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Prevede terremoto denunciato per procurato allarme

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afragola
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afragola
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http://www.youtube.com/watch?v=ktc3VsWHMA

Uno Strano effetto luminoso è stato osservato nel cielo di Sichuan 30 minuti circa prima terremoto del 12 maggio 2008 che ha colpito la Cina. Questo video è stato registrato nella provincia di Tian...


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afragola
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sponibile il TERZO DVD di Passaparola: "MAFIOCRAZIA"

Sommario della puntata:
Il profeta del giorno prima
Il business dell'emergenza
I terremoti, il piano casa e il ritorno al nucleare
Meno prevenzione, più morti
I soldi rubati sulla pelle dei cittadini

Testo:
"Buongiorno a tutti.
Non ci sono molte parole, ovviamente, per commentare quello che è successo questa notte: è un evento naturale drammatico. Non si possono fare speculazioni politiche, non si può dare la colpa a nessuno: i terremoti non sono colpa di nessuno, i terremoti vengono. Per sapere dove vengono con più frequenza ci sono studi, mappe.
Noi ci siamo collegati via internet con un sito che potete visionare anche voi subito: http://zonesismiche.mi.ingv.it/mappa_ps_apr04/italia.html. Voi ci andate e trovate l'Italia suddivisa in varie zone colorate che vanno da quella grigio-chiara, la meno pericolosa, a quella blu scura che è la più pericolosa e che, se non erro, si concentra nel cuore della Calabria e nella zona della Sicilia sud orientale.
Questa lingua di fuoco rossa e viola che segnala le zone immediatamente più pericolose sotto quelle blu attraversa il Friuli, dove infatti abbiamo avuto il devastante terremoto del 1976 con mille morti, e poi attraversa l'estremo sud est dell'Umbria, la parte centrale dell'Abruzzo e il punto d'intersezione tra il sud est del Lazio, la parte occidentale del Molise e, longitudinalmente, tutta la parte orientale della Campania fino ad andare a investire mezza Basilicata, gran parte della Puglia e un pezzettino della Sicilia.
Diciamo che questa lingua si conclude sulla punta dello stivale e va a lambire anche ciò che un tempo era collegato e che oggi è separato dallo stretto di Messina, e cioè l'inizio della provincia di Messina; e infatti anche Messina fu teatro, nel 1908, di un terremoto devastante.
Il profeta del giorno prima

Sul terremoto c'è poco da dire, se non che bisognerà accertare molto bene questa questione che si ripropone ogni volta che si verifica un terremoto, cioè se davvero i terremoti non si possano prevedere o se, invece, i terremoti si possano prevedere perché su internet circolano le interviste di Giampaolo Giuliani, un ricercatore credo torinese, che lavora nei laboratori del Gran Sasso dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare quindi non stiamo parlando di un fanatico, un visionario, di uno di questi fuori di testa che vanno in giro a fare i profeti di sventura e le cassandre. Stiamo parlando di uno scienziato e qui pare proprio che non sia il solito profeta del giorno dopo, di quelli che dicono “io l'avevo detto” solo quando si verifica il terremoto: questo signore ha ricevuto un avviso di garanzia dopo essere stato denunciato dalla Protezione Civile – vedremo poi chi materialmente fece questa denuncia, ma credo che nelle prossime ore non ci mancheranno le informazioni – per il reato di procurato allarme, per avere diffuso delle notizie che turbano la quiete pubblica e che non sono fondate, e che invece dalle 3.30 di stamattina si sono rivelate tragicamente fondate.
Questo scienziato dice: “ma come facevo ad avvertire la gente, che l'ultima volta che ho parlato mi hanno denunciato?”. Chiaro che se avesse riproposto quell'allarme gli avrebbero contestato una recidiva nel procurato allarme: l'avevano praticamente ridotto al silenzio.
Il business dell'emergenza

La cosa preoccupante è che la Protezione Civile, in Italia, è sempre nelle mani di persone molto discutibili: è vero che abbiamo avuto ministro della Protezione Civile addirittura Remo Gaspari, abbiamo avuto responsabile della Protezione Civile Franco Barberi, che poi fu indagato per lo scandalo della missione Arcobaleno. Adesso abbiamo responsabile della Protezione Civile un signore molto trasversale, molto bipartisan, che va in giro sempre con la tuta, con la maglietta azzurra come se fosse un giocatore della Nazionale, pieno di patacche; uno che sembra molto attivo, molto ginnico. Però è stato addirittura commissario straordinario in Campania per l'emergenza rifiuti ed è di nuovo stato nominato dal governo Berlusconi, dopo che l'aveva nominato il governo di centro sinistra, commissario per l'emergenza rifiuti.
C'è sempre questo Bertolaso che, evidentemente, piace molto ai partiti e si presenta anche molto bene: evidentemente ha delle capacità o molto professionali e molto tecniche o molto mediatiche e molto politiche.
Sta di fatto che lui e il suo staff in Campania sono tutti indagati per la mala gestione dello smaltimento dei rifiuti, per il riversamento nelle discariche di rifiuti che si sapeva benissimo non sarebbero potuti stare in discarica ma che venivano ammassati lì perché non era mai stato predisposto il famoso ciclo completo per lo smaltimento, il riciclaggio, la raccolta differenziata, lo stoccaggio, il compostaggio e quindi si buttava dentro finché ce n'era.
Chi di voi va su internet trova i verbali dello staff Bertolaso, le intercettazioni telefoniche, che danno un'idea precisa, al di la che ci siano reati o meno – se ne occuperà la magistratura – della gestione delle emergenze che si fa in Italia: si prende un problema risolvibile, lo si lascia incancrenire fino a farlo diventare un'emergenza e su quell'emergenza qualcuno ci muore, qualcuno ci rimette la salute e qualcun altro ci guadagna. Le emergenze, in Italia, sono un business e i terremoti a maggior ragione.
Bertolaso gestirà, speriamo un po' meglio di quello che ha fatto in Campania, l'emergenza del terremoto in Abruzzo.
Non so voi, ma a me quando stamattina è arrivata la notizia del terremoto sono venute immediatamente in mente due cose, così per associazione di idee, probabilmente sono deformazioni professionali: il piano casa e il ritorno al nucleare.
Voi prendete la mappa, che vi ho segnalato prima, di pericolosità sismica per il territorio nazionale e vi rendete conto che tra zone ad altissimo rischio, alto rischio e modico rischio si salva una porzione minuscola: l'Italia è un paese ad alto rischio sismico, infatti non è che i terremoti ci colgono di sorpresa, sarebbe come se in California o in Giappone fossero sorpresi per l'arrivo dei terremoti. Non si può essere sorpresi quando ci sono precedenti storici che sono uno stillicidio continuo di stragi. Anche qui, su internet si trovano molte cose.
L'Abruzzo è la regione storicamente più colpita dai terremoti: L'Aquila 1786, la Marsica e Avezzano 1904, Messina 1908, 1915 di nuovo la Marsica e Avezzano, 1919 si va su al Mugello. Ma La Marsica e Avezzano nel 1915: 30.000 morti; poi c'era la guerra e li abbiamo messi tutti nel conto, ma ci furono 30.000 morti. Nel 1919 il terremoto al Mugello, 1930 l'Irpinia – la prima volta in questo secolo, poi ce ne fu un altro -, nel 1933 la Maiella, 1943 Marche e Abruzzo, 1958 L'Aquila, 1963 secondo terremoto in Irpinia, 1968 il Belice, 1976 il Friuli con mille morti e nel 1980 abbiamo di nuovo l'Irpinia, la provincia di Salerno e un pezzo della Basilicata.
Nulla di sorprendente, coi terremoti bisogna convivere, come direbbe il ministro Lunardi a proposito della mafia, soltanto che i terremoti davvero potrebbero magari essere prevedibili se ha ragione questo ricercatore, ma sicuramente sono inevitabili.
I terremoti, il piano casa e il ritorno al nucleare

E allora bisognerebbe comportarsi di conseguenza tenendo sempre presente che noi siamo un territorio sismico: avete presente il piano casa? Avete presente il piano casa nella sua prima formulazione ma anche nella seconda, quella sulla quale le regioni hanno calato allegramente le brache perché non sta bene dire di no al presidente del Consiglio padrone d'Italia e padrone di tutto.
Il piano casa consente all'inizio ai proprietari praticamente di tutto ciò che c'è di costruito, adesso ai proprietari di una parte – bisognerà vedere nei particolari quali abitazioni – di allargarsi del 20/30% di cubatura. Immaginate... avete presente i mostri che ci sono in giro? Immag
inateli aumentati del 20/30% cosa possono diventare: un terzo di mostri in più. Pensate che molti di quei mostri di cemento stanno in zone mediamente, altamente o altissimamente sismiche e quindi pensate all'effetto moltiplicatore di morti nel caso di un terremoto come quello di stanotte.
Io non so se qualcuno ha ancora i fusibili e i cavi della testa collegati, ma bisognerebbe fare dei collegamenti: noi la settimana scorsa eravamo in pieno fervore edificatorio, “i muratori possono partire!”, questo ci diceva il Presidente del Consiglio.
Il piano casa ce l'ha regalato la natura stanotte e ci ha fatto capire che forse in questo Paese bisogna tenere presente di quale Paese si tratta.
Mi veniva in mente anche questo meraviglioso piano per costruire 4 o 5 nuove centrali nucleari: per fortuna sono parole, ma intanto iniziano le procedure, si iniziano a buttare i soldi. Qui non è neanche in discussione centrali si o centrali no, nucleare si o nucleare no: qui ci sarebbe da discutere se un Paese ad altissimo rischio sismico come l'Italia, in un'epoca nella quale esistono alternativa per approvvigionarsi di energia rispetto al nucleare – uno può dire “c'è solo il nucleare”, una volta avevamo solo il petrolio, adesso ci sono alternative -, in questo contesto, in questo paese sismico siamo proprio sicuri di poterci permette a cuor leggero di mettere in piedi 4 o 5 impianti nucleare che saranno pronti nei prossimi vent'anni ma che inizieranno ad essere pericolosi molto prima di quando verranno inaugurati?
Proviamo a immaginare dove verranno dislocati: sicuramente nel calcolo delle probabilità 2 su 5, 3 su 5 finiranno in zona sismica, visto che in Italia sono molto estese, dopodiché non c'è centrale sicura che possa garantire di non emettere radiazioni letali in un contesto di un terremoto che oggi nessuno di noi può prevedere.
Mi viene in mente, guardando quella lingua di fuoco che attraversa l'Italia nelle parti più a rischio: va a finire proprio dove la punta dello stivale da un calcio nel culo alla Sicilia e cioè tra Scilla e Cariddi. Scilla e Cariddi sono il punto di partenza e il punto di arrivo del mirabolante, fantasmagorico ponte sullo stretto di Messina. Già si ride molto, tra gli esperti internazionali, sulla possibilità di un ponte a campata unica, il più lungo del mondo, perché quella è una zona molto ventosa e ci sono grossi rischi di stabilità solo per le correnti ventose; ma qui siamo color viola, quasi blu: immaginate Messina, che ancora ci ricorda con le sue ferite aperte il terremoto del 1908. Anche perché l'anno scorso si sono celebrati i cento anni di quel terremoto e chi è andato a documentare la situazione nelle zone terremotate di Messina cento anni fa ha scoperto baracche, catapecchie, prefabbricati, interi quartieri dove non ci sono le fognature, dove lo Stato non è ancora arrivato cent'anni dopo.
Quelle ferite aperte dovrebbero almeno dirci “siamo proprio sicuri di fare un ponte proprio lì”? Se bastano le correnti ventose a mettere a rischio un ponte, immaginarsi se dovesse riprodursi un terremoto, e questa mappa di pericolosità dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, non stiamo parlando delle solite Cassandre catastrofiste, ci dice che lì si annida una delle massime concentrazioni di rischio.
Sto parlando da profano, le cose di buonsenso che si possono dire semplicemente cercando di collegare quattro cose che dovrebbero venire in mente ai nostri politici di cui leggiamo le solite giaculatorie, i soliti ammonimenti, “stiamo insieme, lavoriamo insieme”: per carità, non lavorate, non andate lì, non disturbate, lasciate libere le squadre! Vi ricordate la scena di Vermicino col povero Pertini che, credendo di fare chissà che cosa, riuscì soltanto a intralciare, per non parlare di Berlusconi che naturalmente coglierà l'occasione del terremoto per tirar su un po' di voti; l'abbiamo già visto anche perché di solito i suoi governi coincidono con catastrofi di ogni genere – lui porta molta fortuna a se stesso ma una discreta sfiga agli altri -, l'abbiamo già visto in zone di disastri.
Abbiamo visto a San Giuliano di Puglia, quando promise di ricostruire una San Giuliano 2, come Milano 2: “i miei architetti giungeranno sul posto!”, oppure quando ci furono le stragi negli sbarchi nel mare adriatico, quando disse: “gli sbarcati dall'Albania li ospito io”. Tutte balle, naturalmente, sono tutte cose che si dicono a favore di telecamera: a San Giuliano la situazione è ancora critica e di lui non hanno sentito più notizia alcuna.
Sicuramente lui andrà lì come un avvoltoio ad approfittare di una situazione per tirar su qualche voto, anche perché siamo in campagna elettorale per le europee e lui deve arrivare al 51%.
Speriamo che i politici evitino il più possibile quelle zone e lascino arrivare i volontari e i tecnici compresi magari quelli come Giuliani che vedono lontano e sanno come si risolve la situazione.
Meno prevenzione, più morti

