Rimpicciolirsi fino...
 
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Rimpicciolirsi fino a scomparire


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 33516
Topic starter  

"Sai Ross, la cosa più ridicola, ormai, è che quando prendo in mano una cosa per metterla nel carrello, ne  misuro il costo in termini di ore di lavoro: "Non posso spendere 1 ora di lavoro per questo, mi costa mezz'ora di lavoro quello, non posso permettermi quell'altro perché è come buttare un quarto d'ora di lavoro".

Ridiamo, insieme a E. e F., scoprendo che facciamo tutte la stessa identica cosa: misuriamo le nostre spese quotidiane in termini di ore di lavoro.

E., l'altra collega, ci racconta che la sera prima, uscita con degli amici, al secondo calice di vino, sempre misurato in termini di ore di lavoro, ha deciso di tornarsene a casa e di non uscire più la sera, perché non può spendere 3€ per un calice e consumarlo in piedi e fuori al freddo, solo per poter fare due chiacchiere e vedere qualcuno la sera.
Esce fuori chiacchierando che anche lei e il suo compagno, che ha un lavoro a tempo indeterminato, non pagano l'affitto già da due mesi perché non ce la fanno: laureata in psicologia, ha dovuto spendere questo mese 500€ per sostenere l'esame di abilitazione, senza riuscire a passarlo: una domanda sulla quale non si era preparata perché non veniva considerata dai testi per la preparazione all'esame.
Così ora dovrà ripeterlo, e spendere altri 500€.
Intanto le casse dello Stato ringraziano: erano un centinaio, all'esame, lo hanno passato in tre grazie a quella domanda, legittima ma imprevista.
Nel frattempo ha lavorato gratis, cioè in perdita, facendo per 6 mesi 40 km ogni giorno per raggiungere la struttura dove le hanno gentilmente concesso di fare lo stage, obbligatorio per sostenere l'esame.
Altri soldi buttati dalla choosy mentre le spese corrono.
La pizza è un lusso, quindi ci si da appuntamento dopo cena perché è imbarazzante accettare un invito sapendo di non potersi poi presentare con almeno una bottiglia di vino o due paste.

Consideravamo ieri sera che misurare la vita così, ci sta portando a rimpicciolirci dentro, a farci via via sempre più piccole, sempre più rintanate in noi stesse nel vano tentativo di resistere, di farcela ancora un po', chissà che poi...

Una vita in apnea.

Niente cinema, perché ti costa un'ora di lavoro.
Non vai a camminare in collina perché la benzina per arrivarci ti costa un'ora e mezza di lavoro.
Non compri un libro perché ti costa la metà dell'importo di una bolletta da pagare.

E una vita che si rintana, se da una parte ti fa ridare valore alle piccole cose, dall'altra riduce in te ogni desiderio di espandere i tuoi orizzonti non solo visivi, anche mentali.
Ti sparisce ogni slancio creativo, ogni fantasia, quando sai che non puoi guardare più in là del contingente; sparisce perfino il sorriso, in questo ridurre al minimo anche il pensiero stesso, di un qualcosa di nuovo che potrebbe però costarti "un'ora di lavoro".

Si dice:" Bisogna cambiare, smettere questo consumismo che ci ha portato a una crisi che non è solo economica, ma di valori".

D'accordo.

Ma quando ciò che guadagni non ti basta per vivere una vita minima, i valori che recuperi sono quelli del termostato che abbassi fino a stare al freddo, così da non trovarti una bolletta del gas che non ti puoi più permettere.

F., la collega che ha dato inizio a questa riflessione, vive senza riscaldamento da due anni.
Non ce la fa.
Il suo compagno è senza lavoro, la figlia ha un lavoro ma i pochi soldi che guadagna li tiene per le sue spese e in casa non aiuta.
F. ha sul suo misero stipendio tre bocche da sfamare, tutte le bollette da pagare, l'affitto, le tasse sull'immondizia, l'assicurazione e il bollo della macchina, la benzina, le spese di condominio, i ticket sui farmaci e sulle analisi cliniche che fa una volta l'anno per i suoi problemi di salute.
Di dentista nemmeno a parlarne, che anche quello convenzionato costa un ticket ed è diventato un lusso anche farsi curare una carie.

Ogni tanto mi è capitato di pensare che una volta, non molti anni fa, la gente ce la faceva a vivere del proprio stipendio, per quanto misero.
Stava attenta, certo, ma l'indispensabile riusciva ad averlo.

Oggi è impossibile: ogni cosa sembra fatta su misura per ridurti la vita a quel minimo assoluto che coincide sempre di più con il niente totale: solo lavoro, e nemmeno quello basta.

Leggevo l'altro giorno dello sgombero di quella giornalista spagnola: perso il lavoro, inizia a vivere di guadagni precari e mal pagati. Nel giro di sei mesi le tagliano le utenze domestiche, non riesce più a pagare il mutuo e la banca si prende la sua casa, quella fin lì regolarmente pagata.

In Italia, a giugno di quest'anno, un documento della commissione europea stimava un 25% di famiglie italiane ( http://pensareliberi.com/2011/09/09/affitti-e-sfratti-e-emergenza-sociale-in-italia-638-sfratti-al-giorno/ )  non più in grado di pagare mutuo o affitto: 1 famiglia su 4.

Il che significa che nei prossimi mesi 1 famiglia su quattro si troverà a subire la stessa sorte della giornalista spagnola, a non avere più un tetto sulla testa e, se ha figli, a vederseli sottrarre perché non più in grado di garantire loro un tetto (sono perversi, nella loro idea di giustizia e tutela, no?).

Persone comuni, persone che hanno perso il lavoro perché l'azienda ha chiuso o che, pur lavorando, non riescono più a sostenere i costi fissi di ogni mese con il loro povero stipendio.

Su tutto, un silenzio pesante come un'ombra: la povertà crescente è meno urgente (e meno intelligente da dibattere), della nuova legge elettorale o delle primarie.
Eppure, in quell'ombra vive una famiglia su quattro.
1 su 4 che questa povertà prova con dignità a nasconderla, a non parlarne, a non esprimerla a parole, perché il sapere crea imbarazzo quasi fosse una colpa, un indice di personale fallimento sociale.

Le stime della commissione europea mi tornano, se basta un niente, una battuta apparentemente lieve fatta in un momento di rilassamento per far uscire dall'ombra la realtà di queste nostre vite che si stanno spegnendo.
Viviamo vite che si ritraggono in se stesse ogni volta che la mano si ferma perché ci servirebbe quella cosa lì, ma "costa 1 ora di lavoro"; o quell'altra, che ne costa mezza; o quella cui rinunci perché hai quella bolletta da pagare e i soldi li puoi trovare solo rinunciando a una dieta sana, a un libro che non hai più il diritto di leggere, a una passeggiata all'aria aperta in un bosco che non puoi più permetterti.
Ti rimangono la provinciale con i capannoni, e il parco giochi dei bimbi dietro casa, per prendere aria.
Non importa se hai trent'anni e vorresti evitare gli scivoli e le giostrine.
Ti rimane il balcone, da dove metti il naso fuori per guardare la finestra di fronte.

Ti si riduce al minimo ogni pensiero che non sia di ansia per il domani, ti si assottiglia l'anima fino a scomparirti dallo sguardo, che si fa ogni giorno più timido, più nascosto, come rinchiuso all'interno nell'illusione di un risparmio che ti può far vivere ancora un giorno.

Una vita a misurare ogni boccone in termini di bilanciamento fra ore guadagnate e ore spese, con un saldo che non trova mai un pareggio ma solo perdite progressive.

Chi ha riportato il paese a questo clima da dopoguerra senza le speranze del dopoguerra?

Continuano a risuonarmi nella testa i mantra che per alcuni anni hanno rimbecillito pure me:" Ce lo chiede l'Europa".

Noi, cos'eravamo, cosa siamo, per l'Europa? 

Dov'era il no che avrebbero dovuto dire all'Europa, quei politici che ora ci ammorbano con le leggi elettorali per elezioni farlocche e per le ridicole primarie che però, attenzione, chiunque sarà poi eletto non potrà che continuare l'agenda Monti?
Quale Europa avevano
e hanno in testa, mentre sacrificano la vita delle persone a questa Europa che scopriamo non essere l'unione delle culture dei popoli ma solo delle banche?
Ecco, ci hanno sacrificato all'Europa per salvare la politica del "Abbiamo una banca!".
Tutti.
Destra, sinistra, centro e mezze tacche compresi. "Per crescere, dobbiamo cedere quote di sovranità" ( http://www.ilmessaggero.it/economia/crisi_napolitano_europa_sovranit/notizie/225186.shtml ) , diceva il Presidente Napolitano l'altro ieri.

