Il tribunale di Perugia ammette la revisione del processo per calunnia contro Enrico Triaca, ex militante BR che denunciò le torure subite dai poliziotti guidati dal "dr. De Tormentis" e fu denunciato per questo. Un primo passo importante per la verità sulla storia nascosta nel nostro paese. Una giornata importantissima quella di ieri, dentro la Corte d’appello di Perugia.
Si è tornati a casa con un sorriso quasi incredulo e una grande vittoria in tasca, perché anche solo l’aver ottenuto la revisione di questo processo è una vittoria, enorme ottenuta grazie al gran lavoro di chi c’ha creduto dal primo momento, e quello degli avvocati Francesco Romeo e Claudio Giangiacomo.
Sto parlando (su queste pagine lo si fa da tempo) del processo nei confronti di Enrico Triaca, arrestato nel 1978 durante il sequestro Moro perché “tipografo” delle Brigate Rosse, e torturato dal professor De Tormentis, che da qualche tempo a questa parte ha iniziato a raccontare beffardamente le sue gesta in diverse occasioni, senza mai manifestare il suo nome.
Nome (Nicola Ciocia) che abbiamo svelato sui blog poco dopo l’uscita del libro di Nicola Rao, contenente le soddisfatte malefatte di De Tormentis, che anche su quelle pagine rimane senza nome.
Ex funzionario di polizia, poi avvocato del foro di Napoli, Nicola Ciocia è ormai alle strette, malgrado i 35 anni trascorsi da quando girava l’Italia come “mastro torturatore” e grande esperto della tecnica di tortura dell’acqua e sale (nota come waterboarding):
non sarà tra i tre testi ammessi e convocati per l’udienza del 15 ottobre prossimo (Nicola Rao, Salvatore Genova e Matteo Indice: qui info su di loro, oltre che in tutti i link a riguardo che trovate a fine articolo) proprio per la sua ambigua posizione, che probabilmente sarà convocato successivamente come testimone assistito, perché le dichiarazioni dei precedenti testi potrebbero risultare “indizianti”.
Ma vi lascio alle parole del dispositivo letto oggi in aula, con una grande gioia nel cuore
Corte d’appello di Perugia
Presidente Giancarlo Massei
Relatore Massimo Ricciarelli
Procuratore generale Massimo Cosucci
La Corte d’appello di Perugia,
letta l’istanza di revisione presentata nell’interesse di Triaca Enrico, valutati gli elementi di prova addotti, letta la lista dei testi depositata nelle more,
rilevato che in relazione alle fonti e ai temi di prova indicati si impone l’ammissione in qualità di testi di Nicola Rao, Salvatore Rino Genova e Matteo Indice, dovendosi invece formulare una riserva con riguardo alla posizione di Nicola Ciocia da rivalutarsi alla luce delle dichiarazioni che saranno rese dagli altri testi potendosi allo stato profilare elementi indizianti tali da determinare incompatibilità alla testimonianza richiesta.
Ritenuto inoltre di ammettere tutte le prove documentali prodotte, per questi motivi ammette le prove documentali prodotte e ammette altresì in qualità di testi Nicola Rao, Salvatore Rino Genova, Matteo Indice, con la riserva in ordine della posizione di Nicola Ciocia.
Dispone che la citazione dei testi avvenga a cura della difesa e rinvia la causa per l’audizione dei testi all’udienza del 15 ottobre 2013 ore 9 invitando le parti a comparire senza ulteriori avvisi.
A cura Valentina Perniciaro
baruda.net
dov'è la "soddisfazione" ?
che gli arrestati, specialmente quelli del 1982 sotto sequestro dozier, fossero stati torturati è cosa raccontata da così tante testimonianze, prima solo di parte, poi anche dell'altra parte, da essere una certezza, dal punto di vista storico.
in italia non esiste nemmeno il reato di tortura. ed eventuali reati di violenza e/o maltrattamento sarebbero prescritti tre volte... da allora.
mi chiedo perchè gli vada di perdere tempo con roba del genere.
mi chiedo perchè gli vada di perdere tempo con roba del genere.
Forse per dignità. E per senso di giustizia.
bah... ho idea della giustizia come di una cosa concreta. corposa. e non di uno riconoscimento tardivo eventualmente solo formale senza colpevoli.
questa la chiamo beffa.
La vicenda Triaca è del 1978, strettamente collegata alla vicenda Moro ... ed all'epoca era una rarità ... solo nel 1976 ci fu un episodio simile contro tre compagni siciliani di Alcamo, del tutto estranei al lottarmatismo .... costretti a confessare l'uccisione di due carabinieri ... alla quale erano del tutto estranei ...
