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Troppi antibiotici ai suini


Tao
 Tao
Illustrious Member
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E' degli scorsi giorni la notizia, che ha trovato poco spazio sugli organi di informazione, di una epidemia di afta epizootica che in Cina avrebbe già causato la morte di 50 bambini. Pare che l'epidemia sia tutt'altro che sotto controllo e le previsioni del ministro della Sanità cinese parlano di centinaia di possibili vittime nei prossimi mesi. Del resto, già nel 2008 un evento simile aveva causato 128 morti.

In questa notizia però ci sono aspetti poco chiari che fanno riflettere. L'afta epizootica, ben nota anche ai nostri contadini e allevatori, è una malattia infettiva e altamente contagiosa, che interessa esclusivamente gli animali a unghia fessa, in particolare bovini e suini, e che provoca ulcere a bocca e arti, ma raramente uccide. Fino a circa 40 anni fa, veniva curata. La cura solitamente non fermava il contagio, che continuava a diffondersi nelle stalle vicine, ma l'animale era in grado di riprendersi anche se rimaneva debilitato e decisamente meno produttivo. Poi, con la diffusione degli allevamenti intensivi e la grande concentrazione di animali, l'afta è diventata più pericolosa perché, colpito un animale, poteva facilmente diffondersi a tutti gli altri, causando la rovina di un allevamento e di quelli vicini. Le leggi del mercato determinarono che la cura fosse troppo onerosa e comunque non restituiva animali redditizi, dunque era meglio abbattere tutti i capi colpiti, compresi addirittura quelli che semplicemente si sospettava essere stati contagiati o che provenivano da aree colpite. Questa scelta ha causato talvolta migliaia di uccisioni e spesso ci sono andati di mezzo centinaia di animali in realtà sanissimi. Ma erano leggi di mercato a decidere in questo senso, non pericoli sanitari.
Ma che cosa succede quindi in Cina? Si tratta di afta o di qualcos'altro?

Naturalmente possiamo fare solo delle ipotesi. Le risposte dovranno fornirle i virologi e le autorità preposte, ma qualcosa possiamo sicuramente supporre. La grande concentrazione di animali in stalle enormi e i trattamenti antibiotici preventivi ai quali sono sottoposti hanno causato, come già è accaduto in altri casi, la modificazione dei virus responsabili dell'afta. Fino a trent'anni fa se ne conoscevano 8 tipi, ovvero 3 ceppi fondamentali e alcune varianti, tutti innocui per gli umani. Oggi si parla addirittura di una ventina di virus. Si sa ormai da tempo che i virus e i batteri si modificano per contrastare lo stato immunologico che incontrano e che la larga diffusione degli antibiotici e il loro massiccio utilizzo in zootecnia ha prodotto quella che si chiama "antibiotico resistenza" ovvero la capacità di virus e agenti patogeni in genere, di trasformarsi, evolversi, insomma camuffarsi per eludere la barriera antibiotica. In questo processo di trasformazione il virus può diventare non solo più pericoloso per le specie già note ma anche per altre specie e tra queste, evidentemente, la specie umana.

La Cina, per far fronte all'enorme aumento della richiesta di carne, ha adottato - spingendoli fino all'esasperazione - i sistemi di allevamento occidentali e ha ottenuto così una conseguenza inaspettata, anche se prevedibile. Il guaio è che la globalizzazione non riguarda solo merci e prodotti. I virus l'avevano già scoperta molti anni fa e si sono sempre fatti una risata davanti alle frontiere.

Viviana Ribezzo
Fonte: www.liberazione.it
16/04/2009


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