Notifiche
Cancella tutti

Al G20 clima da Guerra Fredda


dana74
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 14373
Topic starter  

Al G20 clima da Guerra Fredda

I due presidenti Putin e Obama mantengono posizioni distanti su questioni importanti, relative alla politica estera

Andrea Perrone

Clima piuttosto teso e risultati poco rassicuranti, tanto da far parlare alcuni osservatori di ritorno alla Guerra Fredda. È quanto emerso dall’incontro tra i due capi di Stato Vladimir Putin e Barack Obama a margine del G20 messicano conclusosi con un comunicato congiunto dai toni tiepidi, l’assenza di sorrisi e, come ha scritto il New York Times, con un “quadro a tinte fosche, che esprime il disappunto da entrambe le parti”. Il tutto dopo che, Putin non è andato al G8 di Camp David, e Obama ha cancellato la visita a Vladivostok per il summit Apec. Posizioni troppo divergenti su una serie di questioni riguardanti la politica estera come la Siria, l’Iran e soprattutto lo scudo antimissile Nato, inviso a Mosca, e che Washington si prepara a dislocare le sue componenti in Europa centro-orientale, disseminando il limes attorno alla Federazione non solo di missili antibalistici ma anche di basi e militari statunitensi, come ormai sta facendo da anni. Secondo il quotidiano russo Kommersant, la conversazione si è conclusa a favore di Vladimir Putin, che ha preso il collega americano solo per “logoramento”. Per la tv russa i due si sono incontrati su “una scacchiera” e “col cuore di pietra”, aggiungendo che “per alcuni media è già l’inizio di una nuova Guerra Fredda” e di “Esperanza, in spagnolo ‘Speranza’, c’era solo il nome dell’hotel dove alloggiava Obama”. Non è comunque la prima volta che si parla di nuova Guerra Fredda, sono ormai anni che proseguono le tensioni tra Mosca e Washington e in particolare da quando con Putin al Cremlino dal 2000 in poi si è portata avanti una politica per la rinascita nazionale della Russia. Il clima poco amichevole del faccia a faccia emerge da tutte le cronache dell’incontro. La sicurezza ha speso diverso tempo cercando di liberare la stanza dai reporter, dopo le dichiarazioni preconfezionate dei leader, mentre Putin e Obama continuavano a sedere fianco a fianco, senza parlarsi, guardando dritto e in netto contrasto con il comportamento abituale dei capi di Stato davanti alle telecamere. L’ambasciatore degli Stati Uniti a Mosca, Michael McFaul ha cercato di accusare il Cremlino, facendo passare il presidente per un maleducato pieno di boria. “Niente di speciale”, ha sottolineato il diplomatico, riferendosi a Putin. “Si comporta sempre così, è il suo modo”, ha concluso l’ambasciatore legato a filo doppio con l’opposizione, che non appena nominato, nel dicembre scorso, ha voluto incontrare nella capitale russa i capi dell’opposizione anti-Putin. C’è di più. Lo stesso numero uno del Cremlino ha minacciato una reazione uguale e contraria al disegno di legge statunitense ribattezzato “Magnitisky”, finalizzato a criminalizzare una sessantina di funzionari russi che vengono accusati dalle autorità americane di essere legati alla morte in prigione dell’avvocato russo Sergej Magnitsky. La questione secondo Putin doveva essere inserita tra i primi dossier sollevati dal Cremlino nella bilaterale al G20 di Los Cabos, in Messico, con Barack Obama, ma non c’era stata alcuna dichiarazione ufficiale da parte dei due dopo il colloquio. Tuttavia mercoledì scorso il Senato degli Stati Uniti ha rinviato il voto sul disegno, su richiesta del senatore Jim Webb (eletto tra le file dei Partito democratico nello Stato della Virginia) per una serie di perplessità sul linguaggio utilizzato nella bozza. L’adozione della legge comporterà restrizioni a entrare in Russia per un certo numero di cittadini russi, ha osservato Putin, aggiungendo in conferenza stampa: “Se ci sarà una restrizione a entrare negli Stati Uniti per i cittadini russi, a quanto pare ci saranno limitazioni rilevanti a entrare in Russia per un certo numero di cittadini degli Stati Uniti”. Infine con fare laconico, il leader del Cremlino ha detto di sapere “chi ha bisogno di questo e perché”, per poi sottolineare che la reazione di Mosca sarà inevitabile, pur non essendo “una nostra scelta”.

21 Giugno 2012 1200 - http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=15564


Citazione
Condividi: