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Multatuli - Max Havelaar


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Max Havelaar è un classico della letteratura nederlandese. L'autore è Multatuli (“molte cose ho dovuto sopportare”, pseudonimo di E. D. Dekker, 1820-1887), ex funzionario delle colonie olandesi in Asia Orientale, il quale, cosa tipica degli scrittori veramente grandi, fu un personaggio di spiccata arguzia e di notevoli capacità riflessive.
Gli interessi variegati di Multatuli e la sua capacità di valutare criticamente luoghi comuni e rapporti sociali emergono largamente in questo libro pubblicato nel 1860, e a quanto pare scritto in un mese. La struttura della narrazione è decisamente avanguardistica per il XIX secolo, con l'alternanza di più cornici narrative e voci narranti, più qualche passaggio dedicato a riflessioni estemporanee e un racconto esemplare, del genere dello “Amore e psiche” di Apuleio, adoperato per descrivere una certa realtà coloniale. L'eccezionale sensibilità e la notevole capacità narrativa dello scrittore emergono, poi, anche nell'ironia caustica che egli impiega per descrivere la società borghese olandese a lui contemporanea, e nelle riflessioni relative ai rapporti di classe, alle relazioni interculturali e al modo in cui la violenza può giocarvi un ruolo centrale. In particolare l'autore fa riferimento a contesti di dominio coloniale, da lui direttamente – e amaramente – conosciuti, denunciando certe strutture e storture che in essi si producono.
Attualmente la traduzione italiana più facilmente reperibile è quella pubblicata da Iperborea nel 2007 ( http://www.iperborea.com/it/titoli/19829.html ). La traduzione è la stessa dell'edizione della UTET del 1965.
Una piccola curiosità: a pagina 52, laddove si elencano i numerosissimi saggi scritti dall'«uomo con lo scialle» (uno dei personaggi la cui presenza aleggia in tutta l'opera), si trova anche un lavoro dal titolo “Per un sistema monetario europeo”.

Un lavoro decisamente attuale.


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