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No-Berlusconi day. Un’altra commedia all’italiana


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Come sapete, non sono un fan sfegatato di Berlusconi: non riescono ad innamorarmi né il suo charme carismatico né la sua politica di governo. Vi dirò di più: lo considero un’anomalia, sebbene un’anomalia che ha che fare con il consenso democratico. Ciononostante, non penso nemmeno che sia il peggior Presidente del consiglio che l’Italia abbia avuto, dal dopo ultima guerra mondiale ad oggi: ho visto di peggio e di ben più inquietante e canagliesco.

Non credo alle favelle del potere mediatico: altrimenti, tenendosi sempre strette le sue televisioni, il signor B. non avrebbe perso due elezioni, tornando puntualmente in carica per la evidente incapacità di chi lo sostituiva nelle alternanze delle sue fortune- sfortune elettorali. E se nei suoi interregni, i Prodi avessero avuto almeno la forza di risolvere questo presunto conflitto d’interesse, non staremmo ancora qui a parlare noiosamente della longa manus televisiva. Riconosco comunque a Berlusconi una qualità: che io la condivida o no, i suoi governi hanno fatto e fanno politica. Discutibilissima, certo: come lo sono tutte le politiche di governo che non arrivano mai ad accontentare tutti (tranne pochi ed eccezionalissimi casi di cui qui non incorre parlare).

Pochi governi italiani post-bellici hanno esercitato una politica estera di qualche autonomia dai rigori yankee, come l’attuale suo (fra i pochi episodi precedenti, ricordo solo il Craxi di Sigonella) anche se, comunque, resta nel limbo di color che sono sospesi fra un avvicinamento empatico all’est europeo, ed un allineamento categorico agli imperativi guerrafondai di Washington: è di qualche giorno fa la disposizione di mandare altri mille militari italiani a combattere una guerra che non solo non è la nostra, ma che andiamo a combattere pure in condizioni di inferiorità, non consentendo la nostra Costituzione di esercitare sul teatro di guerra le iniziative necessarie a proteggere i nostri ragazzi.

Idem in politica interna, dove ad iniziative popolari come, ad esempio, l’abolizione dell’Ici o l’addizionale Ires sulle aziende petrolifere, la cosiddetta “Robin Hood Tax”, fa riscontro l’iperliberistica privatizzazione dell’acqua, decretata con voto di fiducia qualche settimana fa.

Questo, tanto per dire – lo ribadisco – che si può essere o non essere d’accordo con la sua politica ma, almeno, al contrario, che ne so? dell’ultimo governo Prodi che lasciò paralizzata l’Italia per incapacità di intavolare una trattativa con il sindacato degli autotrasportatori, c’è una bella differenza: quella che corre tra il fare e il non(saper)fare.

E siccome ciò che questo governo fa non è sempre né efficiente né condivisibile, uno si aspetterebbe che dall’opposizione arrivassero segnali chiari di una politica diversa. E, invece no, niente: le sole manifestazioni di dissenso vengono dirette sulle sue (di Berlusconi) abitudini sessuali e sui suoi veri e/o presunti guai giudiziari.

Ne è lampante esempio il corteo-manifestazione di sabato scorso: il cosiddetto “No-B day” che chiedeva un’unica cosa: le dimissioni di Berlusconi. E perché? Perché sì… E per fare cosa, poi, una volta ottenuta la grazia delle sue dimissioni? Non si sa ma, questo, per i promotori del “No-B day” è secondario: l’importante è far fuori il Capo di governo…

In testa al corteo del popolo dei facebookini (è dal noto social-net “Facebook” che è venuta l’idea della giornata di gioiosa protesta), ovviamente, il noto forcaiolo Antonio Di Pietro. Quello che, sempre per fare un esempio, quando era ministro del governo Prodi, votava di fatto con l’allora minoranza Cdl contro le commissioni di inchiesta sui fatti del G8 di Genova e contro lo scioglimento della società appaltatrice dei lavori per il ponte sullo stretto di Messina, ricevendo, per tanto coraggioso voto, il grande elogio d’essere “uomo d’onore” da quell’illustre personaggio che festeggiava a canoli siciliani la condanna a soli (sic!) 5 anni di galera per aver favorito mafiosi dichiarati: Salvatore Cuffaro. Il che gli valsero, di contraccambio, il richiamo all’ordine e le bacchettate dell’intemerato principe dei forcaioli, Marco Travaglio (leggi qui).

Di fronte ad una tale eclatante schizofrenia di comportamenti viene da ridere, vero? E, allora, ridiamone un po’:

Avete riso abbastanza? Ora, basta: questa è l’Italia di Berlusconi sì, sì è vero: ma è anche quella dei Di Pietro, dei Mastella, dei Mora, dei Corona, dei Cuffaro, dei Marrazzo, delle D’Addario, degli Spatuzza… E, purtroppo: non ci resta che piangere…

Miro Renzaglia
Fonte: www.mirorenzaglia.org
Link: http://www.mirorenzaglia.org/?p=10809
7.12.2009


Citazione
cloroalclero
Reputable Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 443
 

premetto che a me renzaglia piace molto come scrive e NON lo considero un pirla, trovo che la prima parte di questo post sia totalmente discutibile e in se contraddittorio ed è un peccato perche cio' va a discapito dell'estetica del post. Non mi ha convinto il no b day, primo per la sua locuzione american style, ma le cose che dice il renzaglia, se devo usare un linguaggio alla fini, mi fanno cagare come argomenti. Vediamoli:

Come sapete, non sono un fan sfegatato di Berlusconi: non riescono ad innamorarmi né il suo charme carismatico né la sua politica di governo.

cio' è consolante 😀

Vi dirò di più: lo considero un’anomalia,

azz con una decina tra tv e giornali nazionali, grazie della concessione

sebbene un’anomalia che ha che fare con il consenso democratico. Ciononostante, non penso nemmeno che sia il peggior Presidente del consiglio che l’Italia abbia avuto, dal dopo ultima guerra mondiale ad oggi: ho visto di peggio e di ben più inquietante e canagliesco.

Bhe, un po' di nomi sarebbero doverosi. Andreotti? Scalfaro? De Gasperi? Bisogna dirlo perchè è il parametro di successive riflessioni
Non credo alle favelle del potere mediatico: altrimenti, tenendosi sempre strette le sue televisioni, il signor B. non avrebbe perso due elezioni,
certo anche il sistema maggioritario ha fatto molto. Ha supportato le televisioni diciamo

tornando puntualmente in carica per la evidente incapacità di chi lo sostituiva nelle alternanze delle sue fortune- sfortune elettorali. E se nei suoi interregni, i Prodi avessero avuto almeno la forza di risolvere questo presunto conflitto d’interesse, non staremmo ancora qui a parlare noiosamente della longa manus televisiva.

ma se pensiamo che l'incapacità è invece complicità, la cosa assume altra luce...

Riconosco comunque a Berlusconi una qualità: che io la condivida o no, i suoi governi hanno fatto e fanno politica.

CAZZO. QUESTA E GROSSA
ha fatto la stessa politica di prodi: privatizzazioni, guerre con gli usa e adempimento alla parola magica di licio gelli. l'ispirazione, la platonica idea che guida la prassi governativa italiana da craxi in poi è la stessa: privatizzare, diminuire potere sindacale, blindare le informazioni, fare governi poliziaeschi e alto borghesi. L'idea di licio. Che poi questa sia "politica" ci sarebbe da discutere

Discutibilissima, certo: come lo sono tutte le politiche di governo che non arrivano mai ad accontentare tutti (tranne pochi ed eccezionalissimi casi di cui qui non incorre parlare).

si accontentare tutti no, ma accontentare solo la stretta oligarchia delle cifre a sei zeri mi pare diverso. E B nn ha fatto altro

Pochi governi italiani post-bellici hanno esercitato una politica estera di qualche autonomia dai rigori yankee, come l’attuale suo (fra i pochi episodi precedenti, ricordo solo il Craxi di Sigonella)

?!? ma poi si accorge anche renzaglia di averla sparata grossa e dice:

anche se, comunque, resta nel limbo di color che sono sospesi fra un avvicinamento empatico all’est europeo, ed un allineamento categorico agli imperativi guerrafondai di Washington: è di qualche giorno fa la disposizione di mandare altri mille militari italiani a combattere una guerra che non solo non è la nostra, ma che andiamo a combattere pure in condizioni di inferiorità, non consentendo la nostra Costituzione di esercitare sul teatro di guerra le iniziative necessarie a proteggere i nostri ragazzi.

appunto, e la politica interna ha fatto cagare uguale e lo dice anche lui:

Idem in politica interna, dove ad iniziative popolari come, ad esempio, l’abolizione dell’Ici o l’addizionale Ires sulle aziende petrolifere, la cosiddetta “Robin Hood Tax”, fa riscontro l’iperliberistica privatizzazione dell’acqua, decretata con voto di fiducia qualche settimana fa.

poi però:

Questo, tanto per dire – lo ribadisco – che si può essere o non essere d’accordo con la sua politica ma, almeno, al contrario, che ne so? dell’ultimo governo Prodi che lasciò paralizzata l’Italia per incapacità di intavolare una trattativa con il sindacato degli autotrasportatori, c’è una bella differenza: quella che corre tra il fare e il non(saper)fare.

no ma uno come berlusconi sarebbe meglio che NON facesse un cazzo. Ci toglie un indumento ogni volta che si muove. Quello ci denuda con un inconscio desiderio di "INCULARE IL PAESE". uNA SPECIE di bonapartismo incentrato sulle fisse sessuali anziche sulla megalomania militare

E siccome ciò che questo governo fa non è sempre né efficiente né condivisibile

ma dimmi UNA volta che sto governo si è dimostrato efficiente e condivisibile, dimmene UNA
http://r-esistenza-settimanale.blogspot.com/2009/12/viareggio-e-esploso-un-treno.html

, uno si aspetterebbe che dall’opposizione arrivassero segnali chiari di una politica diversa. E, invece no, niente: le sole manifestazioni di dissenso vengono dirette sulle sue (di Berlusconi) abitudini sessuali e sui suoi veri e/o presunti guai giudiziari.

ma i suoi guai giudiziari non sono indifferenti; daresti fiducia a uno che si fotte i soldi d'abitudine? qualcuno di cui è accertato che è uno che incula la gente? la storia della villa di macherio la sai? è una storia cosi berlusconi. cmq mò mi sn rotta. Il finale è proprio tirato per i capelli ma insomma,,, capisco che sonoo tempi bui ma almeno dei punti fissi bisognerebbe averlo

Ne è lampante esempio il corteo-manifestazione di sabato scorso: il cosiddetto “No-B day” che chiedeva un’unica cosa: le dimissioni di Berlusconi. E perché? Perché sì… E per fare cosa, poi, una volta ottenuta la grazia delle sue dimissioni? Non si sa ma, questo, per i promotori del “No-B day” è secondario: l’importante è far fuori il Capo di governo…

In testa al corteo del popolo dei facebookini (è dal noto social-net “Facebook” che è venuta l’idea della giornata di gioiosa protesta), ovviamente, il noto forcaiolo Antonio Di Pietro. Quello che, sempre per fare un esempio, quando era ministro del governo Prodi, votava di fatto con l’allora minoranza Cdl contro le commissioni di inchiesta sui fatti del G8 di Genova e contro lo scioglimento della società appaltatrice dei lavori per il ponte sullo stretto di Messina, ricevendo, per tanto coraggioso voto, il grande elogio d’essere “uomo d’onore” da quell’illustre personaggio che festeggiava a canoli siciliani la condanna a soli (sic!) 5 anni di galera per aver favorito mafiosi dichiarati: Salvatore Cuffaro. Il che gli valsero, di contraccambio, il richiamo all’ordine e le bacchettate dell’intemerato principe dei forcaioli, Marco Travaglio (leggi qui).

Di fronte ad una tale eclatante schizofrenia di comportamenti viene da ridere, vero? E, allora, ridiamone un po’:

Avete riso abbastanza? Ora, basta: questa è l’Italia di Berlusconi sì, sì è vero: ma è anche quella dei Di Pietro, dei Mastella, dei Mora, dei Corona, dei Cuffaro, dei Marrazzo, delle D’Addario, degli Spatuzza… E, purtroppo: non ci resta che piangere…


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