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"Tassa internet" proteste contro il governo Orban


Tao
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Illustrious Member
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Ungheria. Provvedimento contro il buco di bilancio, ma per gli attivisti è un nuovo strumento liberticida. Critici gli Usa

Dopo la mani­fe­sta­zione anti­go­ver­na­tiva del 23 otto­bre, giorno del 58° anni­ver­sa­rio della sol­le­va­zione del 1956, gli oppo­si­tori dell’esecutivo sono di nuovo scesi in piazza. È acca­duto dome­nica scorsa, quando diverse decine di migliaia di per­sone secondo il quo­ti­diano d’opposizione Népsza­bad­ság, hanno reso pub­blica e visi­bile la pro­te­sta con­tro il pro­getto del governo gui­dato da Vik­tor Orbán di tas­sare l’uso di inter­net. Si tratta di un prov­ve­di­mento al quale la mag­gio­ranza ha pen­sato per rim­pol­pare le casse sta­tali e che l’opposizione giu­dica antidemocratico.

La mani­fe­sta­zione ha avuto luogo davanti al mini­stero dell’Economia. I soste­ni­tori della pro­te­sta reca­vano car­telli con su scritto “Inter­net libero, wifi libero, Unghe­ria libera”. Una richie­sta, quella di libertà e demo­cra­zia, che in que­sti ultimi quat­tro anni è stata fatta più volte nel corso delle dimo­stra­zioni anti­go­ver­na­tive. Il pro­getto di legge è stato annun­ciato mar­tedì 21 otto­bre e pre­vede il pre­lievo di 150 fio­rini, circa 50 cen­te­simi di euro, per ogni giga­byte. Il prov­ve­di­mento viene descritto come neces­sa­rio dall’esecutivo per riem­pire il buco di bilan­cio per il 2015. Coloro i quali hanno mani­fe­stato dome­nica scorsa di fronte al mini­stero dell’Economia sosten­gono che l’iniziativa del governo intende piut­to­sto far tacere le voci cri­ti­che nei con­fronti dell’esecutivo di Orbán che secondo l’opposizione ha creato un sistema auto­ri­ta­rio e anti­de­mo­cra­tico. La cri­tica verso il sistema di potere che guida il paese dal 2010 si esprime soprat­tutto in rete attra­verso forum e social net­work. Tali gli stru­menti usati dagli oppo­si­tori del governo per espri­mere pareri e punti di vista e per dare noti­zia delle ini­zia­tive di piazza.

Nee­lie Kroes, com­mis­sa­rio euro­peo per le nuove tec­no­lo­gie ha defi­nito il pro­getto di legge “una ver­go­gna per il governo ungherese”.

Pro­prio su un social net­work è com­parsa la foto dell’incaricato d’affari all’Ambasciata sta­tu­ni­tense che, con uno zai­netto in spalla, si sarebbe tro­vato sul luogo della mani­fe­sta­zione in pieno svol­gi­mento. A parte que­sto, ulti­ma­mente le auto­rità ame­ri­cane e lo stesso pre­si­dente Obama, hanno cri­ti­cato le scelte del governo unghe­rese. All’inizio di otto­bre il vice­se­gre­ta­rio agli esteri Vic­to­ria Nuland, aveva stig­ma­tiz­zato pub­bli­ca­mente il com­por­ta­mento di quei lea­der dell’Europa centro-orientale che, a suo modo di vedere, sono impe­gnati nella crea­zione di sistemi anti­li­be­rali e nazio­na­li­sti, col­pi­scono la libertà di stampa e di opi­nione e per­se­gui­tano le orga­niz­za­zioni civili. La cri­tica della Nuland era rivolta a coloro i quali, a suo parere, appro­fit­tano dei van­taggi offerti dall’appartenenza alla Nato e all’Ue ma negano i valori su cui si basano i paesi occidentali.

La diplo­ma­zia unghe­rese respinge le cri­ti­che e sostiene che i diri­genti ame­ri­cani sono male infor­mati su quanto accade nello Stato danu­biano. Intanto, la set­ti­mana scorsa si è saputo che le auto­rità sta­tu­ni­tensi hanno rifiu­tato il visto d’ingresso a fun­zio­nari gover­na­tivi e uomini d’affari unghe­resi per­ché sospet­tati di cor­ru­zione, una piaga con­tro la quale Buda­pest non fa abba­stanza, secondo i ver­tici USA. Per l’opposizione che chiede al governo un’indagine, il prov­ve­di­mento ame­ri­cano è un monito con­tro l’orientamento anti­de­mo­cra­tico del governo di Orbán e l’appoggio da esso dato alla Rus­sia di Putin nella crisi ucraina. Come già pre­ci­sato, ulti­ma­mente Washing­ton aveva più volte cri­ti­cato l’esecutivo unghe­rese per le sue scelte con­tra­rie allo “spi­rito del mondo occi­den­tale” e aveva stig­ma­tiz­zato in modo par­ti­co­lare gli attac­chi alle ONG che dis­sen­tono dalla poli­tica del governo.

Oggi la ripro­va­zione delle isti­tu­zioni euro­pee e degli USA si mani­fe­sta con­tro l’iniziativa del governo Orbán sulla tas­sa­zione dell’uso di Inter­net. “Se il pro­getto di legge non verrà riti­rato entro 48 ore tor­ne­remo” ha gri­dato dome­nica scorsa Balázs Gulyás, uno degli orga­niz­za­tori della pro­te­sta pub­blica, ai dimo­stranti riu­niti davanti al mini­stero dell’Economia. Il pro­getto non è stato riti­rato ma secondo quanto afferma il gior­nale elet­tro­nico Index il par­tito gover­na­tivo Fidesz ha annun­ciato delle modi­fi­che al provvedimento.

 Massimo Congiu
Fonte: www.ilmanifesto.info
27.10.2014


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Prominent Member
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E' molto interessante (e divertente) cercare di capire la fonte degli articoli che postate su CdC leggendo solo il titolo e le prime righe magari. Ci azzecco sempre, anche questa volta (all'istante!). E chi poteva essere se non il Manifesto?

Detto questo, si tratta di un provvedimento poco lodevole (così spiegato), ma cosa vuol dire che pagheranno 50 centesimi a giga? Li pagano in più rispetto al canone fisso? O magari era proprio gratis internet (o quasi)?

Mmmmmmmmmmmmmmh......

"Gli USA critici" è stupenda comunque
😆


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