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La svolta di Grillo sull’euro


Rosanna
Famed Member
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La svolta di Grillo sull’euro: una mossa tattica o una scelta ineludibile?

di Luciano Lago

Alla fine anche Grillo è arrivato da ultimo sulle conclusioni a cui erano arrivati da molto tempo la Lega di Salvini ed altri movimenti in Europa come il Front National di Marine Lepen in Francia, come Geert Wilders ed il suo partito in Olanda, come Heinz-Christian Strache del Partito FPO (Partito delle Libertà) in Austria e tanti altri movimenti politici che hanno sostenuto scelte di dissociazione dall’euro, di ritorno alla sovranità e di autonomia dalle direttive dell’Unione Europea.

Il movimento di Grillo, alla necessità di uscire dalla gabbia dell’euro, ci arriva tardi ed ormai fuori tempo, dopo aver tergiversato ed essere rimasto ondivago su questa come sui altre questioni in questi mesi, occupandosi di altre tematiche, pur importanti e condivisibili ma non ugualmente essenziali.

Grillo vuole farsi promotore di un referendum sull’uscita dall’euro che sarebbe comunque senza efficacia legale (non ammesso dalla Costituzione) che richiederebbe tempi lunghi per raccogliere le firme ed alla fine controproducente perchè i “mercati” e le centrali finanziarie avrebbero tutto il tempo di stringere l’Italia in una morsa per non permettere una manovra unilaterale ed indolore di uscita dall’euro a cui, è di fondamentale interesse per la grande finanza, tenere ancorata l’Italia.

Si tratta di una proposta che può essere fatta soltanto da chi ha una visione molto superficiale delle cose (e non sembra il caso di Grillo) o da chi è in mala fede o persegue altri fini.

I poteri sovranazionali che hanno sottratto sovranità all’Italia e l’hanno a poco a poco spolpata economicamente e disarticolata socialmente, non si farebbero certo scappare la preda per effetto di una iniziativa politica del movimento di Grillo, anche se questi fosse in grado di otttenere il 60% dei consensi. Consideriamo che, soltanto per gli interessi sul debito, l’Italia paga alle banche oltre 80 miliardi l’anno e che, per i versamenti ai fondi europei come il MES/ESM, ci sono altre decine di miliardi di euro ogni anno da versare nelle casse di Bruxelles (127 miliardi soltanto il MES). Ovvio che aumenta il debito pubblico ma questo non si dice.

Quando mai il cartello bancario, che è il detentore dell’euro e garante del sistema, potrebbe rinunciare ad una simile gallina dalle uova d’oro.

Chi opera nella comunicazione sa bene quale sia il potere di condizionamento e di manipolazione di cui dispongono i poteri dominanti del sistema , padroni della quasi totalità dei media, possiamo immaginarci come questi influenzerebbero l’opinione pubblica, in una eventuale referendum per l’uscita dall’euro, con una campagna terroristica che prospetterebbe al pubblico italiano, facilmente influenzabile e non preparato su questi temi, l’idea di un annullamento dei risparmi e l’annientamento dei redditi che ( farebbero abilmente credere) deriverebbe da una uscita dell’Italia dall’euro.

Inutile anche pensare di fronteggiare la possente macchina della propaganda mediatica di cui il sistema dispone per falsare la realtà, imporre una visione distorta e seminare paura ed apprensione nel pubblico. Questo significa che si avrebbe un effetto del tutto controproducente con un formidabile assenso di massa alle politiche del governo per far rimanere il paese ancorato a Bruxelles ed all’euro, fatto questo che imprigionerebbe l’Italia nella gabbia dell’euro vita natural durante sottraendo del tutto qualsiasi possibilità di cambiamento.

Possiamo quindi chiederci perchè Grillo ha fatto proprio adesso questa proposta e la risposta, a nostro avviso, va ricercata in due fattori:

1) in una possibile manovra di recupero del consenso (che in parte si stava erodendo) riportando alla ribalta il suo movimento su un tema attuale, nel momento in cui tutti gli indicatori economici ci dicono che il paese si trova ormai sulla china in discesa verso commissariamento e possibile default, causa l’avvitarsi dell’indebitamento, decrescita e deflazione con tutte le coseguenze in termini di nuove manovre di tagli alla spesa pubblica e svendita del patrimonio pubblico.

