vicini, non rimane dubbio che aumenteranno gli sforzi per promuovere questi obiettivi al fine di affondare l'opera sociale della Rivoluzione che continua ad affrontare sfide e minacce.

In quel testo, Allan Dulles dichiarava: "Grazie al suo diversificato sistema propagandistico, gli USA devono imporre la sua visione, stile di vita e interessi particolari al resto del mondo, in un contesto internazionale in cui le nostre grandi corporazioni transnazionali conteranno sempre con il dispiegamento immediato delle forze armate, in qualsiasi area geografica, anche le più distanti, senza che l'assista a nessun paese aggredito il diritto naturale di difendersi.
"Dobbiamo fare in modo che gli aggrediti ci ricevano a braccia aperte, ma stiamo parlando di scienza, di una scienza per vincere, in un nuovo scenario, la mente degli uomini. Prima che le portaerei e i missili arriveranno i simboli, che venderemo come universali, di moda, moderni, forieri di eterna giovinezza e felicità senza limiti".

A 53 anni dall'essere pubblicata "la teoria" di Dulles, il contenuto e la forma di questa strategia, di marcato carattere imperiale e anti - comunista, è così implementata contro Cuba e attualmente si basa su centinaia di progetti sovversivi diretti, con le loro peculiarità, a tutti i settori sociali. La priorità sono i giovani e l'emergente settore delle forme non statali di gestione, che ritengono di poter manipolare, perché sono sempre più distanziati dal progetto politico, economico e sociale della Rivoluzione, quando in pratica sono importanti segmenti del popolo cubano che accompagnano, attivamente, le trasformazioni socio-economiche della nazione.

Nella veterana strategia anticubana, il governo USA, in complicità con i suoi alleati ideologici, impiega centinaia di organismi, agenzie ed organizzazioni non governative ubicate in territorio USA ed in paesi terzi. A proposito di questo, il giornalista USA Tracey Eaton, in una intervista concessa al collega Iroel Sanchez, il 26 giugno 2015, ha commentato: "Ho visto un rapporto che diceva che tra il 1996 ed il 2012 l'USAID ed il Dipartimento di Stato diedero 111 premi e contratti a 51 soci, la media è di 12 sub contrattisti per ciascun contraente, allora in quel caso, se si moltiplica 111 per 12 può essere che c'erano, in quel periodo, 1332 programmi relazionati a Cuba. Cercare di sapere quello che stanno facendo l'USAID, il Dipartimento di Stato e la NED è molto difficile, perché ci sono molti programmi contemporaneamente e toccano tutti i tipi di settori della società cubana e questa è l'idea per ottenere la costruzione di una "ampia società civile".

Tracey inquadra tale analisi fino al 2012; tuttavia, circa i fondi destinati ai cosiddetti programmi per la democrazia a Cuba, solo bisogna andare alle stesse informazioni pubbliche che registrano l'allocazione, da parte del Congresso USA, di 284 milioni di dollari negli ultimi 20 anni per i programmi sovversivi volti a "promuovere la democrazia a Cuba".

Tra il 2009 e il 2012, durante l'attuale governo Obama, ogni anno sono stati assegnati 20 milioni. Nel 2013 scese a 13 milioni; mentre nel 2014 e 2015, in pieno inizio dello sviluppo del processo di ristabilimento delle relazioni bilaterali, stanziarono un'altra volta 20 milioni, cifra che è stata tenuta per l'anno in corso. A ciò si sommano i soldi dedicati alle illegali trasmissioni di Radio e TV Marti, a cui dal 1984 al 2015, cinque amministrazioni USA hanno speso quasi 797 milioni di dollari.

Forse, dopo queste analisi Cuba può permettersi il lusso di voltare la pagina della storia come richiesto dal presidente Obama, davanti ad una macchina progettata per fabbricare, permanentemente, progetti eversivi volti a un "cambio di regime" che non riescono a materializzare?

Alcuni pensano che il ripristino delle relazioni tra i due paesi, l'apertura delle ambasciate, la recente visita del Presidente USA a Cuba ed i colloqui bilaterali, obbediscono a un tipo di evento straordinario in cui tutto è cambiato e che ora il popolo cubano non ha un nemico ideologico. Nulla è più lontano dalla realtà. Appena tre giorni dopo che Barack Obama ha lasciato Cuba, il Dipartimento di Stato ha annunciato un programma di orientamento di pratiche comunitarie per più di 750000 $ per "giovani leader emergenti della società civile cubana", nel quale organizzazioni non profit e istituzioni educative sono invitate a presentare proposte all'Ufficio di Affari dell'Emisfero Occidentale del Dipartimento di Stato che le sosterrebbe nella loro gestione. Conclusione: più sovversione.

Alla luce di questi fatti, il popolo cubano, i suoi giovani, intellettuali, accademici, contadini e operai, non si lasciano ingannare da ambiguità o frasi disegnate per cercare di confondere. Ad ogni fatto concreto, si è fornita una risposta forte ed intelligente, perché sono convinti che tutto ciò che si tenta di eseguire contro Cuba sul piano della sovversione politica e ideologica è concepito all'interno dell'ambiente della chiamata Guerra Non Convenzionale (GNC) che gli USA sviluppano contro i governi di sinistra, che trovano scomodi per il carattere rivoluzionario del lavoro sociale che svolgono.

A questo proposito, alcuni analisti della controversia storica tra Cuba e USA hanno sostenuto che la strategia della Casa Bianca, per cui ha accettato di ristabilire i legami con l'isola, non solo obbedisce al crollo della sua logorata aggressività contro la Rivoluzione cubana. Soggiace un'altra intenzione finalizzata a garantire che con il processo di normalizzazione d
elle relazioni tra Washington e L'Avana, si "apre una possibilità" per influire in America Latina e ripristinare il neoliberismo nella regione. Lo scopo è quello di mostrare una Cuba che "cede" davanti al nuova scenario e si allontana dallo storico appoggio ai popoli del cosiddetto Terzo Mondo, ai movimenti o governi progressisti e rivoluzionari.

Questa è una teoria che non può essere esclusa. Per più di cinque decenni è stato impossibile per le amministrazioni USA screditare i legami solidari della Rivoluzione cubana con la maggior parte delle nazioni; smantellare la sua storia e l'autorità di Cuba in campo internazionale, in particolare in America Latina.

La verità è che per Washington è necessario continuare i tentativi di sovversione contro la Rivoluzione cubana, mentre in complicità con l'ultra-destra latino americana, dispiega una complessa operazione contro il Venezuela e Brasile, adempiendo ai postulati della Circolare di addestramento 18-01 dell'esercito USA, documento dottrinale di base della GNC, le cui definizioni promulgano "attività dirette a consentire lo sviluppo di un movimento di resistenza o di rivolta, per costringere, alterare o rovesciare un governo o prendere il potere ( ...) ", che accompagnano con un'intensa campagna mediatica in cui si mostrano l'uso di bottiglie incendiarie, rivolte di strada, cifre su presunti feriti e morti, familiari soffrendo le perdite, il dramma, la tragedia umana e l'orrore.

Questi episodi di GNC, che lo stesso governo USA ha battezzato con diversi nomi, da Guerra Ibrida di IV Generazione, Irregolare, Conflitto di Non Guerra, Soft Power, Potere Intelligente, Impronta Leggera, tra altri termini, sono il modo di distorcere il linguaggio, utilizzando concetti fuorvianti che hanno lo scopo di dare l'apparenza di fenomeni "benigni", con l'intenzione che queste guerre, a differenza delle altre, non si vedano allo stesso modo e che siano accettate da tutti i tipi di pubblico.

Si scopre che, nel caso del nostro paese, si cerca anche d'edulcorare, ingannevolmente, i termini per dare l'impressione che si è cambiata la politica. Come affermato dalla giornalista cubana Rosa Miriam Elizalde, nel suo articolo intitolato "Nessun analista serio negli USA sostiene programmi di "promozione della democrazia" per Cuba: "Il concetto di promozione della democrazia, che il governo USA ha usato per Cuba, solo ha sostituito un altro termine carico di risonanza peggiorativa, come una formula magica con la quale si voleva esorcizzare la realtà. Promozione della democrazia suona meno pericoloso di sovversione o intervento negli affari interni di un altro paese, ma lo si chiami come lo si chiami, alla fine non lascia luogo ad alcuna ambiguità".

Oggi come mai prima, contro la Rivoluzione cubana e le rivoluzioni sociali nei paesi dell'America Latina si tesse, in modo molto raffinato, le dottrine di Allan Dulles sorte in piena auge della Guerra Fredda. Il governo USA cerca di raggiungere i suoi obiettivi strategici attraverso una guerra in cui predomina la sovversione politica e ideologica. Si tratta di una guerra sul piano psicologico, ideologico e culturale. In queste circostanze, affrontarla è un affare della massima priorità per tutto il popolo cubano, che come ho detto il generale dell'esercito "(...) non rinuncerà ai principi e ideali per cui varie generazioni di cubani hanno combattuto".

A questa isola, con una storia immensa, corrisponde continuare a difendere ad oltranza l'opera della Rivoluzione, che trascende i confini di un paese sovrano, senza accettare pressioni o interferenze esterne, sotto le premesse dell'Apostolo del piano contro piano, per mai permettere che prosperino nella maggiore delle Antille i tentavi di introdurre, in modo sottile, piattaforme di pensiero neoliberale e restaurazione del capitalismo neocoloniale, infilate contro l'essenza stessa della nazione e del suo sistema socialista.


Citazione
Condividi: