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Scorie, la Sardegna si ribella


Tao
 Tao
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Governo. L’isola teme di essere scelta come sito per la realizzazione del deposito nazionale del materiale radioattivo

«Basta pane avve­le­nato»: un grande mani­fe­sto con que­ste tre parole cam­peg­gia sul pro­filo Face­book del «Comi­tato sardo con­tro le sco­rie nucleari», che si batte con­tro la loca­liz­za­zione in Sar­de­gna del depo­sito nazio­nale del mate­riale radioat­tivo pro­ve­niente dagli impianti nucleari dismessi. Ven­ti­sei asso­cia­zioni ambien­ta­li­ste, paci­fi­ste, indi­pen­den­ti­ste e di tutela della salute hanno indetto due gior­nate di mobi­li­ta­zione, per domani e dopo­do­mani, in vista della ormai pros­sima pub­bli­ca­zione della mappa delle pos­si­bili loca­liz­za­zioni del sito che dovrà custo­dire i mate­riali radioat­tivi. La Sogin è la società di stato cui è stato affi­dato il com­pito di sman­tel­lare gli impianti nucleari ita­liani e di gestire i rifiuti radioat­tivi, quelli pro­ve­nienti dalle cen­trali ma anche quelli pro­dotti da altre atti­vità indu­striali o di ricerca.

Lo scorso 2 gen­naio una lista dei luo­ghi con­si­de­rati poten­zial­mente ido­nei a ospi­tare le sco­rie è stata con­se­gnata dalla Sogin all’Istituto supe­riore per la pro­te­zione e la ricerca ambien­tale (una strut­tura gover­na­tiva). Tenuta finora segreta, la lista sarà rive­lata dopo­do­mani. E cir­co­lano voci, non con­fer­mate, che la Sar­de­gna sarà la prima scelta.

Il calen­da­rio della mobi­li­ta­zione pre­vede due «Gior­nate dell’attesa»: musica e spet­ta­coli nel piaz­zale di via Roma a Cagliari davanti alla sede del con­si­glio regio­nale. La notte si dorme in tenda. Men­tre per il 19 aprile è in pro­gramma un «No-nukes-Day» in tutta la Sar­de­gna. «Quella con­tro le sco­rie è una bat­ta­glia che com­bat­te­remo con deter­mi­na­zione estrema — dicono i por­ta­voce del comi­tato — Con un refe­ren­dum i sardi hanno già votato con­tro la loca­liz­za­zione in Sar­de­gna del depo­sito nazio­nale. Que­sta terra non ospi­terà alcuna sco­ria».

Accanto alle asso­cia­zioni c’è anche l’Anci, l’associazione dei comuni ita­liani: «Non siamo una com­po­nente del comi­tato — dice il pre­si­dente regio­nale Pier San­dro Scano– ma ade­riamo all’iniziativa. E’ un no dra­stico e totale quello che arriva dai comuni della Sar­de­gna, tutti, nes­suno escluso. Se il governo dovesse pren­dere la deci­sione di stoc­care nell’isola le sco­rie nucleari, noi siamo pronti a scen­dere in piazza con tutti i 377 sin­daci sardi». «Chie­diamo — aggiunge Ennio Cabiddu, ex sin­daco di Samassi, un pic­colo paese vicino a Cagliari — che il con­si­glio regio­nale dichiari tutta l’isola ter­ri­to­rio denu­clea­riz­zato. Altret­tanto pos­sono fare i sin­daci per i loro comuni».
Del comi­tato con­tro le sco­rie fa parte anche l’associazione Medici per l’ambiente, il cui pre­si­dente, il radio­logo Vin­cenzo Miga­leddu, spiega che cosa signi­fi­chi lo slo­gan «Basta pane avve­le­nato»: «Secondo i dati uffi­ciali dell’Istituto supe­riore di sanità, la Sar­de­gna è la regione più inqui­nata d’Italia, per­sino più della Cam­pa­nia. Le aree con­ta­mi­nate sono pari, nell’isola, a 445 ettari; in Cam­pa­nia siamo a 345 ettari. In Sar­de­gna 41 comuni dei 377 dell’isola sono com­presi nei due «Sin» (siti di inte­resse nazio­nale) indi­vi­duati dal mini­stero dell’Ambiente a Porto Tor­res e nel Sulcis-Iglesiente. Poco più di un sardo su tre vive in un sito con­ta­mi­nato, con­tro una media ita­liana di uno su sei». E nei «Sin» la mor­ta­lità è più alta. «Sem­pre secondo l’Istituto supe­riore di sanità — spiega Miga­leddu — in 44 dei 57 ’Sin’ ita­liani si sono riscon­trati die­ci­mila decessi per tutte le cause e quat­tro­mila per tutti i tumori in eccesso rispetto ai rife­ri­menti medi regio­nali. E’ una con­ferma del fatto che nella stra­grande mag­gio­ranza dei ’Sin’» il rischio sani­ta­rio è reale».

«L’estensione di 445 ettari in Sar­de­gna, come nel resto della peni­sola, cor­ri­sponde — spiega ancora il pre­si­dente di Medici per l’ambiente — all’estensione dei ter­ri­tori comu­nali com­presi in cia­scun “Sin”, siti dove si segnala la pre­senza di aree for­te­mente inqui­nate da sostanze tos­si­che che vanno ad impat­tare anche sui ter­ri­tori cir­co­stanti; le popo­la­zioni com­prese nei siti sono espo­ste ai veleni per ina­la­zione o per inge­stione. I com­po­sti chi­mici nocivi entrano nelle catene bio­lo­gi­che e ali­men­tari, con effetti dif­fusi in un’area molto più vasta rispetto all’estensione del luogo di mag­giore inqui­na­mento, ad esem­pio una fab­brica chi­mica o un ince­ne­ri­tore o una disca­rica». «Oltre a tutto que­sto — dicono i por­ta­voce del Comi­tato no sco­rie — biso­gna con­si­de­rare le ser­vitù mili­tari, non com­prese nei “Sin” ma altret­tanto inqui­nate. Aree vastis­sime, in Sar­de­gna, deva­state dai gio­chi di guerra. Aggiun­gere i rifiuti nucleari sarebbe intol­le­ra­bile». Pro­prio ieri al porto di Sant’Antioco si è tenuta una mani­fe­sta­zione dei movi­menti paci­fi­sti con­tro lo sbarco dei mezzi mili­tari arri­vati l’altro al seguito della Bri­gata mec­ca­niz­zata Aosta, che sarà impe­gnata in eser­ci­ta­zioni nella base di Teu­lada da dopo­do­mani fino al 26 aprile.

Costantino Cossu
Fonte: www.ilmanifesto.info
30.03.2015


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