2) perchè Grillo è in possesso di informazioni riservate, come altre volte è successo (vedi il caso Parmalat) su un possibile piano B già previsto da Bruxelles o dalla Germania per la fuoriuscita dell’Italia e di altri paesi dal sistema dell’euro ed in questo caso sta cercando di anticipare i tempi.

Possiamo soltanto ipotizzare chi abbia fornito a Grillo queste informazioni riservate, visti i buoni rapporti intercorrenti tra lui stesso, il Casaleggio ed altri loro collaboratori, con ambienti della finanza anglosassone, nonchè con la stessa ambasciata USA e con quella britannica. Naturalmente tutte le ipotesi sono buone ma non possiamo dimenticare che Grillo si trovò nel ‘1992 sul famoso Panfilo Britannia e che Casaleggio dispone di forti collegamenti con ambienti finanziari.

D’altra parte sono le stesse testate finanziarie britanniche a informarci che la situazione dell’economia italiana è ormai vicinissima al punto di non ritorno, come hanno scritto giornali come il “Financial Times” attraverso la penna di Wofgang Munchau, oltre al The Telegraph di Ambrose Evans Pritchard che si sono più volte occupati dell’Italia. naturalmente nulla è apparso sui media italiani riguardo a queste analisi che non provengono da organi di stampa complottisti o populisti ma da prestigiose e qualificate testate internazionali.

In Italia, grazie ad un incredibile travisamento della realtà operato dai media, TV e giornali, si continua a credere che sia sufficiente qualche riforma portata avanti dal “prestigiatore fiorentino” per far ripartire il paese mentre invece i sentori sono ormai diversi: fuga massiccia di capitali, fuga delle imprese, voci dall’estero che danno già l’Italia per spacciata verso il default.

Nel paese manca ormai la liquidità, lo Stato deve chiedere una moneta straniera in prestito, dietro interessi, tutti i nodi sono venuti al pettine come dimostra anche la vergognosa vicenda dell’alluvione a Genova, con l’evidenza di una classe politica locale e nazionale totalmente incompetente e dedita all’affarismo ed al clientelismo, mentre il paese sprofonda letteralmente tra frane, allagamenti, nubifragi e paralisi procurata per effetto della burocrazia e della tassazione record.

La stessa protezione Civile, già vanto dell’Italia fino a poche anni addietro, non ha più il denaro che servirebbe per rappezzare qualche emergenza e salvare un pò di vite. Il denaro viene speso soltanto per accogliere una massa di immigrati e profughi, quelli si sono fondi stanziati e subito spesi, per pagare gli stipendi ai dirigenti pubblici ed alle alte burocrazie di Stato (magistrati e alti funzionari) che dispongono del potere di poter paralizzare qualsiasi decisione e qualunque riforma.

Chi volete che venga ad investire in un paese così: i capitali si dirottano altrove e in Italia arrivano soltanto i grandi avvoltoi dell finanziarie e delle multinazionali per acquisti a saldo.

Sarà interessante vedere nelle prossime settimane se i 5 Stelle sceglieranno la strada di associarsi agli altri partiti o movimenti che hanno fatto dell’uscita dall’euro il nerbo del loro progrmma (la Lega di Salvini e F.lli D’Italia) o se vorranno mantenersi distanziati come hanno fatto in occasione della formazione dei gruppi al Parlamento europeo.

Il movimento di Grillo e Casaleggio è composto da varie anime, potrebbe essere insidiato da forze interne e arrivare ad una scissione fra coloro che sono d’accordo con la linea ufficiale e quelli che non lo sono, tuttavia sarà soltanto il tem
po a farci verificare la sincerità della nuova posizione assunta da Grillo ed acclamata come svolta del movimento in quel del Circo Massimo. Nella palude della politica italiana, appiattita nell’attesa dei provvedimenti salvifici di Renzi, qualsiasi sbuffo di Grillo fa notizia.

http://www.controinformazione.info/la-svolta-di-grillo-sulleuro-una-mossa-tattica-o-una-scelta-ineludibile/


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Rosanna
Famed Member
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L'autore non ha capito molto del M5S, bella l'analisi, ma lievemente faziosa, avanza infatti le seguenti ipotesi (fatti mai provati):

"Possiamo soltanto ipotizzare chi abbia fornito a Grillo queste informazioni riservate, visti i buoni rapporti intercorrenti tra lui stesso, il Casaleggio ed altri loro collaboratori, con ambienti della finanza anglosassone, nonchè con la stessa ambasciata USA e con quella britannica. Naturalmente tutte le ipotesi sono buone ma non possiamo dimenticare che Grillo si trovò nel ‘1992 sul famoso Panfilo Britannia e che Casaleggio dispone di forti collegamenti con ambienti finanziari."

Luciano Lago lascia intendere che Grillo fosse sopra il Panfilo Britannia nel 1992, fatto mai provato. Vero invece che entrambi abbiano avuto più o meno buoni rapporti con la finanza anglosassone, anche se ultimamente i rapporti con l'ambasciata Usa si sono notevolmente raffreddati.

L'ipotesi poi che Grillo sia in possesso di informazioni riservate, come altre volte è successo (vedi il caso Parmalat) su un possibile piano B già previsto da Bruxelles o dalla Germania per la fuoriuscita dell’Italia e di altri paesi dal sistema dell’euro ed in questo caso sta cercando di anticipare i tempi, è invece molto verosimile, ma non sono poi quelle informazioni così "riservate", bastava seguire i tanti blog di economia presenti sul web e unire i puntini.

Che Grillo uscisse finalmente con una posizione più precisa sull'euro (anche se un po' pastrocchiata) si era intuito già da due anni a questa parte, la sua è stata chiaramente una mossa tattica, dato che gli italiani sono così bradipi che in gran massa non hanno capito ancora una mazza. Quindi bisognava dare il tempo ai bradipi di aprire gli occhi sulle loro tragiche disgrazie.


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dana74
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mai provate???

Cerca meglio....


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Rosanna
Famed Member
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mai provate???

Cerca meglio....

Dimostrala tu la presenza di Grillo sul Panfilo Britannia nel 1992 ...


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vic
 vic
Illustrious Member
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Mi sorprende questa analisi.
Che fa il pari con quella di Giulietto Chiesa sulla stessa questione: non credono all'utilita' del referendum.
Accampano mille scuse pure di non indirlo il referendum.

Ed invece sarebbero proprio dei referendum a raffica, diciamo uno al mese, ma multiplo, con due-tre temi decisivi in votazione che potrebbero traghettare l'Italia, e per effetto domino altri paesi, fuori da questa UE, fuori dalla Nato, fuori dalla logica della portaerei ancorata in mezzo al Mediterraneo.

L'Italia ha un bisogno vitale di riscoprire i referendum e di scoprire il diritto di iniziativa, altro che costituzione piu' bella del mondo! La povera costituzione la stanno stravolgendo all'atto pratico. per primi quelli che dovrebbero vegliarne l'applicazione. Non rimane che l'arma referendaria.

Si possono vincere o si possono perdere i referendum. Spesso le vittorie referendarie sono vittorie di Pirro. Pero' c'e' sempre la possibilita' di tornare alla carica. Spingi oggi, spingi domani, alla fine il portone cede.

Invece che succede? Quei rarissimi cosiddetti intellettuali che si sbilanciano sulle questioni politiche aborrono il ricorso al referendum.
Come fanno a non capire che il processo stesso di raccolta delle firme prima e di campagna per il voto poi, sono un salutare risveglio civico? Salutare e concreto.

Crogiolatevi, voi professionisti della penna, nell'idea che siete i migliori e tenete il cosiddetto popolo, la cosiddetta gente eternamente in frigo. Affidatevi a pseudopolitici che non sono altro che marionette, o peggio ancora sono degli economisti falliti senza il minimo senso del ridicolo.

Tornate coi piedi per terra e andate a votare su temi alti e pure su temi terra-terra, senza tanti ma, pero', forse, magari, se.

E se non vi lasciano votare in tutta la penisola, be' allora votate in alcune regioni. Il Tirolo non ci sta piu', il Veneto non ci sta piu', la Sardegna non ci sta piu', ..

Che faranno, manderanno un esercito di Piemontesi in giro in tutte le regioni che non ci stanno piu', stile 1800?

Intando ditelo che non ci state piu'! Col referendum.
I se ed i ma lasciateli agli intellettuali, cosiddetti.


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Rosanna
Famed Member
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Mi sorprende questa analisi.
Che fa il pari con quella di Giulietto Chiesa sulla stessa questione: non credono all'utilita' del referendum.
Accampano mille scuse pure di non indirlo il referendum.

Ed invece sarebbero proprio dei referendum a raffica, diciamo uno al mese, ma multiplo, con due-tre temi decisivi in votazione che potrebbero traghettare l'Italia, e per effetto domino altri paesi, fuori da questa UE, fuori dalla Nato, fuori dalla logica della portaerei ancorata in mezzo al Mediterraneo.

L'Italia ha un bisogno vitale di riscoprire i referendum e di scoprire il diritto di iniziativa, altro che costituzione piu' bella del mondo! La povera costituzione la stanno stravolgendo all'atto pratico. per primi quelli che dovrebbero vegliarne l'applicazione. Non rimane che l'arma referendaria.

Si possono vincere o si possono perdere i referendum. Spesso le vittorie referendarie sono vittorie di Pirro. Pero' c'e' sempre la possibilita' di tornare alla carica. Spingi oggi, spingi domani, alla fine il portone cede.

Invece che succede? Quei rarissimi cosiddetti intellettuali che si sbilanciano sulle questioni politiche aborrono il ricorso al referendum.
Come fanno a non capire che il processo stesso di raccolta delle firme prima e di campagna per il voto poi, sono un salutare risveglio civico? Salutare e concreto.

Crogiolatevi, voi professionisti della penna, nell'idea che siete i migliori e tenete il cosiddetto popolo, la cosiddetta gente eternamente in frigo. Affidatevi a pseudopolitici che non sono altro che marionette, o peggio ancora sono degli economisti falliti senza il minimo senso del ridicolo.

Tornate coi piedi per terra e andate a votare su temi alti e pure su temi terra-terra, senza tanti ma, pero', forse, magari, se.

E se non vi lasciano votare in tutta la penisola, be' allora votate in alcune regioni. Il Tirolo non ci sta piu', il Veneto non ci sta piu', la Sardegna non ci sta piu', ..

Che faranno, manderanno un esercito di Piemontesi in giro in tutte le regioni che non ci stanno piu', stile 1800?

Intando ditelo che non ci state piu'! Col referendum.
I se ed i ma lasciateli agli intellettuali, cosiddetti.

Condivido la posizione di vic, magari ci fossero referendum consultivi senza quorum, tutti i mesi dell'anno,

la partecipazione popolare acquisirebbe forza e i cittadini sarebbero direttamente coinvolti nelle decisioni politiche che contano e che sarebbero in grado di cambiare la realtà sociale decisamente in meglio.


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rutzboy
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Post: 347
 

Renzi che dice "usciamo dall'euro", Milano in picchiata e tutti a mangiare dai cassonetti. Chiudere la borsa di Milano subito e non riaprirla più. Da qui parte la riconquista della sovranità (se mai l'abbiamo avuta)


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GiovanniMayer
Honorable Member
Registrato: 3 anni fa
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Mi sorprende questa analisi.
Che fa il pari con quella di Giulietto Chiesa sulla stessa questione: non credono all'utilita' del referendum.
Accampano mille scuse pure di non indirlo il referendum.

Ed invece sarebbero proprio dei referendum a raffica, diciamo uno al mese, ma multiplo, con due-tre temi decisivi in votazione che potrebbero traghettare l'Italia, e per effetto domino altri paesi, fuori da questa UE, fuori dalla Nato, fuori dalla logica della portaerei ancorata in mezzo al Mediterraneo.

L'Italia ha un bisogno vitale di riscoprire i referendum e di scoprire il diritto di iniziativa, altro che costituzione piu' bella del mondo! La povera costituzione la stanno stravolgendo all'atto pratico. per primi quelli che dovrebbero vegliarne l'applicazione. Non rimane che l'arma referendaria.

Si possono vincere o si possono perdere i referendum. Spesso le vittorie referendarie sono vittorie di Pirro. Pero' c'e' sempre la possibilita' di tornare alla carica. Spingi oggi, spingi domani, alla fine il portone cede.

Invece che succede? Quei rarissimi cosiddetti intellettuali che si sbilanciano sulle questioni politiche aborrono il ricorso al referendum.
Come fanno a non capire che il processo stesso di raccolta delle firme prima e di campagna per il voto poi, sono un salutare risveglio civico? Salutare e concreto.

Crogiolatevi, voi professionisti della penna, nell'idea che siete i migliori e tenete il cosiddetto popolo, la cosiddetta gente eternamente in frigo. Affidatevi a pseudopolitici che non sono altro che marionette, o peggio ancora sono degli economisti falliti senza il minimo senso del ridicolo.