Noi siamo un Paese dove la prevenzione, anche delle disgrazie che possono essere previste e prevenute, lascia il tempo che trova; immaginate se si rispettassero le regole dei piani regolatori e delle modalità di edificazione: avremmo molti meno morti per i terremoti. Pensate se in questi anni, invece di continuare a dare il via all'edilizia selvaggia ci si fosse concentrati sulla stabilizzazione, solidificazione, il miglioramento delle abitazioni con tutti gli accorgimenti per renderle da un lato permeabili al rischio sismico e dall'altro anche più risparmiose. Pensate a quello che sta facendo in tutto il mondo per incentivare i lavori che rendono le case più sicure dall'interno e dall'esterno: invece di dire “aumentate” bisognerebbe dire “sistemate le vostre case”; non c'è bisogno di case più grandi, ma di case più sicure e meno dispendiose.
Questa sarebbe stata un'ottima politica di prevenzione, soltanto che i palazzinari ci avrebbero guadagnato poco, e sapete che la lobby dei palazzinari è piuttosto influente in questi anni.
Mi sono stampato qualche esempio che qualche mese fa feci ad Annozero sul tipo di prevenzione che siamo in grado in campo in Italia: le regole se uno va a cercarle nella giungle delle 300-400 mila leggi – nessuno sa quante ne abbiamo – ci sono sempre. Le regole restano intatte finché un magistrato non si accorge che esistono e non comincia a farle rispettare aprendo un procedimento: appena si scopre che una regola funziona e che un magistrato la usa per incriminare un potente che l'ha violata, immediatamente quella regola viene cambiata, o viene trasferito il magistrato a seconda dei cicli. Dopodiché succede il patatrac, si dice che c'è l'emergenza, si chiedono regole più severe poi si va a scoprire che le regole severe c'erano ma erano state appena ammorbidite per salvare il potente di turno.
Negli anni Ottanta c'era un tetto di atrazina per l'acqua potabile “x”: a questo punto i magistrati cominciarono a processare le aziende che producevano e inquinavano con l'atrazina le acque e le falde acquifere sopra la soglia consentita dalla legge. Iniziarono i processi e nel bel mezzo dei processi il ministro dell'industria Donaccaten alzò il livello consentito di Atrazina legalizzando ex post l'illegalità, e i processi andarono in fumo. La corte di Giustizia Europea bocciò quella legge, ma intanto gli italiani avevano bevuto veleni illegali per diversi anni.
Pensate a quello che successe nel 1988, dodici anni anni dopo il disastro della Icmesa di Seveso, quando finalmente fu varata la famosa legge Seveso sulle aziende ad alto rischio ambientale che dovevano autodenunciare il proprio rischio ambientale e poi dimostrare le modalità con cui ovviavano e mettevano i cittadini al riparo da rischi ambientali. Si scoprirono un sacco di aziende fuorilegge, nel senso che non si erano denunciate per il rischio ambientale, non avevano dimostrato come fare a scongiurarlo, partirono i processi a queste aziende ma nel 1994 arriva Berlusconi e fa un decreto per salvare le aziende fuorilegge, c
ioè quelle che non si sono autodenunciate e che hanno millantato di fare misure di sicurezza che in realtà non c'erano. Anche lì, la Corte Europea ha condannato l'Italia per la mancata vigilanza sulla legge Seveso ma intanto moltissimi cittadini erano rimasti esposti al rischio di queste aziende.
Non parliamo dei condoni ambientali, dei tentativi continui di depenalizzare la legge Merli.
Nel 1994 arriva la 626, la legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro che recepisce con enorme ritardo la normativa europea in materia; due anni dopo vengono condannati a Torino, grazie al procuratore Guariniello che è un avanguardista – proprio oggi si apre il processo Eternit per le migliaia di morti da amianto a Casale Monferrato e negli altri stabilimenti -; Guariniello fa condannare in primo grado tutti i petrolieri italiani, nel 1996, perché ci sono tassi di benzene altamente inquinanti nelle benzine, alla pompa nei distributori. Immediatamente arriva una proroga legislativa che consente ai petrolieri di avere altri 2 anni per mettersi in regola: alzano provvisoriamente il livello di benzene consentito nelle benzine e così i processi vanno in fumo e i petrolieri si salvano.
Idem per la legge 494 sulla sicurezza nei cantieri edili: ci sono circolari che di fatto neutralizzano la legge e in via regolamentare autorizzano i palazzinari a fare ciò che la legge vieta. La Corte Europea ancora una volta ci condanna, perché le leggi non possono essere modificate con semplici circolari, ma intanto le circolari hanno fatto i loro effetti nei cantieri.
Nel 1995 depenalizzano i reati commessi dai sindaci per i comuni che hanno impianti di depurazione insufficienti; nel 1997 depenalizzano i rifiuti illegali.
Alla fine degli anni Novanta esplode il morbo della mucca pazza: gli allevatori ingozzano il loro bestiame di farine animali vietatissime e pericolosissime: la legge sui mangimi c'è, proibisce questo comportamento e quindi in Italia dovremmo essere al riparo da questi rischi. Ma quando Guariniello va a vedere come vengono fatti i controlli nelle aziende produttrici di mangimi scopre che ci sono mangimi fatti con carni animali e nelle aziende agricole molto spesso scopre che vengono dati questi mangimi al bestiame; allora chiede come avvengano i controlli e scopre che in realtà venivano fatti ad autocertificazione: arrivava uno e chiedeva “qua usate mangimi di origine animale?” “no!” “perfetto, grazie e arrivederci” e se ne andavano. Come chiedere all'oste se il vino è buono, infatti mandati i Nas in giro scoprirono un sacco di aziende nelle quali si faceva uso di mangimi animali. Nel 1999 quando queste aziende vengono portate alla sbarra scatta la depenalizzazione della legge sui mangimi per salvare queste aziende: anche quella legge andava bene finché non la si applicava.
Nel 2000 abbiamo recepito la legge europea sulla responsabilità giuridica delle imprese, delle società, la legge 231 che fa sì che non solo gli amministratori che violano la legge siano punibili ma anche le società rispondono delle violazioni dei loro dirigenti. Su pressione della Confindustria, però, la legge 231 viene applicata ad alcuni tipi di reati commessi dalle aziende ma non tutti, per esempio restano fuori gli infortuni sul lavoro. La Confindustria non vuole che le aziende in quanto tali paghino per la loro responsabilità oggettiva negli infortuni sul lavoro. Poi questo buco, nato nel 2000, viene riempito sia pure molto tardi, nel 2006, dal governo Prodi, una delle poche cose buone fatte.
Nel 2001 la procura di Firenze apre un'indagine sui lavori dell'alta velocità ferroviaria perché gli scavi delle gallerie hanno inquinato le falde acquifere in Toscana. Il ministro Lunardi fa immediatamente una legge ad hoc che trasforma le terre e le rocce da scavo, anche se inquinanti, in opportunità per riempire le cave o le depressioni del terreno: per legge stabilisce che i rifiuti non sono più rifiuti. Il trucco è quello di diluire l'inquinamento aumentando il volume della massa considerata per ridurre la proporzione dei materiali inquinanti: si mischia una tonnellata di veleno con 100 tonnellate di rocce non inquinate e il gioco è fatto. La Corte di Giustizia apre l'ennesima procedura contro l'Italia ma naturalmente i danni ormai sono fatti.
I soldi rubati sulla pelle dei cittadini

Questo è il metodo che applichiamo noi in Italia per non prevenire, anzi per agevolare, i disastri anche quelli che, più o meno prevedibili che siano, sono comunque inevitabili.
Ogni scandalo e disastro in Italia ha prodotto un caso di malaffare: si è rubato sul terremoto in Campania, 62.000 miliardi di lire in gran parte spariti nelle tasche dei politici campani e degli imprenditori del nord, oltre che della Camorra: processo, prescrizione dei reati, tra gli imputati salvati dalla prescrizione Pomicino, che stiamo rimandando in Europa nel Popolo della Libertà e il leader regionale dell'Udeur, credo si chiamasse Fantini.
Sulla Valtellina, si è rubato sulla ricostruzione in Valtellina. Uno degli assessori che rubavano è uno dei principali collaboratori di Formigoni.
Missione Arcobaleno: si è rubato anche sull'emergenza degli immigrati dall'Albania.
La Protezione Civile, purtroppo, è spesso questa roba qua.
Questo però è il primo disastro dell'era di Internet, è il primo grosso disastro che capita in Italia con Internet a illuminarlo. Io non ho attese messianiche per Internet, penso che però sia uno strumento fondamentale. Penso che su questo disastro sarà un po' più difficile speculare nelle proporzioni delle altre volte; penso che ogni cittadino, soprattutto in Abruzzo, è impegnato fin da oggi a controllare che questi morti non diventino un business per i soliti noti e penso che tutti debbano tenere gli occhi aperti e diventare un po' delatori ogni volta che subodorano qualche cosa, qualche ruberia che viene fatta sulla pelle dei morti di questa notte.
Passate parola."
http://www.beppegrillo.it/2009/04/passaparola_lun_23/index.html?s=n2009-04-06


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Galileo
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Per Afragola.
Si vero quello che dici a riguardo dei paesi con un tessuto edilizio risalente a 300 anni fa’: ma domanda? Cos’è venuto giù con questo terremoto? Il nuovo o il vecchio?
Andiamo a vedere senza metterci tutte quelle cose che ci metti tu.

Ci fai una scommessa?

Per “nessuno”
Vecchio te lo ficchi nel c****. (ops) 😆 😆 😆 😆 😆


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psy
 psy
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Intervista a giuliani.

http://www.youtube.com/watch?v=u2I3CVnGnCI

Il suo metodo può essere affidabile o forse no. Ma nessuno si prende la briga di verificarlo seriamente, e di finanziare una ricerca per potenziarlo. Perchè in Italia ci sono troppi professoroni invidiosi che devono proteggere le loro poltroncine nelle università e nei posti di governo (vedi bertolaso).

Grazie.


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Galileo
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Iniziamo con dare due calci nel culo a Zichichi per quella merda di libro che ha scritto sopra Galileo Galilei: Galilei divin uomo.

Così iniziamo a liberare un posto.

Poi, visto che oggi stò di buon umore, prendiamo a bastonate sulle mani a questi scienziati che discreditarono a Giuliani e li mettiamo a pedalere in modo che facciano i "generatori di corrente" elettrica, che Dio li fulmini.

Zzzzot.


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afragola
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ah ma galilea allora ce fai ma hai letto bene il mio posto ho detto il vecchio ed il nuovo è crollato ..il vecchio tessuto per lo piu' (conoscendo l'abruzzo e il molise ) sono costruiti con il materiale lapideo incerto o incertum come usavano dire i grandi ingegnieri romani ma loro conoscevano bene il modo come distribuire le forze inserendo catenelle in mattoni piu' resistenti ed elastici )..cioe' pietrame non squadrato --ciottolame di fiume con scarsa resistenza meccanica al taglio ed al momento flettente ed alla compressione ..elasticita' pari a zero
il nuovo che è venuto giu' sono quelle strutture realizzate tra gli anni sessanta e settanta realizzati senza i particolari e necessari arcorgimenti antisismici ,secondo me mal dimensionati e non a telaio cioe' senza travi rovescie con plinti e palificate ..cioe' struttura punti forme molto meno resitente ..mettici la scarsa consistenza e l'uso presapochista della carpenteria in ferro ed ecco il patatrck ... mi faro mandare foto in particolare e poi vediamo ..
sommettiamo che vinco io signora galiea ? se vinco io lei ,qunado ritorno in italia mi viene a pulire lo studio ..chiaramente vitto alloggio stiratura e pulitura gratis o a forfet se vince lei ..io le tiro i peli dal petto


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Galileo
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E come la mettiamo visto che anch’io scommeto sul vecchio?


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afragola
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sul vecchio ...bisogan capire che significa vecchio ..vecchi sistemi ? uso di materiali "tradizionali? beh leggi qua
Cronaca
Un prototipo di casa in legno Sofie
In collaborazione con la Provincia di Trento

Cnr, c'è la casa che resiste a 7,2 Ritcher. Gli architetti che ricostruirono il Friuli: dare più potere ai sindaci

Si chiama Sistema Costruttivo Fiemme (Sofie) e l'anno scorso ha resistito al test che simula il terremoto di Kobe nel quale, in Giappone, persero la vita 6000 persone. Fabio Oblach, architetto che partecipò alla riedificazione nel 1976 dell'area friulana: ''Il successo è stato determinato dallo stabilire che gli amministratori locali fossero i funzionari delegati per l'erogazione dei contributi''

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ultimo aggiornamento: 07 aprile, ore 16:45
Roma, 7 apr. (Adnkronos) - Dopo le lacrime, la morte ed il dolore nell'Aquilano devastato dal terremoto si aprira' la pagina della ricostruzione. E scienziati e tecnologi parlano chiaro: serviranno strutture antisismiche. Cosi' a mettere le proprie competenze a disposizione delle popolazioni colpite dal sisma di ieri scende in campo il Cnr che ha progettato, e testato con successo un anno fa in Giappone, una casa antisismica in legno, capace di resistere all'onda d'urto di magnitudo 7,2 della scala Richter, pari al sisma di Kobe che uccise, nel 1995, oltre seimila persone. Il progetto si chiama Sofie, Sistema Costruttivo Fiemme, ed e' un prototipo messo a punto dall'Istituto Ivalsa-Cnr, insieme alla Provincia di Trento.

A convalidare il progetto italiano, spiega il Cnr, "sono stati i laboratori dell'Istituto nazionale di ricerca sulla prevenzione disastri (Nied) di Miki, in Giappone, dove, alla fine del 2007, la casa di legno di sette piani e 24 metri di altezza realizzata dall'Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree del Consiglio nazionale delle ricerche (Ivalsa-Cnr) di San Michele all'Adige (Trento) ha resistito con successo al test antisismico considerato il piu' distruttivo per le opere civili: la simulazione del terremoto di Kobe di magnitudo 7,2 sulla scala Richter''.

"Mai prima al mondo - afferma il Cnr - una struttura interamente di legno e di tali dimensioni aveva resistito a una simile forza d'urto. Il test e' il risultato finale di studi e ricerche durate cinque anni che hanno individuato, nella combinazione di materiali e connessioni meccaniche del prodotto 'Sofie', la tecnica costruttiva ideale contro i terremoti".

"Si tratta - spiega ancora il Cnr - di un sistema, detto anche X-Lam, Cross Laminated Timber, ideato una decina d'anni fa in Germania ma sviluppato e perfezionato in Italia, che si basa sull'utilizzo di pannelli lamellari di legno massiccio di spessore variabile dai 5 ai 30 centimetri incollati a strati incrociati". La ricerca condotta da Ivalsa-Cnr, grazie a un progetto di ricerca finanziato dalla Provincia autonoma di Trento, "ha dimostrato in modo definitivo -afferma il magggior Ente pubblico di ricerca italiano- l'assoluta affidabilita' e sicurezza, oltre al valore aggiunto in termini di comfort abitativo, risparmio energetico e rispetto per l'ambiente, del legno come materiale per l'edilizia".

"Il legno -prosegue il Cnr- e' infatti una valida alternativa ai metodi costruttivi tradizionali, in acciaio o muratura, e soprattutto un'alternativa economica, visto che, a parita' di costi, le prestazioni e i rendimenti sono migliori". "Il test effettuato al Nied di Miki sulla casa a sette piani -conclude il Cnr- segue un'analoga prova condotta dall'Ivalsa-Cnr nel luglio 2006, sempre in Giappone, su una casa di tre piani, e una simulazione di incendio nella quale l'abitazione e' riuscita a conservare intatte le sue proprieta' meccaniche e inalterata la propria struttura portante dopo oltre un'ora di fuoco".

Attualmente, il primo esempio di rigorosa applicazione della tecnologia Sofie a un edificio pubblico e' in fase di realizzazione a Trento, con un collegio universitario di 5 piani che ospitera', in piena sicurezza, circa 130 studenti.

Sulla tragedia in Abruzzo è intervenuto Fabio Oblach, architetto triestino di 55 anni con studio a Spilimbergo, in provincia di Pordenone, che fu impegnato per una decina d'anni nella ricostruzione del Friuli dopo il sisma del 1976. Secondo Oblach, i sindaci delegati ad erogare i finanziamenti, la popolazione coinvolta nella ricostruzione e la conservazione della memoria storica sono stati i tre elementi che hanno fatto del dopo terremoto del Friuli un modello per tutta Italia.

"Il successo della ricostruzione in Friuli -spiega Oblach- e' stato determinato dallo stabilire che gli amministratori locali, i sindaci, fossero i funzionari delegati per l'erogazione dei contributi. Sono stati cosi' evitati con passaggi nei finanziamenti che in altre esperienze hanno visto i soldi disperdersi in mille rivoli. E' stato questo -aggiunge il professionista- uno degli elementi fondamentali del successo dell'operazione, perche' si e' applicato una sorta di federalismo, con il cittadino in grado di controllare quanto accadeva nel suo territorio".

"Poi -ripercorre l'architetto- c'e' stato una specie di governo di unita' nazionale a livello regionale, per cui tutte le forze politiche lavorarono insieme con l'obiettivo di dare una casa presto ai terremotati e nel contempo per assicurare l'occupazione, e quindi ricostruire le attivita' produttive del territorio".

Oblach, che fu molto attivo nella ricostruzione di Castelnovo del Friuli (Pordenone), ricorda che in quel caso si tratto' del ''primo intervento pubblico di ricostruzione fatto in Friuli Venezia Giulia con delega dei beneficiari del contributo. Il contributo -spiega l'architetto- era determinato in base al nucleo famigliare e, anche per risparmiare, piu' beneficiari si univano e delegavano l'ente locale all'appalto di interventi unitari per piu' alloggi. La gara d'appalto la faceva poi l'ente locale''.

Oblach ritiene molto importante, nella ricostruzione del Friuli, il coinvolgimento della popolazione locale: ''Fondamentale -afferma- fu l'immediata creazione di gruppi di persone che cominciarono a ragionare sulla riedificazione anche attraverso assemblee, alle quali partecipavano i tecnici''. Di rilevante importante fu infine, assicura Oblach la ''conservazione della memoria''. ''Se le case furono costruite in un determinato posto c'e' una ragione e quella storia va preservata, conservata'', sostiene Oblach, che non concorda su un'eventuale spostamento dei terremotati dell'Abruzzo nelle cosiddette new town. Infine, l'architetto che partecipo' anche alla ricostruzione di Camerino dopo il terremoto delle Marche del 1997 ricorda ''la grande solidarieta' nazionale che nel dopo Friuli non fece mancare le risorse''.

Un altro professionista che fu impegnato nella ricostruzione del Friuli, Alfonso Degan Bianchet, con studio a Gemona (Udine), concorda pienamente con il collega Oblach, suo coetaneo, e mette in guardia sulle ''new town'': ''Gli esempi di Londra e Parigi -afferma- tutte esperienze risalenti agli anni Settanta, hanno visto che 'new town' diventare di fatto, soprattutto in Francia, delle banlieue''.

''Mantenere la memoria dei luoghi e della gente e preservare il patrimonio storico e architettonico in modo serio'', e' indicato da Degan Bianchet come l'unico modo vincente di ricostruire. Il terremoto dell'Abruzzo, suggerisce l'architetto, deve essere preso ''come un'occasione per ricostruire in maniera antisismica l'intero centro storico de L'Aquila''.

http://www.adnkronos.com/IGN/Cronaca/?id=3.0.3189576492

forse il "vecchio"utilizato con tecniche innovative se po' fa ...


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afragola
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http://www.adnkronos.com/IGN/Cronaca/?id=3.0.3189798379
Un altro pastore conferma: "Previsto la scossa che ha portato distruzione"

Strage di pecore, pastori in lutto: ''Avevano dato l'allarme un'ora prima''

Il racconto di Franco Romualdi, detto 'Er Pecoraro': "Gli ovini hanno cominciato a belare circa 60 minuti prima del terremoto. A Paganica è stata una strage, si sono salvati solo gli animali che erano all'esterno"

ultimo aggiornamento: 07 aprile, ore 20:29
Roma, 7 apr. (Adnkronos) - Le pecore d'Abruzzo hanno previsto il terremoto. Un'ora prima che la terra cominciasse a tremare, infatti, gli ovini dell'Aquila e dintorni, all'interno dei loro ricoveri, "hanno cominciato a belare. Se le avessimo ascoltate le nostre pecore", dice ora Franco Romualdi, soprannominato 'Er Pecoraro', che di professione fa il pastore.

Romualdi, a Castellalto nel teramano, ha un gregge di 500 pecore. "I miei ovini - racconta - sono fortunatamente tutti salvi, ma soprattutto a Paganica, vicino all'Aquila, molti miei colleghi hanno perso le loro pecore". Come racconta il pastore abruzzese, "si sono salvate solo le pecore che si trovavano all'esterno. Ma molte di quelle che si trovavano nei ricoveri o nelle stalle non sono riuscite a mettersi in salvo. Per non parlare delle mucche che, non essendo agili e essendo legate, sono rimaste schiacciate nei loro ricoveri".

