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Algeri, un primo passo per il cambiamento


Hyblon
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Il Coordinamento Nazionale per il Cambiamento e la Democrazia (CNCD) denuncia la repressione sproporzionata della manifestazione. Numerosi politici hanno risposto, ieri, all’appello per la marcia.

Un’aria da “Maydan Attahrir”, l’eroica piazza della Liberazione cairota: ecco a cosa somigliava la piazza 1°maggio ieri. Militanti politici, associazioni, sindacalisti, disoccupati, quadri, funzionari, donne, molte donne, artisti, studenti, universitari, pensionati, adolescenti, ragazze giovani, anziani, laici, islamisti, comunisti, “facebookisti”, senza fissa opinione: la piazza era vivace, fremente, piena di quella esaltazione rabbiosa delle città fiere.
Erano diverse migliaia a rispondere all’appelli del Coordinamento Nazionale per il Cambiamento e la Democrazia (CNCD) investendo, nelle prime ore della giornata, la piazza del 1° maggio, da dove partire la marcia per poi dirigersi a piazza dei Martiri. Una marcia per la libertà repressa con brutalità ma trasformatasi rapidamente in un immenso sit-in, un raduno spettacolare durato dalle 8.00 alle 16.00. E durante queste otto ore, i manifestanti hanno tenuto l’”assedio” di Algeri, facendo penare l’apparato repressivo del regime.

M. Ali Yahia Abdennour brutalizzato selvaggiamente
Sono le 8.30 e la tensione cala su Algeri. Via Didouche Mourad è presa d’assalto da un imponente dispositivo di polizia. Diversi membri delle Unità repubblicane di sicurezza (URS) con caschi, giubbotti antiproiettile, scudi antisommossa e manganelli, hanno preso posizione attorno alla sede regionale del RCD. Un profumo di scenario alla 22 febbraio aleggia nell’aria. L’atmosfera è tesa. Diversi negozi hanno abbassato le saracinesche. I tabaccai e qualche caffè assicurano un minimo di viavai. Un elicottero non smette di volteggiare nel cielo producendo un ronzio snervante. “Ecco la vera provocazione! Ci si potrebbe credere nel mezzo dei territori occupati”, si indigna un cittadino.
8.50. Piazza 1° maggio. Uno spiegamento di polizia impressionante spartisce la piazzetta contigua all’ospedale Mustapha Pacha. I CNS sono sul piede di guerra. Gli organizzatori sono arrivati presto in mattinata per inquadrare i manifestanti. “Sarà difficile trovare posto in mezzo a tutti questi poliziotti che occupano gli spazi”, osserva un militante dei diritti dell’uomo. Immediatamente, diversi membri del CNCD vengono interpellati in malo modo dalla polizia. Un gruppo di deputati RCD cui era stato impedito l’ingresso sono condotti in commissariato. Tra loro, Tahar Besbas, Mohcen Bellabes e Arezki Aïder.
9.05. L’avvocato Ali Yahia Abdennour, circondato da alcuni militanti, è violentemente spintonato da un’orda di poliziotto infuriati. I CNS vogliono a tutti i costi svuotare la piazza ma l’infaticabile militante che è non ci sente da quest’orecchio. “Ana nemchi ma’ echa’ab!” (io marcio con il popolo), ripete. A 90 anni (è nato nel 1921), Ali Yahia è più determinato che mai a venire alle mani con i sostenitori del regime. D’altronde, se il raduno ha avuto luogo, lo si deve in gran parte al coraggio e alla tenacia di Ali Yahia. “I poliziotti sono dei figli del popolo e devono marciare con noi! Che interesse c’è nel servire un regime che ha preso tutti i miliardi dell’Algeria, più che in Tunisia e più che in Egitto?” afferma. A forza di essere percosso, il presidente onorario della Ligue Algérienne des Droits de l’Homme, è colto da malore mentre il disordine regna su piazza della “Concordia”. Il dispositivo di polizia cerca di contenere i manifestanti e di impedir loro ogni tentativo di fare blocco.
Continua su http://canaledisicilia.blogspot.com/2011/02/algeri-manifestazione-tra-polizia.html


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