Tornate coi piedi per terra e andate a votare su temi alti e pure su temi terra-terra, senza tanti ma, pero', forse, magari, se.

E se non vi lasciano votare in tutta la penisola, be' allora votate in alcune regioni. Il Tirolo non ci sta piu', il Veneto non ci sta piu', la Sardegna non ci sta piu', ..

Che faranno, manderanno un esercito di Piemontesi in giro in tutte le regioni che non ci stanno piu', stile 1800?

Intando ditelo che non ci state piu'! Col referendum.
I se ed i ma lasciateli agli intellettuali, cosiddetti.

Condivido la posizione di vic, magari ci fossero referendum consultivi senza quorum, tutti i mesi dell'anno,

la partecipazione popolare acquisirebbe forza e i cittadini sarebbero direttamente coinvolti nelle decisioni politiche che contano e che sarebbero in grado di cambiare la realtà sociale decisamente in meglio.

Nel mondo ideale, condividerei anch'io. Purtroppo non siamo nel mondo ideale.
Accantonando momentaneamente tutti i problemi di legittimità, siete così sicuri che in caso di referendum vincerebbero i no-euro? Anche con l'informazione completamente controllata dai pro-euro, i milioni di voti al PD più centrodestra, l'apatia generale e babbo natale? Come in Scozia.
Ma vi rendete conto di cosa succederebbe se ci fosse un referendum e i no-euro perdessero? Quali conseguenze ci sarebbero per tutto il fronte progressista?
Capite che un referendum così non può essere fatto senza una forte campagna di sensibilizzazione e informazione? E che questa campagna richiede tempo che non c'è (doveva essere già stata fatta, ma da una parte è stata molto scarsa e dall'altra è stata osteggiata da tutta l'informazione mainstream).
Non serve un referendum senza valore legale, ma la mobilitazione delle masse. Chi le guida? Il m5s? Bene. Allora partiamo.
Certo è che per smuovere veramente le masse bisognerebbe dargli un "nemico" da abbattere e un "sogno" da realizzare.
Il nemico c'è, ma il sogno?


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Giovina
Noble Member
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Post: 2001
 

Bisogna poi anche tener conto dei tempi necessari a chiedere prima un referendum, e poi di quelli per indirlo.

Ammesso che che la richiesta venga accolta.

Con tutta la mia simpatia per Grillo, mi viene da pensare al meccanismo nefasto del riformismo del nostro Paese, e poi alla mole enorme ma sterile degli emendamenti che seguono.


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Rosanna
Famed Member
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Mi sorprende questa analisi.
Che fa il pari con quella di Giulietto Chiesa sulla stessa questione: non credono all'utilita' del referendum.
Accampano mille scuse pure di non indirlo il referendum.

Ed invece sarebbero proprio dei referendum a raffica, diciamo uno al mese, ma multiplo, con due-tre temi decisivi in votazione che potrebbero traghettare l'Italia, e per effetto domino altri paesi, fuori da questa UE, fuori dalla Nato, fuori dalla logica della portaerei ancorata in mezzo al Mediterraneo.

L'Italia ha un bisogno vitale di riscoprire i referendum e di scoprire il diritto di iniziativa, altro che costituzione piu' bella del mondo! La povera costituzione la stanno stravolgendo all'atto pratico. per primi quelli che dovrebbero vegliarne l'applicazione. Non rimane che l'arma referendaria.

Si possono vincere o si possono perdere i referendum. Spesso le vittorie referendarie sono vittorie di Pirro. Pero' c'e' sempre la possibilita' di tornare alla carica. Spingi oggi, spingi domani, alla fine il portone cede.

Invece che succede? Quei rarissimi cosiddetti intellettuali che si sbilanciano sulle questioni politiche aborrono il ricorso al referendum.
Come fanno a non capire che il processo stesso di raccolta delle firme prima e di campagna per il voto poi, sono un salutare risveglio civico? Salutare e concreto.

Crogiolatevi, voi professionisti della penna, nell'idea che siete i migliori e tenete il cosiddetto popolo, la cosiddetta gente eternamente in frigo. Affidatevi a pseudopolitici che non sono altro che marionette, o peggio ancora sono degli economisti falliti senza il minimo senso del ridicolo.

Tornate coi piedi per terra e andate a votare su temi alti e pure su temi terra-terra, senza tanti ma, pero', forse, magari, se.

E se non vi lasciano votare in tutta la penisola, be' allora votate in alcune regioni. Il Tirolo non ci sta piu', il Veneto non ci sta piu', la Sardegna non ci sta piu', ..

Che faranno, manderanno un esercito di Piemontesi in giro in tutte le regioni che non ci stanno piu', stile 1800?

Intando ditelo che non ci state piu'! Col referendum.
I se ed i ma lasciateli agli intellettuali, cosiddetti.

Condivido la posizione di vic, magari ci fossero referendum consultivi senza quorum, tutti i mesi dell'anno,

la partecipazione popolare acquisirebbe forza e i cittadini sarebbero direttamente coinvolti nelle decisioni politiche che contano e che sarebbero in grado di cambiare la realtà sociale decisamente in meglio.

Nel mondo ideale, condividerei anch'io. Purtroppo non siamo nel mondo ideale.
Accantonando momentaneamente tutti i problemi di legittimità, siete così sicuri che in caso di referendum vincerebbero i no-euro? Anche con l'informazione completamente controllata dai pro-euro, i milioni di voti al PD più centrodestra, l'apatia generale e babbo natale? Come in Scozia.
Ma vi rendete conto di cosa succederebbe se ci fosse un referendum e i no-euro perdessero? Quali conseguenze ci sarebbero per tutto il fronte progressista?
Capite che un referendum così non può essere fatto senza una forte campagna di sensibilizzazione e informazione? E che questa campagna richiede tempo che non c'è (doveva essere già stata fatta, ma da una parte è stata molto scarsa e dall'altra è stata osteggiata da tutta l'informazione mainstream).
Non serve un referendum senza valore legale, ma la mobilitazione delle masse. Chi le guida? Il m5s? Bene. Allora partiamo.
Certo è che per smuovere veramente le masse bisognerebbe dargli un "nemico" da abbattere e un "sogno" da realizzare.
Il nemico c'è, ma il sogno?

Vi siete tutti focalizzati sul referendum, ma ancora pù di quello sono importanti le altre iniziative proposte da Grillo:

1) legge di iniziativa popolare; come dice Ambrose Evans-Pritchard,
per la prima volta, si è avviato in Italia un processo che imposterà un dibattito nazionale sulla unione monetaria - che potrà spingersi fino a un voto sulla adesione all'UEM - che non potrà essere facilmente controllato.

2) Grillo ha aspettato a dirlo solo ora perché i bradipi non erano ancora pronti, non sapevano, non capivano, e ... mentre stavano facendo la cacca, si erano addormentati ...

3) Grillo e Casaleggio sanno che l'euro è destinato a saltare nei prossimi mesi, dunque hanno anticipato l'evento

4) L'intervento di Grillo aprirà necessariamente un dibattito a livello nazionale, anche se i media maintream cercheranno di gufare, dibattito che non c'è ancora stato, e che è arrivato invece al momento giusto. Grillo non solo conosce perfettamente i tempi dello spettacolo, ma anche quelli della politica, ... oppure sono proprio gli stessi.

5) Casaleggio avrebbe detto anche le seguenti perle:

"Io non do via la mia sovranità a nessuno".

"Mio nonno ha combattuto tre anni con i partigiani. Se volete la mia sovranità, dovete venirvela a prendere, non basta sventolare una lettera della BCE. Dovete venire ben armati, come come fecero quando ci provarono l'altra volta " - ha detto.

"[Mario] Draghi [il Presidente della BCE] ci ha detto che i governi che non avessero fatto le riforme sarebbero stati buttati fuori. Draghi non è un membro del governo e non so con quale autorità possa esigere queste riforme: non ha il diritto di ordinarci niente né direttamente né indirettamente " - ha detto il signor Casaleggio.

DICI POCO ???


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GiovanniMayer
Honorable Member
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Sul punto 1, posso dire che, a prescindere dal referendum, spero che serva a qualcosa. Visti i precedenti tentativi del genere e visto che, alla fine, il parlamento si muove come vuole chi lo dirige e 150 son pochi.
Il punto 4 è, secondo me, il punto più interessante e che, se sfruttato bene, potrebbe aprire vari scenari.
Bisognerebbe riuscire ad aprire questo dibattito. Dibattito che dovrebbe portare ad un punto d'intesa tra varie forze con conseguente progetto politico per l'eventuale dopo-euro.


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