World war Z, il fil...
 
Notifiche
Cancella tutti

World war Z, il film che annuncia l'agenda delle élites


Zret
 Zret
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2925
Topic starter  

World war Z, il film che annuncia l'agenda delle élites

http://www.youtube.com/watch?v=Lh7eor7wbu8&feature=player_embedded


Citazione
Giaurro
Trusted Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 61
 

Quanto alla sostanza simbolica del film, tutto vero. Serpeggiano, nelle produzioni artistiche televisivo-cinematografiche, il senso di oblio (=depopolazione, catastrofe bio-climatologica) ed alienazione (=regressione dell'umano all'inumano, tanto nell'essenza - da uomo a zombie, da individui a torma anonima da abbattere - quanto nel comportamento pratico-intellettuale - dalla libertà al totalitarismo, dai rapporti pacifici a quelli antagonistici ed esclusivistici) del tutto? Si'. C'è bisogno di un singolo agente razionale (=élites illuminate) plagiario che, più o meno subliminalmente, imponga al pubblico la forzata apprensione di quei medesimi simboli? In realtà, no. Il pubblico non necessita di atti di plagio mediatico-comunicativo per apprenderli. Tanto il pubblico, quanto i soggetti del potere, sono espressione duplice del punto di arrivo della civiltà occidentale, che si esprime in:
Crollo di ogni prospettiva storica rivolta al futuro e conseguente definitiva de-socializzazione e de-storicizzazione dell'individuo.

Fino al pieno XX sec., quasi senza soluzione di continuità, la civiltà occidentale si rappresentava il futuro come speranza dell'unità possibile (=unità definitiva tra soggetto e oggetto, individuo e società, essere e dover essere). Per questo, il futuro era sempre oggetto di filosofie della storia progressive, ottimistiche, ed in certi casi utopistiche (Platone, escatologia cristiana, idea di Progresso illuministica, idealistica, socialistica e positivistica). Soltanto il Romanticismo (Novalis, Schelling), certo Positivismo (Verga), il Decadentismo (Baudelaire) e certa filosofia irrazionalistica (Nietzsche) posero il dubbio sulla possibilità di realizzare (e persino concepire) "il" futuro. Ad ogni modo: fino al XX sec. inoltrato Futuro = terzo tempo di una filosofia della storia progressiva e ottimistica tesa alla composizione di soggetto e oggetto, individuo e società.
A partire dallo stesso periodo, invece, si registra il crollo definitivo (e tutt'ora corrente) di ogni filosofia della storia. Il pensiero postmoderno-esistenziale decreta la dissoluzione della verità in interpretazione, e delle "grandi narrazioni" (=filosofie della storia) in immodificabilità del mondo. Per la prima volta nella storia, con tale radicalità, il soggetto (individuo) perde definitivamente l'oggetto (società), e questo con la coscienza dell'ineluttabilità di tale processo. Sparisce il "Futuro" come luogo di ogni possibile conciliazione, sparisce la verità come pratica di ogni possibile modificazione del mondo. L'unica realtà possibile, e la migliore realtà possibile, è il Capitalismo post-industriale e post-borghese, che è poi l'Ultra-capitalismo. L'individuo rimane solo, reificato nell'oblio della storia e della società. Individuo de-socializzato e de-storicizzato sulla base del crollo della "storia" come "prospettiva". Ora, cosa succede a chi rimane solo pur necessitando di compagnia? Oblio, naufragio, dissoluzione: suicidio.

Per tornare al principio, dunque, il senso di oblio e alienazione ravvisati il WWZ (e in moltissima produzione mediatica e artistica contemporanea), non è mica (o non è solo) appannaggio di un luciferino piano delle élites: è piuttosto il senso della civiltà occidentale che giunge a provvisorio compimento. Si tratta delle viscere dell'Occidente, delle nostre viscere. Delle viscere del popolo, oltre che delle élites.


RispondiCitazione
Giaurro
Trusted Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 61
 

Per dirla con Nando Ioppolo: se ci fossero state elezioni ai tempi di Don Rodrigo, Renzo e Lucia avrebbero votato per lui.


RispondiCitazione
Zret
 Zret
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2925
Topic starter  

Come in alto così in basso.


RispondiCitazione
Condividi: