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“Se l’Europa caccia la Grecia ci saranno esplosioni di viole


dana74
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“Se l’Europa caccia la Grecia ci saranno esplosioni di violenza mai viste”
di Stefano Vergine -
E’ probabile che a governare la Grecia sarà la sinistra radicale. Dimitri Deliolanes, corrispondente in Italia della tv ellenica Ert, commenta così l’ennesima fumata grigia arrivata da Atene martedì 15 maggio. A nulla è servita la riunione tra i leader di partito per formare un governo tecnico di transizione. Un esecutivo che, nell’intenzione di Unione europea e Fondo monetario internazionale (i principali creditori della Grecia), avrebbe dovuto convincere il Paese a rispettare i patti firmati finora per ridurre il debito pubblico in cambio di prestiti. Invece niente da fare. E così il risultato delle elezioni del 6 maggio va in archivio. Vale la pena tenere a mente quei numeri, visto che tra un mese si tornerà alle urne. Le elezioni parlamentari avevano reso evidente il calo di popolarità dei due grandi partiti ellenici: il conservatore Nuova Democrazia e il socialista Pasok, che si sono spartiti il potere negli ultimi quattro decenni, avevano racimolato insieme poco più del 32 per cento dei consensi. Un’ecatombe, se si pensa che il solo Pasok nel 2009 aveva ottenuto il 44 per cento. A beneficiare della crisi economica finora sono state le forze che non hanno firmato i patti con Europa e Fmi. Primo fra tutti Syriza, il partito della sinistra radicale guidato dal 37enne Alexis Tsipras, divenuto il 6 maggio scorso il secondo del Paese con il 16,6 per cento dei voti. La sua tesi: la Grecia deve restare nell’euro, ma i patti con l’Europa vanno rivisti. Successo più moderato per il partito di destra dei Greci indipendenti, Sinistra Democratica e Partito Comunista, tutti abbondantemente sopra la soglia di sbarramento del 3 per cento. Sorprendente il 6,9 per cento andato ai neonazisti di Alba Dorata, il cui leader proprio ieri ha negato la Shoah.

Dimitri Deliolanes, che succederà adesso?

La costituzione prevede che ci siano elezioni entro un mese. Oggi sarà definita la data del voto, che secondo quanto si è capito dovrebbe tenersi il 10 o il 17 giugno, e verrà annunciata la composizione del governo che traghetterà il Paese per un mese. Comunque tutto questo rappresenta una formalità. Il governo sarà formato da tecnici dello Stato e presieduto da un alto magistrato. La verità è che in Grecia è già iniziata la nuova campagna elettorale.

Il leader del Pasok, Evangelos Venizelos, ha detto che la trattativa è fallita “per colpa di qualcuno che ha messo i propri temporanei interessi politici al di sopra degli interessi della nazione”. Parere condiviso dall’altro grande partito, Nuova Democrazia. Chi è questo qualcuno?

E’ Tsipras, il leader di Syriza, ma in realtà sono stati loro stessi a mettere i propri interessi al di sopra di quelli nazionali.

Perché?

Perché una maggioranza possibile c’era, ed era quella formata da Nuova Democrazia, Pasok e Sinistra Democratica. Il problema è che questi partiti volevano includere nel governo anche la sinistra radicale, eliminando così l’opposizione.

Perché era così necessario includere anche Syriza?

Perché il nuovo governo avrebbe dovuto applicare la parte più scabrosa dell’ultimo memorandum firmato con la Troika. Un piano che prevede nuovi tagli alla spesa pubblica per 11,5 miliardi e il licenziamento di 150 mila lavoratori statali entro 2015. Poi le svendite. Innanzitutto quelle delle aziende pubbliche. Dico svendite perché è previsto che da queste cessioni si dovrebbero ricavare 50 miliardi di euro, mentre invece, agli attuali valori di mercato, quello è il prezzo al massimo di due delle varie società. Svendita anche di parecchi asset pubblici, in particolari terreni da destinare a privati per costruzioni turistiche. Infine il memorandum prevede una riforma della costituzione che imponga quanto segue: se lo stato greco ha un surplus primario, questo non può essere utilizzato per rilanciare l’economia, ad esempio abbassando le tasse o investendoli in altro, ma deve essere indirizzato subito a pagare il debito pubblico. Praticamente un suicidio.

Chi sono i vincitori e i vinti di questo mancato accordo?

A giugno i vinti saranno ancora, come già è stato il 6 maggio, i partiti storici che hanno governato negli ultimi decenni, mentre il vincitore del mancato accordo è Syriza che potrebbe diventare il primo partito greco. Secondo i sondaggi otterrà tra il 20 e il 23 per cento dei voti, che in questo momento equivale alla maggioranza relativa.

Il direttore dell’Fmi, Christine Lagarde, ha detto che un’uscita della Grecia dall’euro è possibile. Così ha fatto anche qualche ministro europeo. Sono frasi che fino a qualche settimana fa nessuno si sarebbe azzardato a pronunciare ufficialmente. Come si spiega questo improvviso cambiamento?

Credo sia una minaccia per convincere i greci a svendere e tagliare, come previsto dal piano.

In generale i greci cosa pensano dell’uscita dall’euro?

Secondo diversi sondaggi, il 70 per cento della popolazione vuole restare nell’euro. Non a caso la maggioranza dei voti non è andata al partito comunista, ma alla sinistra europeista.

Come si spiega il successo dei neonazisti di Alba dorata?

Principalmente con la questione dell’immigrazione clandestina. In questi anni c’è stata una totale sottovalutazione del problema da parte dei partiti che hanno governato e anche della polizia. Dal confine greco-turco passa quasi l’80 per cento dei clandestini diretti verso il Nord Europa. La stragrande maggioranza di loro resta bloccata in Grecia, senza un reddito. E dunque spesso delinque per sopravvivere. Alba Dorata propone una risposta sbagliata ad un problema reale.

Però il loro successo è arrivato solo alle ultime elezioni, in concomitanza all’inasprirsi della crisi economica. In che modo ha pesato questo fattore sul loro exploit?

Alba Dorata ha preso i voti del Laos, altro partito di estrema destra che però ha partecipato, anche se per soli 3 mesi, all’ultimo governo, quello guidato da Lucas Papademos. Gli elettori hanno punito duramente Laos che non ha nemmeno ottenuto il 3 per cento necessario per entrare in Parlamento. Di questo ha beneficiato Alba Dorata. L’indicazione generale, comunque, è che chiunque sposa le misure della Troika viene punito dagli elettori.

Al prossimo voto la popolarità di Alba Dorata aumenterà ancora?

Secondo me no, hanno raggiunto il loro massimo storico. Almeno spero.

Il ministro degli Interni, Michalis Chrisochoidis, ha detto che l’uscita dall’euro porterebbe il Paese alla guerra civile. E’ un’ipotesi plausibile?

Una guerra civile mi sembra assurda, non si capisce chi combatterebbe contro chi. Credo però che se l’Europa non deciderà di cambiare strategia al più presto, peggio ancora se deciderà di espellerci dalla zona euro, in Grecia ci sarà una vera esplosione sociale, con episodi di violenza per le strade finora mai visti.

Vivendo e lavorando in Italia, quali sono le principali differenze con la Grecia?

La situazione in Grecia è disperata, niente a che vedere con quella italiana. Secondo l’Unicef da noi ci sono 400mila minori in stato denutrizione. I centri di accoglienza fanno da mangiare a famiglie intere. In molti casi, chi ha i genitori in campagna va lì per mangiare qualcosa, altrimenti non sa come campare. Detto questo, sia in Italia che da noi si sta attuando una politica duramente liberista. Voi potete però contare su una struttura economica più solida e fin da subito avete avuto un governo tecnico che ha detto all’Europa “accettiamo l’austerità ma vogliamo anche la crescita”. Certo che se la Grecia esce dall’euro, italiani, spagnoli e portoghesi inizieranno a chiedersi “chi sarà il prossimo?”.

Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/16/leuropa-caccia-gr
ecia-saranno-esplosioni-violenza-viste/231151/

a parte le sfumature politiche interessanti i dettagli relativi al memorandum....


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dana74
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Grecia:"Entità europea" indecisa, chi affonda chi?

