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Turismo sessuale a Capo Verde arcipelago di Barlavento.

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Anonymous
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Sfortunatamente ogni anno, ogni mese e ogni giorno vi sono delle 'persone' che organizzano viaggi alla ricerca di sesso in queste isole.

Queste 'persone', se possiamo chiamarle tali, dal loro bel paese ricco e civilizzato si recano in paesi meno svillupati alla ricerca di un ragazzo/a di età inferiore, e moltissime volte minorenne, per accontentare le loro menti malate.

In molte parti del mondo ragazzini/e si svendono solo per poter comprare un po di cibo o per aiutare anche, magari, il resto della famiglia.

Ma niente di peggio sta nel fatto che vi siano persone pronte a COMPRARE bambini, perché sono tali, solo per poter sfogare la loro brutalità.

Queste persone non guardano in faccia a nessuno, non hanno coscienza e si nascondono tra i turisti 'normali'.

Quante volte vi è capitato di incontrare ragazze/i giovani a fianco di nonni e nonnine? Ecco... queste scene parlano chiaro...

L'uomo bianco "civilizzato" che rovina la vita a qualche povera creatura indifesa...

E noi? Cosa facciamo? Questa criminalità è in aumento in tutto il mondo e sembra non avere una fine.

Questi orchi che cercano vere e proprie schiave sono tutte persone con alle spalle un matrimonio fallito a causa della loro impotenza o meschinità.

Persone cosi andrebbero sempre e comunque emarginate hanno una psiche malata piena di frustrazioni e deliri

Non esistono leggi adeguate e soprattuto all'estero non viene nemmeno considerato questo pericolo.

Turismo sessuale: Italia prima in Europa

L’Italia è al primo posto, tra i Paesi europei, nel praticare quella ignobile attività chiamata «turismo sessuale» a discapito soprattutto di bambine (e bambini).

Scrisse Enzo Baldoni in suo celebre articolo: "Ma non sono quasi tutti mariti, quasi tutti padri i milioni di tedeschi, italiani, inglesi, americani che ogni anno affollano i bordelli della Thailandia (o del Brasile) per montare addosso a bambine di dieci, otto perfino quattro anni?"

Sono circa 80mila ogni anno i maschi italiani che si recano all'estero per soddisfare i loro bassi istinti.

Mentre l’età di queste ultime è sempre più bassa, le prenotazioni di viaggi comprensivi di questo tipo di "servizio" continuano a crescere in modo preoccupante.

La povertà e il clima di indigenza in cui vivono gli abitanti di questi paesi aiutano il mercato verso i commerci che offrono bambine e bambini come merce fresca, schiavi del piacere di qualche maschio inappagato.


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panepane
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Il titolo parla di Cabo Verbe, l'articolo della Thailandia.

Non voglio mettere in discussione che esista il turismo sessuale, ma se lo devo fare a Cabo Verde andrei a Saò Vicente e il titolo mi sembra decisamente sconnesso dal resto.

Esiste una fonte?


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Anonymous
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MI spiace per te ma non mi sbaglio quindi nessun errore sto parlando dell'arcipelago di Barlavento Capo Verde.
Il commento iniziale è tutto mio

Il secondo è un articolo ma mi sono perso il link.

Magari la prossima volta fai una ricerca più attenta non limitarti ai primi link di google.

Mi pare che anche solo ipotizzare una meta per il turismo sessuale sia molto disdicevole.

Lascia queste ipotesi ai vecchi italiani frustrati che con la pensione vanno laggiu a fare gli orchi ricchi.

Ps.

L'articolo quotato si riferisce al mondo femminile ma è ovvio che c'è anche quello maschile.

O forse qualcuno vuol dire di no?

CAPOVERDE | Discussioni commenti Racconti su Capo verde | Portale ...
il turismo a Capo Verde. Ciao! Sono una ragazza con origini capoverdiane e ... ma anche cose cattive,vogliamo parlare del turismo sessuale o delle persone ...
www.caboverdeonline.net/commenti.asp - Copia cache - Simili
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fonte: http://www.missionaridafrica.org/archivio_rivista/2006_04/05.htm

Turismo romantico?

Le viaggiatrici dell'amore

Indagine sul turismo sessuale femminile

immagine film

L'Africa è la destinazione preferita dalle donne occidentali “over 40” in cerca di evasioni sentimentali e avventure erotiche. Qui è facile rimediare giovanotti ben disposti a scambiare tenere effusioni con ricchi doni e promesse di matrimonio

di Sandra Sain

Tre amiche americane, con qualche ruga e capello bianco, decidono di organizzare una vacanza “diversa” in un paradiso tropicale, per dare una scossa alla propria vita. Fuggono dalla noia del lavoro e dei loro matrimoni. E vanno in cerca di nuove emozioni. Prende il via così “Verso il Sud”, il nuovo film del regista francese Laurent Cantet che affronta senza pregiudizi il tema del turismo sessuale femminile.

Un argomento di scottante attualità, se è vero – come dicono gli analisti – che il numero delle “viaggiatrici dell’amore” è in forte aumento. Queste donne occidentali si recano nel sud del mondo (luogo-simbolo di eterno sfruttamento e perenne territorio di conquista) per poter vivere delle avventure erotiche che in patria sarebbero difficilmente possibili.

Difficile infatti che in Europa o negli Stati Uniti, aitanti ventenni siano attratti da “donne mature”, con due o tre decenni di esperienza in più. Non è così nei Paesi poveri, dove il potere economico di queste manager divorziate, di queste impiegate sole o insoddisfatte, le rende ancora prede ambite e ricercate.

Il fenomeno del turismo sessuale al femminile è relativamente nuovo, o almeno è stato scoperto recentemente. Come quello maschile è sommerso, di difficile quantificazione, ma se ne distingue per diversi tratti. Innanzitutto è più raro che sfoci in casi di pedofilia e raramente è praticato da under 40.

immagine film Le nate negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso rappresentano la prima generazione di donne che abbiano avuto la possibilità di entrare in concorrenza con gli uomini su molti piani e, in particolare, su quello lavorativo. Hanno faticato per affermarsi ma, nonostante l’emancipazione, arrivate alla mezz’età sono considerate nonne o poco più.

Questo nuovo “turismo” al femminile, poi, è “più erotico che pornografico”, come lo definisce una recente ricerca svolta dall’Università di Parma insieme ad ECPAT (End Child Prostitution Pornography And Trafficking, una rete internazionale di organizzazioni che operano per eliminare ogni forma di sfruttamento sessuale dei minori) e che indaga il profilo di questi viaggiatori. Studiosi (Pruitt e Lafont già nel 1995) hanno infatti parlato di “romance tourism”: se è vero che per gli uomini il sesso è più spesso una risposta ad un bisogno individuale mentre per le donne ad un bisogno di relazione, queste partono alla ricerca di un’avventura che conservi, nonostante tutto, dei tratti romantici.

Oltre poi alle questioni economiche o di psicologia sociale, a questa migrazione contribuisce anche il mito della virilità nera.

Le nuove mete del sesso

Ma quali sono le mete verso le quali ci si dirige? Spesso non sono diverse da quelle del turismo più tradizionale. Secondo gli analisti di ECPAT soprattutto l’America Centrale e l’Africa occidentale.

Nel continente africano a richiamare il maggior numero di donne è il Senegal, con la sabbia bianca di Cap Skirring (dove ad ogni stagione spuntano nuovi villaggi vacanze) e le atmosfere più metropolitane di Dakar e dei suoi locali notturni.

Segue nella graduatoria Capo Verde, “l’arcipelago dell’amore” come viene chiamato maliziosamente nei forum on-line delle viaggiatrici. Anche il Kenya, soprattutto con Malindi e le piccole località turistiche sull’Oceano Indiano, si confronta con questo fenomeno.

Secondo un’indagine di Rose Kisiaimmagine film Omondi, dottoranda in marketing all’Università di Moi, in Kenya, il 5% delle donne europee che si recano nel Paese lo fa alla ricerca di un’avventura, percentuale che aumenta tra le tedesche e le svizzere. Ma ad attrarre le “viaggiatrici dell’amore” ci sono anche il Gambia, la Mauritania, la Tunisia e il Marocco. Le località scelte variano a seconda dei casi, rivestendo il ruolo della cornice nella quale vivere la propria evasione amorosa ( durante un safari in Kenya, lungo le spiagge senegalesi, tra le dune tunisine…), ma in generale queste viaggiatrici stanno dichiarando al mondo che non sono disposte a mettere a tacere un corpo che a casa non è più considerato un’arma di seduzione.

I soldi non sono tutto

In Africa, sulle spiagge o nei villaggi turistici ma anche nei bar delle città più grandi o nei locali notturni, le aspettano schiere intere di ragazzi disposti a corteggiarle, a contendersi una serata in loro compagnia, ragazzi che non vedono le rughe ma sentono il fascino di un mondo benestante e lontano.

