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Il convegno di Chianciano: opinioni?

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Black_Jack
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Si è fatto un convegno piuttosto interessante a Chianciano organizzato da MPL e Bottega Partigiana.

http://sollevazione.blogspot.it/2014/01/chianciano-terme-meno-quattro-al.html

Nel primo resoconto di MPL

http://sollevazione.blogspot.it/2014/01/un-successo-oltre-le-nostre-aspettative.html

si parla di grande successo di pubblico (le foto testimoniano che c'era tanta gente) e anche politico perché

"come i promotori si augurano, il Convegno dia finalmente una spinta ad un virtuoso processo di unità dei diversi soggetti politici e culturali che erano presenti a Chianciano Terme."

MPL e Bottega Partigiana hanno sottoposto ai partecipanti una bozza di documento (una "bozza") in cui si invita a dare una risposta sulla disponibilità a formare un Comitato di Liberazione Nazionale.

" in particolare MPL e Bottega Partigiana, chiedono si apra nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, un confronto serrato."

Personalmente non ci credo nemmeno un po', mi sembra che non ci si riesca mai a smuovere dalla fase di "bozza di documento" o "serrato confronto nelle prossime settimane", la solita solfa insomma; ho l'impressione che in MPL, per un suo vizio di "costruzione", siano assolutamente convinti che prima si debba formare la "classe dirigente" e poi il popolo seguirà i nuovi capi. Secondo me il percorso è inverso e ad oggi nessuno è minimamente interessato a parlare col "popolo"; magari in un certo senso anche in buona fede, tutti pensano più che altro a questa "formazione della classe dirigente" sulla quale mi verrebbero in mente delle battutine un po' ciniche.

Però è anche vero che qualcosa forse si sta muovendo e magari vedo troppo nero; ma temo che l'unica strada che sarà ritenuta accettabile dagli elettori sarà quella "riformista", "moderata" e alla fine poco incisiva, se non come palliativo o anestetico, del tentativo della Spinelli legato a Tsipras e Syriza al quale sembra interessato anche PRC.

Voi che ne pensate? Siete più ottimisti? Ritenete fattibile questo Comitato di Liberazione Nazionale di cui parlano a MPL?


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Truman
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Ho assistito alla seconda giornata del convegno. Confermo che c'era molta gente e molte idee (non tutte condivisibili, ma è normale in questa fase).

Emerge il fatto che a sinistra c'è ancora (oltre a molte macerie) un'area in crescita che non ha niente da condividere con il PD ed ha una base nella Costituzione del 1948 ed un primo obiettivo dell'uscita dall'euro.
(Rifondazione comunista non c'era, a meno di un messaggio inviato da uno dell'area no-euro, che mi è sembrato penoso per i modi).

Al convegno si è cercato di essere propositivi ed inclusivi, presumibilmente non sempre è riuscito, ma si è provato in molti modi.

Si prevede un tentativo di coordinamento per il 2 febbraio a Firenze ed un movimento che definirei a geometrie variabili, insomma gruppi che in parte condividono obiettivi generali ed in parte ne hanno di specifici.

Vedremo i risultati, ma il tentativo va fatto.


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Black_Jack
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Ho assistito alla seconda giornata del convegno. Confermo che c'era molta gente e molte idee (non tutte condivisibili, ma è normale in questa fase).

Emerge il fatto che a sinistra c'è ancora (oltre a molte macerie) un'area in crescita che non ha niente da condividere con il PD ed ha una base nella Costituzione del 1948 ed un primo obiettivo dell'uscita dall'euro.
(Rifondazione comunista non c'era, a meno di un messaggio inviato da uno dell'area no-euro, che mi è sembrato penoso per i modi).

Al convegno si è cercato di essere propositivi ed inclusivi, presumibilmente non sempre è riuscito, ma si è provato in molti modi.

