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Trattativa Stato-mafia: vogliamo la verità


oldhunter
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TRATTATIVA STATO-MAFIA: VOGLIAMO LA VERITÀ. SENZA RIGUARDI PER NESSUNO

di LUIGI LI GOTTI

16 luglio 2012

Ora, alcuni del PD vorrebbe che venisse dichiarata l’illegittimità delle indagini della Procura di Palermo. Non ci interesse più di tanto (se non nei limiti della opportunità), l’iniziativa del Capo dello Stato con cui si sostiene che anche le telefonate da lui rivevute da una utenza sotto intercettazione, debbano essere inutilizzabili. E’ una tesi, solo una tesi, in quanto non esiste alcuna norma in tal senso. Ci riguarda poco. Sarà la Corte Costituzionale a pronunziarsi. Esiste, invero, un precedente risalente al 1997. In quella occasione il Ministro della Giustizia Flick, disse: <<Di>>. Quella vicenda venne poi archiviata dal CSM. Preoccupa, invece, il contesto utilizzato per tentare di bloccare le indagini, su una vicenda gravissima. Ricapitoliamola.

Una delle ipotesi d’indagine, su cui da anni l’autorità giudiziaria lavora, è se la morte di Paolo Borsellino, sia legata alla scoperta di una trattativa e alla sua opposizione alla stessa.

Noi abbiamo questi fatti:

1. Il generale Mori nega di aver mai parlato della ”trattativa” a Borsellino. Peraltro, dice Mori, di aver incontrato per l’ultima volta Borsellino, prima della strage, il 25 giugno 1992. A quella data non sarebbero stati ancora avviati i contatti con Vito Ciancimino, diversamente, aggiunge Mori, non avrei potuto non parlaglierne.

2. La dottoressa Liliana Ferraro (Direttore Affari Penali presso il Ministero della Giustizia), ha dichiarato che circa una settimana prima del 28 giugno 1992, ricevette al Ministero, la visita del colonnello De Donno (collaboratore di Mori), che gli disse del contatto con Ciancimino e chiese una sorta di “copertura” politica. La dottoressa Ferraro, gli consigliò di parlarne con Borsellino, non comprendendo la ragione della richiesta rivolta al Ministero della Giustizia.

3. Il generale Subranni (capo del Ros e superiore di Mori) ha riferito, recentemente, in Antimafia, d’essere stato avvertito da Mori del contatto con Ciancimino. Richiestogli se lui ne avesse parlato con Borsellino, ha dichiarato di aver incontrato Borsellino, per ultima volta, il 10 luglio 1992, a cena, a Roma. In quella occasione la conversazione non sarebbe mai caduta sull’argomento, sicchè mai lui gliene avrebbe parlato. Parrebbe, peraltro, che alle cena, fosse presente anche Mori.

4. L’ex ministro Mancino (Ministro dell’Interno) ha dichiarato di non aver mai saputo di contatti del Ros con Ciancimino, nè di trattative o cose simili.

5. L’ex ministro Martelli (Ministro della Giustizia, all’epoca) ha, invece, dichiarato d’aver saputo dalla dottoressa Ferraro, della visita del colonnello De Donno e, quindi, della iniziativa del contatto con Ciancimino. D’essersi, quindi, molto irritato per quella che considerava una iniziativa fuori da ogni regola, tanto da essersi lamentato di ciò con Mancino (Ministro dell’Interno). Mancino, invece, nega che ciò sarebbe avvenuto, non sapendo lui di nessuna “trattativa” nè di averla saputa da Martelli.

Appare evidente che sapere se, all’insaputa di Borsellino, fosse stato avviato un contatto, tramite Ciancimino, con Riina e Provenzano, è un segmento essenziale per l’ipotesi investigativa della strage di via D’Amelio, collegata all’ostilità di Borsellino a qualsiasi trattativa con i criminali mafiosi.

In questo contesto, il fatto che due ministri (Mancino e Martelli), dicano due cose opposte, non è cosa da poco.

Chi ha mentito e mente? Perchè ha mentito e mente? Cosa si nasconde dietro la menzogna di Martelli o dietro la menzogna di Mancino?

Da quì, l’intenzione del Pm di chiedere il faccia a faccia tra Mancino e Martelli, innanzi al Tribunale di Palermo (ove si celebra il processo a carico di Mori, proprio per queste vicende della “trattativa”).

Senonchè Mancino, non gradiva d’essere messo faccia a faccia con Martelli. Era divenuto ansioso e chiese aiuto al Quirinale, perché si facesse qualcosa per scongiurare il confronto.
Da quì, l’attivismo del Quirinale e l’idea della lettera al Procuratore Generale della Cassazione (che ha funzioni di sorveglianza sul Procuratore Nazionale Antimafia).

Ora, il Quirinale ha detto che l’unico interesse è che si faccia piena luce sulle sanguinose stragi. Bene.
Domanda: attivarsi per evitare il faccia a faccia Mancino-Martelli, è di aiuto alla ricerca della verità? Rispondete voi.

Due risposte, possiamo darle:

a) non c’è dubbio che il nostro Presidente, voglia fortemente che si cerchi la verità.

b) qualcuno, però, lo ha fatto sbagliare e non è giusto che si faccia scudo con il Quirinale. Un errore in buona fede? Non lo mettiamo in dubbio.

Gli italiani vogliono la verità sulle stragi, sulle morti, sul perchè del sangue di tante vittime innocenti, di tanti giovani maciullati che facevano il loro dovere, indossando una divisa. Noi dobbiamo pretendere che si scruti tutto, che si rivoltino, come si usa dire, i sassi, uno per uno.

Link: http://www.italiadeivalori.it/component/content/article/264-luigi-li-gotti/16157-vogliamo-la-verita-senza-riguardi-per-nessuno


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