A volte non c’è un vero e proprio pagamento a fronte di una prestazione sessuale: una cena in un ristorante esclusivo o una serata in un locale chic all’occidentale sono già un risarcimento sufficiente. Altre volte invece non solo c’è un passaggio di denaro, magari in valuta internazionale, ma sul piatto vengono anche messe promesse e speranze. Già, perché questi ragazzi, come quelli di ogni altro Paese, cercano di costruirsi un futuro, solo che diversamente da molti altri difficilmente possono scegliere o valutare opportunità lavorative interessanti o ben retribuite. E allora una bionda signora tedesca può essere la chiave per accedere a quell’Occidente tanto lontano, terra delle opportunità. Potrebbe mandare dei soldi anche dopo, tornare e magari poi spendersi per far ottenere un visto. Potrebbe persino arrivare al matrimonio.

Se tutto questo non succede, oltre ai soldi, traguardo di brevissimo termine, può restare il sentimento della rivalsa. Perché le donne per trovare questi ragazzi lasciano proprio quei Paesi europei nei quali non è loro consentito l’accesso, quelle città nelle quali non sono desiderati o sono considerati un problema.

immagine film

Business in crescita

Quando, anche in Italia, si parla di turismo sessuale, non solo difficilmente si fa riferimento a quello femminile, ma difficilmente si pensa all’Africa. Invece molti stati del continente africano stanno cominciando a porsi il problema.

Dopo gli scandali legati alla pedofilia nell’estremo oriente, alcuni governi asiatici hanno varato norme e pene severe per chi commette questo tipo di reato c
ome per chi sfrutta la prostituzione. Manovre che starebbero facendo cambiare rotta al turismo sessuale internazionale proprio in direzione dell’Africa dove i governi si pongono il problema ma non riescono ancora a risolverlo.

Tra gli ostacoli c’è anche il fatto che il turismo rappresenta una delle entrate principali di queste economie povere e compagnie alberghiere, ristoratori, agenzie di viaggio sono consapevoli che parte dei loro guadagni è legata alla facilità con la quale gli stranieri, e le straniere, possono vivere avventure erotiche o commettere abusi sessuali.

African-gigolò

Un problema sotto gli occhi di tutti tranne che, come spesso succede, dei nostri. Su internet sono diversi i forum africani nei quali si affronta e si discute di questa situazione.

La domanda che ricorre è: “La nostra città (che immagine film si tratti di Dakar piuttosto che di Mombasa) sta diventando la Bangkok d’Africa?”. A preoccupare sono in particolar modo le sorti dei minori e delle donne. Ma in molti si sono accorti anche di come diversi giovani si diano alla vita da gigolò. Un partecipante alle discussioni sul forum senegalese Seneweb infatti sbotta: «la prostituzione maschile è sempre più diffusa nel nostro virtuoso e benedetto Paese! Le discoteche e i locali di Dakar (il Jet-Set, l’Africa Star, La Sirène…) ne sono pieni».

Insomma l’Occidente, con la sua ipocrisia e il suo perbenismo, sta delegando sempre più all’Africa la soddisfazione dei propri bisogni sessuali. E questo nonostante il flagello dell’Aids che miete vittime e si diffonde proprio attraverso i rapporti sessuali. E ad essere più facilmente vittime del contagio sono, statisticamente, proprio le donne.


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panepane
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MI spiace per te ma non mi sbaglio quindi nessun errore sto parlando dell'arcipelago di Barlavento Capo Verde.

Volevo solo saperne di più. Sono stato a Boa Vista di recente, abbastanza desertica a dire il vero, ma non mi é capito di vedere davvero niente di sconvolgente: anzi. Sono certamente un popolo povero ma estremamente dignitoso e le persone sono cordiali e sorridenti. Certo che c'é sempre chi se ne approfitta, e la oramai gli Italiani (brava gente) la fanno da padroni e quindi non posso stupirmi più di tanto.

Magari la prossima volta fai una ricerca più attenta non limitarti ai primi link di google. 

A dire il vero, ci sono stato di persona 8) , come dicevo sopra, quindi niente google.

Mi pare che anche solo ipotizzare una meta per il turismo sessuale sia molto disdicevole.

Mi é venuta in mente Saò Vicente perché parlando con uno dei ragazzi Capoverdiani che abbiamo conosciuto ci disse che Boa Vista secondo lui non era bella perché non c'erano abbastanza ragazze e lui voleva andare a Saò Vicente perché, a dire suo, c'é un rapporto di 5 donne per ogni uomo a causa dell'emigrazione maschile. Eravamo due coppie, e noi due maschi ci abbiamo scherzato su con le nostre compagnie. Ma se si parla di turismo femminile allora torna tutto.

Grazie delle spiegazioni.

Ciao.


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Anonymous
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e il titolo mi sembra decisamente sconnesso dal resto.

Esiste una fonte?

❓ ❓ ❓ ❓ ❓ ❓ ❓

Mi sembra che prima insinui che non ci sia relazione fra il titolo del post
e il mio commento, a che proposito questo?

Solo informazione?

A pensar male.....

Lieto di averti fornito una informazione semmai la cercavi.