Si prevede un tentativo di coordinamento per il 2 febbraio a Firenze ed un movimento che definirei a geometrie variabili, insomma gruppi che in parte condividono obiettivi generali ed in parte ne hanno di specifici.

Vedremo i risultati, ma il tentativo va fatto.

Certo che va fatto e sarei contentissimo di essere smentito nel mio pessimismo.
Oltre agli attivisti hai avuto l'impressione che qualcuno degli economisti e intellettuali invitati (in particolare Brancaccio) fosse disponibile s un impegno in prima persona?
A mio avviso quello sarebbe il segnale più importante.


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radisol
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Ho assistito alla seconda giornata del convegno. Confermo che c'era molta gente e molte idee (non tutte condivisibili, ma è normale in questa fase).

Emerge il fatto che a sinistra c'è ancora (oltre a molte macerie) un'area in crescita che non ha niente da condividere con il PD ed ha una base nella Costituzione del 1948 ed un primo obiettivo dell'uscita dall'euro.
(Rifondazione comunista non c'era, a meno di un messaggio inviato da uno dell'area no-euro, che mi è sembrato penoso per i modi).

Al convegno si è cercato di essere propositivi ed inclusivi, presumibilmente non sempre è riuscito, ma si è provato in molti modi.

Si prevede un tentativo di coordinamento per il 2 febbraio a Firenze ed un movimento che definirei a geometrie variabili, insomma gruppi che in parte condividono obiettivi generali ed in parte ne hanno di specifici.

Vedremo i risultati, ma il tentativo va fatto.

Condivido il giudizio di Truman sul convegno ... è un "movimento in fieri" con tutte le problematiche tipiche di queste situazioni ... che però sarebbe demenziale "ammazzare nella culla", pretendendo un perfezionismo ed una chiarezza assoluta che oggettivamente, in questa fase iniziale, non sono praticabili ...

Condivido però anche il giudizio un pò tranchant di Black Jack sul MPL ... che ormai da tempo cerca di accreditarsi come "gruppo dirigente" appunto "in fieri" di un movimento sovranista "de sinistra" ... ma che però, almeno fino ad oggi, rimane sostanzialmente l'aggregazione di una decina di persone con molte buone intenzioni ma anche con molta prosopopea autoreferenziale ...

Ma, se al MPL va comunque riconosciuto il merito di aver organizzato questa iniziativa, a Chianciano, per fortuna, c'erano anche altre situazioni ... con bel altro radicamento di massa ... a partire da Giorgio Cremaschi e da tutto il progetto di Ross@ ...

Insomma, se sono rose, fioriranno .... ma l'idea di partenza mi sembra essere quella giusta ....

Brancaccio, su questi temi, è personalmente "impegnato" da lunga pezza ... la verità è che, dopo un breve rapporto coi cosiddetti Disobbedienti del Nord-Est che poi, in una ricerca pure fallimentare di accordo con Landini e Vendola, hanno largamente annacquato le loro posizioni anti-Ue .... e poi dopo un tentativo di approccio col M5S, che però sembra preferire, sull'argomento, le tesi - pur assai diverse tra loro - di Bagnai o di Vasapollo .... Brancaccio non ha più trovato interlocutori organizzativi validi ... forse stavolta, invece, è la volta buona ... almeno lo spero ...

Concludo poi con una costatazione, certamente secondaria nel discorso e, lo ammetto tranquillamente, un pò maligna ... a Chianciano c'era Mosler, cioè il teorico "globale" della Me-Mmt ... ma se ne è tenuto invece ben lontano Barnard che pure cerca di definirsi come il Mosler italiano .... a lui piacciono solo le sue prolusioni individuali ... e pure a pagamento ... ed ancora di più gli interessano le apparizioni televisive nei talk-show .... il confrontarsi con altri, pure vicini come posizioni, non gli interessa proprio ... lui deve essere "unico" ....

Ecco, di gente come Barnard ... non abbiamo proprio bisogno ... l'ho detto ...


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Black_Jack
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Il mio giudizio su MPL non mi sembrava così tranchant.
Sono bravi, il loro sito è interessante da leggere, ma c'è questa prosopopea autoreferenziale di cui anche tu parli che a mio avviso è proprio una delle cause del casino che c'è a sinistra, dove per ogni mosca che vola ci si affretta a marcare il territorio e a mettere paletti da tutte le parti.
Se mi sbaglio ne sarò molto contento però una piccola riflessione sul fatto che nonostante la crisi vada avanti da anni la sinistra non si sa ancora dove voglia andare ci vorrebbe.


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Truman
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Appunto qui uno spunto che ha attirato la mia attenzione.
Leonardo Mazzei ha fatto diversi interventi molto lucidi ed a un certo punto ha parlato di un "doppio legame" con cui le elite tengono legate le masse, nel momento in cui dicono una cosa e ne fanno un'altra.

"Doppio legame" mi è sembrato indubbiamente un riferimento a Gregory Bateson ("Verso un'ecologia della mente") ed è una spiegazione dei meccanismi che provocano la schizofrenia.

Noi avanziamo l’ipotesi che, ogni volta che un individuo si trova in una situazione di doppio vincolo, la sua capacità di discriminazione fra tipi logici subisca un collasso. Le caratteristiche generali di questa situazione sono le seguenti:
1. L’individuo è coinvolto in un rapporto intenso, cioè un rapporto in cui egli sente che è d’importanza vitale saper distinguere con precisione il genere del messaggio che gli viene comunicato, in modo da poter rispondere in modo appropriato.
2. E, inoltre, l’individuo si trova prigioniero di una situazione in cui l’altra persona che partecipa al rapporto emette allo stesso tempo messaggi di due ordini, uno dei quali nega l’altro.
3. E, infine, l’individuo è incapace di analizzare i messaggi che vengono emessi, al fine di migliorare la sua capacità di discriminare a quale ordine di messaggio debba rispondere; cioè egli non è in grado di produrre un enunciato metacomunicativo.
Abbiamo avanzato l’ipotesi che questo sia il genere di situazione esistente tra il pre-schizofrenico e sua madre; tuttavia è una situazione che si presenta anche nei rapporti normali. Quando una persona resta intrappolata in una situazione di doppio vincolo, avrà reazioni di tipo difensivo, simili a quelle dello schizofrenico.

Mi sembra di intuire nel discorso di Mazzei l'idea che il doppio vincolo possa essere un artefatto, qualcosa di volutamente costruito per asservire qualcuno.
Insomma, una volta che un meccanismo è noto, può essere costruito e replicato.

E qui mi ritornano le ripetute citazioni del tipo "uscire dall'euro si, ma uscire da sinistra", oppure "alleanze con tutti, ma non con i fascisti". In molti discorsi compaiono tabù identitari. Eppure è proprio la sinistra che afferma una cosa e ne fa una diversa, praticamente contraria. E' proprio il popolo della sinistra che mi appare intrappolato in un doppio vincolo.

E mi ritorna in mente Costanzo Preve, il quale diceva, a proposito di ciò che avvenne quando D'Alema bombardò la Jugoslavia, che per mantenere la propria sanità mentale dovette infrangere il tabù identitario.


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radisol
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VI SPIEGO PERCHÉ I MEDIA HANNO SILENZIATO IL CONVEGNO DI CHIANCIANO

di Antonello Cresti

14 gennaio. A Chianciano si è riunita la sinistra che vuole andare “oltre l’euro”. E che riscopre la questione nazionale.

Sebbene sapientemente silenziato dalla stragrande maggioranza degli organi di informazione, il convegno “Oltre L’Euro”, che si concluderà nella odierna giornata, promosso da una serie di sigle ed associazioni della estrema sinistra italiana e della controeconomia, è stato un successo, tanto da costringere gli organizzatori a spostare la location dell’evento all’ultimo momento, optando per una sala più ampia di quella precedentemente prevista e prenotata.

