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Trattato di Lisbona, la fine non è nota


Tao
 Tao
Illustrious Member
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L'Unione europea arriva sfinita alle ultime ratifiche di una Carta che darà vita a un mostro a tre teste La Polonia è stato il 26esimo paese dell'Unione a firmare ieri la ratifica di quello che è il quarto testo di riforma istituzionale dell'Ue, dopo Amsterdam, Nizza e il trattato costituzionale poi gettato alle ortiche. Dovrà rendere governabile una struttura passata da 6 a 27 membri, ma non è detto che ci riuscirà. E comunque, l'iter non è finito. Resta l'incognita ceca

L'Unione europea arriva esausta alla ratifica del Trattato di Lisbona da parte del ventiseiesimo paese, la Polonia, il cui presidente, Lech Kaczynski, aveva condizionato la propria firma al risultato del secondo refendum irlandese del 2 ottobre (un plebiscito che si è concluso con il 67,13% di sì e una partecipazione del 59%). La firma dei capi di stato e di governo era stata posta il 13 dicembre 2007 sotto il testo che aveva sostituito il Trattato costituzionale bocciato dai refendum di Olanda e Francia nel 2005. Il Trattato di Lisbona è il quarto testo di riforma istituzionale, dopo Amsterdam, Nizza e il trattato costituzionale poi gettato alle ortiche.

L'iter lungo e complicato della riforma delle istituzioni, che ha lo scopo di rendere governabile una struttura passata da sei a 27 membri, non è però finito: l'ultima incognita riguarda la Repubblica ceca. Manca qui, come nel caso polacco, la firma del presidente, dopo la ratifica passata in parlamento. Con quest'ultimo atto, l'Unione europea dovrebbe mettere il punto finale alle riforme istituzionali che, iniziate nel '95, per ben 14 anni hanno assorbito tutta l'energia dei dirigenti e dei funzionari, mentre contemporaneamente, a causa della loro tecnicità, allontavano l'opinione pubblica da ogni entusiasmo europeo.
Ma l'euroscettico Vaclav Klaus punta i piedi. C'è un nuovo ricorso alla Corte costituzionale (presentato dai senatori del partito da lui fondato), che razionalmente dovrebbe essere risolto a favore del trattato. Ma Klaus punta a perdere tempo, con la speranza di arrivare, senza la ratifica ceca, alle elezioni britanniche della prossima primavera: in caso di vittoria dei conservatori, David Cameron promette un referendum su Lisbona, il cui risultato negativo è oggi quasi scontato. La Repubblica ceca avrebbe così modo di rigettare anch'essa Lisbona, attraverso un referendum popolare, malgrado il voto parlamentare positivo. L'ultima trovata di Vaclav Klaus per prendere tempo è di chiedere per la Repubblica ceca non solo le deroghe ottenute da Polonia e Gran Bretagna, ma di avere la garanzia che il trattato non possa portare «all'abolizione dei decreti Benes» del '45-'46, che hanno permesso la confisca dei beni e l'espulsione di tre milioni di tedeschi dei Sudeti. «Un brutto messaggio in un brutto momento», per la presidenza semestrale svedese. Il primo ministro svedese, Fredrik Reinfeldt ha spiegato che Klaus vuole apporre «una nota a pié di pagina di due frasi» al testo e pretende che ci sia una decisione collettiva di approvazione da parte dei 27, dove venga detto chiaramente che i tedeschi dei Sudeti non hanno nessun diritto di reclamare le vecchie proprietà. I Sudeti, montagne al confine della Boemia, occupate dalla Germania dal '38 al '45, con la scusa di una forte presenza di tedeschi, sono stati restituiti alla Cecoslovacchia nel '45 e la popolazione tedesca è stata trasferita in Germania.

La Repubblica ceca entra così nel drappello già consistente dei paesi che hanno chiesto - e ottenuto - delle deroghe per ratificare Lisbona. Già nel corso dei negoziati, Londra aveva ottenuto nel 2007 l'esenzione dall'applicazione della Carta dei diritti fondamentali, vale a dire di ciò che era sopravvissuto della parte più qualificante del defunto Trattato costituzionale. La Gran Bretagna non vuole sentire parlare di diritti sociali europei, perché non vuole intralci nella sua legislazione sul lavoro, meno favorevole. La Polonia ha ottenuto l'esenzione da altre «libertà fondamentali», per essere sicura di poter tener fuori dalla propria legislazione il diritto all'aborto e la proibizione del matrimonio tra omosessuali. L'Irlanda, per rivotare dopo la prima bocciatura di Lisbona, ha ottenuto, oltre alla «garanzia» di non vedervi imporre la liberalizzazione dell'interruzione volontaria di gravidanza, anche il mantenimento della neutralità militare e il rifiuto dell'armonizzazione fiscale (un punto fondamentale per un paese dove le tasse sulle società sono molto più basse della media europea).
Lisbona è una versione in tono minore del defunto Trattato costituzionale. Dà un volto e una voce unica all'Europa, con l'istituzione del «presidente europeo», eletto dal Consiglio per due anni e mezzo, rinnovabili. Ma gli affianca un ministro europeo degli esteri con poteri consistenti e mantiene il presidente della Commissione. Dà vita, così, a un mostro a tre teste, che non semplificherà il funzionamento dell'Ue e, probabilmente, non la renderà più «visibile» nelle relazioni internazionali. Tanto più che siamo lontani da una politica estera comune.

