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Prodi al Quirinale: un film dell’orrore


Rosanna
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Prodi al Quirinale, ecco perché sarebbe un film dell’orrore

Prodi ha privatizzato più di chiunque altro, ha tagliato le tasse ai ricchi e le ha alzate ai poveri, ha incenerito, fatto la guerra e inventato la precarietà. E’ la Thatcher italiana. Rischiamo che abiti al Colle

di Checchino Antonini

Incontro tra Renzi e Prodi per i primi giri di walzer sul destino della poltrona del Colle in vista delle dimissioni annunciate di Napolitano.

«Non stupisce constatare come il solo nome di Prodi accostato al Quirinale spaventi una certa Italia sempre in cerca di vantaggi sottobanco», scrive su twitter Gad Lerner.

In realtà chi dovrebbe spaventarsi dovrebbe essere la stragrande maggioranza della popolazione italiana, lavoratori, precari, migranti contro i quali le stagioni del governo dell’Ulivo hanno scritto pagine così infami che solo la ferocia di Monti e Renzi stanno provando a superare. Che il governo Berlusconi sia stato impopolare è piuttosto scontato da dire ma la litigiosità dell’alleanza di destra e la scarsa qualità di quelle squadre di governo hanno sicuramente rallentato gli effetti di quella compagine sulla qualità della vita degli strati più deboli della popolazione.

Non così per il sofisticato Prodi salito due volte a Palazzo Chigi anche sulla spinta delle speranze dei lavoratori per una svolta quantomeno keynesiana, se non nettamente a sinistra. C’è in giro un senso comune nostalgico per quei governi e perciò c’è bisogno di memoria storica per provare a contrastarlo. Perfino Grillo ha provato a riabilitare Prodi, l’estate del 2013, quando ha postato un articolo contro i 101 parlamentari del Pd che sancirono la bocciatura dell’ex boiardo di Stato nella corsa al Colle che si sarebbe conclusa con il fallimento del tentativo Rodotà e la risalita del padre dei “lager” per migranti, Napolitano, colui che da ministro dell’Interno mise il segreto di Stato sulle rivelazioni a proposito della Terra dei fuochi.

Prodi, andrebbe ricordato, è quello che regalò l’Alfa alla Fiat, quello del pacchetto Treu, dell’istituzione dei Cpt, della direttiva Bolkestein, dell’incenerimento di balle fuorilegge e velenose ad Acerra, dell’autorizzazione agli Usa per il Dal Molin.

Chi è Prodi? E’ uno degli esponenti della Democrazia cristiana sopravvissuti alla prima, alla seconda e forse anche alla terza repubblica. Frits Bolkestein fu commissario europeo per il mercato interno quando Prodi era a capo dell’Ue. La direttiva Bolkestein è quella che liberalizza i servizi consentendo, ad esempio, che un lavoratore straniero possa essere pagato all’estero con il contratto del suo paese (il famoso idraulico polacco a Parigi) alla faccia dei lavoratori residenti e dei loro contratti collettivi nazionali.

Il primo governo Prodi aumentò l’Iva dal 19% al 20% e abbassò le tasse ai più ricchi: ridusse gli scaglioni e la progressività dell’Iperf, di cui portò l’aliquota massima Irpef per i Paperoni dal 51% al 45,5%. Soprattutto diede inizio al processo di precarizzazione del mercato del lavoro italiano con la legge Treu (1997). Una legge che, secondo l’Ocse, ha inciso in termini di deregolamentazione del mercato del lavoro molto più della Legge Biagi, varata dal governo Berlusconi nel 2003. Le privatizzazioni effettuate dal governo Prodi sono state molte di più di quelle effettuate del governo Berlusconi, a partire dalla “madre” di tutte le privatizzazioni, quella di Telecom (1997).

Durante il Prodi II, il ministro dell’economia Padoa Schioppa (già artefice dell’euro e successivamente membro del Consiglio di amministrazione della Fiat), aumentò le aliquote dell’Irpef per i redditi più bassi mentre le imposte per le imprese, l’Ires e l’Irap furono diminuite. La riduzione del cuneo fiscale andò tutta a favore delle imprese. Intanto l’Italia incrementò il numero dei suoi soldati e dei suoi mezzi offensivi in Afghanistan, dove furono impiegati in vere e proprie azioni di guerra che il governo provava a smentire. Chi osò votare contro il rifinanziamento della missione in Afghanistan fu tacciato di tradimento e mobbizzato politicamente fino all’espulsione da Rifondazione e dal Pdci che di lì a poco furono liquefatti dalle elezioni politiche del 2008.

Il ritornello era sempre lo stesso: “Volete che torni Berlusconi?”

Ma Berlusconi non avrebbe fatto di meglio ad Acerra, ad esempio, quando con la truffa dei Cip6 il governo Prodi trasformò i rifiuti indistinti in combustibile alternativo e li prese a bruciare nella megastruttura che continua ad avvelenare quel pezzo di provincia di Napoli. A commissariare i rifiuti campani, il prode Prodi spedì nientemeno che De Gennaro, già capo della polizia ai tempi di Napoli e Genova e futuro capo dell’intelligence nostrana.

In un’intervista del ’96 parlò di sé come del «Re delle privatizzazioni» sorvolando sul dettaglio che, attraverso le privatizzazioni furono smantellati settori trainanti dell’economia italiana: quello agro-alimentare già dell’Iri (acquisito da gruppi inglesi, olandesi ed americani), il Nuovo Pignone dell’Eni, la siderurgia di Stato, l’Italtel, l’Imi. Sono state inoltre privatizzate Telecom e in parte anche Enel ed Eni. Prodi, consulente superpagato di Goldmann Sachs ((3,1 miliardi di lire di compensi, come scrissero il Daily Telegraph e l’Economist), da presidente dell’Iri per due mandati favorì l’intervento delle grandi multinazionali sue clienti privilegiate potendo contare per questo sull’amicizia di Mario Draghi, che era vicepresidente Goldman per l’Europa. <br><br>

Draghi, oltre che direttore generale del Tesoro tra il ’96 e il 2003, presiedette nel ’93 il Comitato per le privatizzazioni; nello stesso periodo Goldman Sachs, tramite il fondo Whitehall, acquisì nel 2000 l’ingente patrimonio immobiliare dell’Eni di San Donato Milanese, oltre agli immobili della Fondazione Carialo e, assieme alla Morgan Stanley, quelli della Unim, Ras e Toro. Prodi era presidente dell’Iri quando decise la privatizzazione della Credito Italiano proprio tramite la Goldman Sachs, che fissò il valore delle azioni a 2.075 lire, meno di quello di Borsa (che era a quota 2.230). Ma gli dobbiamo anche la perdita di molti dei marchi storici del nostro comparto agroalimentare, ovviamente finiti (male) in mano straniera. Prodi concluse la cessione dell’Italgel (900 miliardi di fatturato) alla Nestlé per 703 miliardi, così come l’assai discussa vendita della Cirio-Bertolli-De Rica (fatturato 110 miliardi, valutata 1.350), ad una fantomatica finanziaria lucana (Fisvi) al prezzo di 310 miliardi, che ne garantì il pagamento con la futura alienazione di parte del gruppo stesso alla multinazionale Unilever.

Il marchio di Goldman Sachs ritorna prepotentemente alla ribalta ora, perché “suo” uomo è il sottosegretario all’Economia Massimo Tononi, che ha lasciato Londra dopo aver finanziato la campagna elettore del Professore con 100 mila euro, per occuparsi della presenza del Tesoro in società, come Eni ed Enel, oggetto del desiderio della merchant bank. Così come uomo Goldman è quel Claudio Costamagna, giovane banchiere dalla carriera folgorante, consulente di Rupert Murdoch nell’affare Telecom, il cui nome era circolato come possibile nuovo presidente della Cassa depositi e prestiti che avrebbe dovuto rilevare la rete fissa della nostra maggiore compagnia compagnia telefonica, in base al piano elaborato dal fidato braccio destro di Prodi, il dimissionato Angelo Rovati. Tononi e Costamagna hanno lavorato per anni nello stesso team della Goldman Sachs.

Le privatizzazioni a prezzi improbabili sono state una vera crociata di Prodi: come la Stet, ricca e potente finanziaria delle telecomunicazioni, che controllava Sip, ma anche Italtel e Sirti. Nell’ottobre 1988 Iri vendette a Stet il 26% del pacchetto azionario Italtel per 440 miliardi, quando in base a
un piano elaborato due anni prima da Prodi e Fiat ne avrebbe ricavati solo 210. Poi ci sono le pagine scure della gestione del buco Finsider o dei fondi neri Italstat.

Fino all’affare Arese: l’Alfa era in rosso fisso ma la Ford, probabilmente ritenendo che si potesse usare un nome di grande tradizione per sbarcare in Europa, avanzò un’offerta assai generosa: ben 3.300 miliardi (secondo alcune fonti 4.000) per acquisire gradualmente il pieno controllo entro otto anni, piano di investimento di 4.000 miliardi per il quadriennio successivo all’acquisto, ottime garanzie per coloro che risultavano impiegati nel carrozzone. L’offerta venne formalizzata il 30 settembre del 1986 e restava valida fino al 7 novembre dello stesso anno. Fiat invece sborsò tra i 300 e i 400 miliardi e il 6 novembre l’Iri di Prodi cedette l’Alfa alla famiglia Agnelli, quella che dieci anni più tardi sarebbe stata tenuta artificialmente in vita con gli ecoincentivi per l’auto del governo Prodi. Proprio lui. Sempre lui. Stareste più tranquilli sapendo che potrebbe passare i prossimi sette anni al Quirinale?

http://popoffquotidiano.it/2014/12/16/prodi-al-quirinale-ecco-perche-sarebbe-un-film-dellorrore/


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spadaccinonero
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Rosanna

vorrei ricordarti che il mortadella piace tanto anche ai tuoi amici grillini...


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MarioG
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Anche se, sotto i medesimi aspetti, non sia meglio di Prodi un Ciampi, per dirne una, sebbene assurto a padre nobile della patria.
Comunque ci sono persino scelte peggiori di un Prodi.


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spadaccinonero
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Anche se, sotto i medesimi aspetti, non sia meglio di Prodi un Ciampi, per dirne una, sebbene assurto a padre nobile della patria.
Comunque ci sono persino scelte peggiori di un Prodi.

con questi nomi alla fine uno vale l'altro...


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orckrist
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Sì, sì, vogliamo Prodi presidente! 😆

Così finalmente chiunque sarà autorizzato a prendere per il culo l'Italia e gli italiani, altro che pizza, mandolino, mamma. 😆

Noi abbiamo forse dimenticato ma all'estero sono più attenti, ecco cosa riportavano i giornali quando il Mortadella era Presidente della Comissione Europea:

Die Welt - 17 Luglio 2001: “le gaffes lastricano la sua strada". In quasi tutti i governi (europei) cresce l’irritazione verso l’uomo al vertice della più importante istituzione europea. E, quel che è quasi peggio per l’uomo e per il suo incarico, Prodi sempre meno viene preso sul serio.

Times - 2 Febbraio 2002: Prodi è un problema per l’Europa, non essendoci modo per agevolarne l’uscita e non essendoci cenni di dimissioni volontarie i leader europei hanno la possibilità di lavoraci assieme, il che puo’ essere impossibile, o più spesso di lavoragli attorno.

Liberation - 27 Settembre 2003: Per la stampa europea e anche mondiale, la questione è chiara da tempo: Romano Prodi è il peggior presidente che la Commissione abbia mai avuto. Sotto il suo regno, l’esecutivo europeo ha perso la sua autorità sia morale che politica. Non è un caso se parla sempre meno ai Consigli europei dei capi di stato e di governo: l’ottobre scorso, al summit d’autunno sull’economia, l’uomo semplicemente non ha detto una parola, sebbene l’economia sia appunto la materia naturale della Commissione. Un solo paese ignora tutto di questa triste realtà: l’Italia.

Times - 17 Maggio 2004: L’operato di Prodi a Bruxelles, benché deriso in quasi tutta Europa, è motivo di orgoglio per molti italiani.

The Financial Times - 27 Maggio 2004: "La performance di Romano Prodi come presidente della commissione europea è stata orrenda. L’ex premier italiano è l’uomo sbagliato per l’incarico. Non ha dimostrato né larghezza di vedute né l’attenzione ai dettagli richiesta per uno dei ruoli più difficili del mondo. Manager incapace, non sa comunicare, con un’allarmante propensione alle gaffe"

Le Monde - 21 Giugno 2004 Romano Prodi, dal bilancio discusso, lascia una commissione indebolita … senza carisma, pessimo comunicatore, Romano Prodi è accusato di lasciare un’Europa senza progetto e una commissione che non ha più l’attenzione dei capi di Stato e di governo. Sotto la sua presidenza la Commissione non è stata in grado di rappresentare l’Europa sulla scena internazionale … Prodi è stato anche regolarmente accusato di utilizzare le sue funzioni a Bruxelles per pesare sulla politica italiana.

Der Spiegel - 10 Ottobre 2004 Prodi non sa parlare, non sa imporre l’autorità della commissione sugli egoismi nazionali, non ha alcuna capacità di pensare in grande e presentare una visione strategica del futuro dell’Unione.

The Financial Times - 10 Ottobre 2004 Prodi: Un dilettante catapultato su una poltrona troppo importante per lui.

Times - 26 Ottobre 2004 He talked up his achievements, but critics declared him the worst president in the history of the EU. (…) Charles Grant, the europhile director of the Centre for European Reform think-tank, said: He has been the most unsuccessful president in the history of the EU. (…) He came to power saying that his priority was to purge the EU’s institutions of fraud, but last year it emerged that millions of euros had vanished without trace into secret bank accounts opened by the officials of Eurostat, the EU’s statistical agency.

The Guardian - Mentre lui parlava di obbiettivi raggiunti e di lotta alle frodi comunitarie, qualcuno gli faceva notare che parecchi milioni di euro erano svaniti come neve al sole, senza lasciare traccia, ma dove? Nei conti segreti aperti da funzionari dell’Eurostat. Aveva la truffa sotto il naso e cianciava di combatterla.

Liberation 27 Settembre 2003, traduzione italiana: “Secondo Jean Quatremer, corrispondente storico di Liberation da Bruxelles, la stampa mondiale considera Prodi il peggior presidente di commissione mai visto. La vicenda Eurostat, che ha distrutto ogni minima speranza di veder mutate le cose rispetto ai predecessori, arriva dopo un lungo periodo nel quale il presidente ha perso autorevolezza senza nemmeno rendersene conto. Da ultimo, nel summit economico di Ottobre, non ha detto nulla… il solo stato nel quale Prodi non ha una terribile reputazione è l’Italia. Questo è dovuto al fatto che la maggioranza della stampa è ostile al governo Berlusconi e vede in Romano Prodi un uomo che ha grandi possibilità di batterlo”.


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annibale51
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Per completezza di informazione ...Quando da presidente IRI vendette Alfa Romeo a Fiat oltre che un prezzo molto più basso dell' offerta Ford tale esborso per Fiat sarebbe stato a rate!!! Udite udite...1^ rata dopo 6 anni!!! Praticamente chiunque di noi avrebbe potuto fare un offerta migliore per comprare Alfa Romeo! Non chiamatelo mortadella... Imho, Prodi è molto peggio di Napolitano. Prodi meriterebbe una pensione da 1000 euro mese e la confisca, dopo giusto processo, dei beni!


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annibale51
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Per completezza di informazione ...Quando da presidente IRI vendette Alfa Romeo a Fiat oltre che un prezzo molto più basso dell' offerta Ford tale esborso per Fiat sarebbe stato a rate!!! Udite udite...1^ rata dopo 6 anni!!! Praticamente chiunque di noi avrebbe potuto fare un offerta migliore per comprare Alfa Romeo! Non chiamatelo mortadella... Imho, Prodi è molto peggio di Napolitano. Prodi meriterebbe una pensione da 1000 euro mese e la confisca, dopo giusto processo, dei beni!


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Anonymous
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Peggio di Prodi c'è solo Totò Riina....forse.
Non c'è uomo migliore nella piazza per gestire per co to della troika la pecorella euroscettica italiana e riaccompagnarla nel gregge.
Io mi auguro che il m5s esprima un chiaro No anche se temo che tra gli attivisti ci siano molti piddini infiltrati che gli possano fare da endorseri in caso di quirinarie.
A me piacerebbe Imposimato


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spadaccinonero
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Peggio di Prodi c'è solo Totò Riina....forse.
Non c'è uomo migliore nella piazza per gestire per co to della troika la pecorella euroscettica italiana e riaccompagnarla nel gregge.
Io mi auguro che il m5s esprima un chiaro No anche se temo che tra gli attivisti ci siano molti piddini infiltrati che gli possano fare da endorseri in caso di quirinarie.
A me piacerebbe Imposimato

vorrei ricordarti che il mortadella piace anche al tuo 5s
imposimato è un fanfarone marra style (secondo la mia modestissima opinione)

per tornare alla Lira e per riconquistare l'agognata sovranità politica ci vogliono gli attributi nel vero senso della parola e persone di questo genere in Italia è impossibile averle al timone


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Storno
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Mi sembra di capire che per voi fosse meglio l'Alfa Romeo alla Ford.
Probabilmente oggi la Fiat non esisterebbe più da un pezzo.


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