E quanti sfratti, quante vite, quanta civiltà dovremo ancora cedere, per crescere?
Crescere chi? Cosa?
Ciò che cresce sicuramente ogni giorno sono il tasso di povertà e quello della disperazione.

1 famiglia su 4, lo scorso giugno.
Quanti saranno senza un euro, senza lavoro, senza casa, senza più alcuna speranza oggi? 
E domani? E il prossimo gennaio?

Sogno un Bersani, ma anche un Casini, un Fini, un qualsiasi politico che da vent'anni è lì a mantreggiare che "Ce lo chiede l'Europa", travolti dalle bollette che le famiglie italiane inviano loro da saldare.
Sogno Monti costretto con la forza a tirar fuori la carta di credito per pagare le rate del mutuo di chi ha perso il lavoro, di chi come E. non può pagare l'affitto pur lavorando in due o magari un cinema a F., che non ci va più da anni perché "E' un'ora di lavoro, Ross".

Fonte: http://rossland.blogspot.it
Link: http://rossland.blogspot.it/2012/11/rimpicciolirsi-fino-scomparire.html
24.11.2012


Citazione
clausneghe
Noble Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 1251
 

Commoventi e veritiere riflessioni al femminile sulla miseria incombente,progressiva
e inesorabile gettata dai servi dei Bombanchieri su tutti noi, il famoso 99%..a sua volta frazionato e diviso,si badi.. 8)

Tuttavia non ne condivido il tono leggermente masochista di sconfitta senza speranza,senza nemmeno provare a reagire. 🙁

Certo, è difesa anche "rimpicciolirsi" ma non è sufficiente se non accompagnata da altre azioni, magari di disobbedienza fiscale o semplicemente di "non collaborazione" con il Potere che ci opprime.

Potere che per essere scalfitto, ridotto, o addirittura vinto necessita prima di tutto di essere riconosciuto nelle sue forme e da dove origina.

Se lo conosci lo eviti, e magari lo fotti pure... 😛

Allora, facciamoci una lista mentale dei nemici che ci rendono grama l'esistenza...

Il Nemico n° 1 è quell'Entità inafferrabile che è lo Stato o Super-Stato Europeo, con tutti i suoi gangli e propaggini che sono le cosidette "Istituzioni".
A seguire tutti gli altri collegati, cioè: militari, banchieri, burocrati e parassiti vari...la lista la potete implementare a piacere..

Ecco, quando avrete chiari i contorni del nemico fate tutto il possibile per avversarlo: resistenza umana passiva, non collaborazione può essere già una buona forma di lotta iniziale,non cruenta,per capirci... 💡


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rossland
Reputable Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 318
 

Non mettere limiti alla provvidenza, fare "resistenza passiva" contro il sistema, è il mio pane quotidiano.

Cosa c'è di più "politico", alla fine, del non pagare l'affitto o una bolletta, senza per questo sentirsi altro che nel giusto?
Però non darmi lezioni sulla povertà dignitosa, sul masochismo, sul valore dello stare dritti in piedi di fronte alle sfide di questo mondo di banchieri e baciapile.
Se conosci sulla tua pelle questa realtà, mi sei fratello, e così non ci dobbiamo insegnare niente che già non sappiamo entrambi.
Se non la conosci, non hai titoli per insegnarmela.
Però ti ringrazio: dell'ascolto.
Non so se ti troverò al mio fianco il giorno in cui Equitalia busserà alla mia porta per i bolli non pagati e le tasse immondizie non pagate o quando l'Enel mi taglierà la fornitura.
Sarebbe bello, aver voglia di piangere, quel giorno, e trovare una spalla che mi risparmi sul conto la facile sentenza di masochismo...


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clausneghe
Noble Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 1251
 

Rossland 🙂 Tranquilla che ti capisco, eccome, essendo io disoccupato over 50 senza reddito... 😕
Lungi da me il voler dare lezioni..sono solo suggerimenti..
Ciao, Claus


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