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30 milioni di posti di lavoro in meno


Tao
 Tao
Illustrious Member
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30 milioni di posti di lavoro in meno. Ambac, crisi finanziaria

E' arrivata un'onda di ritorno della crisi dei mutui subprime. La notizia delle difficoltà dell'Ambac era nell'aria da alcuni giorni, ma ieri a Wall street il tonfo è stato clamoroso: i titoli dell'assicuratore di bond sono crollati dopo che il Cda della società ha annunciato di non poter pagare gli interessi su titoli che maturano nel 2023. Al tempo stesso è stato comunicato che sono state avviate trattative con gli obbligazionisti per una ristrutturazione del debito nell'ambito di un'amministrazione controllata che potrebbe arrivare entro fine anno. Il titolo un paio di ore prima della chiusura degli scambi cedeva il 38,68%, 33 centesimi per azione il cui valore era fissato a 50 centesimi, dopo essere arrivato a perdere più del 40% a un minimo di 33,35 centesimi per azione. Tanto per dare una idea del crollo, basta ricordare che nelle ultime 52 settimane, era stato toccato un massimo di 3,39 dollari per azione.

Intanto, un altro gruppo assicurativo Usa - la Aig, molto colpita dalla crisi finanziari - ha fatto sapere che per fare cassa ha ceduto la filiale di assicurazioni vita Alico al gruppo concorrente MetLife per 16,2 miliardi di dollari. Il prezzo,superiore di 700 milioni a quello comunicato a marzo quando era stata resa nota l'operazione, è stato pagato per 7,2 miliardi in contante, mentre il restante ammontare sarà corrisposto in azioni ordinarie MetLife, pari a una quota dell'8,6% del capitale del gruppo assicurativo.
«Il mondo ha perso 30 milioni di posti di lavoro per via della crisi e le attese per i prossimi anni sono di 400 milioni di posti di lavoro da creare», ha detto ieri - ad Agadir in Marocco - Dominique Strauss-Kahn. Il direttore del Fondo monetario internazionale ha anche lanciato un appello a fare del lavoro, «la priorità della nuova mondializzazione».

Ieri Wall street ha avuto un secondo sussulto dopo che era stato diffuso - dal dipartimento al commercio - il dato sulle spese per costruzioni in settembre. Ma è stato un falso allarme: dietro il forte incremento (+0,5%) c'era un «trucco». Cioè la revisione al ribasso del dato di agosto che a questo punto è risultato il più basso degli ultimi 10 anni. Sempre il dipartimento al commercio ha fatto sapere che in settembre le spese personali per consumi sono aumentate dello 0,2%. Anche questo dato ha deluso le attese: gli analisti puntavano su un incremento doppio, cioè dello 0,4%. La debolezza delle spese è spiegata dalla flessione - anch'essa inaspettata - dei redditi personali, scesi dello 0,1% contro attese per un +0,2%. Tra l'altro si tratta della prima caduta dal luglio 2009. Una conferma della debolezza della ripresa. Unico dato positivo è quello dell'indice Ism che monitora l'andamento del settore manifatturiero negli Usa: a ottobre è salito a sorpresa a 56,9 da 54,4 di settembre. Le previsioni erano per un calo a 54 punti. Gli occhi a questo punto sono puntati sulle elezioni di oggi e su quello che deciderà mercoledì la Fed. Quello che è certo è che acquisterà bond sul mercato, iniettando liquidità per stimolare la ripresa. L'unico dubbio riguarda l'importo dell'acquisto che, secondo le previsioni, dovrebbe essere di 500-700 miliardi.

Galapagos
Fonte: www.ilmanifesto.it
2.11.2010


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