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Integrazioni e bambini Rom: tanto già sappiamo come andrà a


druida
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Dal Blog di Francesca Lippi

Ho letto sul quotidiano che il Campidoglio stanzierà circa due milioni di euro per istruire i bambini Rom. L'antefatto è che pare che all'interno dei campi nomadi, si arrivi anche a picchi di analfabetismo intorno all'85%. Allora ciò che accade è che la Giunta Alemanno, assieme al MIUR, abbiano deciso di stanziare questi soldi ad alcune associazioni Onlus per l'organizzazione della scolarizzazione di oltre 2000 bambini Rom: queste Organizzazioni che hanno vinto l'appalto del Comune di Roma sono l'Arci solidarietà Lazio, la Casa dei Diritti Sociali Focus, e la Ermes Coopertiva Sociale. Pare che il progetto debba coprire solo un anno a mo' di sperimentazione. Eppure qualcosa mi dice che il tutto è solo il prodromo di un perpetuo spendere soldi e in questa situazione, a farne le spese saranno sempre i soliti soggetti: studenti (Rom in questo caso), scuola ed insegnanti.

Personalmente non capisco questa tendenza da parte delle Istituzioni Italiane, di ghettizzare le persone. Mi pare che non ci sia colore politico che manchi di questa "mission": tutti quanti sono impegnati nella divisione in gruppi della gente, che si parli di solidarietà o che si parli di diritti. Allora, va bene la diversità e la soggettività, ma in Italia abbiamo muri di lamiera, abbiamo anche progetti di luoghi in cui deve vigere la Shari'a, ed ora abbiamo abbiamo anche le scuole separate.

Teoricamente far studiare i bambini Rom separatamente dai coetanei Italiani, avrebbe una valenza formativa: i piccoli Rom sono indietro rispetto ai nostri (anche se i risultati dell'OCSE da anni oramai ci fanno capire che i bambini Italiani, a loro volta, si attestano a livelli piuttosto bassini e sono battuti addirittura dai bimbi Cileni e non solo nell'uso di Tecnologie in ambito didattico...). Il buon senso ci farebbe pensare, quindi, che la decisione di questo appalto è meramente pratica e volta a rimettere in pari i due gruppi di studenti. Eppure, già il fatto che ci venga detto che il primo anno è sperimentale, rende la storia "puzzolente", visto che gli esperimenti italiani durano sempre molto. Se ci aggiungiamo il solito giro di soldi, poi, ci sorge il dubbio che i bambini Rom e i bambini Italiani non si incontreranno mai sui banchi di scuola.

Se uno dei problemi della scuola italiana è quello dei troppi professori unitamente a quello del precariato degli stessi, perché, invece di suggerire agli insegnanti di dedicarsi al turismo o di affidare a delle Organizzazione l'istruzione dei bimbi Rom, semplicemente non si cerca di unire le due esigenze? Basterebbe affidare agli insegnanti precari, ma pur sempre professionisti del loro settore, la preparazione dei questi bambini fino al loro inserimento nella scuola regolare. Se si è scelto di non operare in questo senso, è molto probabile che ci sia il solito accordo fra Ministero, Giunta e Associazioni di questo tipo, per macinare soldi. E se davvero sarà così, allora, a questi tre soggetti converrà continuare a mantenere i giovani Rom perennemente sotto la campana della formazione fornita da l'Arci solidarietà Lazio, la Casa dei Diritti Sociali Focus, e la Ermes Coopertiva Sociale.

Se si pensa a un orizzonte del genere, viene facile pensare che i bambini Rom, con qualche facile scusa, rimarranno per sempre in questa specie di scuola speciale, per ingrassare le casse di certe Associazioni. Come al solito, i poveri fruttano un sacco di soldi.

Francesca Lippi


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