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bowie

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Non ricordo particolari celebrazioni neanche per la dipartita di Frank Zappa: se non fosse per pochi musicisti di nicchia e la dedizione pressoché totale del figlio Dweezil (e in italia Elio) si potrebbe dire che sia praticamente nel dimenticatoio già da tempo.

Visto che l'hai citato, leggete sta cosa, a me ha divertito:

http://wiki.killuglyradio.com/wiki/David_Bowie

"FRANCESCO: "… You got lotsa guys like that now. Everybody thinks they're terrific . . . who'll be the 'Mozart' of your century? David Bowie?

The people of your century no longer require the service of composers. A composer is as useful to a person in a jogging suit as a dinosaur turd in the middle of his runway.
Your age is ugly and loveless, and when they eventually write you up in the leather book with the red silk thing hanging out the side, YOUR nasty little 'Mozart' will be a sort of egalitarian-affirmative action non-person of indeterminate sex, chosen by a committee who will seek advice from a group of accountants who will consult a tan lawyer who will negotiate with a clothing manufacturer who will sponsor a series which will feature a simulation of a lip-synced version of the troubled life of a white boy with special hair who achieves musical greatness through abnormally large sales figures. …"

Tratto da Them or US, di Zappa, nel 1984.

Che ne pensate?

Difficile commentare.
Penso che tutto sommato Zappa abbia detto la verità senza però, dal punto di vista artistico, dire niente di particolarmente originale. Se elimini “indeterminate sex” la stessa cosa si può dire dell’era di Elvis, dei Beatles o dei Rolling Stones. E visto che si parla di compositori, Zappa stesso, per qualcuno, è acqua calda bella fresca se paragonato ad un Catalani, Verdi, Mahler, Wagner, Orff, ecc. Cioè, mi pare un posizione un po’ elitaria e senza particolare significato. Quando sento una generazione che ne attacca un’altra mi cadono sempre un po’ i maroni ma probabilmente è un'espressione buttata lì che di per sè non vuol dir niente e che quindi non può rappresentare il pensiero di Zappa. O almeno lo spero.

Saranno anche stati “commerciali” ma a me questa non sembra roba voluta e prodotta da commercialisti: https://www.youtube.com/watch?v=pXSGocWifAg , https://www.youtube.com/watch?v=aGEw5B850a4 . Per quanto mi riguarda, quando il “prodotto” mi soddisfa me ne frego del marchio o della provenienza. Poi vabbè, gli U2 di The Unforgettable Fire non sono gli stessi di oggi ma che ci possiamo fare? Buttiamo a mare pure Ray Charles, Marvin Gay o James Brown?


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istwine
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Difficile commentare.
Penso che tutto sommato Zappa abbia detto la verità senza però, dal punto di vista artistico, dire niente di particolarmente originale. Se elimini “indeterminate sex” la stessa cosa si può dire dell’era di Elvis, dei Beatles o dei Rolling Stones. E visto che si parla di compositori, Zappa stesso, per qualcuno, è acqua calda bella fresca se paragonato ad un Catalani, Verdi, Mahler, Wagner, Orff, ecc. Cioè, mi pare un posizione un po’ elitaria e senza particolare significato. Quando sento una generazione che ne attacca un’altra mi cadono sempre un po’ i maroni ma probabilmente è un'espressione buttata lì che di per sè non vuol dir niente e che quindi non può rappresentare il pensiero di Zappa. O almeno lo spero.

Saranno anche stati “commerciali” ma a me questa non sembra roba voluta e prodotta da commercialisti: https://www.youtube.com/watch?v=pXSGocWifAg , https://www.youtube.com/watch?v=aGEw5B850a4 . Per quanto mi riguarda, quando il “prodotto” mi soddisfa me ne frego del marchio o della provenienza. Poi vabbè, gli U2 di The Unforgettable Fire non sono gli stessi di oggi ma che ci possiamo fare? Buttiamo a mare pure Ray Charles, Marvin Gay o James Brown?

Sì, è una cosa così, io l'ho messa perché mi piaceva quel riferimento alle affirmative-actions. Ma di per sé è un personaggio che non è facile commentare. Una sua logica però se vedi l'attuale contorno ha senso. Io l'avevo un po' affiancato a quest'altra cosa qui:

https://www.youtube.com/watch?v=KZazEM8cgt0

Molto interessante, e se l'accomuni a tanti altri discorsi, altri campi ecc, un filo logico ce l'ha, a mio avviso. Non è quindi tanto il commerciale in sé, me ne fotto personalmente, dipende da tanti fattori e il commerciale di James Brown non è il commerciale di Miley Cyrus per dire. Ma se ingrana la sezione musica se ne discute lì!


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Dunque, dicevo che è difficile da commentare perché il discorso è ampio, specie se l’accomuni a tanti altri discorsi, campi, ecc. E proprio perché lo hai postato tu che ho pensato a quei discorsi circa lo smartphone, Facebook, ecc *.

Ho ascoltato l’intervista che hai linkato ed infatti il succo del discorso è che “the older generation was better for pushing new wave music that they didn't understand than the supposedly younger/hipper music executives.”

Ecco, per brevità d’esposizione (e rispondendo a Zappa) dico che secondo me is bullshit. Forse Zappa dimentica che ogni generazione ha avuto bisogno di un Leonard Chess, un Dowd, un Epstein, un Dodd, un Blackwell, un Branson, ecc. E nonostante tutto C. Parker, Billie Holiday, Petrucciani e, perché no, Battisti sono comunque emersi. I mali dell’industria (omologazione, mercificazione, ecc) li conosciamo, eppure senza Berry Gordy probabilmente non avremmo avuto Marvin Gay. Dico anche che forse Zappa si sopravvaluta un pochino e che il suo discorso è un tantino limitato. In ogni settore l’innovatore incontra degli ostacoli e spesso gli executives non si rendono conto di essere seduti su di una miniera d’oro (Xerox-PC).

[Non c’è più il cinema di una volta, non c’è più la musica di una volta, non ci sono più gli artisti di una volta, l’arte non è più quella ( si è fermata al Rinascimento? A Mozart? A Kubrick? ), i giovani non sanno più come emergere, fare impresa è più difficile, le persone non sono più le stesse… Non ci sono più le mezze stagioni… Bah…]

Tornando alla musica, non è che non ci siano più i produttori di una volta, non ci sono più le major! Oggi puoi pubblicare il tuo materiale su Youtube o Beatport ed in pochi mesi diventare una Star. Solo dopo arrivano le major. E se a qualcuno piace Bieber pazienza!
Durante la mia breve esperienza nel mondo dei producer ho potuto verificare quanto sia facile pubblicare il proprio materiale ed allo stesso tempo trovare un’etichetta che ti prenda sotto la sua ala. Quindi oggi è molto più facile emergere di quanto non lo fosse dieci, venti o cinquanta anni fa. E lo puoi fare senza dover accettare compromessi, senza che nessuno pretenda di manipolare il processo creativo o se preferisci di standardizzare il tuo prodotto. Spesso sentivo e sento fare questo genere di polemiche da qualche musicista che crede di essere un genio incompreso. Questi, conoscenti ma anche amici, incolpano l’industria e la gente (che preferisce fare la coda per ascoltare il dj del momento piuttosto che il gruppetto di provincia!) delle loro mancanze e dei loro insuccessi. Taluni affermano che “i dj hanno rovinato la musica”. Io penso che siano delle mezze calzette frustrate.

Un grazie a Truman per la sezione musica!

* Questo è il discorso che abbiamo interrotto tempo fa! Avevo scritto una cosa in merito ma poi per non deviare dal tema principale della conversazione non te l’ho mandata. Se la trovo sono caxxi tuoi! Erano pagine e pagine… 😆


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istwine
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Dunque, dicevo che è difficile da commentare perché il discorso è ampio, specie se l’accomuni a tanti altri discorsi, campi, ecc. E proprio perché lo hai postato tu che ho pensato a quei discorsi circa lo smartphone, Facebook, ecc *.

Ho ascoltato l’intervista che hai linkato ed infatti il succo del discorso è che “the older generation was better for pushing new wave music that they didn't understand than the supposedly younger/hipper music executives.”

Ecco, per brevità d’esposizione (e rispondendo a Zappa) dico che secondo me is bullshit. Forse Zappa dimentica che ogni generazione ha avuto bisogno di un Leonard Chess, un Dowd, un Epstein, un Dodd, un Blackwell, un Branson, ecc. E nonostante tutto C. Parker, Billie Holiday, Petrucciani e, perché no, Battisti sono comunque emersi. I mali dell’industria (omologazione, mercificazione, ecc) li conosciamo, eppure senza Berry Gordy probabilmente non avremmo avuto Marvin Gay. Dico anche che forse Zappa si sopravvaluta un pochino e che il suo discorso è un tantino limitato. In ogni settore l’innovatore incontra degli ostacoli e spesso gli executives non si rendono conto di essere seduti su di una miniera d’oro (Xerox-PC).

[Non c’è più il cinema di una volta, non c’è più la musica di una volta, non ci sono più gli artisti di una volta, l’arte non è più quella ( si è fermata al Rinascimento? A Mozart? A Kubrick? ), i giovani non sanno più come emergere, fare impresa è più difficile, le persone non sono più le stesse… Non ci sono più le mezze stagioni… Bah…]

Tornando alla musica, non è che non ci siano più i produttori di una volta, non ci sono più le major! Oggi puoi pubblicare il tuo materiale su Youtube o Beatport ed in pochi mesi diventare una Star. Solo dopo arrivano le major. E se a qualcuno piace Bieber pazienza!
Durante la mia breve esperienza nel mondo dei producer ho potuto verificare quanto sia facile pubblicare il proprio materiale ed allo stesso tempo trovare un’etichetta che ti prenda sotto la sua ala. Quindi oggi è molto più facile emergere di quanto non lo fosse dieci, venti o cinquanta anni fa. E lo puoi fare senza dover accettare compromessi, senza che nessuno pretenda di manipolare il processo creativo o se preferisci di standardizzare il tuo prodotto. Spesso sentivo e sento fare questo genere di polemiche da qualche musicista che crede di essere un genio incompreso. Questi, conoscenti ma anche amici, incolpano l’industria e la gente (che preferisce fare la coda per ascoltare il dj del momento piuttosto che il gruppetto di provincia!) delle loro mancanze e dei loro insuccessi. Taluni affermano che “i dj hanno rovinato la musica”. Io penso che siano delle mezze calzette frustrate.

Un grazie a Truman per la sezione musica!

* Questo è il discorso che abbiamo interrotto tempo fa! Avevo scritto una cosa in merito ma poi per non deviare dal tema principale della conversazione non te l’ho mandata. Se la trovo sono caxxi tuoi! Erano pagine e pagine… 😆

Non son del tutto d'accordo, non credo sia una questione di gusti, il discorso di Zappa credo fosse legato proprio a quel "they didn't understand", mentre l'industria del periodo successivo era fatta da chi "lascia fare a me che SO IO cosa vuole la gente". Nel senso che il periodo dei sessanta, ma anche dei cinquanta (prima è un po' diverso) il produttore non aveva queste mire espansionistiche. Si lega poi ad altri discorsi suoi, tipo che le figlie consumavano le canzoni guardandole su MTV, non le ascoltavano ecc ecc.

Credo poi lui parli della sua esperienza* , da questo punto di vista io posso solo ascoltare incuriosito, dare un giudizio non è cosa facile.

Non credo sia un discorso di "prima si stava meglio". E anche se fosse, Nat, per certi versi su alcuni aspetti si può dire tranquillamente per me. Ma credo volesse mettere in luce un paradosso, che il "conservatore" paradossalmente lasciava più libertà del "progressista".

Poi sui dj, non han rovinato niente, figurati. Quelli che lo san fare, senza Symphony Sid zero bebop, volendo. Anche se certo, non stavi parlando di quel tipo dj, lo so, era per dire! Ma poi che dj? Ce n'è a pacchi, dipende. Ma ne parliamo in privato magari.

*Una sciocchezzina divertente: il manager era Herb Cohen, parente di questo:

https://it.wikipedia.org/wiki/Mickey_Cohen

Trovi qualche bell'aneddoto in giro.

PS: Parker, Holiday ecc, son morti poveri però, ma non perché hanno sputtanato i soldi (anche eh!), perché al tempo l'andazzo era quello. E non erano proprio mainstream al tempo. Il jazz in sé, tolti alcuni, è sempre stato un poco di nicchia come numeri. Già il rock'n'roll dei cinquanta li sbaragliò tutti.


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massi
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Non c’è più il cinema di una volta, non c’è più la musica di una volta, non ci sono più gli artisti di una volta, l’arte non è più quella ( si è fermata al Rinascimento? A Mozart? A Kubrick? ), i giovani non sanno più come emergere, fare impresa è più difficile, le persone non sono più le stesse… Non ci sono più le mezze stagioni… Bah…

In parte sono d'accordo, ma solo in parte.
Come quando mi sento dire... "è sempre stato così... ogni generazione crede che quella precedente sia stata migliore... non è cambiato niente..."
Entrambe le versioni secondo me sono un po' superficiali.

Tornando alla musica, non è che non ci siano più i produttori di una volta, non ci sono più le major! Oggi puoi pubblicare il tuo materiale su Youtube o Beatport ed in pochi mesi diventare una Star. Solo dopo arrivano le major. E se a qualcuno piace Bieber pazienza!

E' vero oggi c'è YouTube, uno strumento pazzesco.
Ma è anche vero che prima ti venivano letteralmente a cercare... ricordo un'intervista dove Joe Strummer raccontava che negli anni settanta a Londra non c'era localaccio fumoso dove si suonasse senza almeno un manager tra il pubblico che aspettava la fine del concerto per farti firmare un contratto. Chi lo farebbe oggi? Qualcosa vorrà pur dire...


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Jor-el
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Dunque, dicevo che è difficile da commentare perché il discorso è ampio, specie se l’accomuni a tanti altri discorsi, campi, ecc. E proprio perché lo hai postato tu che ho pensato a quei discorsi circa lo smartphone, Facebook, ecc *.

Ho ascoltato l’intervista che hai linkato ed infatti il succo del discorso è che “the older generation was better for pushing new wave music that they didn't understand than the supposedly younger/hipper music executives.”

Ecco, per brevità d’esposizione (e rispondendo a Zappa) dico che secondo me is bullshit. Forse Zappa dimentica che ogni generazione ha avuto bisogno di un Leonard Chess, un Dowd, un Epstein, un Dodd, un Blackwell, un Branson, ecc. E nonostante tutto C. Parker, Billie Holiday, Petrucciani e, perché no, Battisti sono comunque emersi. I mali dell’industria (omologazione, mercificazione, ecc) li conosciamo, eppure senza Berry Gordy probabilmente non avremmo avuto Marvin Gay. Dico anche che forse Zappa si sopravvaluta un pochino e che il suo discorso è un tantino limitato. In ogni settore l’innovatore incontra degli ostacoli e spesso gli executives non si rendono conto di essere seduti su di una miniera d’oro (Xerox-PC).

[Non c’è più il cinema di una volta, non c’è più la musica di una volta, non ci sono più gli artisti di una volta, l’arte non è più quella ( si è fermata al Rinascimento? A Mozart? A Kubrick? ), i giovani non sanno più come emergere, fare impresa è più difficile, le persone non sono più le stesse… Non ci sono più le mezze stagioni… Bah…]

Tornando alla musica, non è che non ci siano più i produttori di una volta, non ci sono più le major! Oggi puoi pubblicare il tuo materiale su Youtube o Beatport ed in pochi mesi diventare una Star. Solo dopo arrivano le major. E se a qualcuno piace Bieber pazienza!
Durante la mia breve esperienza nel mondo dei producer ho potuto verificare quanto sia facile pubblicare il proprio materiale ed allo stesso tempo trovare un’etichetta che ti prenda sotto la sua ala. Quindi oggi è molto più facile emergere di quanto non lo fosse dieci, venti o cinquanta anni fa. E lo puoi fare senza dover accettare compromessi, senza che nessuno pretenda di manipolare il processo creativo o se preferisci di standardizzare il tuo prodotto. Spesso sentivo e sento fare questo genere di polemiche da qualche musicista che crede di essere un genio incompreso. Questi, conoscenti ma anche amici, incolpano l’industria e la gente (che preferisce fare la coda per ascoltare il dj del momento piuttosto che il gruppetto di provincia!) delle loro mancanze e dei loro insuccessi. Taluni affermano che “i dj hanno rovinato la musica”. Io penso che siano delle mezze calzette frustrate.

Un grazie a Truman per la sezione musica!

* Questo è il discorso che abbiamo interrotto tempo fa! Avevo scritto una cosa in merito ma poi per non deviare dal tema principale della conversazione non te l’ho mandata. Se la trovo sono caxxi tuoi! Erano pagine e pagine… 😆

Sottoscrivo ogni parola. E' vero che il mondo del Rock, delle rockstar e della major è finito per sempre, ma è anche vero che la musica CONTINUA. Da un'altra parte, certamente, ma CONTINUA. I dj non hanno rovinato la musica. I dj sono MUSICISTI.


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istwine
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Mi sono spiegato male, ma perché ho dato per scontato delle cose:

Quello che intendeva Zappa era un semplice paradosso. Quando lui ha cominciato, o comunque i primi dischi, son nel periodo della contestazione, flower power ecc ecc (ci siam capiti). Lui ha sempre preso le distanze da quel tipo di contestazione, sia nelle modalità che nei contenuti, ma è anche vero che all'opinione pubblica i contestatori, i sessantottini ecc si presentevano come "i progressisti". Quindi Zappa voleva semplicemente dire che nel periodo dei sessanta/settanta i "conservatori" (definiti e dipinti così dai "progressisti"), produssero cose molto ma molto più ardite (rispetto a quel che c'era) di tanta roba degli ottanta (che aveva comunque dietro 15 anni di psichedelia, prog, beat, funk, soul, free jazz).

Non era un "prima si stava meglio" in sé. Era un paradosso, come dire "quelli che per anni venivano definiti conservatori, ti han prodotto dai King Crimson ai Bonzo Dog Doo Dah Band, passando per Hendrix, Fugs, Zappa, Velvet Underground, come Mahavisnu Orchestra ecc ecc". Come dire "saranno stati anche conservatori, ma cazzo!".

La critica non è alla musica in sé, che per quanto ci possano essere delle cose anche oggettive, rimane un gusto personale.

Poi il riferimento a Bowie io non lo so, non credo gli piacesse e poco me ne frega in effetti. A me piaceva come frase, nel senso, forse aveva visto con trent'anni di anticipo l'arrivo delle Conchita Wurst.


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Jor-el,
ieri, frettolosamente, avevo risposto così:

“Magari, anche argomentando meglio, non saremmo d’accordo e ci sta. Il fatto è che se vuoi andare oltre il divertissement (neanche tanto originale anche per l’epoca, vedi Lennon prima di lui) offertoci da Zappa, dovresti fornire qualche dettaglio in più. Tutti i produttori che ho citato hanno rotto con il passato e hanno rappresentato una svolta proprio perché il "conservatore" non lasciava più libertà del "progressista", in quanto il progressista non esisteva se non nella testa di Zappa e della gente.

[Essere “progressista”, oggi come ieri, serve solo a vendere un prodotto, tanto quanto l’essere “conservatori”. Spero che Zappa volesse proprio denunciare questo genere di ipocrisia]

Esistevano ed esistono produttori (major) che mirano al profitto (subito) e quindi evitano la sperimentazione. Poi esistono gli indipendenti che per sfondare non possono che percorrere strade non battute. Il pubblico di Zappa rappresentava una nicchia di mercato insignificante dato che il suo era un non genere di cui Zappa era l’unico rappresentante. Probabilmente, come dici, Zappa parla di sé e della sua esperienza ma trovo che certe allusioni ad altri artisti/generi siano di dubbio gusto. Se non ricordo male si espresse malamente su di un giovane Hendrix ed ancora peggio su quello morto. Ecco, questo suo vizietto di criticare sistematicamente i colleghi non gli rende onore, se fosse stato zitto nessuno ne avrebbe sofferto.

“Il produttore dei cinquanta/sessanta non aveva queste mire espansionistiche”?

Elvis, i Beatles o i Rolling Stones che li ho citati a fare? Non sono dei cinquanta/sessanta? Il loro target non erano le masse? Prima dei Beatles non esistevano fenomeni planetari e quindi erano tutte nicchie di mercato. Col jazz (nicchia delle nicchie) si è sempre mangiato poco, specie agli inizi del movimento (come capita a tutti i precursori!), ma Parker i pochi soldi che prendeva se li beveva e sparava in vena. Holiday idem e Holiday ne ha guadagnati (per l’epoca). Se fossero campati qualche altro anno magari… Per l’epoca Muddy Waters, Etta James, Chuck Berry e tanti altri i soldi li fecero eccome. Certo, non puoi paragonarli ad Elvis o ai Rolling Stones.

Circa l’esempio non ci siamo capiti (chi se ne frega dei dj in sé per sé..), intendo dire che un artista o presunto tale (clavicembalista, percussionista, rumorista, scultore, ecc) che pubblicamente e magari strumentalmente ne critica un altro, magari di successo, o è una mezza tacca o ha perso il senno. Un Bowie o un Hendrix, mica Mozart quindi, non si sarebbero permessi di criticare Zappa, né direttamente né indirettamente, primo perché erano dei signori, secondo perché avevano di meglio da fare, terzo perché non sentivano il bisogno di far parlare di sé o di concedere interviste per criticare produttori e colleghi.
Se Zappa (o chiunque altro) non trovava produttori poteva sempre fare l’idraulico o mettere su una lavanderia a gettoni (così coglieva l’occasione per darsi una rinfrescata). Probabile che Zappa si riferisse a quei tre che conosceva e che non se lo filavano, ma voglio dire, non è una sciocchezzina? Criticare lo showbiz è come sparare sulla Croce Rossa, se poi ne fai parte…

“Non credo sia un discorso di "prima si stava meglio". E anche se fosse, Nat, per certi versi su alcuni aspetti si può dire tranquillamente per me.”

Circa gli aspetti su cui “si può dire tranquillamente” non vedo l’ora di leggere il prosieguo di quella nostra conversazione.

P.s.: Il produttore deve sapere cosa vuole la gente, per questo gli artisti li cercano e li scelgono. Poi, se l’artista è uno forte se li sceglie lui i produttori, con ciò che ne viene, se invece l’artista è poco apprezzato o poco conosciuto, sono i produttori a scegliere lui e a dettare la linea. Così è sempre stato. Diciamo che prima dei sessanta i produttori erano perlopiù dei meri impresari/imprenditori che scritturavano il cavallo vincente mentre poi sono diventati prima dei tecnici (del suono/registrazione) e poi dei veri e propri artisti (oltre che dei tecnici) imprenditori/finanziatori. Oggi ci sono entrambe le figure ma la maggior parte sono artisti/imprenditori. Le stesse major hanno tagliato i vari impiegati e burocrati della musica e assumono artisti come produttori. Il processo di disintermediazione ha prodotto un mercato liquido dove l’artista si propone al pubblico direttamente e senza intermediari. Eccezioni a parte, s’intende.”

Poi ho capito di aver frainteso, Istwine (catartico!) alludeva a tutt’altro con “SO IO cosa vuole la gente". Allora ho cancellato il commento. Secondo la sua interpretazione, certi produttori avrebbero deliberatamente tentato di imporre un cambio di costumi.

@istwine,
vedo ora che mi hai anticipato ma secondo me non ci hai ancora detto tutto…

Due cose.
Primo, sia dal punto di vista artistico che commerciale non ci vedo nessun paradosso. Dimentichi che prima del flower power c’era stata la beat generation e quindi Hendrix o i Doors non furono altro che l’ultimo colpo di coda del serpente. Lo stesso Dylan o i Velvet Underground erano qualcosa di naturale, commerciale ed assolutamente dentro gli “schemi” per l’epoca. Erano i giovani a consumare musica e i giovani alternativi dell’epoca erano beat, hippy o semplicemente ascoltavano la black music in salsa pop. I produttori che tu proponi di rivalutare (dico così per capirci) erano talmente avanti da stroncare la carriera di uno come Sixto Rodriguez e da non voler incidere “What's Going On”. Per inciso, a mio avviso se guardiamo la forma e la spontaneità del linguaggio, Dylan non valeva mezzo Rodriguez (leggete i testi di Rodriguez, altro outsider come Zappa del resto).

Gli anni cinquanta/sessanta (USA e dopo GB) ci hanno regalato tanto perché quello fu un periodo storico irripetibile dove una serie di movimenti e situazioni trovarono compimento, si scontrarono, ecc. Gli artisti e quindi i produttori di cui parli non hanno anticipato un bel niente, hanno solo interpretato il momento (i Johnson e i Parker sono materiale di altro pregio/epoca, sono outsider). Ed i produttori hanno colto la palla al balzo come avevano sempre fatto, non si sono aperti ad un bel niente, sono solo passati all’incasso. Dopo che la beat generation si era spenta da almeno un decennio e che il flower power era in dirittura d'arrivo (Woodstock e il Monterey Pop Festival hanno segnato la fine del movimento) alcuni artisti come la Joplin, i Led Zeppelin, i Grateful Dead e i Pink Floyd hanno segnato il passo, raccolto il lascito e formalizzato ciò che restava di quel periodo ma la pop music (disco music) era già in agguato (Il Loft di Mancuso apre nel 1970). Sly & the Family Stone, James Brown ed il funk … Gli Hues Corporation sono del 1969… La società ed il mercato erano già cambiati, The Affluent Society di Galbraith è del 1958, The New Industrial State è del 1967 …

Insomma, quei produttori hanno semplicemente seguito la corrente, come avevano fatto quelli prima di loro producendo Ray Charles e come hanno fatto quelli dopo di loro producendo i Doors, i Led Zeppelin, Barry White, Diana Ross, ecc.
Queste tendenze, questi movimenti non sono nati dal nulla e non è che finito uno ne è iniziato un altro. The Supremes sono del 1959, The Temptations sono del 1960, Otis Redding è stato stroncato nel 1967 quando aveva appena prodotto (Sittin' on) the Dock of the Bay, Al Green inizia nel 1967, ecc. Da un punto di vista artistico non c’è stata nessuna evidente rottura col passato. C’è solo il rimpianto per un periodo storico straordinario che ha prodotto artisti straordinari. Le produzioni degli anni ottanta sono figlie di quei tempi e quindi di quella società, ed a me tra parentesi non dispiacciono nemmeno un po’. Cioè, ci hanno dato i Blondie, B
illy Idol, Bryan Ferry, i Cameo, Dennis Edwards, Sade, Kravitz, Dire Straits, Enya, U2, Simple Minds, ecc, ecc, ecc. Non ti sembrano produzioni “ardite” rispetto alle precedenti? Non hanno stravolto tutto? Io credo che si tenda sempre a criticare il presente ma che poi guardandosi alle spalle ci si accorga che forse il passato non era così male.

Secondo.
Tu non ti vuoi sbilanciare (non essere timido!) ma volevi dire (e l’ho capito solo ieri sera) che c’è stata una precisa volontà di modificare i costumi e la società dal punto di vista dell’identità dei popoli e degli individui, in particolari qui volevi arrivare alla teoria del gender. Io non so se Zappa alludesse proprio alla distruzione della famiglia e della società o dell’ordine naturale delle cose. Se questa cospirazione c’è stata (e l’omologazione è uno dei temi cari dell’ideologia comunista ma anche della produzione di massa – capitalismo moderno per intenderci, fordismo toh - , non nasce quindi coi produttori di Zappa) e tutto ciò, come dici, ha una sua logica, dovresti perlomeno aiutarci ad unire i puntini. Perché la pop art degli anni cinquanta e Warhol ed i suoi figliocci (Velvet, ecc) non sono usciti dal cilindro, come non lo sono Bowie, i Roxie, Iggy, ecc. Sono figli del loro tempo. Lo sdoganamento della sessualità nelle sue varie forme non è un tema degli anni ottanta e mi pare normale che in un epoca di ribellione, di conquiste sociali e di benessere diffuso come gli anni cinquanta e sessanta si siano create certe situazioni.

Quindi, io non dico che hai torto, anzi, però potresti offrirci qualche suggerimento in più… Anche il porno scandinavo è frutto di una cospirazione? Le orge le hanno inventate Kerouac, Bowie e Jagger o già gli uomini liberi dei tempi antichi si lasciavano andare? L’arte figurativa greca, etrusca e romana mirava a modificare i costumi? Sai, se mi mettessi a scrutare il cielo e a pensare ad un paio di tette, prima o poi inizierei a scorgere capezzoli ovunque (sto già sbavando ).

P.s.: “il periodo della contestazione” non è quello del flower power. Il flower power è stato l’annacquamento in salsa pop della beat generation, una degenerazione, un non pensiero, un fenomeno più commerciale o estetico se preferisci che spirituale. Freak Out! è del 1966 ma Malcolm X è morto nel 1965, Kennedy è morto nel 1963, ecc. Il periodo di cui parli (anni sessanta) rappresenta l’ultima fase della contestazione.

P.s.: Il tutto scritto un po’ così alla caxxo ma insomma, nemmeno tu sei sprecato 🙂 Quella frase di Zappa messa lì non dice molto, anche perché Zappa non era un idiota e quindi va letto ed interpretato in una chiave più ampia che non ci hai fornito. Inoltre non ci hai detto nulla delle tue di intuizioni e di come riesci a legare tutto ciò a cinquant’anni di storia e costume. Non puoi partire da Bowie ed arrivare alla Wurst così… Eccheccazzo, va bene semplificare ma almeno facci capire come e perché “una sua logica ce l’ha”. Dacci un minimo di traccia, di riferimenti. Se invece voleva essere solo una provocazione allora chiedo venia, non c’era niente da commentare. Forse ci hai abituato troppo bene 😉


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massi
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Non era un "prima si stava meglio" in sé. Era un paradosso, come dire "quelli che per anni venivano definiti conservatori, ti han prodotto dai King Crimson ai Bonzo Dog Doo Dah Band, passando per Hendrix, Fugs, Zappa, Velvet Underground, come Mahavisnu Orchestra ecc ecc". Come dire "saranno stati anche conservatori, ma cazzo!".

Chiarissimo.

Quando lui ha cominciato, o comunque i primi dischi, son nel periodo della contestazione, flower power ecc ecc (ci siam capiti). Lui ha sempre preso le distanze da quel tipo di contestazione, sia nelle modalità che nei contenuti

Non sempre... diciamo che l'ha fatto alla sua maniera senza seguire le varie mode del periodo, da cane sciolto quale era.

Ad esempio proprio nel suo primo album con i Mothers of Invention c'è un pezzo bello incazzato che scrisse dopo i fatti di Watts in California nel 1965

"Hey, you know something people?
I'm not black but there's a whole lots a times
I wish I could say I'm not white...

...blow your harmonica, son!"

https://www.youtube.com/watch?v=Dtk2gozGtbg

https://it.wikipedia.org/wiki/Fatti_di_Watts


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istwine
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Nat,

Zappa è uno che ha detto tante cose, a volte cazzate, a volte intellettualmente valide a posteriori, e quindi mi chiedevo se lui non avesse notato questo processo a livello di produzione esecutiva. Io non ti so dire, perché non ho mai avuto a che fare con produttori degli anni sessanta. Ma ripeto, quello che voleva dire Zappa non era tanto che i produttori avevano anticipato, se noti dice espressamente che il produttore dei sessanta diceva "non ne capisco niente, registratelo e vendetelo". Ma l'hai scritto pure tu con l'evoluzione dell'artista/imprenditore. Nel rap hai l'apoteosi di questo processo, dell'artista/imprenditore.

Guarda che sostanzialmente comunque, se vogliamo, è quello che vediamo spesso anche in altri ambiti, dove il "progressista" censura a man bassa e fa pedagogia, il "conservatore" (teniamo queste due astrazioni goffe, ma già hai capito) sebbene abbia una sua linea, censura molto meno. Io la leggo in questi termini, come dire, la generazione della contestazione (annacquata o meno) quando diventano LORO i produttori, prendono un controllo maggiore del processo creativo, e selezionano di più. Ma io l'ho messa come provocazione, non ti so dire se fosse vero o meno. Cambia anche il mercato, cambia anche il modo di consumare la musica. Oh poi, se uno guarda l'ondata Beatles, tra gadget, ecc, non è che era una cosa nuova. Ma la parte "downstream". Non so quanto il produttore esecutivo fosse dietro anche da un punto di vista compositivo. Ma anche Zappa all'inizio ebbe dinieghi perché venivano considerati senza potenziale commerciale. Io credo il suo riferimento fosse proprio, "in corso d'opera". Ma potrebbe essere una gran cazzata, perché no.

Poi Zappa è un caso a sé, le razionalizzazioni sul mercato discografico, sull'industria del rock, sull'artista/imprenditori le trovi. Lui accomunava il produttore discografico o le moderne case al Re, che decideva lui cosa piacesse o cosa suonava a corte. Magari come ricostruzione storica è falsa, mai approfondito, ma nella sua concezione dell'industria ha senso. Che poi è anche il motivo per il quale divenne produttore di sé stesso. Anche ai tempi di Mozart e Beethoven c'erano caterve di compositori, ma stringi stringi o sei uno specialista, o conosci quasi solo quelli. Ma non saprei perché. Marketing? Favoriti del Re?

No, comunque, non credo lui con quel "affirmative action non-person" intendesse i valori della famiglia, ma poi lui... Credo la sua critica fosse rivolta al politically correct. Solo in quel senso ci vedevo una logica. Ma magari era solo il rantolo di un rompipalle qual era. Ma ripeto, era tutta una mezza provocazione, ho chiesto cosa ne pensaste proprio perché vedo che ci son esperti di Bowie, tipo Jor-El. E volevo un giudizio.

Non so bene neanche quanto valga il discorso della società come la stai ponendo, non considerami un cospirazionista, ma la domanda crea l'offerta sì, ma tu mi insegni che molto spesso quest'ultima crea la sua domanda. Quindi io non so quanto un certo tipo di roba sia pompata molto più di altra, per dei motivi secondari che vanno oltre il mercato. Proprio non lo so. Ma che certi personaggi siano pompati più di altri, costruiti a tavolino ecc, è chiaro.

Insomma: era una provocazione, niente di troppo ragionato!

PS: No, non criticava Hendrix musicalmente, ma per le droghe, come tutti, visto che era contro.

PPS: Personalmente, un giudizio spassionato, no, la roba degli ottanta non mi sembra ardita come quella dei sessanta/primi settanta. Intendo melodicamente, ritmicamente e armonicamente. Cambiare cambia, cambiano i suoni, il modo di registrare. Ma personalmente no, per quanto a me qualcosa possa piacere, non la trovo ardita in quel senso. Ma che sia diversa non ci piove, ma come molta roba mainstream di adesso è diversa dai novanta e dagli ottanta, ma non mi pare più ardita, anzi. Che poi mi possa piacere è un altro discorso, ma di gusti personali.


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istwine
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Non era un "prima si stava meglio" in sé. Era un paradosso, come dire "quelli che per anni venivano definiti conservatori, ti han prodotto dai King Crimson ai Bonzo Dog Doo Dah Band, passando per Hendrix, Fugs, Zappa, Velvet Underground, come Mahavisnu Orchestra ecc ecc". Come dire "saranno stati anche conservatori, ma cazzo!".

Chiarissimo.

Quando lui ha cominciato, o comunque i primi dischi, son nel periodo della contestazione, flower power ecc ecc (ci siam capiti). Lui ha sempre preso le distanze da quel tipo di contestazione, sia nelle modalità che nei contenuti

Non sempre... diciamo che l'ha fatto alla sua maniera senza seguire le varie mode del periodo, da cane sciolto quale era.

Ad esempio proprio nel suo primo album con i Mothers of Invention c'è un pezzo bello incazzato che scrisse dopo i fatti di Watts in California nel 1965

"Hey, you know something people?
I'm not black but there's a whole lots a times
I wish I could say I'm not white...

...blow your harmonica, son!"

https://www.youtube.com/watch?v=Dtk2gozGtbg

https://it.wikipedia.org/wiki/Fatti_di_Watts

Sì, ho fatto male a scrivere contestazione e flower power assieme. Testi "politici" ne ha scritti tanti. Sebbene già dalle prime interviste lui è abbastanza disilluso su quel tipo di contestazione. Come hai detto, l'ha fatto alla sua maniera, cosciente di certe dinamiche. "Politics is the entertainment branch of industry". Ma è stato uno pieno di contraddizioni, non volevo trasformare la discussione in una discussione su Zappa, errore mio.


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Dunque, l’evoluzione dell’industria discografica, come tutto il resto, va contestualizzata, se no ci ritroviamo sempre a parlare di qualcosa di non ben definito e quindi ognuno pensa ai propri riferimenti e non ci si intende mai. Jor-El, se ho capito bene, ha fatto parte di quel mondo (da insider oltre che come fan) e quindi magari ti/ci può dare delle info di prima mano. Comunque il personaggio Bowie, come la maggioranza degli artisti, è frutto sia del marketing che del talento. Resta che se sei una mezza tacca nessuno ti sceglie, quindi sarà anche stato pompato e costruito fin che vuoi ma il Duca aveva talento. Marketing? Favoriti del Re? Anche, naturalmente, ma le variabili sono tantissime… Ogni caso andrebbe trattato a parte e comunque sarebbe difficile arrivare ad una conclusione definitiva. Non credo ci sia La spiegazione come non esiste Una logica sottostante a… Ma quanto sono banale?

Il discorso sulla cospirazione nel senso più ampio del termine è intrigante ma per come la vedo io è impossibile da fare.

Non vorrei sbagliare ma Zappa criticò Hendrix anche musicalmente. Quanto poi questo fosse strumentale o dovuto al fatto che disprezzava i drogati non saprei. Diciamo anche che Zappa non andava tanto per il sottile nelle dichiarazioni. Il fatto è che allora avrebbe dovuto stroncare il 90% degli artisti, da Parker a Charles a … Avesse detto qualche cazzata in meno …

Circa “la roba” (?) degli ottanta intendevo dire che trovo che anche lì vi sia una cesura importante col passato, anzi, per certi versi anche più importante di quanto abbiano fatto nei due decenni precedenti. Poi vabbè, stiamo parlando di quale genere, di quali artisti, ecc. Insomma per me c’è stato uno stacco notevole, poi i gusti son gusti e con importante o notevole non intendo esprimere un giudizio qualitativo (meglio/peggio). Per qualcuno siamo fermi a Wagner, per altri a Claudio Villa e Mario Del Monaco quindi ...

Ok, basta, non aggiungo altro. Abbiamo cazzeggiato un po', dai..


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istwine
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Dunque, l’evoluzione dell’industria discografica, come tutto il resto, va contestualizzata, se no ci ritroviamo sempre a parlare di qualcosa di non ben definito e quindi ognuno pensa ai propri riferimenti e non ci si intende mai. Jor-El, se ho capito bene, ha fatto parte di quel mondo (da insider oltre che come fan) e quindi magari ti/ci può dare delle info di prima mano. Comunque il personaggio Bowie, come la maggioranza degli artisti, è frutto sia del marketing che del talento. Resta che se sei una mezza tacca nessuno ti sceglie, quindi sarà anche stato pompato e costruito fin che vuoi ma il Duca aveva talento. Marketing? Favoriti del Re? Anche, naturalmente, ma le variabili sono tantissime… Ogni caso andrebbe trattato a parte e comunque sarebbe difficile arrivare ad una conclusione definitiva. Non credo ci sia La spiegazione come non esiste Una logica sottostante a… Ma quanto sono banale?

Il discorso sulla cospirazione nel senso più ampio del termine è intrigante ma per come la vedo io è impossibile da fare.

Non vorrei sbagliare ma Zappa criticò Hendrix anche musicalmente. Quanto poi questo fosse strumentale o dovuto al fatto che disprezzava i drogati non saprei. Diciamo anche che Zappa non andava tanto per il sottile nelle dichiarazioni. Il fatto è che allora avrebbe dovuto stroncare il 90% degli artisti, da Parker a Charles a … Avesse detto qualche cazzata in meno …

Circa “la roba” (?) degli ottanta intendevo dire che trovo che anche lì vi sia una cesura importante col passato, anzi, per certi versi anche più importante di quanto abbiano fatto nei due decenni precedenti. Poi vabbè, stiamo parlando di quale genere, di quali artisti, ecc. E’ un ragionamento un po’ del cazzo teso però a contenere quella corrente di pensiero che dipinge gli ottanta come anni bui... Insomma per me c’è stato uno stacco notevole, poi i gusti son gusti. Per qualcuno siamo fermi a Wagner, per altri a Claudio Villa e Mario Del Monaco quindi ...

Ok, basta, non aggiungo altro. Abbiamo cazzeggiato un po', dai..

No ma hai ragione, "gli ottanta anni bui" non la appoggio neanche io. Personalmente ti posso dire che è un tipo di suono che non mi fa impazzire, ma c'è roba che a me piace tanto. Forse quella transizione nei suoni, tutto un po' più pulito, batterie coi rullanti giganteschi, quelle batterie elettroniche un po' plasticose rispetto agli standard successivi. Insomma era anche l'equalizzazione, il passaggio al compact disc. Ma c'è molta roba che mi piace.

Al limite ti posso dire che mi fido più del giudizio degli artisti che non del pubblico. Nel senso, se uno è un "musicista dei musicisti", quello che citano tutti quando gli si chiede chi è il più cazzuto, per me ha spesso un valore superiore al giudizio del pubblico, che per quanto mi riguarda è abbastanza manipolabile. Zappa era uno di questi. Bowie mi pare anche, quindi il problema non si pone.

Su Hendrix, non so:

http://wiki.killuglyradio.com/wiki/Jimi_Hendrix

Sì, ebbe da dire su tanti. Ma io apprezzo il giudizio negativo, rispetto al volemose bene generale, perché tanto poi in privato non è così. Quindi a me faceva ridere quel giudizio suo sui Beatles in un periodo in cui erano intoccabili, o anche su Parker, definito "tuneless". Eppure la reputo una puttanata. Quello che dissente a me piace sempre, anche se non condivido, purché sia una critica inusuale.

Sulla cospirazione, sì, è impossibile. Sulla musica o sull'arte in generale ho difficoltà ad applicare gli stessi schemi applicabili ad altre discipline, dove son più chiare le ragioni.

Chiudiamola qui.


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Jor-el
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Zappa disprezzava i musicisti drogati perchè sono dei rompicoglioni. Mandano tutto in vacca, arrivano in ritardo alle prove, le loro performance sono ondivaghe. E queste cose fanno ancor più incazzare quando 'sti tossici di merda hanno talento! Più hanno talento e più ti fanno incazzare.

La musica è 20% talento e 80% etica del lavoro e David Bowie è stato un artista molto produttivo, nonostante quei cinque anni di dipendenza dalla cocaina.

Non mi è piaciuto negli anni '80, perché ha accettato di far parte quel baraccone in mondovisione chiamato Live Aid, l'operazione mediatica che ha preparato la strada alla globalizzazione. All'epoca Bowie non era più un ragazzino e non aveva nemmeno bisogno di soldi. Se me ne ero accorto io che era il Grande Fratello in azione, poteva accorgersene anche lui. Oppure se ne è accorto e non gliene fregava.


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Black_Jack
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Su Hendrix non è un giudizio negativo. Hendrix aveva un grande talento ma tendeva a esprimere la sua naturale istintività come se questa fosse una reale risposta al mondo, come se fosse qualcosa dotata di senso in sé stessa.
E' un tipo di musica centrato sul proprio io giovanile che fa molta impressione, a tratti riesce anche a "dire" qualcosa ma nonostante il vitalismo e la sensualità è profondamente regressiva. Se leggete i commenti di Zappa sta dicendo proprio quello: un grande talento che però dopo un po' ti opprime e non ne puoi più. Non a caso, parlando della biografia, sia Hendrix che Parker che Bud Powell alla fine non ne potevano più di loro stessi.
Zappa era uno intelligente, il migliore di tutti, con un curioso senso dell'etica di carattere quasi patriarcale e una coscienza della responsabilità politica che si portava addosso in quanto grande musicista che è una cosa decisamente inconsueta in un artista.
Sui giudizi degli artisti sui loro colleghi stenderei un velo pietoso. Per esempio gli scritti di Schumann su Chopin dove ai primissimi esordi, con le variazioni su "Là ci darem la mano" Robert aveva scritto enfaticamente ma azzeccando in pieno: "Signori giù il cappello. Questo è un genio". E ci si ricorda solo di questa sua frase roboante e profetica.
Solo che quel pezzo è una sciocchezzuola in confronto alla grande produzione di Chopin e su quella invece il giudizio di Schumann si è rivelato molto meno indovinato. Ha criticato la sonata in si bemolle minore che obiettivamente è un gran pezzo arrivando a rompere le scatole sul quarto movimento che è addirittura (quasi) espressionista con decenni di anticipo; e ha sparato qualche altra scemenza che adesso non ricordo. Non solo lui, basta ricordare la famosa scena di Saint Saens all'entrata del fagotto sul do alto nel Sacre du Printemps...
Splendido il giudizio di Scriabin su Debussy: "Guardi, lei prende una pila di terze finché non ottiene una dissonanza abbastanza stridente, ci butta su una quantità di quinte parallele, orchestra mischiando gli strumenti come le pare e ha fatto Debussy".

Non ho capito se qualcuno stava paragonando Bowie con Zappa. Uno dei due è a un livello troppo più alto dell'altro per fare confronti.


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