Eppure sia a l'Aquila che a qualche chilometro di distanza, gli ovini, come racconta il pastore di Castellalto, "avevano previsto la scossa che ha portato distruzione. Io non ero riuscito a capire il perché di quei belati insistenti - conclude Franco Romualdi - ma gli animali avevano percepito che cosa sarebbe accaduto. Ora per sicurezza resteranno tutte all'esterno, in aperta campagna".

gli animali sono sismografi naturali ....cosa impressionante ..dovremmo amare di piu' gli animali ..ci avvisano di molte cose e si rendono utili nelle tragedie, come i cani forse dovremmo avere piu' compassione anche per ste povere pecorelle


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afragola
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Sulla tv pubblica giapponese sotto accusa le nostre tecniche di costruzione
Il Giappone è un paese ad altissimo rischio sismico

Il terremoto che ha devastato l'Abruzzo e' dovuto allo slittamento di una faglia superficiale, profonda soltanto uno o due chilometri, che ha causato una
scossa non forte in assoluto, ma intensa.
E' la ricostruzione di Yashiko Yamanaka, professoressa della Universita' di Nagoya ed esperta sismologa, che spiega quanto e' accaduto in una intervista pubblicata nell'edizione serale dell'Asahi Shimbun e alla Nhk, la tv pubblica nipponica.
"Ho analizzato - spiega - le onde sismiche registrate in tutto il mondo e sembra che il terremoto avvenuto il 6 aprile in Italia sia stato intenso a causa del movimento di una faglia che e' situata a poca profondita', a uno o due chilometri".
La faglia in questione ha circa 10 chilometri di larghezza e e 20 di lunghezza. "Si e' mossa da Nord a Sud-Est - aggiunge l'esperta - mentre la parte ovest e' affondata per circa 60 centimetri per la durata di 10 secondi".
Sulla Nhk, inoltre, si sono alternati programmi sulla vicenda abruzzese sulla quale si e' focalizzata l'attenzione di diversi esperti che hanno provato a interpretare le immagini.
Nel mirino, in un Paese dove la totalita' delle costruzioni e degli ammodernamenti e' fatta in funzione di efficienti e rigide norme antisismiche, sono finite le tecniche di realizzazione delle case.
Ad esempio, i pilastri degli edifici, sulla base dei filmati, "appaiono troppo sottili", mentre e' "sorprendente", ha spiegato un professore dell'Universita' di Tokyo, l'uso dei mattoni rossi e forati nei muri portanti, molto simili - in base alle valutazioni emerse - ai mattoncini Lego che a laterizi utili per reggere alle scosse.
beh nu c'vo' a zingara p'anduvina' cuncetta ....la giapponesina ha scoperto l'acqua calda mah ..
pure un cieco ha notato i pilatrisotto dimensionati e le murature portanti fallaci (laterizi forati ,senza cordolo e inadatti a fare da muratura portante ) sti nippobanzai ....mah

http://www.rainews24.it/notizia.asp?newsid=113881


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afragola
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IL CORROSIVO di marco cedolin
http://ilcorrosivo.blogspot.com/
giovedì 9 aprile 2009

Marco Cedolin
L’immane tragedia del terremoto che ha duramente colpito la gente d’Abruzzo, provocando quasi 300 vittime, oltre 1000 feriti e 27.000 sfollati, ha dimostrato una volta di più la totale perdita di contatto con la realtà e lo stato di totale catatonia nel quale versa l'informazione italiana.
Le immagini del TG1 del 7 aprile, in apertura del quale una fiera annunciatrice imbellettata, esordendo con “Ascolti Record”, sciorinava senza vergogna e con dovizia di particolari i dati del grande successo di ascolti conseguiti dal telegiornale durante i giorni del terremoto in Abruzzo, basterebbero esse sole a far comprendere quale livello di degrado abbia ormai raggiunto l'informazione nel nostro paese. Ascoltando i dati dello share di una catastrofe che per molti abruzzesi ha significato morte e disperazione, enumerati con certosina precisione e insano compiacimento e tradotti in un messaggio promozionale a favore del TG principe di “mamma Rai” è impossibile non restare attoniti e basiti, domandandosi cosa alligni negli atrofici cervelletti di coloro che in Italia gestiscono l’informazione miliardaria.
Menti ottenebrate che traducono le tragedie, il dolore ed i sentimenti umani in algidi dati auditel, utili a rinfocolare il budget pubblicitario. Automi disumanizzati pronti a profondersi in complesse calcolazioni riguardo alla potenziale resa in termini di ascolto di ogni catastrofe. Attori consumati intenti a spettacolarizzare la morte e la sofferenza, alla perenne ricerca di un punto di share in più.

A fare da corollario al raccapricciante siparietto di Rai uno, occorre ricordare come relativamente al terremoto in Abruzzo avesse già avuto modo di mettersi in luce “l’eroe dei rifiuti di Napoli” Guido Bertolaso che avvertito dell’imminenza del sisma dal ricercatore Giuliani lo aveva liquidato definendolo “un imbecille” ed invocandone la denuncia per procurato allarme.
L’immarcescibile Silvio Berlusconi che ha colto nella tragedia un’opportunità per iniziare la campagna elettorale e progettare nuove cementificazioni, non prima ovviamente di avere rincuorato i terremotati abruzzesi dicendo loro che “li avrebbe mandati in vacanza al mare a spese dello Stato”.
“L’eroica” multinazionale dei disastri Impregilo che dopo poco più di un mese dalla conclusione del processo che la vedeva coinvolta nella distruzione del Mugello, risulta essere fra coloro che hanno costruito l’ospedale San Salvatore dell’Aquila. Un nosocomio costato 9 volte più del previsto, uscito dalle conseguenze del sisma molto più lesionato di quanto non fosse logico attendersi da una struttura di questo genere.
Sullo sfondo di tutta questa grottesca situazione, i malcapitati cittadini abruzzesi, costretti perfino a pagare il pedaggio dell'autostrada ogni qualvolta devono recarsi presso le proprie abitazioni lesionate per recuperare le masserizie, ai quali non può che andare la solidarietà di tutti coloro che non si riconosco in questa politica e in questa informazione.


