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16/6,manifestazione siriani.Ci saro',Contro la Guerra


marcopa
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Roma,16 giugno, manifestazione di siriani,io ci saro' "Per fermare la guerra in Siria"

Il 16 giugno ci sara' una manifestazione dei siriani in Italia che sono contrari all' intervento militare straniero in Siria, molti sono pro-Assad senza alcun distinguo nei confronti dell' attuale governo, che io ritengo autoritario.

Ma in Siria ora sono pro-Assad anche molti che temono solo un precipitare della guerra e gli esempi libici e iracheni danno loro ragione.

Quindi io partecipo con le mie idee contro tutte le guerre e sulla democrazia. Considero la democrazia formale, rappresentativa, una condizione necessaria, anche se non sufficiente, per una vera democrazia. E in Siria per ora questa democrazia formale non c'e' stata, come in moltissimi altri stati arabi alleati dei paesi occidentali.

Mi auguro che nelle prossime settimane forze piu' numerose e autorevoli si uniscano ai pochi pacifisti che si muovono contro i venti di guerra che soffiano sulla Siria da mesi, alimentati dai paesi Nato e dalle Petromonarchie, che non hanno a cuore la democrazia ma vogliono solo un governo amico a Damasco.

Marcopa

Di seguito appello della redazione del gruppo Facebook "Siria,
No ad un' altra Libia"

Fermiamo la guerra alla Siria

In piazza il 16 giugno con il popolo siriano

Da mesi, una valanga di menzogne su armi di distruzioni di massa, fosse comuni, bombardamenti di innocenti, (come il “massacro di Hula”, così simile alla “strage di Racak”, ideata dai servizi segreti occidentali, per spianare la strada, nel 1999, a ai bombardamenti NATO sulla Iugoslavia) dilagano da tutti i mass media per prepararci psicologicamente ad accettare la distruzione di un altro “Stato canaglia”.

E così mentre niente ci viene detto sugli eccidi in Arabia Saudita, Bahrain, Qatar, Turchia... (le stesse potenze che, insieme all’Occidente vorrebbero portare la “democrazia in Siria”) contro quello che resta delle “primavere arabe, il governo Monti accoglie con tutti gli onori l’Emiro del Bahrain, riconosce i banditi del Consiglio Nazionale Siriano e i tagliagole dell’Esercito Siriano di Liberazione come “unici rappresentanti del popolo siriano”, rompe le relazioni diplomatiche con la Siria, avalla nuove sanzioni che stanno portando alla fame il popolo siriano, si prepara a bombardare la Siria.

E tutto questo mentre lo scatenarsi in Siria di scontri armati - in cui la gran parte dei rivoltosi (il sedicente Esercito libero siriano ) sono pilotati, finanziati ed armati dall’Occidente - oltre a seminare lutti e distruzione, ostacola una efficace lotta per un cambiamento non subordinato agli interessi occidentali e all’islamismo reazionario.

Un identico scenario si sta profilando per l’Iran, dove, dopo aver tentato la carta della rivoluzione verde, ci si prepara – con Israele come ariete – ad una ancora più catastrofica guerra che, considerata l’esigenza della Cina di non perdere, dopo la Libia, quelli che restano i suoi ultimi approvvigionamenti petroliferi, può portare ad un conflitto mondiale.

Per il 16 giugno la comunità dei Siriani in Italia ha indetto a Roma una manifestazione contro l’imminente guerra. Una manifestazione che, verosimilmente, sarà anche a sostegno del governo Assad; un governo certamente lontano dai nostri valori ma al cui fianco è oggi schierato il popolo siriano, che non vuole fare la fine del popolo iracheno o libico. Una manifestazione che, così come dichiarato su Facebook dai promotori, non potrà vedere alcuna insegna di organizzazioni e, meno che mai, quelle di organizzazioni fasciste o “rossobrune”.

Invitiamo a partecipare a questa manifestazione i compagni italiani, i democratici, i sinceri pacifisti. Invitiamo anche coloro che, un anno, forse illudendosi che la guerra a Gheddafi potesse favorire la rinascita di un’altra “primavera araba”, non hanno mosso un dito per fermare la guerra alla Libia.