Buona giornata

Sorry non ho tempo per ulteriori repliche
🙄 🙄 🙄 🙄


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panepane
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Mi sembra che prima insinui che non ci sia relazione fra il titolo del post
e il mio commento, a che proposito questo?

A mio avviso, non c'era relazione fino a che non hai postato per rispondermi.

Se guardi solo il tuo post iniziale, puoi notare che mentre l'oggetto indica "Turismo sessuale a Capo Verde arcipelago di Barlavento" non c'é ne un dato, ne una testimonianza, ne una parola che si riferisca a Capo Verdo o Barlavento.

Cosa che non é più vera se consideri il tuo secondo post dove hai chiarificato le cose, almeno per quanto mi riguarda.

A pensar male.....

Si diventa critici e dubbiosi. 🙄

Buona giornata anche a te.


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Mi sembra che prima insinui che non ci sia relazione fra il titolo del post
e il mio commento, a che proposito questo?

A mio avviso, non c'era relazione fino a che non hai postato per rispondermi.

Se guardi solo il tuo post iniziale, puoi notare che mentre l'oggetto indica "Turismo sessuale a Capo Verde arcipelago di Barlavento" non c'é ne un dato, ne una testimonianza, ne una parola che si riferisca a Capo Verdo o Barlavento.

Cosa che non é più vera se consideri il tuo secondo post dove hai chiarificato le cose, almeno per quanto mi riguarda.

A pensar male.....

Si diventa critici e dubbiosi. 🙄

Buona giornata anche a te.

Ben felice di cederti l'ultima parola.

ariciao


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cloroalclero
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sì comunque le donne che praticano turismo sessuale non è che vanno con i minori, eh...
squallido lo stesso, per lo sfruttamento della povertà, ma mi pare ci sia una certa differenza, dal lato morale.


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Anonymous
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sì comunque le donne che praticano turismo sessuale non è che vanno con i minori, eh...
squallido lo stesso, per lo sfruttamento della povertà, ma mi pare ci sia una certa differenza, dal lato morale.

Non credo.

Le donne non sono meglio degli uomini e vanno pure con i minori.

In ogni caso fare sesso a pagamento con persone costrette a prostituirsi per indigenza mi sembra una cosa degna di orchi e orchesse.

La differenza sta nel fatto che tanti vecchi porci Italiani si comprano una schiava e se la portano in Italia basta guardarsi in giro e se ne vede di farabutti simili le donne ancora no.

Ma ci arriveranno anche le donne questione di tempo.


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Galileo
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Queste statistiche, tipo l’Italia prima in Europa quando è la peggiore ed ultima in classifica quando è la peggiore, sono falsate.

Avendo vissuto in diversi Paesa Europei, ho notato che usano tutti lo stesso metodo.

Sono tutte balle.

Questo non significa che il problema non esista.


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Anonymous
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Articolo datato che ben dimostra quanti orchi ci sono in Italia.

Manca il riferimento all'arcipelago delle isole di Barlavento ma è logico essendo la massa turistica di orchi più consistente verso altre destinazioni.

A Barlavento ci vanno quei vecchi porci divorziati che si comprano una schiava per i loro abomineboli apetiti sessuali tutta gente impotente che ricorre alle più sordide aberrazioni sessuali.

Se sentite o conoscete qualche individuo divorziato e solo che magnifica il turismo alle isole di Barlavento quasi sicuramente avete davanti un orco.

Fonte:

http://www.fondazioneitaliani.it/index.php/Turismo-sessuale.-Il-triste-primato-dell-Italia.html

Turismo sessuale. Il triste primato dell'Italia
venerdì 25 luglio 2008
Si è abbassata l'età del turista sessuale, la cui domanda costringe alla prostituzione circa due milioni di bambini nel mondo. E l'Italia partecipa tristemente a questo commercio di piccoli schiavi del sesso.
di Andrea Camboni

L'Italia in cifre. Tutti i pezzi

QUANTO VALE. Secondo i dati dell’Unicef, sono più di un milione e mezzo i bambini e le bambine costretti ogni anno a entrare nei circuiti internazionali dello sfruttamento sessuale infantile, accrescendo una popolazione già numerosa di dieci milioni di minori che vivono asserviti a reti di prostituzione, tratta, turismo a fini sessuali e pornografia. Soprattutto in questi ultimi anni l’incremento esponenziale della pedo-pornografia in rete e dell’offerta di tour operator che lanciano sul mercato pacchetti vacanza tutto compreso ha fatto esplodere il problema massificandolo pericolosamente.
Secondo l’Unicef, il commercio sessuale è un’industria da 12 miliardi di dollari annui e si configura come la terza attività illegale, per valore, dopo il traffico di droga e di armi.