Naturalmente lo stesso Ciocie ... ha ammesso di aver effettuato, negli anni precedenti, le stesse laide "pratiche" anche contro detenuti comuni, soprattutto a Napoli e dintorni .... ma contro i brigatisti, nel 1978, il caso Triaca fu un "unicum" ...
Dalla vicenda Dozier del 1982 in poi, la tortura divenne invece una regola ...
Non mi aspetto nessuna "giustizia" ... tutto realisticamente prescritto .... e comunque i torturatori viaggiano tutti sopra i settanta ... Ciocie, che nel frattempo è diventato dirigente di un gruppetto neo-fascista, addirittura sopra gli ottanta .... e si tratta, da quanto ho capito, solo della revisione di un processo a Triaca in cui questo fu condannato per diffamazione ..
Però che si faccia chiarezza, non è cosa disdicevole ...
Tra l'altro, tanta ferocia contro i brigatisti ... non fa un pò a cazzotti con le tesi ... secondo cui i brigatisti ... o erano "teleguidati" dallo stesso potere "atlantico" ... o nella migliore delle ipotesi "utili idioti" che inconsapevolmente lavoravano per il potere ?
Per me, l'ho già detto, i Br erano sostanzialmente degli imbecilli ... che si erano messi in testa di essere "avanguardie del popolo" auto-elettesi .... e che avevano del potere ... al di là della felice intuizione sul S.I.M. .... una visione alquanto semplicistica ed unitaria ... mentre, allora come oggi, le cose erano assai più complesse ... in fondo pure loro erano dei "complottisti" ....
Imbecilli che quando si sono trovati in enorme difficoltà ... non hanno trovato di meglio che affidarsi mani e piedi a "mamma Urss" ... che pure avevano dipinto per anni come "revisionista" o addirittura "socialimperialista" ...
E' tipico degli stalinisti aver bisogno "di mamma" .... basti pensare ad esempio ad un personaggio come Cossutta ... e poi al suo "allievo" Diliberto ....
Ma questa è tutta un'altra storia, del tutto opposta, alla vulgata "complottista" ... spesso - vedi Flamigni - altrettanto stalinista ed imbecille ...
Rimane la domanda di fondo ... perchè gente che secondo alcuni era "serva del potere", consapevolmente o meno, poi veniva così ferocemente e, almeno dal 1982, così regolarmente torturata ?
bah... ho idea della giustizia come di una cosa concreta. corposa. e non di uno riconoscimento tardivo eventualmente solo formale senza colpevoli.
questa la chiamo beffa.
ha tutta l'aria di esser tale considerato chi aveva lasciato campo libero al prof.DeTormentis
dov'è la "soddisfazione" ?
(...)
in italia non esiste nemmeno il reato di tortura. ed eventuali reati di violenza e/o maltrattamento sarebbero prescritti tre volte... da allora.mi chiedo perchè gli vada di perdere tempo con roba del genere.
Mi pare di capire che il denunciato e/o condannato per (presumo) diffamazione fu il brigatista stesso. Credo che punti a togliersi di dosso questa condanna, non a far condannare i torturatori visto che, come dici tu, non è più possibile.
Rimane la domanda di fondo ... perchè gente che secondo alcuni era "serva del potere", consapevolmente o meno, poi veniva così ferocemente e, almeno dal 1982, così regolarmente torturata ?
Già. Se come dici erano "imbecilli", mi pare che non ci siano troppo risposte.
Tutta la questione della "strategia della tensione" (anni di piombo) si offre a molteplici risposte ed è un campo altamente non-lineare. Cercare di trovare risposte lineari può essere interessante, ma poco utile per capire quel complesso fenomeno.
Rimane la domanda di fondo ... perchè gente che secondo alcuni era "serva del potere", consapevolmente o meno, poi veniva così ferocemente e, almeno dal 1982, così regolarmente torturata ?
Già. Se come dici erano "imbecilli", mi pare che non ci siano troppo risposte.
Tutta la questione della "strategia della tensione" (anni di piombo) si offre a molteplici risposte ed è un campo altamente non-lineare. Cercare di trovare risposte lineari può essere interessante, ma poco utile per capire quel complesso fenomeno.
la complessità è troppo difficile da analizzare. Non tutti ne hanno le capacità.
Si, vabbè ... ma se erano "teleguidati" ... cosa che da un certo momento in poi penso pure io .... ho invece idee diverse sulla "teleguida" ... dico, se erano "teleguidati" dal potere allora vigente in Italia con annesse sue alleanze internazionali, quindi "atlantiche" ... se erano, come diceva il Pci e ancora ripete Flamigni "clandestini alle masse ma ben noti alle polizie" ... che cazzo di bisogno avevano polizia e carabinieri di torturarli per sapere nomi, indirizzi di covi, depositi di armi ecc. ecc. ecc. ?