Cerchiamo di comprendere i motivi di questo successo e, al contempo, di questa forma di boicottaggio mediatico: i primi sono senza dubbio da rintracciare nel fatto che, raramente, nell’ambito degli ambienti di politica radicale, soprattutto negli ultimi anni, si è avuto la capacità di concentrarsi in maniera organica su un problema assolutamente centrale per la popolazione italiana, finendo per perdersi in discussioni sterili, settarie e, spesso, campate in aria. Una discussione organica sull’uscita dall’euro, per quanto ad alcuni potrà sembrare eresia, è, ad ogni modo, un tentativo di confrontarsi con un tema che, progressivamente, comincia ad affacciarsi anche nell’agone mediatico del politically correct, tanto è vero che, anche senza far riferimento alle uscite più o meno propagandistiche della Lega o del M5S, numerosi degli intervenuti al convegno sono apparsi spesso anche in televisione a sostenere simili argomentazioni. D’altra parte è pur vero che gli organizzatori lanciando questa iniziativa hanno sfidato tabù ben più profondi, in quanto radicati proprio nella cultura politica della sinistra, di quello della “questione euro”, ossia in primis l’importanza di una presa di posizione sovranista , ad avviso degli organizzatori vitale in un simile momento storico, tanto più, affermano, che l’unico risultato di sfuggire a simili problematiche è quello di consegnare definitivamente tale ambito di rivendicazione alle destre e al puro populismo (come puntualmente sta avvenendo…).

Da un punto di vista di riflessione politica questo è stato senza dubbio il contributo centrale e più spinoso: sappiamo infatti come per molti degli ambienti organizzati della sinistra le questioni nazionalitarie e sovraniste siano spesso bollate come infrequentabili, in quanto evocatrici di memorie fasciste, dimenticando però, e questo è un fatto storico, che la questione dell’autodeterminazione ha animato da sempre tutti i movimenti di liberazione di discendenza marxista e socialista, non ultima proprio la Resistenza italiana.

Nell’epoca della dittatura del pensiero debole qualsiasi riflessione che riconduca ad una riappropriazione di identità (in tutte le molteplici accezioni che questo termine può rivestire…) è rifiutata in maniera sdegnosa dai manovratori e dai teorici del potere, ma proprio per questo è impossibile pensare di ricreare le basi di una teoria anticapitalistica e di liberazione individuale e collettiva senza mirare alla piena ri-identificazione.

Su questo i numerosi economisti, filosofi, attivisti intervenuti (tra di essi anche l’economista statunitense Warren Mosler, il sindacalista Giorgio Cremaschi, il filosofo Diego Fusaro) pur nella, benvenuta e benefica, molteplicità di provenienze, sono sembrati concordare.

Certo è, come gli stessi organizzatori hanno apertamente affermato, che se occasioni come queste non diverranno in tempi brevissimi l’humus per un movimento di sollevazione popolare il senso dell’iniziativa sarà inevitabilmente smarrito.

Se però ci è concessa una piccola valutazione speranzosa il clima attento e assieme sorridente della sala in questo due giorni di convegno, così come l’età media piuttosto bassa degli spettatori, possono essere interpretati come segnali di un interesse che potrebbe tramutarsi in azioni conseguenti.

12 Gennaio 2014

http://ideeinoltre.blogspot.it/2014/01/antonello-cresti-chianciano-si-e.html


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Anonymous
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In molti discorsi compaiono tabù identitari. Eppure è proprio la sinistra che afferma una cosa e ne fa una diversa, praticamente contraria. E' proprio il popolo della sinistra che mi appare intrappolato in un doppio vincolo.

Dipende sempre di che sinistra si parla, perchè c'è un gruppo di potere che si spaccia per sinistra, e una parte di popolazione che non ha niente a che fare con questo inganno.
E smettiamola di spacciare per "tabù identitario" il riconoscimento dell'esistenza di classi con interessi contrapposti (e il fascismo l'arma di quella dominante).