Parte di questi soldi potrebbero essere reinvestiti nel traffico di armi e droga, condizioni essenziali alla diffusione della povertà e dunque dello sfruttamento. Ovviamente, le entrate del commercio sessuale non vanno a fare cassa nelle tasche dello Stato (ci mancherebbe). E tuttavia, in molti paesi del mondo vigono delle legislazioni sulla pedofilia e sul turismo sessuale che, in un certo senso, chiude un occhio sugli illeciti commessi. Per questo c’è scarsa collaborazione da parte delle autorità locali di quei paesi, ad esempio, in cui è stato registrato un incremento del turismo sessuale. In Cambogia lo sfruttamento sessuale dei minori è aumentato del 34%, in Guatemala non è nemmeno reato. In alcune regioni dell’India, il turismo sessuale non è perseguibile sopra i 12 anni, quando un bambino raggiunge la maggiore età. Maturità per subire abusi che in Bangladesh e Pakistan si attesta sui 14 anni. Anche nelle Filippine e in Costa Rica la prestazione a pagamento ai danni del minore è crimine sessuale solamente sotto i 14 anni.

LA MAPPA DEL TURISMO SESSUALE. Ucraina e Bulgaria sono le nuove mete del turismo sessuale che vanno ad aggiungersi, nella vecchia Europa, alle altre destinazioni già “collaudate” come Russia, Polonia e Romania. Per quanto riguarda l’Asia del Sud, oltre la Thailandia, in cui ci sono circa 300mila bambini vittime di sfruttamento sessuale, ci sono le Filippine, con 200mila bambini coinvolti nel mercato del sesso e lo Sri Lanka, dove la prostituzione riguarda circa 10mila minori di cui l'80% sono maschi.
I bambini coinvolti nel mercato del sesso asiatico provengono, oltre che dalla Thailandia, dalla Birmania, dalla Cambogia, dal Vietnam, dal Laos e dal sud della Cina che, con 600mila piccole vittime, è il paese con il maggior numero di minori sfruttati sessualmente, seguito da India (575mila) e Messico (370mila).
Una segnalazione giunta a Ecpat Italia (End Child Prostitution, Pornography And Trafficking in Children for Sexual Purposes) ha rivelato che in Mongolia esistono tour operator che organizzano viaggi a sfondo sessuale mascherandoli come battute di pesca sportiva, mentre in Olanda esistono associazioni che promuovono il turismo sessuale con minori, dietro il paravento di centri di adozioni a distanza.
In America Latina la domanda è soddisfatta principalmente dal mercato brasiliano, che può contare oltre 500mila bambini costretti alla prostituzione, e a seguire da quello venezuelano e colombiano. In Honduras, Nicaragua e Salvador sono oltre 170mila le vittime minorenni di abusi.
Il mercato della prostituzione infantile conosce anche delle aree di specializzazione. In Estremo Oriente ci sono più vittime di sesso maschile, mentre in America Latina le bambine sono le più richieste.

IDENTIKIT DEL TURISTA SESSUALE. Fino a qualche anno fa erano soprattutto professionisti, medici, architetti o insegnanti d’età compresa tra i 30 e i 40 anni. Persone con un reddito che permetteva di spostarsi comodamente negli angoli più poveri del pianeta, lì dove la fame si presta a qualunque compromesso, dove la sopravvivenza si piega per pochi dollari di fronte agli orchi con le camice hawaiane in cerca di avventure che non possono essere raccontare nemmeno agli amici più intimi. Gente “rispettabile” con una posizione e una famiglia alle spalle, che al costo di due pacchetti di sigarette può disporre di un bambino per 15 minuti.
Oggi, con i voli low cost che permettono spostamenti senza troppi sacrifici in termini di spesa anche per il lavoratore occasionale, l’età media del nuovo cliente del sesso si è abbassata tra i 20 e i 30 anni. Essendo più giovane, il turista sessuale ha anche maggiori strumenti per la navigazione in Internet dove, con estrema facilità, può prenotare un bambino da sfruttare sessualmente e organizzare il suo viaggio al dettaglio con tutte le reti di protezione del caso.
Secondo l’Organizzazione mondiale del turismo, il 20% dei viaggi internazionali di uomini soli nelle aree ritenute a rischio sono a scopo sessuale. Ma solo nel 3% dei casi i viaggiatori sono pedofili.
In testa alla classifica dei consumatori di sesso a pagamento con minori ci sono gli americani. Seguono i canadesi, i giapponesi e gli europei. In crescita il turismo sessuale delle donne, che provengono in maggioranza da Olanda Germania e Stati Uniti, la cui meta più ambita sono i Caraibi o Cuba, alla ricerca dei cosiddetti jinetero, i “cavalcatori”. Tuttavia il turismo sessuale alimentato dalle donne è ancora un fenomeno troppo recente per finire nelle statistiche elaborate dall’Interpol e dall’Unicef.
Ma non ci sono solamente turisti nell’identikit delle persone che abusano di bambini previo pagamento. Secondo l’Onu, infatti, nel 50% dei Paesi dove sono insediate forze di pace si registra un aumento della prostituzione infantile.

