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La stazione terrestre Usa sarà costruita a Niscemi


Tao
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Niscemi è una bella cittadina di 27mila abitanti, in provincia di Caltanissetta: ricca di storia (il primo nucleo fu edificato dagli arabi nel IX sec.), è situata in una zona collinare che domina la piana di Gela. Non per questo, però, è apprezzata a Washington. Nel 1991, proprio mentre con la fine della guerra fredda venivano tolti i missili nucleari statunitensi dalla vicina base di Comiso (a circa 30 km), entrava in funzione a Niscemi il centro trasmissioni radio navali (Nrtf) Usa, composto di 41 antenne, dipendente dalla Navcomtelsta Sicily, la stazione navale Usa di computer e telecomunicazioni, situata a Sigonella (a circa 70 km da Niscemi).

La Navcomtelsta Sicily - scrive la Us Navy - è «una delle più potenti stazioni di comunicazioni militari non solo nel Mediterraneo, ma nel mondo». Essa permette al Comando europeo degli Usa (la cui area comprende anche l'ex Urss e gran parte dell'Africa) e al Comando centrale (comprendente Medio Oriente, Asia centrale e Africa orientale) di comunicare, in modalità «classificata» (segreta), con le forze navali, aeree e terrestri impegnate in esercitazioni e «operazioni reali» (guerre). Niscemi costituisce dunque, già oggi, un importante nodo della rete di comando, controllo, computer, comunicazioni e intelligence (C4I) delle forze armate Usa. Ora però, al Pentagono, l'hanno «promossa» a un ruolo ancora più importante: sul suo territorio sarà installata una delle stazioni terrestri del Muos (Mobile User Objective System), il sistema di telecomunicazioni a banda stretta di nuova generazione della Us Navy. Il Muos, formato da una costellazione di satelliti geosincroni, permetterà di collegare - con comunicazioni radio, video e trasmissione dati ad altissima frequenza - le forze navali, aeree e terrestri mentre sono in movimento, in qualsiasi parte del mondo si trovino. Le stazioni terrestri Muos saranno quattro: due in territorio statunitense, a Norfolk (Virginia) e a Wahiawa (Hawaii), una a Geraldton (Australia) e una a Niscemi. La General Dynamics, che in base a un contratto con la Lockheed Martin realizza le installazioni terrestri, ha già montato le prime tre antenne a Wahiawa: sono grandi parabole satellitari di 18 m di diametro. Tutte dovranno essere operative quando, nel 2010, sarà lanciato il primo satellite. L'autorizzazione a installare in Sicilia una delle quattro stazioni Muos è stata data quasi certamente dal governo Berlusconi nel 2001-2006. Gli atti sono segreti. Nel bilancio presentato dalla Us Navy al Congresso nel febbraio 2006, è prevista l'installazione di tre antenne Muos a Sigonella. Quindi, nel bilancio 2008/2009, presentato nel febbraio 2007 (quando in Italia c'era il governo Prodi, con Arturo Parisi ministro della difesa), compare invece Niscemi.

Perché è stata scelta Niscemi al posto di Sigonella? Come ha dimostrato l'inchiesta di Rainews24 «Base Usa di Sigonella: il pericolo annunciato» (22 nov. 2007), uno studio sull'impatto ambientale, realizzato per conto della marina Usa dalla società statunitense Agi tramite la Maxim Systems, ha concluso che la stazione Muos non avrebbe dovuto essere installata a Sigonella. Vi è infatti il pericolo che le fortissime emissioni elettromagnetiche inneschino la detonazione degli ordigni presenti nella base militare. L'allarme è stato confermato dal responsabile della Gmspazio, rappresentante italiana dell'Agi. Non si sa se nello studio siano state prese in considerazione le conseguenze del fortissimo inquinamento elettromagnetico sulla popolazione dell'area circostante (a Sigonella già si verifica una incidenza di tumori, in particolare leucemie infantili, più alta che in altre zone). Si può comunque pensare che, se le emissioni elettromagnetiche sono talmente forti da disturbare il traffico aereo di Sigonella e poter addirittura innescare la detonazione di ordigni esplosivi, esse sono comunque pericolose per la popolazione della zona. Il problema ora si pone per Niscemi. Una conferenza di servizio, svoltasi presso l'Assessorato regionale territorio e ambiente, ha dato luce verde all'installazione della stazione terrestre Muos a Niscemi. Non ha però preso in considerazione il possibile impatto ambientale. Il sindaco di Niscemi, Giovanni Di Martino (Pd), ha chiesto all'Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente) di effettuare un'indagine preventiva e ha chiesto chiarimenti al ministero della difesa. Tra l'altro nel territorio di Niscemi, dove è stata istituita una riserva naturale per proteggere una preziosa zona boschiva, è stato realizzato un complesso di sentieri didattici e aree pubbliche, denominato «Aula verde», in cui si recano scolaresche da altre parti della Sicilia. Occorre che il governo dica quando e come è stata concessa al Pentagono l'autorizzazione a installare la stazione terrestre Muos a Niscemi. Occorre che la sua costruzione sia bloccata e sia realizzato uno studio scientifico sul suo impatto ambientale e sanitario. Non si può, mentre ci si riempie la bocca con la parola «sicurezza», nascondere sotto la cappa del segreto di stato il fatto che in tal modo si mette in gioco la salute degli abitanti. Né si può chiudere gli occhi di fronte al fatto che questa e altre installazioni militari Usa minano la nostra sovranità nazionale, coinvolgendo automaticamente l'Italia nelle guerre condotte dagli Stati uniti.

Manlio Dinucci
Fonte: www.ilmanifesto.it
Link: http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/14-Settembre-2008/art20.html
14.09.08


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