Il problema è che ormai anche Berlusconi è No-Euro, perchè nessuno dice che una moneta non è necessariamente uno strumento liberista. Il problema sono i trattati, non l'euro che è uno strumento. Per questo potrebbe valere la pena provare a riformarlo.

Ecco, di gente come Barnard ... non abbiamo proprio bisogno ... l'ho detto ...

Su questo sono completamente d'accordo, ma se posso spendere una parola su Mosler, mi chiedo come possa essere credibile che l'ispiratore della politica economica che lui stesso definisce "salva vite", sia un milionario statunitense che ha costruito la sua fortuna grazie a trucchi finanziari. Non proprio un gran biglietto da visita per presentarsi alle classi popolari impoverite, direi.


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Truman
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smettiamola di spacciare per "tabù identitario" il riconoscimento dell'esistenza di classi con interessi contrapposti (e il fascismo l'arma di quella dominante).

In una discussione fatta qui con mincuo, mi capitava di notare che Malthus, ben prima di Marx, conosceva ed usava il concetto di classe sociale.

Insomma il problema non è l'esistenza di classi sociali. Il problema sono coloro che seguono i leader della loro fazione, convinti di essere in qualche modo rappresentati, rinchiusi in tabù identitari, senza rendersi conto che esistono due grandi classi sociali: le elites (o la casta, o la cosca) ed i popoli. E gli intrappolati rifiutano le masse a loro omogenee (che schifo, il populismo!!!) per seguire come pecore i leader oggettivamente loro nemici.

"Il nemico marcia sempre alla tua testa" (dovrebbe essere Brecht)


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Black_Jack
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In una discussione fatta qui con mincuo, mi capitava di notare che Malthus, ben prima di Marx, conosceva ed usava il concetto di classe sociale.

Ma certo che esistono, se decidi di suddividere la società secondo il ruolo nel sistema di produzione hai appunto le classi sociali. Le hai fatte tu, per forza esistono, no?

Il problema è se un singolo individuo può mai costruire la propria identità sul suo ruolo nel sistema di produzione.
O meglio, se un gruppo di persone diventa un gruppo con un suo senso di comunità (o di appartenenza) fondato sul ruolo nel sistema di produzione.

E non succede perché è un assurdità anzi un ossimoro.
Ma insistete con questa storiella della coscienza di classe (che non si realizzerà mai); insistete col materialismo che ormai, senza che ce ne si accorga se non a parole, è diventato lo strumento col quale si sottomettono miliardi di persone alla volontà di élites numericamente molto esigue.

La lotta di classe va sostituita con un ideale fondato sull'uguaglianza, sulla possibilità di un sistema di governo in una società che non si basi esclusivamente sul principio che mors tua vita mea, ossia è necessario superare l'idea di asssoluta necessità della competizione e della concorrenza. Lotta di classe va sostituito con lotta dei subalterni contro le élites dominanti.


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Anonymous
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Anche il mio capo fa i vostri discorsi ... "e io te siamo sulla stessa barca"... "siamo un popolo" ... "il nemico è fuori dal popolo" .... solo che lui è sbombato di soldi e non fa un cazzo ...


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Anonymous
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Anche il mio capo fa i vostri discorsi ... "e io te siamo sulla stessa barca"... "siamo un popolo" ... "il nemico è fuori dal popolo" .... solo che lui è sbombato di soldi e non fa un cazzo ...

ahahahah bellissimo. Non avrei saputo dirlo meglio per far crollare l'inganno che vuole l'inesistenza del concetto di classe basato sui ruoli di produzione.

Proprio vero che l'ironia alle volte è l'arma migliore per esprimere certi concetti.


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Black_Jack
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Anche il mio capo fa i vostri discorsi ... "e io te siamo sulla stessa barca"... "siamo un popolo" ... "il nemico è fuori dal popolo" .... solo che lui è sbombato di soldi e non fa un cazzo ...

ahahahah bellissimo. Non avrei saputo dirlo meglio per far crollare l'inganno che vuole l'inesistenza del concetto di classe basato sui ruoli di produzione.

Proprio vero che l'ironia alle volte è l'arma migliore per esprimere certi concetti.

😆 😆 😆

Ragazzi, avete il mindset modello basic.


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radisol
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La storia del "siamo tutti la stessa barca" è vecchia come il cucco ...

Cos'era il cosiddetto "patto tra i produttori" teorizzato da Asor Rosa e Tronti
( peraltro due che ancora oggi si definiscono "comunisti" ! ) come giustificazione del "compromesso storico" berlingueriano e della conseguente linea sindacale "dei sacrifici" praticata in primo luogo dalla Cgil di Lama ?

E siamo parlando del 1976/77 ! Oltre 35 anni fa ...

Così come, in nome dello stesso principio, certa "sinistra" - compresa la new entry Renzi - ha difeso l'operato di Marchionne ...

Tutto giusto quindi quando si riafferma un sacrosanto concetto "di classe" ... giusto però a patto di non confondere l'Agnelli di ieri ed il Marchionne di oggi ... col camionista o con il coltivatore diretto dei "forconi" ....

Perchè è questo che, in questo ameno dibattito, si sta facendo ...

Anche gli "indignados" spagnoli o gli Occupy Wall Street newyorchesi, cioè due brevissime meteore sulle quali, in nome di uno strano concetto dogmatico "de sinistra" tanto si ciancia qua sopra ( anche se poi erano due fenomeni giusti ma anche ultra-interclassisti non meno e forse anche di più dei "forconi" o dei 5 Stelle ), parlavano di un 99% della popolazione oppressa dal restante 1 % .... concetto del resto già presente ( anche se allora si indicava più realisticamente una percentuale tra il 90% di oppressi ed un 10% di oppressori) a Genova 2001 ... ma dato che tutto questo veniva formalmente da movimenti schematicamente considerati "de sinistra" non scandalizzava nessuno ... l'importante era il "distintivo" ... e non quello che si diceva ...

Se questo discorso del 90 o del 99% di oppressi da un 10 o da un 1% di oppressori "euristi" lo fa invece, non dico Calvani ( che oggettivamente di essere un fascistoide lo ha alla fine dimostrato anche se nel 2003 ed ancora più recentemente veniva "corteggiato" prima dai no-global e poi persino dal giro di Ross@ sulla battaglia contro la superstrada Roma-Latina) ... ma invece lo fanno Ferro o Chiavegato, che sicuramente fascisti non sono ... ma non sono nemmeno riconducibili tout-court ad un immaginario "de sinistra" ... anche se poi Rifondazione l'appoggio elettorale di Ferro alla lista Ingroia alle ultime politiche non lo ha certo rifiutato ... in quel caso invece la cosa diventa uno "scandalo" gravissimo ....

E su questa amenissima minchiata di confondere Marchionne ... e prima di lui banchieri come Mussari, Profumo o Passera .... e persino i "furbetti del quartierino" del risiko bancario del 2005, definiti da D'Alema "capitani coraggiosi" .... coi camionisti e coi coltivatori diretti dei "forconi" non c'è proprio niente da ridere .... è proprio una tragedia ... che la sinistra - anche quella vera e "di classe" e non solo quella falsa o soltanto presunta - rischia di pagare amaramente ...

Quindi, per dirla, da romano verace, molto brutalmente ... "ridete su sta minkia ..."


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Anonymous
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Radisol ma ridi tu su sta minkia .... Tronti , Occupay e Indignados non hai mai sdoganato nazionalisti e destrorsi come fate voi... ma finiscila di arrampicarti sugli specchi...


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