L’anno della locust...
 
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L’anno della locusta


Tao
 Tao
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The Man In The High Castle “Fascism is a world wide phenomena. Fascism is very much with us today. And it’s still an enemy.” – Philip K. Dick, 1976

Ci sono due grandi verità rivelate in The Man In The High Castle di Philip K. Dick: la prima è che, nonostante le apparenze, i nazifascisti hanno vinto la guerra.

È nella natura della fantascienza essere letteratura resistenziale. Benché sia sempre esistita anche una fantascienza neofascista, è sempre stata minoritaria. Eppure quest’anno è riuscita ad accaparrarsi il 70% delle nomination al premio Hugo, grazie ai voti convogliati su un paio di liste bloccate da due gruppi che fanno capo all’editore neofascista Theodore Beale (in arte Vox Day) integralista cristiano, convinto assertore dell’inferiorità genetica degli africani – “genetic science presently suggests that we are not equally homo sapiens sapiens” – degli omosessuali, degli atei, e delle donne, alle quali pare toglierebbe ogni diritto, compreso quello di voto, col vetriolo: “a few acid-burned faces is a small price to pay for lasting marriages.”
Sarebbe consolatorio raccontarsi che i fascisti siano riusciti a scalare l’Hugo perché hanno imbrogliato, in realtà hanno soltanto sfruttato un bug del sistema di voto nella sostanziale indifferenza di gran parte del resto del fandom, che s’è mosso in modo tardivo quanto inefficace. Il boicottaggio parziale suggerito adesso dagli addetti ai lavori è un’inutile mezza misura.
La verità è che se i fascisti hanno avuto successo è perché il fandom ha perso gli anticorpi contro il fascismo.
E non è certo l’unica comunità a cui sia successo. Anzi, è un microcosmo che rispecchia il macrocosmo.
In tutto il mondo le tendenze ur-fasciste sono egemoniche: nazionalismo, imperialismo, colonialismo, militarismo, leaderismo, razzismo, sessismo, omofobia, xenofobia, integralismo religioso, darwinismo sociale. Quel neoliberismo che traduce l’imperativo categorico “vincere” con “vendere”, e che condivide col fascismo storico la dottrina della disuguaglianza – fondamentale tratto distintivo del fascismo – in forma di classificazione degli esseri umani in base al loro prezzo/costo di mercato, come scatolette, o polli surgelati.
Un totalitarismo mascherato da democrazia, ormai indiscutibile come una teocrazia. E che ha appena fatto altri novecento morti nel Mediterraneo, annegati perché considerati “merce scadente” non all’altezza d’essere importata legalmente nel mercato “occidentale”.
Novecento africani annegati. Theodore Beale può essere fiero dell’Operazione Triton.
A molti però ancora non basta: vogliono fermarli sul (loro) bagnasciuga, bombardandoli.
Si potrebbe chiamarla Operazione Cthulhu.
A preoccuparsi della scalata fascista del premio Hugo oggi si rischia di sembrare qualcuno che si lamenti d’una mosca nella minestra, in mezzo a uno sciame di locuste.
I fascisti non si stanno prendendo l’Hugo, si stanno prendendo il pianeta.

Ci sono però due grandi verità rivelate in The Man In The High Castle di Philip K. Dick: la prima è che, nonostante le apparenze, in questo mondo i nazifascisti hanno vinto la guerra.
La seconda è che, nonostante le apparenze, questo non è l’unico mondo possibile.

Alessandra Daniele
Fonte: www.carmillaonline.com
26.04.2015


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Truman
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Una nota preliminare: Philip Kindred Dick è tra gli scrittori di fantascienza quello che meglio ha saputo indagare le problematiche dell'ontologia. Presumibilmente ciò era dovuto ai suoi frequenti viaggi nei mondi delle droghe. Sua è una delle migliori definizioni della realtà che io conosca: "La realtà è ciò che si rifiuta di sparire anche quando tu smetti di crederci".
"The man in the high castle" è forse il suo romanzo più famoso, pubblicato in Italia con il titolo "La svastica sul Sole". E' la storia di un mondo in cui Hitler ha vinto la Seconda guerra mondiale e il nazismo impera.

Detto questo, Alessandra Daniele mi sembra riecheggiare temi medievali, quando arrivavano carestie e pestilenze ed i preti davano sempre la colpa al "maligno", cioè a Satana, al Diavolo o come lo vogliamo chiamare. Ogni disgrazia era una punizione di Dio per quelli che avevano perso la giusta fede e si erano lasciati corrompere dal maligno. La via d'uscita era sempre la preghiera, il ritorno ai testi sacri e l'abiura del maligno.
Nella religione della Daniele il maligno viene chiamato "fascismo", presumibilmente i testi sacri sono "Il manifesto del partito comunista", "Il Capitale", magari insieme a qualche altro testo ispirato di Engels e Lenin.