QUANTO COSTA. Il turismo sessuale costa mediamente 20 dollari ma in alcuni paesi, come il Brasile e le Filippine, le tariffe scendono a cinque dollari mentre in Thailandia si arriva anche a 40 dollari (il prezzo sale con la diminuzione dell'età richiesta) mentre nella Repubblica Domenicana si spendono al massimo 30 dollari.
Un bordello cambogiano può comprare una bambina vergine a 150 dollari, che può essere rivenduta a intermediari giapponesi per 14mila dollari per finire nei bordelli giapponesi a un prezzo finale di 80mila dollari.
Nei Toy Bar di Bangkok o di Phuket un rapporto di un quarto d’ora con una minorenne può costare 10 dollari. Alla bambina vanno 30 centesimi.

L’ITALIA. Sono 80mila italiani che scelgono ogni anno il turismo sessuale per le proprie vacanze e se in passato eravamo “solamente” tra le prime 4 o 5 nazionalità che in alcuni paesi praticavano turismo sessuale oggi, secondo uno studio dell’Unicef, gli italiani sono i più presenti in Kenya dove, nella zona costiera, si prostituiscono oltre 15mila ragazzine. In Kenya, infatti, gli italiani rappresentano il 24% de
lla clientela della prostituzione minorile contro il 38% di clientela locale. Nutrita la presenza italiana anche per quanto riguarda la Repubblica Dominicana e la Colombia, che solamente negli ultimi anni si è andata ad aggiungere alle altre già note destinazioni del turismo sessuale sudamericano.
Tuttavia l’Italia è anche in prima fila tra i paesi che combattono questa piaga. “Come finanziamenti governativi, siamo al primo posto in Europa e sul podio mondiale. Un impegno costante, dal 2000 ad oggi”, ha ricordato Marco Scarpati, presidente italiano dell’Ecpat, l’associazione che, nel 2000, ha promosso il “Codice di condotta dell’industria italiana del turismo”.
È anche grazie alle azioni di lobbyng dell’Ecpat se, oggi, in Italia il turismo sessuale è esplicitamente punito dalla legge 269 del 1998 e dalle sue successive modificazioni con la legge 38 del 2006. Queste normative combattono lo sfruttamento di prostituzione, pornografia e turismo sessuale a danno ai minori anche quando il fatto è commesso all’estero, indipendentemente dall'iter giudiziario del paese in cui è scattata la denuncia.

APPUNTAMENTI. Le nuove forme di schiavitù saranno tra gli argomenti di discussione nel III Congresso Mondiale contro lo sfruttamento sessuale dei minori che, organizzato da Ecpat, Unicef e il gruppo delle ong per la Convenzione dei Diritti dell'Infanzia, si terrà a Rio de Janeiro tra il 25 e il 28 novembre 2008.

Andrea Camboni
Ultimo aggiornamento ( mercoledì 12 novembre 2008 )


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Anonymous
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Fonte:
http://blog.panorama.it/italia/2008/11/26/ottantamila-italiani-praticano-turismo-sessuale/

Mercoledì 26 Novembre 2008

“Ottantamila italiani praticano turismo sessuale”

“Quanto prendi?” “How much?” Non è necessaria la conoscenza delle lingue locali per fare del turismo sessuale. Bastano poche frasi e, in molti paesi, pochi dollari, per avere un incontro sessuale con un minorenne. Sono circa ottantamila gli italiani che si recano in paesi in via di sviluppo per incontri a luci rosse, senza troppi “convenevoli” riguardo all’età di chi si prostituisce. E se il loro numero è in crescita l’età media del turista sessuale invece diminuisce, ed è intorno ai 25-30 anni. Sono stime e dati forniti dall’associazione “legale nel sociale“, che riunisce avvocati impegnati nella cooperazione. Attenzione, il fenomeno include anche i viaggi dei pedofili, che però in percentuale sono una piccola parte, circa il 3 per cento. Il fatto però è che nei paesi in via di sviluppo la maggior parte delle ragazzei che si prostituiscono ha un’età comunque inferiore ai diciott’anni, ma o ne dichiara di più o comunque il turista “non si pone il problema”. Godere dell’attenzione di un minore costa mediamente 20 dollari. Ma in alcuni paesi, come il Brasile e le Filippine, le tariffe scendono addirittura a cinque dollari. In Thailandia, si arriva anche a 40 dollari mentre nella Repubblica Domenicana si spende al massimo 30 dollari. Cifre del tutto insignificanti per i paesi ricchi ma che rappresentano un’entrata preziosa e ambita nelle comunità povere e disagiate dei paesi in via di sviluppo. Il paese dove si stima (dati Unicef e Ecpat) il maggior numero di minori sfruttati sessualmente è la Cina (600 mila) seguito da India (575 mila), Messico (370 mila), Thailandia (300 mila); Nepal (200 mila), Filippine (100 mila). Nello Sri-Lanka (30 mila), l’80 percento dei bambini coinvolti nello sfruttamento sessuale è di sesso maschile.