Con Lisbona ogni stato avrà un commissario, il veto nazionale è soppresso in numerosi campi con l'estensione del voto a maggioranza in una quarantina di settori, tra cui la cooperazione giudiziaria e di polizia (ma l'unanimità resta per la politica estera, il fisco, le politiche sociali e la revisione dei trattati). Nel 2014 (ma potrebbe anche essere il 2017) ci sarà un nuovo sistema di voto (maggioranza qualificata con il 55% degli stati e il 65% della popolazione), che dà maggior peso ai «grandi» paesi. I poteri dell'europarlamento sono rafforzati, così come l'interconnessione con i parlamenti nazionali, mentre viene introdotto un meccanismo, blando, di iniziativa popolare per «invitare» la Commissione a legiferare. Infine, con Lisbona entra in vigore una clausola che permetterà a un paese membro di lasciare l'Unione.
Finita la maratona della riforma istituzionale, si aprirà per la Ue un nuovo capitolo molto delicato: quello dei nuovi allargamenti, prima la Croazia, poi la Turchia e i Balcani.

Anna Maria Merlo
Fonte: www.ilmanifesto.it/
Link: http://www.ilmanifesto.it/il-manifesto/in-edicola/numero/20091011/pagina/09/pezzo/262008/
11.10.2009


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A_M_Z
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Registrato: 3 anni fa
Post: 257
 

Ho letto veramente di tutto sul Trattato di Lisbona ma tutt'ora non mi sono chiare alcune cose; perchè gridare "al reich" ?
Cioè, comunque già le fonti europee sono gerarchicamente più importanti del diritto nazionale, già se ti sparano in una manifestazione i responsabili rimangono impuniti, al massimo si mette all'indice il ragazzino impaurito mandato da poliziotti col pelo in mezzo alla bolgia, già i governi sono deboli nei confronti delle multinazionali, già le banche fanno il bello e cattivo tempo, già l'europa è una forza imperialista, già la massa è facilmente influenzabile dai media, già la democrazia non è rappresentativa.

C'è già il Reich: il Trattato di Lisbona è un proforma.

..è solo una curiosità, sono preoccupato come tutti voi ma secondo me la battaglia è stata persa dal Risorgimento: adesso subiamo l'inerzia della burocrazia.

Se cerchiamo qualcosa di positivo posso osservare che l'Europa a 27(28,30) sarà patria anche e soprattutto di tanti lavoratori sfruttati da unire in una lotta per i propri diritti esulando dai cliché da ignoranti italiani (es.:comunisti vs fascisti).


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Anonymous
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semplice
se domani la nato ossia gli USA decidono una guerra ad uno stato sovrano..
basta che il 55% dei paesi UE sia d'accordo che tutti dovranno fare la guerra
anche se contraria alla costituzione di quel paese(ad esempio l'Italia o altri paesi) anche se questo ci esporrrà alla ritorisione anche nucleare..
che te ne pare?
Quindi se domattina ci trovassimo di fronte ad una nuova guerra in Georgia
dove appunto la frammentazione della UE ha impedito che ci fossero sanzioni UE alla Russia richieste dalla NATO ossia gli USA...,ecco che belli belli entreremmo in conflitto con la Russia ed essendo paese UE e Nato
il nostro stato sarebbe zona di attacco ma anche di ritorsione anche atomica..
per una guerra contraria ai nostri interessi costituzione etc...

Col fatto poi di aumentare a dismisura i paesi UE fino agli attuali 25..serve solo agli USA-Nato che difatto comandano in EUropa a diminuire il peso dei paesi storici spesso avversi agli USA,basterò convincere uno dei tanti paesi corrotti dell'est ridotti anche alla bancarotta
e quindi elargire denari per far votare a favore a guerre della Nato e degli USA...

Spero ora ti sia chiaro cosa rischiamo..qui non si tratta più di guerre all'Iraq che non possono colpire l'Europa..si tratta a guerra all'Iran o direttamente ai confini russi con tutto ciò che consegue..
senza contare che gli USA sperano sempre di fare i proprii interessi ma facendo fare la guerra in territori lontani dagli USA come avvenuto nella seconda guerra mondiale svoltasi sul territorio russo-europeo ed i relativi 40milioni di morti..quasi tutti civili e nessun civile USA morto...
ma questa volta si sbagliano se portano alla guerra l'UE e la Russia anche gli USA saranno rasi al suolo...ammesso che questa volta gliene importi qualcosa dei cittadini USA e non li abbiano abbandonati a se stessi..

anche Israele usa tattica analoga infatti le guerre in Iraq e Iran(passate e future)le hanno combattute sempre gli altri per loro...ed anzi questo ha allontanato i kamikaze dalle loro terre impegnati a combattere USA ed UE
in Afghanistan...

Infine il trattato di Lisbona permette in caso di tumulto(se vige lo stato di guerra con qualche stato straniero ed attualmente quasi tutti i paesi europei sono in guerra in Afghanistan) di reprimere la rivolta sparando sulla folla ossia la pena di morte in tempo di guerra è ripristinata(anche se la guerra fosse lontana) ma senza il processo come era prima,direttamente fucilati sul campo....
e di queste prossime sommosse ce ne potrebbero essere parecchie...le caste si stanno attrezzando come in USA che ha approvato un intero pacchetto di leggi per limitare le libertà in caso di emergenza,anche in UE
si affrettano ad adeguare le leggi alle nuove emergenze che sono il crollo finanziario-economico definitivo.

tutto qui..se ti pare poco...continua pure a dormire sonni tranquilli...ti sveglieranno all'ultimo momento..o credi che ti avvisino in tempo...perchè tu ti prepari?

ciao


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A_M_Z
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Registrato: 3 anni fa
Post: 257
 

"tutto qui..se ti pare poco...continua pure a dormire sonni tranquilli...ti sveglieranno all'ultimo momento..o credi che ti avvisino in tempo...perchè tu ti prepari? "

Forse non sono stato sufficientemente chiaro nel mio post.
Sto osservando l'evoluzione della situazione ma noto che già sta succedendo questo.
Quando ho scritto "già l'Europa è una forza imperialista" intendevo che già si butta nelle guerre a fianco degli USA. Italia compresa nonostante la Costituzione.
Quando ho scritto "già sparano sulla folla e non puniscono i colpevoli" è perchè è già successo e per responsabili intendo i capi delle forze dell'ordine non l'esecutore.
Quanto alla sovranità: già le fonti europee sono gerarchicamente superiori.
Io non avrei dormito sogni tranquilli anche senza il Trattato di Lisbona.
Le è chiaro questo?

Il trattato di Lisbona è il coronamento dell'armonizzazione della Borghesia Europea.
Cambiando la Struttura necessariamente muta la Sovrastruttura.

I mercati europei hanno richiesto istituzioni adeguate; non perchè i politici sono "cattivi". La Borghesia porta avanti i suoi interessi con le esternalità che noi tutti conosciamo: sfruttamento e imperialismo.

Se posso avanzare un'ipotesi di geopolitica, per tranquillizzarla, la tensione dal centro Europa come durante le prime due guerre mondiali (Francia - Germania) si è spostata a est e gli Stati Occidentali hanno capito che di fronte sia all'opinione pubblica che ad un fatto pratico non conviene mandare la propria popolazione armata a combattere su territori vicini; la guerra adesso la fanno i mercenari lontano dai confini. Per cui può dormire sonni tranquilli se si preoccupa della guerra in casa nostra perché non succederà.

..e poi scusi l'Europa è uno dei migliori partner commerciali della Russia tanto che mi sembra fantascienza che ci bombardi! Sarebbe più logico il contrario semmai ma nell'epoca del politically correct finirà sempre tutto a tarallucci e vino di fronte alle telecamere e poi si bombarderà qualche stato del medio-oriente di comune accordo.

P.S. io sono contrario a qualsiasi guerra imperialista della Borghesia sia che avvenga in Iraq o in Europa; non faccio distinzioni. Per questo che non dormo mai sonni tranquilli.


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vic
 vic
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
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Come ad un mercato degli schiavi dove sono gli schiavi stessi a mettersi in vendita, anzi a regalarsi a chi li vuole usare come gli pare.

Questa e' stato l'iter del trattato di Lisbona.

C'e' qualche piccolo paese che ne e' stato fuori (grazie al suo popolo, non al suo governo) e non per nulla ha una tradizione democratica di gran lunga superiore a tutti i paesi che son dentro Lisbona, nessuno escluso. E guarda un po' non ha nessun passato coloniale ne' dittatoriale ne' imperiale alle spalle. Anche questo serve ad educare un popolo.


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