Tito Pulsinelli
La cabina di comando dell'entità europea ha dapprima reagito con durezza draconiana contro la Grecia: "se ne vadano, peggio per loro!". Poi un dietro-front, più prudenti o accorti. Il bau-bau dei lupi mannari di Berlino e Francoforte non è riuscito a far quagliare un governo quale che sia,
tantomeno ad installare un direttorio di "tecnici". Ormai i greci non sono più terrorizzabili, il peggio è già l'ordinaria amministrazione, non si spaventano più di nulla. Nemmeno di uscire dall'euro coatto o dalla stessa entità europea. Più semplicemente, il bluff non regge più: se cade Atene, le conseguenze si sentiranno dappertutto. Anche a Berlino, che reagisce come un baro ricattatore. Nonostante solo 17 -dei 27 Paesi- che formano l'entità europea hanno accettato la trappola dell'euro, alla Grecia si intima che se uscisse dall'uno sarà scacciata anche dall'altra (sic). Perchè mai non adottano la stessa regola con gli inglesi? Ci volle una transizione di due anni per introdurre l'allora nuova moneta, perciò sarà uno scandalo se la Grecia continuerà per un biennio ad usare l’euro? Libera, però, da vincoli con le forzate politiche economiche dei 26 partner superstiti

Quelli che giuravano che la crisi non esisteva, che non sarebbe arrivata sul continente, e poi che non avrebbe oltrepassato i Pirenei o il mar Egeo, sono gli stessi che fino a un momento fa rassicuravano che la cicuta fatta trangugiare ad Atene era un toccasana continentale. Erano certi che la Grecia avrebbe continuato a genuflettersi, ma confusero l'elite con il popolo. Alla prima occasione elettorale, questo ha strillato un no netto, gettonando "Alba dorata" che prospetta l'apertura e un riavvicinamento alla Russia e SYRIZA che richiede l'immediata uscita dalla NATO. Sono due interessanti variabili, impreviste e complementari, che aprono scenari del tutto nuovi e tangibili.

Gli ellenici hanno di fronte la scelta tra l'attuale stillicidio neoliberista pilotato dalla BCE o una svalutazione d'una sola botta, che però riporta la sovranità sull'economia e sulla moneta, cioè ad una situazione tipica di una quindicina d'anni fa. Inoltre, potrà richiedere una moratoria sul debito e una revisione internazionale sulla liceità e correttezza dei libri contabili. Per questa via, l'Ecuador scoprì che la banca privata internazionale taroccò i conti - i governanti corrotti in carica avallavano e firmavano!- e conquistò una storica riduzione del debito.

A Berlino e Francoforte, ignorano che nell'attuale mondo multipolare esiste anche la geopolitica, e che ci sono altri soggetti in grado di erogare crediti e coperazione. L'economicismo che patiscono al massimo grado, implica la subordinazione assoluta degli esseri umani ai 5 dogmi di Maastricht, ma oggi si imbatte con nazioni dalle grandi riserve monetarie, dollari da ricliclare ed attivi finanziari.
I fondi sovrani di Pechino e Mosca sono sicuramente interessati a disporre o espandere una superba piattaforma commerciale, produttiva o militare, in pieno Mediterraneo. La terza parte del debito greco vale bene una grande base aeronavale russa. Il miope fanatismo liberista farebbe bene a tenere i piedi per terra: non è insostituibile. L'Argentina post-crack di Kirchner che chiuse la porta al FMI, ottenne prestiti dal Venezuela con interessi bassi e -soprattutto- senza condizionamenti politici o economici.

La tragedia greca è solo al primo atto, più complessa e sorprendente del canovaccio mediatico finora propinato. E se Atene togliesse il veto per l'entrata della Turchia nell'entità europea? Sarebbe una vendetta ideale contro la Merkel alle prese con l'imminente voto dei turco-germanici. Il Pireo apre la porta al BRICS, può accelerare e potenziare la presenza russa e cinese nell'Egeo. Beati quei popoli che mantengono gli economisti fuori dai governi. Soprattutto quando sono pedine delle lobby finanziarie anglosassoni.

http://selvasorg.blogspot.it/2012/05/grecia-entita-europea-indecisa-tra.html

interessante, qui si dice che alba dorata propone un avvicinamento alla russia....se invece di affibbiare epiteti si approfondissero certe cose si potrebbero capire risvolti interessanti al di là di analisi e pregiudizi di facciata...


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dana74
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ma com'è che è spuntata st'idea?

"Da un giorno all’altro i greci si ritroverebbero con la loro moneta svalutata forse del 50/60% rispetto all’euro. Voi immaginate un po’ cosa significherebbe nel campo degli immobili e dei mutui. Uno tsumani. Almeno così dicono gli analisti pro-euro che tifano per la Grecia in Europa.

L’alternativa però è suggerita ma non è detta: agganciare la nuova dracma al dollaro. È una prospettiva concreta che ha più di una possibilità di concretizzarsi. Se così fosse (ma è un’idea), la Federal Reserve acquisterebbe quantità massicce di titoli pubblici greci, pompando dollari nell’economia greca — cosa che non ha potuto fare la BCE — e il salto nel buio verrebbe evitato. A patto che la Grecia comunque operi delle profonde riforme strutturali, che però a questo punto non sarebbero rigide come quelle imposte dai tedeschi e dall’Europa. Il risultato ulteriore sarebbe un aumento della influenza USA sul Mediterraneo. Soprattutto in una zona calda come il Mediterraneo orientale, con tanti saluti all’Europa della Merkel."

http://www.rischiocalcolato.it/2012/05/i-greci-ritirano-piu-di-800-milioni-di-euro-dai-loro-conti-correnti-uscita-dalleuro-e-default-sempre-piu-concreti.html


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Gattonerosso
Honorable Member Redazione
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ma com'è che è spuntata st'idea?

"Da un giorno all’altro i greci si ritroverebbero con la loro moneta svalutata forse del 50/60% rispetto all’euro. Voi immaginate un po’ cosa significherebbe nel campo degli immobili e dei mutui. Uno tsumani. Almeno così dicono gli analisti pro-euro che tifano per la Grecia in Europa.

L’alternativa però è suggerita ma non è detta: agganciare la nuova dracma al dollaro. È una prospettiva concreta che ha più di una possibilità di concretizzarsi. Se così fosse (ma è un’idea), la Federal Reserve acquisterebbe quantità massicce di titoli pubblici greci, pompando dollari nell’economia greca — cosa che non ha potuto fare la BCE — e il salto nel buio verrebbe evitato. A patto che la Grecia comunque operi delle profonde riforme strutturali, che però a questo punto non sarebbero rigide come quelle imposte dai tedeschi e dall’Europa. Il risultato ulteriore sarebbe un aumento della influenza USA sul Mediterraneo. Soprattutto in una zona calda come il Mediterraneo orientale, con tanti saluti all’Europa della Merkel."

http://www.rischiocalcolato.it/2012/05/i-greci-ritirano-piu-di-800-milioni-di-euro-dai-loro-conti-correnti-uscita-dalleuro-e-default-sempre-piu-concreti.html

A rischiocalcolato piace il sadomaso!!! Non basta un default solo per la Grecia... Ne devono fare due di default!!!

Ma tenere la dracma con i cambi fluttuanti no? E' troppo difficile?


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Giancarlo54
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
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Leggendo l'articolo mi sono convinto che anche nei commentatori regna il caos più assoluto. L'articolista descrive la situazione, fa alcune osservazione più o meno condivisibili, paventa, da buon antifascista il pericolo di Alba Dorata e qui concordo con lui che i "neonazisti", che si sono macchiati dell'orrendo crimine di negare la Shoa, abbiano raggiunto il loro massimo di consensi (i sondaggi, se veritieri, li danno in caduta libera), illustra, abbastanza bene la psicologia dell'elettorato greco, ma come tutti, alla fine, non riesce a fornire una conclusione. E' una cosa che capita a tutti, anche al sottoscritto, credo anche io che i greci, in maggioranza, non vogliano uscire dall'euro, ma i greci, come quasi tutti, non sono disposti ad accettare le inevitabili conseguenze che lo stare nell'euro comporta. E' il cane che si morde la coda ed è la stessa cosa che pensano in molti, anche qui da noi, "uscire dall'euro, pensano, sarebbe una catastrofe, però non vogliamo morire per restarci". I partiti politici greci di opposizione, esclusi KKE e Alba Dorata, la pensano alle stessa maniera degli elettori, si fanno voli di fantasia su un politica europea diversa, si spera in Hollande, si spera che la Merkel venga cacciata, si spera, insomma, ma nessuno che riesca a trovare una soluzione. Vedremo dopo le elezioni di Giugno, se PASOK e Nea Dimocrakia riusciranno ad avere la maggioranza, cosa non impensabile, sopratutto in seguito alla campagna martellante dei conservatori di ND che cercano di attirare i voti che sono andati ai Greci Indipendenti e, sopratutto, ad Alba Dorata, in nome di un quarantottesco anti-comunismo all'italiana, la Grecia proseguirà a stare nel limbo restando comunque una mina pronta a scoppiare da un momento all'altro. Se dovesse vincere Syriza, ma non credo, saremmo nella stesso situazione con più probabilità, però, che la mina risulti già essere innescata e scoppiare ancora prima


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