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TI - animali alieni, il coleottero giapponese


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http://www.gdp.ch/ticino-e-regioni/ticino/dal-giappone-un-coleottero-poco-gradito-id172640.html

Ticino
Dal Giappone un coleottero poco gradito
È stato avvistato a Stabio la scorsa settimana questo coleottero potenzialmente dannoso per il nostro territorio. Infatti le larve infestano i prati nutrendosi delle radici.


Coleottero giapponese, Popillia japonica, adulto.
© Foto Wikipedia

La scorsa settimana, in una trappola a feromoni situata a Stabio, nelle immediate vicinanze del confine col Gaggiolo, sono state catturati tre adulti del coleottero giapponese, Popillia japonica (Pj), insetto inserito tra gli organismi di quarantena. Lo comunica Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE). Si tratta quindi per definizione di un organismo nocivo, potenzialmente dannoso per il nostro territorio attualmente minacciato e contro il quale vige una lotta ufficiale per contenerne la diffusione. L’obiettivo attuale è quello di eradicare questo primo focolaio, apparentemente molto contenuto.

Chi è?

Il coleottero scarabeide è originario del Giappone. Questo pericoloso coleottero è giunto in Europa dapprima nelle Isole Azzorre (Portogallo) nel 1970 e, più recentemente, in Italia. È stato avvistato per la prima volta nell'estate del 2014 nella zona del Parco del Ticino, riguardando sia il Piemonte (Provincia di Novara) che la Lombardia (Provincia di Varese, zona dell’aeroporto internazionale della Malpensa compresa). È un piccolo coleottero, il cui adulto misura 8-12 mm di lunghezza e 5-7 mm di larghezza. Il colore è dato sostanzialmente dalle elitre (ala sclerificata tipica dei coleotteri) che sono color rame, mentre il capo ed il pronoto (zona immediatamente dietro alla testa) sono verde metallico. Le larve vivono nel terreno, sono lunghe 20 mm a maturità (3 stadi larvali) e sono molto simili a quelle di qualunque altro maggiolino: a forma di C, di colore bianco con capo e zampe marrone chiaro. Il Pj è caratterizzata dalla presenza sull’addome di cinque ciuffi di peli bianchi per lato (frecce rosse nell’immagine) e altri due all’estremità (freccia gialla, carattere fortemente distintivo). Queste sue particolarità permettono di distinguerla facilmente da altre specie già presenti nella nostra regione come il maggiolino degli orti (Phyllopertha horticola), la cetonia dorata (Cetonia aurata) e l’Anomala vitis. Il coleottero indigeno che assomiglia maggiormente per forma e dimensione a Pj è il giugnino (Mimela junii), il cui adulto ha colore simile a Pj e presenta anche delle macchie laterali bianche. Si distingue dal coleottero giapponese in quanto è un po’ più grande di Pj (lunghezza 15 mm), non presenta nessuna macchia a livello caudale e le elitre coprono tutto il corpo.

Quando è presente Pj e che danni può provocare?

Gli adulti emergono dal terreno a partire da inizio-metà giugno (prima segnalazione 2017: 29 maggio, Turbigo, Ufficio fitosanitario Regione Lombardia) e l’inizio delle ovideposizioni avviene dopo pochi giorni, sotto la cotica erbosa. Il picco di presenza degli adulti è tra luglio e agosto. Compie una sola generazione/anno. La larva infesta i prati, in particolare quelli irrigui di graminacee, nutrendosi delle radici. Gli adulti sono polifagi e attaccano piante spontanee, di pieno campo, ornamentali e forestali, determinando defogliazioni e distruzione della pianta e dei fiori. Gli adulti possono alimentarsi su quasi 300 specie vegetali, ma i danni più gravi interessano un numero limitato di piante. Tra le più colpite alle nostre latitudini ci sono acero, glicine, rosa, rovo, tiglio, olmo, mais, melo, pesco, soia e vite.

Misure di prevenzione, contenimento e controllo

Il Servizio fitosanitario continuerà con i controlli, sia visivi che tramite trappole a feromone, del territorio, in particolare attorno alla zona del ritrovamento. Alla popolazione si chiede gentilmente di segnalare qualsiasi caso sospetto.

Come fare in caso di un possibile avvistamento in Ticino:

fare una fotografia dell’insetto (importante per la validazione);
annotare luogo e data del ritrovamento;
se possibile, catturarlo, conservarlo in una scatola chiusa e, all’occasione, congelarlo;
segnalare subito il caso al Servizio fitosanitario della Sezione dell’agricoltura, via mail ([email protected]) oppure telefonicamente (091 814 35 85/86/57).


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