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21 Febbraio 2012 0:55
Lo stermino dei neri di Libia promosso dalla NATO e dal marrano di salonicco sarkozy:
http://www.youtube.com/watch?v=S5YdVynDCcE
Ma è vietato dire la parola ''negro'' in Francia:
PARIGI A oltre un anno dalla gaffe sui "negri" in tv, Jean-Paul Guerlain, erede del fondatore del celebre marchio di lusso francese, è comparso davanti al tribunale di Parigi per ingiurie razziste.
Il 10 ottobre del 2011 l'ex "naso" di Guerlain , in diretta tv al telegiornale di France 2, rispose a una domanda sulla creazione del nuovo profumo Samsara, dicendo: «Per una volta, mi sono messo a lavorare come un negro». E aggiungendo poi: «In realtà, non so se i negri abbiano mai lavorato tanto, ma lasciamo stare...».
La frase infelice scatenò un'accesa polemica su internet e tra le associazioni contro il razzismo e pochi giorni dopo oltre un centinaio di persone manifestarono davanti alla boutique Guerlain degli Champs-Elysees. La società Guerlain, filiale del gigante del lusso LVMH, definì «inammissibili» quelle affermazioni.
L'erede Guerlain presentò subito le sue scuse «a tutti coloro che si sono sentiti feriti» dalle sue parole «choccanti». «Le mie parole - scrisse in un comunicato - non riflettono in nessun modo il mio pensiero profondo, ma sono solo una gaffe di cui mi rammarico profondamente».
Jean-Paul Guerlain, 75 anni, non è più azionista del gruppo dal 1996, ma occupa attualmente il ruolo di consulente per il "naso" della maison, Thierry Wasser.
21 Febbraio 2012 2:33
non dimenticare i bombardamenti unilaterali per zittire la colonia di "negri" della costa d'avorio, di proprietà esclusiva di Sarkò....
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21 Febbraio 2012 2:43
non dimenticare i bombardamenti unilaterali per zittire la colonia di "negri" della costa d'avorio, di proprietà esclusiva di Sarkò....
ma il popolo eletto e i loro protetti yankee e sinistrati alla Tito(Walter Weiss) o Kaganovich possono tutto e non saranno mai chiamati razzisti imperialisti genocidi ecc.
Quanto aveva ragione Celine.. 🙁
21 Febbraio 2012 12:10
E' un mondo schifoso questo dove non puoi esprimere le tue opinioni nè avere un parere tuo, diverso o unico, comunque basato sulla reatà come tu la vedi , precepisci , intuisci. Per forza di cose occorre che questo tuo pensare sia qualcosa che ti arriva codificato e pronto dai vari media, internet compreso: e si tratta di cose, idee e concetti, preparati da altri. Eppure ognuno di noi ha avuto e ancora vive, esperienze sue e di cui deve stare attento ,eventualmente, volesse rendere gli altri partecipi. Oggi non puoi ,appunto, riferire che hai lavorato tanto come un politico o un netturbino, magari ironizzando su quelle categorie: verresti subito citato e dovresti subire un processo. Ora se tanto mi dà tanto nemmeno se uno di noi fosse re su un'isola tutta sua potrebbe esprimere,liberamente, le proprie idee, riferire le sue esperienze, raccontare una storia: verrebbe bombardato o subire qualche embargo, vedrebbe i conti correnti bloccati,avrebbe internet bloccato e il sito o blog attaccati da hacker (che guarda caso e chissà perchè non attaccano mai chi dovrebbero...mistero!). Se prestassimo attenzione a film, fiction o anche il letteratura, scopriremo come il modo di esprimersi e comunicare non è più libero come in passato: deve essere il più possibile politicamente corretto. Invece di lasciar perdere si fanno le pulci e ,come sempre accade, si svia l'attenzione e l'interesse da problemi e questioni, anche importanti per riversare parole e immagini su tutt'altro. Anche nel caso in questione invece di parlare e vedere ciò che ha fatto Jean-Paul Guerlain si fa altro.
21 Febbraio 2012 12:43
Ci toccherà dire "diversamente bianchi" 😆
21 Febbraio 2012 12:46
Pensandoci bene dovrebbe essere offensivo anche esere chiamati "bianchi".
Ogni individuo ha la sua tonalità di carnagione e quindi generalizzare con "bianco" è una forma di razzismo.
Vabbè...
21 Febbraio 2012 13:21
Il "politically correct" è rivoltante ed io, personalmente, non lo sopporto più e, pur avendo simpatia per i miei amici scuri, li chiamo negri, appunto perchè non sopporto più questo schifo e loro, i miei amici africani, ne ridono con me.