Una guerra pagata con morti e distruzione dal popolo libico, (ancora oggi vittima dei massacri portati avanti dagli ascari arrivati al potere grazie ai bombardamenti della NATO) ma pagata, anche dai lavoratori, dai precari, dalle donne dei paesi aggressori, Italia in primis, con il rafforzamento dei governi, le politiche di tagli e sacrifici, la crescita a dismisura delle spese militari.

Anche per questo aderiamo alla manifestazione del 16 a Roma.

La redazione del gruppo Facebook Siria: No ad un’altra Libia
Evento Facebook: https://www.facebook.com/
Giovedì 31 Maggio,2012 Ore: 16:21

Fonte per l' appello "Fermiamo la guerra in Siria" http://www.ildialogo.org


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marcopa
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I "ribelli":"Basta piano Annan",
intanto l' Italia per questo piano ha gia' stanziato 800.000 euro.

I "ribelli" non pensano affatto di essere in grado di sconfiggere Assad da soli, ma i paesi occidentali non hanno mai scoraggiato la spirale verso la guerra civile. Quindi per ora ci sono combattenti stranieri islamici, poi interverranno Qatar e altri stati arabi, ma infine dovranno intervenire...i nostri.

Dovremmo controllare quanto ci costa offrire le nostre basi agli aerei Nato, credo che l' Alleanza Atlantica non ci dia nessun contributo per questo servizio. Mi sembra di aver letto questo, ma non ne sono sicuro, questa domanda pero' dovremo trovare il modo di farla ai nostri governanti.

Intanto abbiamo gia' stanziato 800.000 euro per il piano Annan, questo e' ufficiale,e' un decreto legge gia' in vigore che deve essere convertito dal Parlamento.

marcopa

ANSA.it
Siria, ribelli mollano: 'Basta piano Annan'
Attivisti: oggi almeno 7 civili vittime di attacchi lealisti
04 giugno,16,30

Siria, ribelli mollano: 'Basta piano Annan'

BEIRUT - I ribelli siriani non si ritengono più impegnati al rispetto del cessate il fuoco stabilito dal piano Annan. Lo ha sottolineato un portavoce del consiglio militare dei ribelli, Sami al Kurdi.

"Abbiamo deciso di porre fine al nostri impegni rispetto al piano (dell'inviato Onu e Lega araba Kofi Annan) e a partire da venerdì abbiamo cominciato a difendere il nostro popolo", ha detto il maggiore Sami al-Kurdi, con riferimento ad un ultimatum lanciato nei giorni scorsi al presidente siriano Bashar al Assad con la richiesta di uno stop immediato alle violenze pena conseguenze.

Intanto si continua a combattere in Siria e si contano a decine le vittime sia fra le truppe leali al presidnte Assad, sia fra gli oppositori. L'osservatorio siriano per i diritti umani, con sede a Londra, ha riferito di almeno 80 militari fedeli al regime uccisi negli ultimi due giorni in diverse parti del Paese, mentre gli attivisti anti-Assad parlano di 7 nuove vittime civili oggi a Idlib, nel Nord-Ovest, per mano delle forze governative. Fra loro anche una donna e un aziano di 80 anni. Nuovo monito del premier turco Erdogan al rais di Damasco: impara dalla fine di Mubarak.

SVIZZERA BLOCCA ALTRI 20 MLN CLAN ASSAD - Nelle scorse settimana la Svizzera ha bloccato averi siriani appartenenti a persone del clan del presidente Bashar al-Assad per un valore di 20 milioni di franchi (quasi 17 milioni di euro). Lo riferisce a Berna una portavoce della Segreteria di Stato dell'economia citata dall'agenzia di stampa svizzera Ats. Complessivamente gli averi provenienti dalla Siria bloccati in Svizzera salgono cosi' a circa 70 i milioni.

Fonte www.ansa.it


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marcopa
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La richiesta di No-fly zone sembra gia' arrivata, ne parla la russa www.Rt.com

marcopa

Syrian rebels abandon ceasefire, call on UN for no-fly zone

Published: 04 June, 2012, 18:24

A Syrian rebel spokesman says they are no longer committed to Annan’s ceasefire. He has called for a UN-backed “peace enforcement mission” or a no-fly zone to replace the monitoring mission, demands the UN chief has rejected.

On Friday, the rebel military council had given Syrian President Bashar al-Assad an ultimatum to end violence in the country or face armed reprisals.

"We have decided to end our commitment to this [plan] and starting from that date [Friday] we began defending our people," rebel spokesman Major Sami al-Kurdi told Reuters news agency.

Kurdi was hopeful the current UN-led observer mission to be transformed into “a peace enforcing mission,” with a no-fly zone and a buffer zone being implemented with a mind to toppling the current government.

UN Secretary General Ban Ki-moon has rejected the rebels’ call for armed international intervention, saying Annan’s six-point peace plan remains “central” to resolving the crisis, he told the agency on the sidelines of an Islamic Development Bank meeting in Jeddah.

Ban implored Damascus to unequivocally halt violence “in the name of humanity” and redouble its efforts in negotiating with the opposition.

International peace envoy Kofi Annan is expected to meet with US Secretary of State Hillary Clinton in Washington on Friday to hold talks on the country, his spokesman said on Monday.

On Sunday, Annan warned “the specter of an all-out war, with an alarming sectarian dimension,” was growing by the day.

The news follows rebel reports that at least 100 Syrian soldiers were killed in clashes and attacks on security check points over the weekend. Insurgents also claim to have destroyed tanks during intense fighting with government forces across the country, including the suburbs of Damascus and the northwestern province of Idlib.

The oppositional Syrian Observatory for Human Rights says it has confirmed the names of 80 slain soldiers with local medics, while Syrian state media reported on Monday that 30 security force members killed in the weekend clashes had been interred.

Tensions in Syria have come to a head following the recent Houla Massacre which left 108 people dead, including 34 women and 49 children.

The UN Security Council strongly condemned the Houla incident, demanding that the Syrian government put an end to using heavy artillery in heavily-populated areas. On Friday, the UN Human Rights Council overwhelmingly voted to condemn Damascus for the events, calling for “a special inquiry” to determine who was behind the massacre.

Russia voted against the resolution, saying the document was unbalanced as it put responsibility for the violence solely on government forces.

Assad for his part denied complicity in the killings on Sunday, saying that “even monsters would not have carried out” the brutal massacre at Houla. The Syrian president remains adamant his country is embroiled in a full-scale civil war, blaming terrorists and external forces for the 15 months of bloodshed that has claimed over 10,000 lives.

Fonte www.rt.com


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dana74
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ora come non mai è importante esserci.....


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dana74
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Uccisione dei civili innocenti come parte di un’operazione USA sotto copertura. Mobilitazione dell’opinione pubblica per una guerra contro la Siria.
- Prof. Michel Chossudovsky – Globalresearch
traduzione: http://nwo-truthresearch.blogspot.it/
La dottrina militare degli Stati Uniti [nota di nwo-truthresearch] prevede il ruolo centrale di “massicci eventi che producono vittime” in cui vengono uccisi dei civili innocenti. Le uccisioni vengono deliberatamente effettuate come parte di un’operazione segreta. Al nemico è data la colpa per le atrocità che ne derivano. L’obiettivo è quello di giustificare un ordine del giorno militare per motivi umanitari. La dottrina risale al 1962, si chiama Operazione Northwoods.
Nell’ambito di un piano segreto del Pentagono del 1962, intitolato Operazione Northwoods, i civili nelle comunità cubane a Miami dovevano essere uccisi come parte di un’operazione segreta. L’obiettivo era quello di innescare una “ondata di indignazione sui giornali degli Stati Uniti”. Per le uccisioni e gli “atti di terrorismo” sarebbe stato poi incolpato il governo cubano di Fidel Castro. L’obiettivo di questo piano sinistro – che il segretario della difesa Robert McNamara e il presidente JK Kennedy rifiutarono di portare avanti – era quello di raccogliere sostegno pubblico per una guerra contro Cuba:

“Nei primi anni ’60, i principali leader militari americani elaborarono piani per uccidere persone innocenti e per commettere atti di terrorismo nelle città degli Stati Uniti, al fine di creare il sostegno dell’opinione pubblica per una guerra contro Cuba.
Con il nome in codice di Operazione Northwoods, il piano includeva il possibile assassinio di emigrati cubani, con l’affondamento delle barche dei rifugiati cubani in alto mare, il dirottamento di aerei, il far saltare in aria una nave degli Stati Uniti o orchestrando atti di terrorismo violento nelle città degli Stati Uniti.
I piani erano sviluppati come modi per ingannare il pubblico americano e la comunità internazionale al fine di supportare una guerra per cacciare l’allora nuovo leader di Cuba Fidel Castro.
I vertici militari degli Stati Uniti, valutando anche di causare vittime militari USA , scrivevano:”Potremmo far esplodere una nave americana a Guantanamo Bay e dare la colpa a Cuba” e “gli elenchi delle vittime dell’incidente pubblicati nei giornali americani avrebbero causato un’ondata di indignazione nazionale.“
…I documenti mostrano che “il Joint Chiefs of Staff aveva redatto e approvato i progetti per quello che sarebbe stato il piano più corrotto mai creato dal governo degli Stati Uniti,” scrive Bamford. [I militari statunitensi volevano provocare una guerra con Cuba - ABC News, enfasi aggiunta. Questo documento segreto del Pentagono è stato declassificato e può essere facilmente consultato (vedere Operazione Northwoods, vedere anche National Security Archive, 30 aprile 2011]

Il documento Northwoods del 1962 fu intitolato “Giustificazione dell’Intervento militare statunitense a Cuba.” Il memorandum top secret descrive i piani USA per progettare segretamente vari pretesti che avrebbero giustificato un’invasione americana di Cuba. Tali proposte – parte di un programma segreto anti-Castro noto come operazione Mangusta – includevano la messa in scena dell’assassinio di cubani che vivevano negli Stati Uniti, lo sviluppo di una falsa “campagna di terrore comunista cubano nella zona di Miami, in altre città della Florida e perfino a Washington”, compresi “l’affondamento di una barca di profughi cubani (reale o simulata)”, un finto attacco dell’aviazione cubana ad un aereo di linea civile e la progettazione di un incidente “Remember the Maine” facendo esplodere una nave americana in acque cubane per poi dare la colpa dell’incidente ad un sabotaggio cubano.”
( http://www.gwu.edu/~nsarchiv/news/20010430/doc1.pdf, enfasi aggiunta)

Avanti veloce, Cuba 1962-Siria 2012

Mentre la messa in atto dell’Operazione Northwoods fu accantonata [nota di nwo-truthresearch], la sua fondamentale premessa di utilizzare morti civili (descritte dal Pentagono come “massicci eventi che producono vittime”) come pretesto per un intervento (per motivi umanitari) fu applicata in diverse occasioni nell’era post 11 settembre. La questione fondamentale: se le uccisioni di civili nella città di Houla del maggio 2012 erano parte di un’operazione segreta accuratamente pianificata, con l’intento di raccogliere sostegno pubblico per una guerra contro la Siria. Per le morti è stata data la colpa al governo Al Assad, con le “liste delle vittime sui giornali degli Stati Uniti che hanno causato un’ondata di indignazione”. Nel frattempo, diversi paesi europei, il Canada e l’Australia hanno tagliato le relazioni diplomatiche con la Siria. La decisione di isolare la Siria è stata effettuata simultaneamente da diversi governi. Prima è stata data priorità allo svolgimento di un’indagine. Viene ora previsto – è già sul tavolo – un intervento della NATO, a seguito della dichiarazione del neo-eletto presidente francese Francois Hollande. Una vera e propria guerra contro la Siria potrebbe potenzialmente evolvere verso una guerra regionale più ampia che si estenderebbe dal Mediterraneo Orientale all’Asia Centrale. Si tratta, quindi, fondamentalmente, che l’opinione pubblica mondiale prenda coscienza delle bugie dei media della propaganda di guerra relativa al massacro di Houla, per non parlare del ruolo insidioso degli squadroni della morte sponsorizzati da USA-NATO.
Il massacro di Houla è stata un’operazione segreta sinistra che porta le impronte digitali dell’Operazione Northwoods? Non c’è assolutamente nessuna prova che il governo siriano sia dietro questi omicidi.
Ci sono indicazioni, così come prove documentali, che, fin dall’inizio della rivolta nella città di confine di Daraa a metà marzo 2011, i terroristi sostenuti da potenze straniere sono stati coinvolti nelle uccisioni di civili innocenti. Fonti di intelligence israeliane (agosto 2011) confermano un processo organizzato di reclutamento di terroristi combattenti da parte della NATO:

“Il Quartier generale della NATO a Bruxelles e l’alto comando turco stanno elaborando nel frattempo dei piani per il loro primo passo militare in Siria, che è quello di armare i ribelli con armi per combattere i carri armati e gli elicotteri…
A Bruxelles si è anche discusso, riportano le nostre fonti, di una campagna per arruolare migliaia di volontari musulmani in paesi del Medio Oriente e del Mondo Musulmano per combattere a fianco dei ribelli siriani. L’esercito turco avrebbe ospitato questi volontari, li avrebbe addestrati e avrebbe garantito loro il passaggio in Siria” (DEBKAfile, NATO to give rebels anti-tank weapons, 14 Agosto 2011, enfasi aggiunta)

COPERTINA DEL DOCUMENTO NORTHWOODS E PAGINA 7 leggi l’intero documento online:
http://archive.org/stream/OperationNorthwoods/operation_northwoods#page/n0/mode/2up
o scaricalo in pdf:
http://www.gwu.edu/~nsarchiv/news/20010430/doc1.pdf

link articolo originale: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=31122

http://nwo-truthresearch.blogspot.it/2012/06/siria-uccisione-dei-civili-innocenti.html

Tratto da: Uccisione dei civili innocenti come parte di un’operazione USA sotto copertura. Mobilitazione dell’opinione pubblica per una guerra contro la Siria. | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/06/04/uccisione-dei-civili-innocenti-come-parte-di-unoperazione-usa-sotto-copertura-mobilitazione-dellopinione-pubblica-per-una-guerra-contro-la-siria/#ixzz1wqr3CX1s
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!


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frankieboy85
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marcopa
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16 giugno contro la guerra in Siria e quelle foto di persone irachene nel 2003

Nel 2003, al tempo della mobilitazione contro la guerra all' Iraq, gestivo una tabaccheria e attaccata alla cassa avevo una foto, stampata dal sito di "Un ponte per...", che raffigurava una anziana donna irachena, un bambino e un' altra persona.

L' Associazione aveva messo sul sito queste foto per sensibilizzare sul fatto che in Iraq abitavano persone di tutte le eta', di entrambi i generi, che avrebbero sofferto ancora di piu' a causa della guerra.

Lo scopo della mia presenza alla manifestazione del 16, organizzata da siriani, e' lo stesso che avevo quando esponevo quella foto. Fare vedere che in Siria vivono persone che vediamo come nemiche perche' dalla parte di Assad, ma che sono persone comuni, di tutte le eta', di entrambi i generi.

Naturalmente ho il senso delle proporzioni, nel mio negozio sono arrivato a sensibilizzare qualche decina di persone (ho venduto quell' anno, a prezzo di costo,circa 300 bandiere della Pace), in questa occasione probabilmente molte meno.

Pero' e' ancora piu' importante. Quell' anno passo' dal porto turistico dove avevo il negozio una gigantesca imbarcazione che portava in giro nel Mediterraneo parenti del re dell' Arabia Saudita. L' equipaggio, che proveniva da tutto il Medio Oriente, veniva a telefonare dal mio negozio ed era contrario all' intervento americano, anche se commentava negativamente la bandiera della pace esposta perche' riteneva che la strada non fosse la pace ma la resistenza.

Oggi i siriani hanno la solidarieta' solo di una parte della regione, e le monarchie petrolifere del Golfo, dove la democrazia non c'e' ma ci sono basi militari USA e Nato, finanziano l' Esercito Libero Siriano.

In questo momento in Siria ci sono persone che temono una accelerazione ulteriore della guerra, molte sono cristiane, vedi sito http://www.oraprosiria.blogspot.it/ e assomigliano a quelle raffigurate in quelle foto. Hanno ragione ad avere paura perche' in Libia non siamo andati tanto per il sottile noi italiani e, soprattutto,gli aerei (120 di tutti i paesi Nato) partiti dalle 7 basi italiane. Abbiamo ucciso e distrutto, e siamo stati complici di azioni come l' assassinio di Ghedaffi, che e' stato fermato, mentre fuggiva, da un velivolo partito dalla Sicilia.

Ma ci indignamo solo a comando, come il pubblico di uno studio televisivo che applaude quando si accende una scritta.

http://perunconflittononviolento.blogspot.it/2012/06/16-giugno-contro-la-guerra-in-siria-e.html


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beymer
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A Syrian rebel spokesman says they are no longer committed to Annan’s ceasefire. He has called for a UN-backed “peace enforcement mission” or a no-fly zone to replace the monitoring mission, demands the UN chief has rejected.


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