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corrado
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GLI SCIENZIATI DI OGGI SI CREDONO EREDI DI GALILEO, MA SI COMPORTANO COME BELLARMINO (L'INQUISITORE)


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Galileo
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Afragola non ce la faccio a leggere tutto…fammi un riassunto se puoi.

Comunque vada, vince il vecchio.

Termineremo con un 1.000 di morti, non so quantificarti i feriti, sfollati, senza casa...ma gli Abruzzesi sono forti e lavoratori.


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Galileo
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GLI SCIENZIATI DI OGGI SI CREDONO EREDI DI GALILEO, MA SI COMPORTANO COME BELLARMINO (L'INQUISITORE)

Beccati questa corrado:

Fonte http://www.etleboro.blogspot.com/

09 aprile 2009
L'oscurantismo della scienza ufficiale

Un direttore del Centro Nazionale di Ricerche aggredisce un semplice studioso di fenomeni sismici, senza fermarsi a capire quali siano i risultati delle sue ricerche portate avanti. Il caso Giuliani, alimentato dalla polemica sulla prevedibilità o meno dei terremoti, è il classico caso che ci conferma l'oscurantismo in cui continuiamo a vivere.

La storia si ripete. Come da sempre ormai, la comunità scientifica dei "professoroni" apre un dibattito sui metodi ufficiali della ricerca e della scienza. Il caso Giuliani, alimentato dalla polemica sulla prevedibilità o meno dei terremoti, è il classico caso che dimostra la grande estraneità della "noblesse" scientifica alla realtà, senza mai provare a mettersi in discussione e provare a verificare se una teoria sia falsa oppure vera, o verificabile con una seria sperimentazione. Che il Dottor Giampaolo Giuliani abbia ragione oppure meno, non cambia la realtà, ossia che lo snobismo della comunità scientifica è sempre la stessa, nonostante la storia abbia dimostrato che la ricerca è in continua evoluzione e non esiste una verità assoluta che non possa essere ridiscussa. Quando questo caso smetterà di far discutere, con il tempo e una volta che la tragedia sarà metabolizzata dagli italiani, possiamo assicurarvi che tutto resterà come prima, le telecamere si spegneranno e i professoroni continueranno a fare i loro seminari,i loro viaggi e i loro banchetti. Tali episodi ci lasciano sconcertati, in quanto è evidente che la scienza non esiste se sono pronti a vendere le anime della gente all'usura, perchè chi decide sulla ricerca o sull'apertura di una sperimentazione ha le chiavi del nostro progresso.

Vivendo nell'egoismo, parlando di scienza con tecnicismi a proprio piacere, solo per non far capire ad altri "le cose stupide" che dicono, e affrettandosi a spargere la voce che vi sono pazzi ciarlatani, non fanno altro che confermarci l'oscurantismo in cui continuiamo a vivere. Non occorre certamente essere un professorone per umiliare un semplice ricercatore, che lavora per lo Stato, semplicemente per non rispondere a dei seri interrogativi Ma tutti noi possiamo sentirci in qualche modo umiliati da questa gente, superficiale e arrogante dinanzi anche le più assurde tragedie, che interviene solo per snocciolare perle di sapere e poi tornare ad addormentarsi sulle loro lucidissime scrivanie. Dinanzi a tanta indifferenza, possiamo recuperare un bagliore di speranza in coloro che, nonostante tutto, esce allo scoperto e ha il coraggio di dire qualcosa, sbagliata o giusta che sia: almeno spende la sua vita per dimostrare qualcosa, e non per proteggere un castello di carte e di menzogne. Un direttore del Centro Nazionale di Ricerche aggredisce un semplice studioso di fenomeni sismici, affermando che non esiste metodo per prevedere i terremoti, senza fermarsi a capire quali siano i risultati delle sue ricerche portate avanti in lunghi anni di osservazione ed elaborazione di dati statistici dei rilevamenti.

Non vogliamo né accreditare né screditare qualcuno, ma solo dire che questo mondo scientifico, fatto di falsi Baroni, di figli di ex ladri e schiavisti, non cambierà mai se non ci si ferma a rispondere ad una domanda, ad una qualsiasi provocazione. Il nocciolo della questione non è dare "falsi allarmi" alla popolazione e diffondere il panico, bensì la scelta di prendere in considerazione il lavoro svolto in un'aperta inchiesta, per capire cosa vi è di giusto o di sbagliato in una nuova teoria, e da lì partire per un suo perfezionamento. Si tratta dunque di sedersi ad un tavolo, e discutere con i dati alla mano, sulle teorie dedotte. Umiliare o deridere il proprio avversario è un atteggiamento da codardi, perché così non si fa altro che fuggire dinanzi al confronto. La scienza è un concetto creato dagli uomini per porre dei limiti e segnare un tracciato da seguire, per creare valore aggiunto di generazione in generazione. Al contrario, oggi vediamo delle persone che semplicemente si nascondono dietro la Comunità Scientifica, sostenendo teorie sulle quali non c'è neanche un accordo unanime. La discussione e il contraddittorio si creare spontaneamente se non si è ancora raggiunta una soluzione ad un problema. La tragedia dell'Abruzzo ha svelato così l'anima nera della scienza ufficiale, che non ha un'etica né rispetto per chiunque si adoperi per il bene della collettività, andando contro alle regole imposte "dalla certezza scientifica". In realtà non esiste alcuna certezza, ma solo controllo da parte di lobbies e circoli intellettuali, che privano di dignità ogni persona che tenti da rompere il muro di silenzio e cominciare una ricerca su diversi basi.

Galileo Galilei non è mai stato questo, te lo dico io...che mi fanno arrabbiare a me stì atei


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