Eppure il fatto che la Daniele assimila tranquillamente fascismo italiano e nazismo di Hitler (quello raccontato da Dick) qualcosa dovrebbe far capire, magari tenendo presente che nello stesso periodo Stalin gestiva il potere in modo altrettanto autoritario.

E allora il fascismo potrebbe essere visto come un qualcosa che è successo storicamente in un periodo ed in un luogo ben preciso e poi è terminato, oppure potrebbe essere visto come un fenomeno sistemico, che si verificò in forme diverse ma analoghe in diversi paesi e che si può ripetere (con gli opportuni adattamenti) se si verificano le condizioni opportune.

Non è difficile allora vedere che il brodo di coltura dei totalitarismi è quello che Renè Girard chiamava l'indistinto, il crollo dell'ordine sociale, la mancanza di fiducia nel potere (nelle persone che hanno il potere e nelle istituzioni del potere). Sono quelle situazioni in cui le persone perdono i legami tra di loro, sono le realtà disgregate nelle quali non ci si fida più di nessuno.

In questo brodo primordiale emerge prima o poi qualcuno che racconta qualche verità con estrema coerenza, qualcuno che racconta in modo isterico un messaggio semplice, qualcuno che sa raccontare bene favole al popolo. E il popolo lo segue. Ma il problema non è che nel brodo dell'indistinto prima o poi qualcuno emerge. Nè è molto utile appiccicare l'etichetta "fascista" a chi cerca di riportare ordine nell'indistinto. Il problema è capire come e perchè si arriva all'indistinto.

E allora sarebbe molto più utile indicare chi sta riducendo paesi interi a terreni di cultura per fascismi, presumibilmente in base a piani preordinati, piani di distruzione ripetitivi che ripetono sempre lo stesso "modus operandi". Non sarebbe molto difficile dare un'indicazione. Ma è più facile dare la colpa al maligno.

P.S. Girard spiegava che dall'indistinto si esce, ma sempre passando per sacrifici umani.


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PietroGE
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Non è difficile allora vedere che il brodo di coltura dei totalitarismi è quello che Renè Girard chiamava l'indistinto, il crollo dell'ordine sociale, la mancanza di fiducia nel potere (nelle persone che hanno il potere e nelle istituzioni del potere). Sono quelle situazioni in cui le persone perdono i legami tra di loro, sono le realtà disgregate nelle quali non ci si fida più di nessuno.

In questo brodo primordiale emerge prima o poi qualcuno che racconta qualche verità con estrema coerenza, qualcuno che racconta in modo isterico un messaggio semplice, qualcuno che sa raccontare bene favole al popolo. E il popolo lo segue. Ma il problema non è che nel brodo dell'indistinto prima o poi qualcuno emerge. Nè è molto utile appiccicare l'etichetta "fascista" a chi cerca di riportare ordine nell'indistinto. Il problema è capire come e perchè si arriva all'indistinto.

E allora sarebbe molto più utile indicare chi sta riducendo paesi interi a terreni di cultura per fascismi, presumibilmente in base a piani preordinati, piani di distruzione ripetitivi che ripetono sempre lo stesso "modus operandi". Non sarebbe molto difficile dare un'indicazione. Ma è più facile dare la colpa al maligno.

P.S. Girard spiegava che dall'indistinto si esce, ma sempre passando per sacrifici umani.

Stai descrivendo la situazione italiana ed europea.
Come e perché si arriva all'indistinto?

Quando non si vuole prendere coscienza della realtà e si vede solo la propria ideologia, quando le persone diventano personaggi ideali che esistono nei fumi delle teorie sociali o forse pseudo sociali : l'uomo nuovo, l'uomo multiculturale, l'uomo senza identità, come un pezzo di ricambio per automobili, allora si arriva all'indistinto.

Quando ci si inventa una società senza popolo, senza Dio, senza compartecipazione ad un destino comune, senza senso del bene pubblico e della res pubblica, allora si arriva all'indistinto e al crollo sociale.


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Truman
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Come e perché si arriva all'indistinto?

Quando non si vuole prendere coscienza della realtà e si vede solo la propria ideologia, quando le persone diventano personaggi ideali che esistono nei fumi delle teorie sociali o forse pseudo sociali : l'uomo nuovo, l'uomo multiculturale, l'uomo senza identità, come un pezzo di ricambio per automobili, allora si arriva all'indistinto.

Quando ci si inventa una società senza popolo, senza Dio, senza compartecipazione ad un destino comune, senza senso del bene pubblico e della res pubblica, allora si arriva all'indistinto e al crollo sociale.

