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Schematica Cognitiva: "mutua esclusione"


GioCo
Noble Member
Registrato: 3 anni fa
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Ricordo al lettore che l'intento di questi articoli con l'oggetto "schematica cognitiva" in argomento è di trovare strumenti anche raffinati che siano fertili per destabilizzare punti di vista ricorrenti, sperimentandone altri, magari più adatti ai tempi. L'intervento ha quindi una natura prettamente educativa nelle premesse. Mi scuso in anticipo per eventuali errori di forma e per la modestia del contenuto rispetto a un fine così ambizioso.

Tra le poche “scoperte” personali che ho fatto c'è un meccanismo chiave -molto semplice- che ho sempre lasciato volutamente a margine dei miei articoli, perché approfondirlo avrebbe richiesto uno specifico intervento dedicato. Esso però è cruciale per capire la genesi della “schematica cognitiva”, cioè l'inizio di una seria analisi ragionata che mi ha portato a proporre questa materia. Di seguito quindi spero diverranno più chiari tutti i miei interventi e le varie affermazioni delle tesi sostenute.

Il meccanismo principe appartiene alla “Dominanza Linguistica” (pg. 17, cit.: "... quello in cui il parlante è più fluente, guida l'agentività ..."), cioè una certa Magia delle illusioni che funziona da freno alla Comunicazione non Linguistica, o meglio, è uno strumento che realizza un cuscinetto illusorio che separa l'Uomo dal suo ambiente, in grado di "trasferire una struttura" (in realtà non la trasferisce, la realizza, come un ingegnere o un castoro realizzano le dighe) e con ciò realizza una “schematica cognitiva”. L'ho chiamato “mutua esclusione”.

Il Principio o “Schema Chiave” della “mutua esclusione” funziona esattamente in questo modo: “la lingua trasmette sempre significati in modo che il ricevente sia indotto a non pensarne altri”. La “mutua esclusione” funziona bene principalmente perché è il primo meccanismo che induce a escludere se stesso, ma funziona bene anche perchè l'induzione è tanto più fertile quanto più è ambigua la frase e i modi per rendere una frase ambigua sono praticamente infiniti, tant'è che essere precisi linguisticamente è un impresa quasi disperata. Tuttavia il tema è tremendamente sfuggente e scivoloso per sua natura, quindi pensate questo: quando guardo una pianta, penso la parola o la parola riassume ciò che vedo? In un certo senso possiamo dire "tutte e due". Però nel primo caso non posso pensare alla pianta senza la parola (escludo), nel secondo non posso pensare alla parola senza l'esperienza (includo) e questo significa che la parola evoca sempre una esperienza in modo esclusivo, un po' come la Magia: ciò che accade sembra provenire del nulla.

Il meccanismo può essere governato lucidamente da un interlocutore, ma anche no, tanto funziona comunque perché è innato e implicito all'uso di una lingua e funziona bene in tutte le lingue, per ciò è “paralinguistico”, cioè relativo alla comunicazione non verbale, come appunto ciò che realizza: la “schematica cognitiva”. Tuttavia non è somatico, cioè non è qualcosa che riguarda l'aspetto corporeo, anche se riguarda l'attività sensibile e l'esperienza. Come più volte ho sottolineato riguarda il governo dell'attenzione: dove questa va a finire e per ciò quello che "evita", che fa "mancare" e che per questo finisce per "comunicare anche senza comunicare".

Facciamo un giochino. Chiedo solo al lettore di avere pazienza e seguire le regole, se no sarà impossibile capire il principio, cioè osservare come funziona dentro di noi. Pensiamo a Satana e proviamo a immaginarlo esattamente come ce lo descrive la chiesa cattolica, cioè un ente esterno all'Uomo, abitante in un suo mondo distaccato dal nostro ma fisico e attiguo. L'essere ha un suo corpo e un suo scopo, non è spirituale e non solo può venire nel nostro mondo fisicamente ma ne sarebbe il principe indiscusso. L'unica forza che gli si oppone è quella di Dio che però governa esclusivamente in un altro mondo per sua stessa scelta. Satana predilige per i suoi scopi il sotterfugio e l'inganno e tramite di esso può stringere patti, fare promesse al fine di impossessarsi della volontà della vittima, facendogli perdere così il suo legame con Dio, indipendentemente dalla fede. Anche se può accadere comunque e in circostanze di cui siamo del tutto ignari è certo che le sedute spiritiche rendono più facile al demonio ingannare le sue vittime e così schiavizzarle.

