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TI: politici locali sul voto greco


vic
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http://www.liberatv.ch/articolo/30108/il-no-della-greciasecondo-noi-i-politici-ticinesi-commentano-lo-storico-risultato-del

"Il no della Grecia...secondo noi!": i politici ticinesi commentano lo storico risultato del referendum contro l'UE
Gobbi: "La storia si ripete, sempre"; Bertoli: "Non e' un voto contro l'Europa"; Savoia: "Ora Manuele dira' che i greci devono rivotare?"; Buehler: "Il nostro Governo impari"; Bignasca: "Stop a disoccupazione creata dall'UE"

6 luglio 2015

BELLINZONA - Da noi, come nel resto d'Europa. Il risultato del referendum greco fa discutere i politici e i cittadini del Continente. Anche quelli che, come noi, non fanno parte dell'Unione Europea ma osservano con estrema attenzione quanto avviene all'interno dei confini di Eurolandia. E poi diciamocelo: essendo il nostro Paese la patria della democrazia diretta, ed essendo l'UE in questo momento un avversario piu' che un partner, quanto accaduto ad Atene ci interessa e ci tocca in maniera particolare.

E allora ecco, di seguito, alcune reazioni che i politici ticinesi hanno postato in rete per commentare il "no" dei greci al piano di salvataggio di Bruxelles.

Norman Gobbi (Lega): "Nulla di nuovo sotto il sole"

"Dopo il voto di ieri in Grecia, mi vien da dire "nulla di nuovo sotto il sole ellenico", se non fosse per l'esercizio di democrazia diretta. Sfogliando una rivista ho felicemente trovato tra le pagine uno scritto del francese Edmond About, datato 1855 dal titolo "La Grece contemporaine". In questo testo, di oltre 150 anni or sono, About descriveva la differenza tra i miti antichi e la Grecia contemporanea. Soffermandosi sul budget statale del paese ellenico, affermava: "La Grecia e' l'unico esempio conosciuto di nazione che vive in piena bancarotta, da quando la Grecia moderna e' stata creata. Se Francia o Inghilterra si trovassero nelle medesima situazione per un solo anno, ci sarebbero evidenti catastrofi, ma la Grecia gestisce da decadi la sua bancarotta in piena tranquillita'. Tutti i conti annui, dal primo all'ultimo, sono stati deficitari".

Gli imbarazzanti richiami alla realta' odierna colti nel testo di About hanno una conclusione devastante per l'odierna Europa: "Vi e' sempre stata una protezione delle potenze estere, che hanno garantito la sua solvenza, permettendole (alla Grecia, ndr) di aver accesso ai fondi esteri. (...) Le risorse acquisite da questi prestiti stranieri vennero scialacquate dal governo senza beneficio per il Paese. E la Grecia non fu mai in grado di pagarne gli interessi". La storia si ripete, sempre".

Manuele Bertoli (PS): "Ora serve una soluzione praticabile"

l NO uscito dalle urne greche non puo' non essere compreso, venendo da un popolo alle prese con una difficile situazione economica. Non e' un voto contro l'Europa, semmai per un'altra Europa, che sappia far coincidere le necessita' finanziarie con quelle sociali e di prospettiva di benessere. I greci non possono permettersi di uscire dall'euro, gia' solo perche' il loro pesante debito e' in euro e quindi con una moneta piu' debole esploderebbe, ma nemmeno l'Unione europea ha interesse a fare dei passi indietro. Dopo il voto di oggi, che ha spostato la discussione dal campo tecnocratico a quello democratico, e' interesse di tutti trovare una soluzione praticabile ed equa. Speriamo che la classe politica sia all'altezza di questa scelta difficile ma necessaria.

Sergio Savoia (Verdi): "Viva la Grecia"

Viva la Grecia, che ha combattuto e vinto una battaglia fondamentale per tutti noi. Solidarieta' con il coraggioso popolo greco! (E immagino il commento di Bertoli: "il popolo greco ha sbagliato, bisogna rivotare")

Alain Buehler (UDC): "Il Consiglio Federale deve imparare dalla Grecia"

"A Bruxelles si puo' dire NO, o meglio OXI, per dirla alla greca. Il Popolo ellenico ha avuto il coraggio di tirare un sonoro ceffone all'UE, all'austerita' assoluta e ai diktat. Ma le guance di Bruxelles non erano "vergini" da schiaffi, per cosi' dire. Il Popolo svizzero, il 9 febbraio 2014, aveva gia' osato andare contro il volere del Consiglio federale e della Commissione europea votando SI all'iniziativa popolare UDC "Stop immigrazione di massa", scardinando di fatto un principio sacrosanto per i burocrati europei, quello della libera circolazione. Un voto invidiato dai popoli europei che non hanno alcuna possibilita' di mettere il becco nelle politiche europee, gli ultimi che ci hanno provato si sono visti annullare il voto (Francia - Trattato di Lisbona).

Cosi', mentre il Governo di Atene, forte del sostegno popolare, e' pronto ad andare avanti a muso duro per la sua strada, i nostri magnifici sette preferiscono calare le braghe dinnanzi a Junker & Co., in barba a quanto il Sovrano ha sancito in sede di votazione popolare. Una vergogna per tutta la Svizzera! Altro che culla della democrazia diretta, il nostro Governo dovrebbe imparare dalla Grecia cosa vuol dire volonta' popolare, un paese che sino ad oggi a malapena sapeva cosa fosse un referendum. Se aggiungiamo il fatto di non essere membri dell'Unione europea e di conseguenza indipendenti da Bruxelles, la vergogna e' doppia!

Boris Bignasca (Lega): "La Grecia ha detto basta"

L'UE ha creato disoccupazione, poverta', inutili regole burocratiche, mancanza di sicurezza ai confini, annullamento della democrazia.. Ora la Grecia ha detto basta!!


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