Anche quello che dici è vero, ma io intendevo dire che la disgregazione della società è pianificata con cura, ad esempio
www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&p=61966#61966


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RES
 RES
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Non sono critiche negative per carità ma tirare fuori da quel libro dove le azioni del personaggio principale sono date dall' i'ching... per Bacco!

Anzi per me stesso!!

Se taglio con

Dio promette la vita eterna
Io posso fare di meglio; posso venderla.

Ci sostituisco vita eterna con vita migliore
ho una foto molto aderente della nostra società.
Barconi compresi.

E poi ancora chi prende le decisioni, chi comanda...
credo tra tutto una metafora più calzante.
Plastico PP? c'è l'hai davanti!!

Insomma, dovete considerare che siamo fatti di sola polve-
re. Non granche per andare avanti, lo ammetto, e non
dovremmo mai dimenticarcene. Ma anche considerando
questo, cioe questa specie di brutto inizio, non ce la stiamo
cavando malissimo. Quindi, da parte mia, sono convinto
che, nonostante la pessima situazione attuale, possiamo
farcela. Mi sono spiegato?
(Da un audio-memo per uso interno, dettato da Leo Bulero
al suo ritorno da Marte e fatto circolare tra i consulenti pre-
mod della Perky Pat Layouts, Inc.)

Le tre stimmate di Palmer Eldritch
Secondo me il migliore: e non li ho letti tutti


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haward
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Truman@
Ho iniziato a leggere il link che hai messo, molto interessante anche se un pò macchinoso. Comunque, sono pienamente d'accordo con te.

Ho notato che ultimamente i termini fascismo e nazismo sono sulla bocca di tutti. E' ovvio che vengano usati a sproposito e senza alcuna cognizione di causa ma, non è questo il punto. Ho come la sensazione che vi sia una "facilitazione" dell'uso di questi termini, una specie di "induzione". Non c'entra nulla la politica o la storia, è qualcosa di più "tecnico", di intenzionale. E' superfluo ricordare l'importanza del linguaggio e la sua manipolazione.


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Truman
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Le tre stimmate di Palmer Eldritch
Secondo me il migliore: e non li ho letti tutti

Ho grande stima dei temi trattati da P K Dick, molta meno stima del suo stile di scrittura, faticoso da seguire e denso di incongruenze. E quindi nemmeno io sono riuscito a leggere tutte le sue opere. A volte anche quelle che ho letto le ho lette in modo frettoloso. Insomma, "Le tre stimmate ..." è un altro libro famoso, che mi sembrò suggestivo ma mi fece soffrire nella lettura.

Una postilla: personalmente credo che le risposte che Dick fornisce siano spesso discutibili, ma le domande che si pone sono quelle fondamentali. In un mondo in cui si sentono in continuazione domande di nessun spessore o addirittura senza significato (es. "sei della Roma o della Lazio"?) la grandezza di Dick nel porre domande continua ad appassionarmi.


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Truman
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E' superfluo ricordare l'importanza del linguaggio e la sua manipolazione.

Stavo ripensando al linguaggio e mi sono tornati in mente una serie di testi che affrontano il suolo tra il sacro e il guerriero del traduttore:
- Una rosa per l'Ecclesiaste, di Roger Zelazny
- La mossa del cavallo, di Andrea Camilleri
- Babel 17, di Samuel Delany.


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mincuo
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Se non fossimo qui tenterei di fare un post (o meglio, una serie) sul debasement. Che è l'argomento degli argomenti. E infatti non esiste. NON C'E'.
Anni fa ne trattai in un certo numero di piccole conferenze a inviti. Selezionati. E pure lì successe un mezzo putiferio. La parola non la trovi da nessuna parte e non è neanche facilmente traducibile. Questo post sopra, magari o anzi certamente involontariamente, ma rientra anche in quel tema.
Così come tanti altri se si prende un periodo temporale e si analizzano. O a distanza anche di 2 3 anni. Così giornali e TV ecc..Un argomento terribile e terribilmente complicato. Infattibile qui ma più o meno dovunque, ho visto.
Il che è logico poi.


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haward
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Mincuo@
Io aspetto, con estremo interesse, quello che hai da dire su questi argomenti.


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Truman
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Se non fossimo qui tenterei di fare un post (o meglio, una serie) sul debasement. Che è l'argomento degli argomenti. E infatti non esiste. NON C'E'.

Non capisco come possa riguardare il post qui sopra, ma debasement in giro si trova, ad esempio questo:
http://en.wikipedia.org/wiki/Debasement
comunque se ti interessa scriverne, fai un articolo e vedo di darne evidenza.


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