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CH: energia, strategie di salvataggio


vic
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http://www.gdp.ch/svizzera/un-mosaico-di-strategie-id114020.html

Svizzera - Energia
Un mosaico di strategie
Dato il calo dell'offerta, Blocher propone di puntare sul nucleare, Gasche opta per una societa' di salvataggio, mentre Pfister avanza l'idea di un fondo statale per l'idroelettrico.

Red - 14 marzo 2016

Al termine di una settimana in cui le Camere federali hanno posto fine (accordandosi) all'importante tema del limite di scadenza all'attivita' delle centrali nucleari svizzere e a pochi giorni dall'annuncio fatto da Alpiq di voler vendere fino alla meta' dei suoi impianti idroelettrici, il mondo politico svizzero si interroga ora su come sostenere un settore che appare in grave crisi. Sui domenicali c'e' chi avanza varie proposte: dalle societa' di salvataggio, ai fondi statali.

L'imprenditore e politico democentrista Christoph Blocher si e' mostrato interessato a sovvenzionare l'industria dell'energia nucleare. Alla luce dei problemi sul mercato dell'elettricita', l'ex consigliere federale si e' infatti detto favorevole a sovvenzionare le centrali nucleari, affinche' tutte le fonti energetiche possano competere ad armi pari. "Di per se' non e' una buona idea", ammette il politico UDC in un'intervista pubblicata dalla SonntagsZeitung. Ma si tratta di una situazione "forzata": se le fonti alternative vengono sostenute in modo cosi' massiccio, bisogna perlomeno contenere i danni, perche' non si puo' ammettere che a causa delle distorsioni di mercato chi produce a costi piu' bassi debba arrendersi. "Si dovrebbe sovvenzionare l'elettricita' per tutti i produttori nella stessa misura, affinche' possano tornare ad essere concorrenziali. Quindi, oltre alle fonti rinnovabili, il comparto idroelettrico, ma pure quello nucleare", afferma Blocher. A suo avviso la cosa migliore sarebbe comunque eliminare tutte le sovvenzioni: in tal caso si vedrebbe che l'energia atomica e' molto meno cara.

Urs Gasche, consigliere nazionale bernese (PBD) e presidente del Consiglio di Amministrazione del gruppo BKW, vedrebbe di buon occhio la costituzione di una societa' di salvataggio, in cui dovrebbero investire anche grandi banche come ad esempio UBS o Credit Suisse. Il probabile futuro presidente del PPD Gerhard Pfister ha invece avanzato l'idea di un fondo statale per gli impianti idroelettrici. Per far competere tutte le fonti energetiche ad armi pari l'ex consigliere federale Christoph Blocher punta invece a sovvenzionare anche l'elettricita' prodotta nelle centrali atomiche. La proposta di creare un'apposita societa' in cui convogliare gli impianti a rischio di fallimento non piace pero' agli interessati. Per la presidente della direzione di BKW, Suzanne Thoma, la discussione arriva troppo tardi: l'azienda ha indicato che chiudera' la centrale di Muehleberg (*) entro la fine del 2019 e ogni ritardo costa soldi.

Per Andrew Walo, numero uno del colosso Axpo - che controlla i reattori di Goesgen, Leibstadt e Beznau (*) - non vi sono i presupposti giuridici e politici per una societa' di salvataggio. E non sono state risolte nemmeno le questioni relative alla sicurezza dell'approvvigionamento e alla sostenibilita' economica delle centrali. Visti i bassi prezzi dell'elettricita' le imprese elettriche tornano a criticare i canoni d'acqua. Ma il consigliere di Stato (**) grigionese Mario Cavigelli mette le mani avanti: i Cantoni alpini non devono rinunciare a questi tributi per aiutare le societa' elettriche attualmente alla prese con una precaria situazione di mercato. Confrontato con l'esempio di Berna, che sta pensando di abbassare i tributi richiesti, Cavigelli invita a non confondere le mele con le pere. A suo avviso cosi' facendo Berna sosterrebbe infatti la BKW, cioe' una propria azienda: diverso invece sarebbe il discorso altrove. "Se noi rinunciassimo ai canoni d'acqua favoriremmo gruppi che hanno la loro sede sull'Altopiano e di cui non siamo proprietari", ha spiegato il presidente della Conferenza dei Governi del Cantoni alpini.

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(*) sedi delle centrali nucleari
(**) membro del governo cantonale

-- nucleare alternativo --
Ahinoi i politici di visioni ne hanno poche, soprattutto sull'energia nucleare.
Anche i loro consiglieri (economisti energetici, ecc.) ne sanno molto poco su quel che scrivo qui sotto.

Quelli di sinistra saltano sulle sedie al solo sentire gli aggettivi nucleare o atomico. Quelli di centro e destra non s'informano sullo stato delle cose e sulla sotria del nucleare civile.

Perche' i reattori nucleari civili sono tutti all'uranio?
Semplice Watson, perche' le potenze nucleari vogliono prodursi il plutonio per farsi le bombe, plutonio che recuperano dalle centrali civili, di cui e' uno dei tanti effetti collaterali. Alle centrali civili il plutonio non serve, percio' emigra verso i militari.

Si potrebbe puntare sui reattori liquidi al torio, per esempio. In questo modo si risolverebbe il problema delle scorie, sia di miniera, sia del reattore stesso, in quanto i reattori liquidi al torio producono pochissime scorie, per di piu' a brevissimo tempo di decadimento (giorni). Altro beneficio: il torio, al contrario dell'uranio, i cui giacimenti hanno ancora una durata di sfruttamento stimata di ca 50 anni, e' abbondante e onnipresente. Anche in Piazza San Pietro si trova il torio!

Poi ci sarebbe tutto il discorso da farsi sulla ricerca e sviluppo nel settore, per ora di nicchia, delle LENR. In questa direzione si sono svegliati degli imprenditori nella Svizzera Romanda. Nella Svizzera tedesca qualche convegno sulle LENR l'hanno organizzato. Nella Svizzera italiana manco sanno cosa siano. Chiedere di LENR e' come chiedere delle scie nel cielo: stan li', ma loro non le vedono.

Che pena vedere i politici ragionare solo di soldi!

Ai verdi dico: fin che non constato la presenza di una centrale solare sul Monte Generoso, che e' la zona piu' solatia della Svizzera, non me la date a bere sulla strategia che punta sul solare. Sono solo chiacchiere a quel punto.


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