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Jupiter, questo sconosciuto


mystes
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Dichiaro subito, a scanso di equivoci, di non essere un a-theos (un senza dio), nonostante questo “dio” sia stato e continua ad essere un gran dolore di testa per filosofi e letterati.

La filosofia greca, nella sua serenità ed impassibilità, se l’era cavata molto bene. Aveva identificato nel Monte Olimpo la sede privilegiata degli dei e là, in cima alla divina montagna, sedeva imperterrito, severo  e sovrano Zeus, Jupiter in latino, circondato e coccolato da una schiera di divinità, ad ognuna delle quali il Padre aveva assegnato un compito ed una funzione: c’era chi si occupava dell’amore e chi della guerra, amore e guerra coesistevano sicure e tranquille nelle loro funzioni, sicure di adempiere al meglio le loro attribuzioni, tranquille e consapevoli del fatto che il genere umano non poteva fare a meno né dell’amore, né della guerra.

Senonché, l’uomo non aveva ancora scoperto la scissione dell’atomo, e alla divina potestà di Zeus preferì la sovranità del fungo atomico, Zeus allora si ritirò sulla cima della montagna in solitaria meditazione, ordinando alle sue divinità subordinate di fare altrettanto.

L’uomo rimase solo ed ebbe paura dell’amore e della guerra.

In lontananza il fungo atomico sbirciava dal suo atollo al centro dell’oceano consapevole del fatto che avrebbe potuto suscitare nell’uomo un unico sentimento: quello del terrore, al solo ricordo di quel fungo atomico l’uomo sarebbe rimasto terrorizzato.

Amore e guerra si ritirarono contriti e frustrati: Zeus di fronte ai loro piagnistei rimase pensieroso e in silenzio.

Quando Jupiter si ritira in silenzio meditabondo sulla cima del monte, l’uomo resta solo, e quando l’uomo resta solo ha paura, ha paura di tutto, dell’amore e della guerra.

Ha paura dell’amore ed inventa la trasgressione dei sentimenti e della natura, ha paura della guerra ed inventa il terrore e la barbarie.

Quando l’uomo aveva la guerra, generava guerrieri fedeli ai propri ideali di rispetto, di stile, di tradizione, quando l’uomo aveva l’amore, amava una donna le era fedele ed era da questa riamato e da tale sentimento nascevano figli orgogliosi, forti, sicuri di poter continuare la tradizione dei padri.

Gli uomini diedero allora a questo sistema un nome: TRADIZIONE, tradizione di famiglia, tradizione di costumi, tradizione di culti.

Jupiter dall’alto dell’Olimpo si sentì rasserenato e scagliò un fulmine di soddisfazione, smentendo i solidi idioti e i soliti presuntuosi che il fulmine annunci e preceda solo la guerra. Parlano così perché non conoscono il fulmine, il fulmine della pace. (r. s.)

 

Fonte: https://associazioneignis.blogspot.com/

 

Questa argomento è stata modificata 7 mesi fa da mystes

oriundo2006 hanno apprezzato
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