La verità vera è che fino ad un certo punto erano del tutto autonomi ... la chiave di volta è proprio la vicenda Moro che li pone da fenomeno tutto italiano all'attenzione invece internazionale ... e dopo erano sì "teleguidati", almeno sui temi più importanti ... ma da Mosca ... cioè da interessi certamente diversi ( ed a volte anche opposti) al potere dominante in Italia ...
E allora sì che servivano le torture sistematiche ...
Poi erano anche imbecilli, gli stalinisti lo sono sempre ... e Moretti più di tutti .... incapaci di giocare sulle contraddizioni del potere che combattevano ... considerato un "unicum" gestito dal SIM ... più o meno come i "complottisti" di oggi che fanno risalire tutto al Bilderberg .... analisi semplicistica ed imbecille ... che ha quindi permesso al potere la manovra inversa ... cioè giocare sulle contraddizioni delle Br ... ed anche su quelle dei loro, dal dopo Moro in poi, "teleguidatori" ...
Moro, ad esempio, era un pessimo elemento ... tuttaltro che il "santo" che persino qua sopra qualcuno vorrebbe descriverci ... era lui l' "Antelope Cobbler" dello scandalo Lockheed .... l'aveva scritto con dovizia di particolari Paese Sera proprio la mattina di Via Fani e quella copia, dalle 9,30, sparirà dalle edicole e poi pure dagli archivi ... aveva impicci di ogni genere, non particolarmente nobili, con alcuni stati arabi ... praticamente tutto il suo entourage finirà poi in galera per le tangenti petrolifere ... e Moro i "comunisti" del Pci li voleva indebolire ed annichilire in una alleanza contronatura stritolante, non li voleva certo portare al governo "per cambiare l'Italia" ....
Ma col SIM, che pure non era un'invenzione delle Br, Moro non c'entrava niente ... semplicemente i poteri erano divisi, contradditori, frastagliati ... roba che stalinisti e complottisti, di ieri e di oggi, non possono capire ... hanno un bisogno psicologico rassicurante del "tutto bianco o tutto nero" ... degli "amici" e dei "nemici", dei "buoni" e dei "cattivi" ..... ma il mondo non funziona così ...
piccolo off topic radisol: per me pagare le tangenti petrolifere (per acquisire nuove commesse e nuovo lavoro, nonchè una certa autonomia energetica) è un merito che va elogiato.Sono invece d'accordo sulla complessità dello scenario politico del periodo br
Moro, ad esempio, era un pessimo elemento ... tuttaltro che il "santo" che persino qua sopra qualcuno vorrebbe descriverci ... era lui l' "Antelope Cobbler" dello scandalo Lockheed
Il punto è che Moro, come Mattei, come Cefis erano dei "non santi" che però rappresentavano, in maniera elitaria, ambigua e classista quanto si vuole, gli interessi del loro paese.
Il dramma dell'Italia è stata la progressiva perdita prima di sovranità politico militare, poi economico imprenditoriale.
Per quanto riguarda i brigatisti e tutti i movimenti estremisti di destra e sinistra nati dal basso la dolorosa realtà è che la classe subalterna non è in grado di elaborare né visioni coerenti dal punto di vista politico, economico e dei rapporti sociali, né strategie di reazione che in concreto dovrebbero passare per una sensibilizzazione e risveglio delle masse, cosa che per tutta una serie di motivi non viene mai, e non può venire mai, presa in considerazione.
Il brigatista nel momento che si ribella e si "iscrive" in un'organizzazione armata che si oppone concretamente al sistema diventa volente o nolente élite e questa nuova posizione è psicologicamente ingestibile per una persona di classe subalterna.
Per fare solo un piccolissimo esempio pensate al tipo di linguaggio involuto, pretenzioso e farraginoso dei volantini BR; si parlava del SIM con un certo anticipo sulla nostra attualità di Bilderberger e Trilateral ma era evidente, in un modo che ricordandolo mi fa quasi tenerezza, che quei ragazzi coraggiosi ma fragilissimi intellettualmente a causa delle loro origini sociali, usavano quel linguaggio e quello stile per darsi un tono, per avere la sensazione di poter gardare in faccia i padroni senza dover sperare nella loro benevolenza. Per sentirsi all'altezza dell'élite borghese intellettuale più che per rivelare e coinvolgere; per confermarsi in quell'irresistibile quasi inconscia illusione di essere finalmente diventati élite.
In questo senso erano effettivamente degli "imbecilli" che non venivano manovrati direttamente (anche ma non sempre) ma lasciati fare in nome della necessità sempre più incalzante per il "potere" di poter dichiarare quegli "stati di eccezione" con cui arginare le spinte egualitarie intrinseche alla democrazia (e al benessere obiettivamente diffuso dei primi circa 40 anni del dopoguerra che spingeva la gente a interrogarsi sui propri diritti).
Imbecilli inteso come l'unico ruolo che finisce per assumere una rivolta di subalterni la cui aporia di default è che nasce da una condizione di subalternità non accettata e quindi "trova ed esaurisce" la propria forza propulsiva nel sentimento di essere diventati élite combattente.
Nessuna rivolta sarà mai possibile se nella classe dirigente dei rivoluzionari non saranno presenti degli "adulti" non solo con un livello di istruzione sufficientemente alto ma soprattutto con una consuetudine familiare di frequentazioni e codici linguistici della classe dominante (dove dominante è diverso da dirigente).
Nessuna rivolta sarà mai possibile se nella classe dirigente dei rivoluzionari non saranno presenti degli "adulti" non solo con un livello di istruzione sufficientemente alto ma soprattutto con una consuetudine familiare di frequentazioni e codici linguistici della classe dominante (dove dominante è diverso da dirigente).
Questo pone un serio quesito: chi usa (perchè li conosce a memoria) i codici della classe dominante, come può pretendere di parlare "fuori della scatola"?
Se l'imprinting è quello, come si pretende che generi risultati differenti?
Nessuna rivolta sarà mai possibile se nella classe dirigente dei rivoluzionari non saranno presenti degli "adulti" non solo con un livello di istruzione sufficientemente alto ma soprattutto con una consuetudine familiare di frequentazioni e codici linguistici della classe dominante (dove dominante è diverso da dirigente).
Questo pone un serio quesito: chi usa (perchè li conosce a memoria) i codici della classe dominante, come può pretendere di parlare "fuori della scatola"?
Se l'imprinting è quello, come si pretende che generi risultati differenti?
Ecco, ci siamo.
Lasciando perdere la rivoluzione francese che nelle stesse parole dei successivi nostalgici dell'ancien régime fu fatta proprio dall'aristocrazia stessa (non dal popolo) in un tentativo, poi sfuggito di mano, di "hubris" suprema di liberarsi dalla necessità di operare il proprio dominio sociale in obbligatoria simbiosi con la Chiesa, allentando quindi il guinzaglio agli intellettuali e concedendo un accesso sociale alla borghesia imprenditoriale e bancaria...
Tralasciando il passato veniamo a noi, perché siamo in un momento storico quasi unico, ma bisogna aprire gli occhi con umiltà e senza paura di dover scoprire delle verità imbarazzanti su noi stessi.
La "crisi" è il conflitto in atto fra classi dominanti, ossia è l'effetto di uno splittting della classe dominante.
Oggi ne esistono due: una internazionale e cosmpolita legata al capitale finanziario e l'altra territoriale, nazionale, legata al capitale produttivo (a livello soprattutto di impresa media o medio grande) ma anche costituita da famiglie benestanti per lunga tradizione legate al mondo intellettuale.
La seconda sta per soccombere di fronte all'attacco mortale della prima e il risultato sarà l'inevitabile uscita dall'ambito dei "dominanti".
E lo stanno cominciando a capire anche se solo come pericolo e non come urgenza immediata che spinge all'azione.
E' quindi possibile oggi pensare che alcuni elementi della classe dominante, almeno quelli che abbiano come ho detto una tradizione di frequentazioni sociali di alto livello ecompetenze professionali di economia, diritto, storia si rendano conto che per sopravvivere in quanto "uomini liberi" hanno bisogno della spinta della classe subalterna.
La quale classe subalterna accetterà il patto in nome di nuove prospettive di cambiamenti nei rapporti fra classi e nei rapporti di lavoro.
Ma questo va capito da entrambe le parti e chi sta più indietro, in fatto di consapevolezza, sono proprio i subalterni.
Le classi più basse non daranno mai retta a uno che sia come loro se non per adesioni pasticciate come quelle di Grillo (il quale per altro non è classe dominante ma ha "soldi" e "successo", ossia ha due imprtanti elementi che lo rendono accettabile come modello dalle classi meno istruite).
Ci vogliono delle persone di un certo livello che si inseriscano in n'associazione il cui primo obiettivo deve essere "risvegliare" più che "convincere delle proprie proposte".
piccolo off topic radisol: per me pagare le tangenti petrolifere (per acquisire nuove commesse e nuovo lavoro, nonchè una certa autonomia energetica) è un merito che va elogiato.Sono invece d'accordo sulla complessità dello scenario politico del periodo br
I "morotei"- ovviamente non solo loro ma sul petrolio esercitavano, insieme agli ambienti del PSDI di Saragat, una certa "egemonia" nel malaffare - le tangenti le prendevano ... dai petrolieri italiani, da quelli americani e dai paesi produttori, in primis la Libia di Gheddafi .... non è che le pagavano ....
Tutto il contrario di Mattei ... che casomai pagava ...