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Quei 'pazzi' dell'Mmt


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
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Guidati dal giornalista Paolo Barnard, i seguaci della «Moderna Teoria Monetaria» riempiono le sale con i loro convegni e acquistano paginate di giornali. Ecco le loro tesi: che altri economisti giudicano assurde

Si può credere a una teoria economica che sostiene che la spesa pubblica non è un debito dei cittadini ma la loro ricchezza? Che i governi possono garantire la piena occupazione? E che uno Stato, finché ha il potere di emettere moneta, non può mai fallire?

La teoria in questione si chiama Mmt (Modern Monetary Theory), è stata elaborata negli Usa e in Italia viene divulgata da qualche anno dal giornalista Paolo Barnard.

E' stato lui a creare un movimento di attivisti, a organizzare tre convegni con gli economisti americani che hanno sviluppato la teoria. E ora, a lanciare il programma del movimento. Prima on line <http> . E lunedì 26 novembre anche in forma di manifesto con un annuncio a pagina intera su un quotidiano. Perché, sostiene Barnard, gli italiani devono sapere che è la Mmt, e non certo la politica di tagli alla spesa pubblica del governo Monti, la strada maestra per far uscire il Paese dalla recessione.

«Ma quale teoria salva-economia! La Mmt è una di quelle strane interpretazioni del sistema economico che diventano di moda quando c'è crisi e si sogna una facile soluzione», sentenzia Michele Boldrin, docente alla Washington University di Saint Louis e tra i sette promotori, con Oscar Giannino e altri, del movimento "Fermare il declino". Barnard ribatte: «Parliamo di una teoria elaborata da stimati accademici dell'Università del Missouri-Kansas. E che ha tra i suoi precursori grandi studiosi come Abba Lerner e Hyman Minsky. Invece di ridicolizzare l'Mmt, gli economisti che la osteggiano dovrebbero studiare il funzionamento della moneta moderna».

Sarà anche così. Ma su quale base si può sostenere che se lo Stato fa spesa pubblica non si indebita? O che è possibile un Italia con disoccupazione zero? «Lo Stato immette liquidità per pagare, per esempio, la costruzione di un'autostrada. Il privato che fa i lavori incassa come contropartita i soldi dello Stato. Perciò è vero che il debito dello Stato è il reddito del cittadino, è la sua ricchezza», spiega Barnard. Ma in questo modo lo Stato non si è indebitato? «Nient'affatto: un Paese con sovranità monetaria può sempre onorare i suoi debiti emettendo nuova liquidità. Da decenni la moneta non è più vincolata a un bene fisico, come era l'oro, ma è una creazione "virtuale" dello Stato, che perciò non può mai fare default». Così non si rischia però un aumento dell'inflazione? «Se la spesa pubblica è fatta per investimenti produttivi, con la massa monetaria aumentano di pari passo i beni e servizi prodotti, perciò non si ha eccesso di moneta», dice ancora Barnard. «E questo processo può proseguire fino al raggiungimento della piena occupazione. Soltanto se si crea liquidità anche una volta raggiunte piena occupazione e massima capacità produttiva, allora l'inflazione diventa un problema. Ma non prima».

Tutto molto semplice, tutto molto bello. Troppo per essere credibile, secondo Boldrin. Che spiega: «Se lo Stato immette liquidità per fini non produttivi, non può che creare moneta a fronte del nulla, cioè inflazione. Se invece finanzia un'attività produttiva, allora, certo, aiuta l'economia. Ma per raggiungere questo scopo non c'era bisogno di inventare una teoria chiamata Mmt. Bastava prenderne una che esiste da secoli e che porta il nome di socialismo». «Macché socialismo», risponde Barnard. «Questo si chiama "fare l'interesse pubblico". Lo Stato indirizza sì l'attività economica. Che però è esercitata dai privati, cui spettano i profitti».

Visioni inconciliabili. Come inconciliabili sono le divergenze tra Mmt e economisti mainstream sul tema dell'euro. Per Barnard e i suoi, questa unione monetaria sta strangolando l'economia nazionale. Senza più una propria moneta, lo Stato non può fare spesa pubblica senza chiedere risorse ai mercati. Quindi, il Paese si trova con poco denaro per stimolare l'economia e deve impiegare tutti i suoi sforzi per pagare gli interessi sui prestiti. Un problema risolvibile, secondo il movimento Mmt, soltanto uscendo dall'euro e tornando alla moneta nazionale. «Proprio una bella idea», ironizza Boldrin. «Così tutti quegli italiani che detengono titoli di Stato se li ritroveranno con un valore diminuito del 20 per cento, che è grosso modo la svalutazione prevista della nuova lira rispetto all'euro». «Certo che ci sarà svalutazione. Ma riguarderà proprio l'euro. Se l'Italia esce, l'unione monetaria non avrà più futuro. Chi ha euro, vorrà venderli», prevede Barnard. «Mentre in Italia per tutti i pagamenti, comprese le tasse, saranno riconosciute soltanto le lire. Credetemi: la Banca d'Italia dovrà intervenire per calmierare la rivalutazione della nuova lira».

Ma come, persino gli economisti che auspicano l'uscita dall'euro sostengono che in quel caso ci sarà una moderata svalutazione della nuova moneta e la Mmt ci dice che la lira sarà addirittura sopravvalutata? «Lo vedete? La Mmt è proprio un libro dei sogni», conclude Boldrin.

Francesco Colonna
Fonte: http://espresso.repubblica.it
Link: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/quei-pazzi-dell-mmt/2195297/10
26.11.2012


Citazione
BWV826
Estimable Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 109
 

L'unico modo in cui Repubblica può dare spazio all'eterodossia anti euro è farla ridicolizzare da un Boldrin, che è solo un terrorista economico.
Da Barnard a Bagnai, il discorso svalutazione è stato già affrontato. Il mainstream mediatico semplicizza in malafede, e sfortunatamente
gli spettri che agita attecchiscono nell'opinione pubblica.
Il vero "libro dei sogni" di Boldrin mi pare che sia invece meglio rappresentato dall'idea che l'austerity generi crescita,
o che l'euro crei stabilità dei prezzi. Ad ognuno i propri sogni, allora.


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mincuo
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 6059
 

«Così tutti quegli italiani che detengono titoli di Stato se li ritroveranno con un valore diminuito del 20 per cento, che è grosso modo la svalutazione prevista della nuova lira rispetto all'euro».

Questo lo dico in modo semplice perchè è un argomento che usano sempre.
I titoli sono svalutati del 20% rispetto a una valuta straniera, questo è vero.
Non però rispetto all'interno. Non per l'Italiano comune.
Io avevo 100EUR e ora ho 100LIT che però valgono ora 80 EUR.
Ha rilevanza solo verso la posizione mia con l'estero, solo cioè se dovessi cambiare le 100LIT in EUR.
Cioè non ha rilevanza per il 90% delle persone.
Più importante poi per i cittadini è che se avevo 100 EUR e una mela costava 1EUR ora ho 100LIT e una mela costa 1LIT, non cambia cioè il potere di acquisto, salvo un eventuale modesto effetto di pass through, se anche c'è.

Ha invece rilevanza per gli esportatori ed è molto positiva, l'Italia essendo un Paese esportatore, perchè le merci Italiane diventano competitive per uno straniero, costano ora il 20% in meno a lui. Lui con 80EUR compra 100 di merci Italiane ora, prima per comprare 100 doveva pagare 100.
Significa che ne chiederà molte di più e che il nostro export prenderà una spinta, ed è occupazione questa.
E' negativa per gli importatori Italiani, e cioè in definitiva per gli stranieri che esportano a noi.
Ma per la categoria degli importatori e basta, soprattutto nel senso che alcune merci che importava sono ora meno convenienti, al consumatore Italiano costerebbero 20% in più, il che però significa che per molte merci tornano a essere più convenienti quelle Italiane, ora depresse dalla concorrenza di quelle estere, e quindi converrà tornare a produrle qui come prima, il che significa occupazione.
Non è però dannoso per l'import complessivo necessario dell'Italia dato che quello è in definitiva pari all'export che fa. E cioè è la valuta incassata dall'export che consente a un Paese di importare. L'argomento per cui il petrolio ora costerà di più è fasullo, perchè i dollari per il petrolio io li ricavo dall'export. Ora è vero che costa meno, con una valuta forte, ma non facendo export io mi indebito, non ho i dollari. Costa meno ma non ho i dollari. Con la LIT, esportando costa di più, ma ho i dollari che mi servono, che mi arrivano dall'export.

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