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Hassan
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sì comunque le donne che praticano turismo sessuale non è che vanno con i minori, eh...
squallido lo stesso, per lo sfruttamento della povertà, ma mi pare ci sia una certa differenza, dal lato morale.

Certo, come no... 🙄 :

"Tenendo presente che la pedofilia femminile intra-familiare ha caratteristiche differenti dalla pedofilia femminile che si manifesta al di fuori delle mura domestiche, preferendo mete lontane come luoghi di abbordaggio, si puo' affermare con certezza che tale fenomeno e' comparso, all'incirca, intorno agli anni '70. In quel periodo donne americane e canadesi, per lo piu' divorziate e vedove, favorite dall'emancipazione economica, hanno iniziato a recarsi verso spiagge lontane alla conquista dei "beach boys" soprattutto, ma anche delle "beach girls" che potevano farle sentire, al suono di 100 dollari, "regine per una notte".

Alcune indagini giornalistiche come quella del settimanale Panorama, hanno messo in luce che oggi l'eta' di queste donne varia dai 25 anni circa ai 50 anni, mentre le motivazioni che le spingerebbero ad alimentare il desiderio di vivere una notte di sesso con bimbi di 6-7 anni o di 11-12, sono sempre le stesse: la soddisfazione sessuale e, ad un tempo, l'appagamento materno.

Esse, tuttavia, potendo difficilmente usufruire di infrastrutture organizzate al loro servizio come i pedofili maschi, sono costrette ad abbordare i ragazzini per strada e a viaggiare senza la protezione di un'articolata rete di agganci.Infatti non hanno alle spalle la tutela di organizzazioni che garantiscono loro la certezza di raggiungere il luogo di destinazione avendo gia' tutto stabilito, come accade per la maggior parte dei pedofili maschi.

Differenti sono le mete. Le donne nordamericane si indirizzano, per la maggior parte, verso i Caraibi; mentre le europee provenienti dai ricchi paesi occidentali preferiscono come mete il Marocco, la Tunisia e il Kenya e per le destinazioni piu' lontane la Giamaica e il Brasile. La Thailandiainvece, e' la meta preferita dalle donne giapponesi che, con i voli charter, raggiungono i centri specializzati in massaggi sadomaso di Bangkok. E a Marrakesh trascorrono dei periodi le scandinave e le olandesi che consumano notti d'amore in acconto, cioe' se la notte trascorsa non e' stata soddisfacente la prestazione non viene pagata.

Gli strumenti
Sulle donne che praticano la pedofilia all'estero, si e' saputo che per permettere l'atto sessuale, vengono iniettati nei testicoli di bambini di 6-7 anni degli ormoni e droghe. Poco si conosce sull'uso di tali sostanze, a parte gli effetti collaterali estremamente sgradevoli per il minore.
Dalla testimonianza di volontari dello Sri Lanka, si apprende che sono le donne pedofile stesse (la maggior parte svizzere e tedesche) a portare le droghe da iniettare nei bambini. Secondo il resoconto di una dottoressa che ha visitato alcuni di quei bambini, il trattamento ormonale causa l'abnorme
ingrossamento dell'organo sessuale ad un ragazzino di 11-12 anni che non tollera piu' di 5-6 di tali iniezioni.

Conclusioni
E' difficile tracciare un quadro completo e ben delineato del fenomeno "pedofilia femminile". Essa, come quella maschile, si cela all'interno delle mura domestiche, tra segreti, sentimenti di amore-odio e rapporti pericolosi. Ma esattamente come succede per i pedofili maschi, le donne pedofile evadano dalla comune realta' ricercando altrove gli oggetti dei loro spasmodici ed incomprensibili desideri: i meninos de rua, i bambini di strada. Come di consueto, quindi, per chi pratica la pedofilia, i soldi diventano lo strumento che compra il silenzio e l'accondiscendenza dei piccoli. In questo senso, tra uomini e donne - "pedofili" - non vi e' alcuna differenza."