Bene, solleviamo ogni giudizio di merito riguardo le affermazioni, dato che non stiamo cercando di confutare tesi teologiche: che cosa abbiamo escluso in tutto questo? Ragionate per bene e cercate di capire cosa manca. Ma fatelo sempre stando attenti a come dirigete l'attenzione. Più tempo passate a ragionare più sarà chiaro lo schema che ci governa. Poi andate in fondo e leggete dopo il doppio asterisco: (**)
Se il giochino ha funzionato le frasi che seguono inizieranno a fare emergere un cosmo di significati manipolati piuttosto complesso. Ad esempio, il concetto di "esportazione della democrazia", non ha senso razionale (tanto più militarmente) dato che la democrazia non è un bene ma un sistema di governo sorretto da una idea condivisa da un popolo e che potrebbe prendere infinite differenti forme quando la popolazione aderisce al principio democratico. Ma la frase rende chiaro che il dichiarante afferma di possederlo come fosse un pacco da consegnare, quindi non viene affermato che sia in oggetto una "esportazione di democrazia" ma un servizio che può stare benissimo e solo nella testa del parlante, che però non corrisponde a quello che è nella testa degli ascoltatori; chi parla non vorrà di certo precisare il "servizio" se indica una sua personale idea di cosa dovrebbe essere fatto per "esportare la democrazia" e -soprattutto- chi ne beneficia nel concreto. In altre parole, viene escluso che l'interlocutore che parla di "esportazione della democrazia" stia effettivamente parlando di imporre la sua esclusiva volontà ad altri. Accogliendo la frase come dato oggettivo, l'effetto immediato sul pubblico sarà che qualsiasi cosa vada storto nella "esportazione della democrazia", la colpa non è comunque di chi la sta esportando, nonostante e proprio perchè la sua opera è "un servizio" venduto al mondo come una qualunque altra agenda mercantile. Quindi si sfrutta un percorso mentale (schema cognitivo) relativo all'ideologia ordoliberista ("il mercato regola l'angenda sociale") che è stato accettato dalla nostra società per via di una comunicazione paralinguistica (=esperienza pratica) del "mercato che crea benessere e per ciò va difeso". Il dato oggettivo dell'esperienza collettiva del malessere economico precedente (per esempio nell'era preindustriale) e del benessere economico moderno è associato all'idea positiva dell'azione del mercato che come conseguenza (schema della "mutua esclusione") esclude l'azione negativa del mercato in senso sistemico e permette di sovrapporre totalmente l'idea economica con quella di mercato. Rimane ovviamente l'azione negativa locale, che però è marginale, circoscritta. L'assenza di una azione negativa strutturale impedisce di porre le basi per osservare e poi criticare l'ideologia stessa che diventa implicita.

Riprendendo l'esempio teologico, quando ci autoescludiamo, cioè veniamo indotti all'auto-esclusione, diventiamo in automatico estremisti dogmatici a prescindere da quello che stiamo considerando, cioè dall'argomento. Il principio di auto-esclusione semplicemente si "accende" se l'argomento in oggetto induce al terrore. Un caso facile da esaminare può essere "l'Italia non entrerà mai in guerra", oppure non verrà mai invasa da un altro esercito, oppure non verrà bombardata, più o meno il pensiero che avevano i cittadini di Belgrado prima dell'intervento NATO del 1999 che provocò un vero shock come ci ha insegnato Naomi Klein. Tuttavia la Klein, attenta osservatrice, vede l'effetto della dottrina dello shock e la descrive molto bene, ma non la causa che ne permette l'applicazione pratica.
Cioè non vede perché le persone debbano funzionare escludendo certe eventualità, di subire gli effetti di una guerra o il crollo di due grattacieli in una città simbolo del capitalismo mondiale, con migliaia di morti al seguito, una bella mattina di un giorno qualunque. Lo stesso si dica per terremoti, maremoti, eruzioni vulcaniche, ma anche semplicemente l'improvvisa scomparsa delle persone a noi care e vicine, dovute alla condizione della mortalità umana. Tutto questo è dovuto al terrore che provoca l'eventualità, però tale terrore non era dei nostri avi. Quindi? Cosa ha "spostato" l'elezione del terrore verso l'impossibilità di accettare l'esperienza della morte? Il principio guida della schematica cognitiva fornisce un indicazione precisa: cercare ciò che è mancato nella comunicazione. Se io osservo la tecnofrenia moderna, vedo come prometta benessere e dato che nessuno vuole morire, la promessa di imperituro benessere esclude -tra le altre cose- la morte. Quindi più dipendiamo dalla tecnofrenia meno saremo capaci di accettare la morte emotivamente.

Lo sforzo è poi quello di capire che la questione è incredibilmente più vasta e coinvolgente di quanto potremmo mai concepire razionalmente. Un po' come la materia e l'energia oscura. Se consideriamo le ipotesi teoriche fisiche corrette, dobbiamo ammettere che la stragrande maggioranza di energia e di materia rimane non misurabile quindi non osservabile. Ma la materia oscura se esiste non è "là" da qualche parte nel cosmo, ma qui accanto a noi, dentro di noi, pervade il corpo e la mente. Questo significa che anche questa "materia oscura" fosse scarsamente interagente con la parte osservabile, non signifca che la sua presenza escluda la sua influenza e che tale influenza non sia dominante.

Facciamo un esempio pratico: pensiamo al telefono giocattolo artigianale fatto con barattoli o bicchierini di carta e un filo, tipo questo qui:

Ci sono tutte le componenti semplici: ricevente, emittente, canale, messaggio. Ma il contesto è completo? In effetti manca l'aria. Immaginiamo di fare il gioco su un prato in un pomeriggio ventoso, l'aria interagisce scarsamente ma in quel caso potrebbe alterare in modo importante il messaggio e divenire lei stessa "qualcosa da ascoltare" come accade con le conchiglie del mare.

Per concludere, concettualmente è veramente difficile accettare l'idea che ci sia qualcosa di non osservato in cui siamo letteralmente immersi fisicamente e che è molto di più dell'osservabile. Allo stesso modo se vado al cinema, fatico a credere che il film entro cui sono stato immerso per un certo periodo abbia dominato incontrastato tutto il mio immaginario, oppure che la pubblicità sia in grado di plasmare i miei comportamenti, se non premetto che ho accettato come implicita l'ideologia ordoliberista cioè quella che postula che il mercato deve per il mio stesso bene, modellare i miei comportamenti.

Infatti possiamo tutti constatare l'incontrovertibile evidenza della nostra epoca: prendete un prodotto di punta qualunque del supermercato e ditemi che il suo successo non è dovuto alla pubblicità.

Come sempre attendo vostri commenti.

(**) noi stessi


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