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prof. Parsi: sui migranti verso l'UE


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http://www.affaritaliani.it/affari-europei/immigrati-parsi-l-ue-puo-solo-organizzare-accoglienza-ne-arriveranno-a-milioni-381548.html

Immigrati, Parsi: "L'Ue puo' solo organizzare l'accoglienza. Ne arriveranno a milioni"
"Anche se tornasse la pace in Siria i profughi continuerebbero ad arrivare. L'Ue puo' solo organizzare l'accoglienza e il ricollocamento, ma...". L'intervista a Vittorio Emanuele Parsi, professore di Relazioni Internazionali all'Universita' Cattolica di Milano

di Tommaso Cinquemani - 3 settembre 2015

Professor Parsi, ritiene che l'Unione europea sia in grado di gestire l'emergenza migranti?
"Spero che lo sia, perche' e' un problema che riguarda l'Europa nel suo complesso. Ma fino ad oggi le decisioni prese a Bruxelles non erano altro che la formalizzazione di quelle prese a Berlino da Angela Merkel. Lo abbiamo visto con la Grecia e con l'euro. L'Unione europea, come i singoli Stati, puo' fare ben poco per questa emergenza se non registrare e integrare chi arriva. L'Europa si deve aspettare un flusso massiccio di immigrati per i prossimi anni, se non decenni".

Molti politici chiedono all'Onu di intervenire nei Paesi di origine dei migranti con operazioni di peace-keeping o peace-enforcing. La soluzione al problema, per quanto difficoltosa possa essere, non e' riportare la pace nei Paesi d'origine?
"Intervenire sul serbatoio e' importante quanto intervenire sul rubinetto, se mi passa la metafora. Certamente bisogna cercare di riportare la pace in paesi come la Siria, ma credo che ne' l'Onu ne' l'Ue siano in grado di farlo, e soprattutto non credo che si fermerebbero gli sbarchi".

Intende dire che i migranti continuerebbero a sognare l'Europa?
"Ipotizziamo che domani la Siria sia pacificata. Certamente i milioni di profughi non tornerebbero tutti in patria. Per fare cosa poi, vivere in un Paese in macerie? Per questo dico che dobbiamo aspettarci flussi per molti anni".

Ma lei crede sia possibile che un intervento Onu o di singoli Stati cambi qualcosa?
"E' difficile esportare la pace. Credo che la cosa migliore che si possa fare sia migliorare le condizioni economiche dei Paesi per disincentivare le persone a venire in Europa."

Se pero' in Siria finisse la guerra i milioni di profughi in Europa potrebbero essere rimpatriati, passerebbero da rifugiati a migranti economici.
"E come li riportiamo a casa? Non riusciamo neppure a rimpatriare gli attuali migranti economici, figuriamoci milioni di siriani. E' un puro formalismo burocratico".

Su cui pero' ora in Europa si sta discutendo molto. Il piano della Commissione europea prevede il ricollocamento in Ue di circa 100mila richiedenti asilo. Mentre la Germania ha accettato di accogliere solo persone di nazionalita' siriana.
"E questo la dice lunga su come la questione viene gestita. Ricollocare solo i richiedenti asilo significa lasciare sulle spalle degli Stati di primo approdo, quindi Italia, Grecia ed Ungheria, la meta' dei migranti. Persone che teoricamente possono essere rimpatriate, ma che nessuno sa come fare".

E' d'accordo sul fatto che ci dovrebbero essere delle quote obbligatorie per la redistribuzione tra gli Stati?
"Si', ma devono essere parametrate sulla grandezza dello Stato, sul suo sviluppo economico e sulle responsabilita' politiche. La crisi libica e' stata causata, in parte, dall'interventismo di Francia e Gran Bretagna. E' paradossale che adesso Parigi e Londra, che ormai non vuole neppure piu' gli europei, chiedano a Stati come l'Estonia o la Repubblica Ceca di farsene carico".

-- Pensierini --
E' angosciante questo senso di ineluttabilita' che emana da tutti i media che parlano di migranti.

Nell'intervista qui sopra si mette l'accento sulla Siria.
Ma, per esempio in Svizzera, la maggioranza dei richiedenti l'asilo sono Eritrei, 3 o 4 volte piu' numerosi dei Siriani. Non ho sentito cifre simili da altri paesi. Quindi c'e' sicuramente dietro un'organizzazione, perlomeno un passaparola.

E poi e' in atto una mistificazione del concetto di rifugiato. Non si possono paragonare la maggioranza dei richiedenti di adesso, per esempio coi Cileni dei tempi di Pinochet, o coi Tibetani che scappavano dall'occupazione cinese.
Perche' arriva gente dall'Africa nera? Cos'e' cambiato nel modo di governare i paesi africani rispetto al recente passato? Non e' che sia cambiata invece l'organizzazione migratoria, diciamo cosi?

Credo di non sbagliarmi, se le fonti giornalistiche hanno riferito numeri verosimili, che la maggioranza di chi scappa dalla Siria, milioni di persone per intenderci, finiscono nei paesi mediorientali vicini, in particolare in Libano. Che evidentemente sia per dimensione sia per fattori "strutturali" viene sopraffatto dagli eventi. Malgrado la sostanziale buona disposizione dei residenti verso questi profughi. Per cui cio' che tocca l'UE e' un'ondata secondaria dei profughi Siriani.

Sull'argomento che viene spesso sollevato, e cioe' che l'uomo, anche quello occidentale, ha sempre emigrato, be' siamo onesti. Si emigrava verso paesi "accoglienti", cioe' predisposti ad accogliere forza lavoro. Penso agli USA di un secolo fa', e poi all'Australia. Oppure il nord per gli italiani del sud.

L'UE e' predisposta ad accogliere questa fiumana di gente? Sarebbe una novita', almeno per il cittadino qualunque che guardando in giro nota problemi nel mondo del lavoro, che questa "immigrazione" non puo' che gravemente accentuare.

Inoltre bisogna tener presente un fatto lapalissiano: chi emigra sara' anche disperato, ma non e' il piu' disperato. Perche' il piu' disperato se li sogna i mezzi e le conoscenze necessarie per andarsene via.

E' evidente che ci sono entita' diverse che da questo fenomeno stanno tirando profitto, se non addirittura lo incoraggiano, magari da secoli. E' la strategia della bomba demografica.

Cui una volta opponevamo sia una certa difesa della cultura locale, sia una politica dei controlli alle frontiere e dei contingenti.

L'attuale politica UE, e' dunque una non politica. Puo' essere per volonta'. Ma pure per inettitudine della classe dirigente.

Vic


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