Greta
con la collaborazione di Nicoletta Bressan
consulenza a cura del Dott. Sergio De Martino


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sì comunque le donne che praticano turismo sessuale non è che vanno con i minori, eh...
squallido lo stesso, per lo sfruttamento della povertà, ma mi pare ci sia una certa differenza, dal lato morale.

Certo, come no... 🙄 :

"Tenendo presente che la pedofilia femminile intra-familiare ha caratteristiche differenti dalla pedofilia femminile che si manifesta al di fuori delle mura domestiche, preferendo mete lontane come luoghi di abbordaggio, si puo' affermare con certezza che tale fenomeno e' comparso, all'incirca, intorno agli anni '70. In quel periodo donne americane e canadesi, per lo piu' divorziate e vedove, favorite dall'emancipazione economica, hanno iniziato a recarsi verso spiagge lontane alla conquista dei "beach boys" soprattutto, ma anche delle "beach girls" che potevano farle sentire, al suono di 100 dollari, "regine per una notte".

Alcune indagini giornalistiche come quella del settimanale Panorama, hanno messo in luce che oggi l'eta' di queste donne varia dai 25 anni circa ai 50 anni, mentre le motivazioni che le spingerebbero ad alimentare il desiderio di vivere una notte di sesso con bimbi di 6-7 anni o di 11-12, sono sempre le stesse: la soddisfazione sessuale e, ad un tempo, l'appagamento materno.

Esse, tuttavia, potendo difficilmente usufruire di infrastrutture organizzate al loro servizio come i pedofili maschi, sono costrette ad abbordare i ragazzini per strada e a viaggiare senza la protezione di un'articolata rete di agganci.Infatti non hanno alle spalle la tutela di organizzazioni che garantiscono loro la certezza di raggiungere il luogo di destinazione avendo gia' tutto stabilito, come accade per la maggior parte dei pedofili maschi.

Differenti sono le mete. Le donne nordamericane si indirizzano, per la maggior parte, verso i Caraibi; mentre le europee provenienti dai ricchi paesi occidentali preferiscono come mete il Marocco, la Tunisia e il Kenya e per le destinazioni piu' lontane la Giamaica e il Brasile. La Thailandiainvece, e' la meta preferita dalle donne giapponesi che, con i voli charter, raggiungono i centri specializzati in massaggi sadomaso di Bangkok. E a Marrakesh trascorrono dei periodi le scandinave e le olandesi che consumano notti d'amore in acconto, cioe' se la notte trascorsa non e' stata soddisfacente la prestazione non viene pagata.

Gli strumenti
Sulle donne che praticano la pedofilia all'estero, si e' saputo che per permettere l'atto sessuale, vengono iniettati nei testicoli di bambini di 6-7 anni degli ormoni e droghe. Poco si conosce sull'uso di tali sostanze, a parte gli effetti collaterali estremamente sgradevoli per il minore.
Dalla testimonianza di volontari dello Sri Lanka, si apprende che sono le donne pedofile stesse (la maggior parte svizzere e tedesche) a portare le droghe da iniettare nei bambini. Secondo il resoconto di una dottoressa che ha visitato alcuni di quei bambini, il trattamento ormonale causa l'abnorme
ingrossamento dell'organo sessuale ad un ragazzino di 11-12 anni che non tollera piu' di 5-6 di tali iniezioni.

Conclusioni
E' difficile tracciare un quadro completo e ben delineato del fenomeno "pedofilia femminile". Essa, come quella maschile, si cela all'interno delle mura domestiche, tra segreti, sentimenti di amore-odio e rapporti pericolosi. Ma esattamente come succede per i pedofili maschi, le donne pedofile evadano dalla comune realta' ricercando altrove gli oggetti dei loro spasmodici ed incomprensibili desideri: i meninos de rua, i bambini di strada. Come di consueto, quindi, per chi pratica la pedofilia, i soldi diventano lo strumento che compra il silenzio e l'accondiscendenza dei piccoli. In questo senso, tra uomini e donne - "pedofili" - non vi e' alcuna differenza."

Greta
con la collaborazione di Nicoletta Bressan
consulenza a cura del Dott. Sergio De Martino


Intanto sono in aumento gli escort maschili.

Le migliori clienti sono le donne in carriera ma anche divorziate con mezzi che non sono in grado di stabilire una relazione con un uomo.

Poi le senti gridare contro i maschi che vanno con le prostitute.

Ma meglio un rapporto a pagamento che una relazione con delle nevrotiche assatanate.


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Poi le senti gridare contro i maschi che vanno con le prostitute.

Ti capita spesso?

Ma meglio un rapporto a pagamento che una relazione con delle nevrotiche assatanate.

Sembra un modo curioso e contorto per dire che gli uomini possono andare a puttane e le donne no... 🙄


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