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Caro primo ministro, la lobby non vuole la tobin tax


RoccoJackson
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“BUSINESSEUROPE plays a crucial role in Europe as the main horizontal
business organisation at EU level” -www.businesseurope.eu

Businesseurope è una lobby che rappresenta più di 20 milioni di
piccole, medie e grandi imprese europee, una macchina gigantesca che
da lavoro a 120 milioni di persone. Sul loro sito trovate una lettera
pubblica firmata dal loro presidente che si rivolge a Helle
Thorning-Schimidt, Primo ministro danese. Con questa missiva, datata
23 dicembre, il gruppo di pressione vuole 'attrarre l’attenzione sulle
aree-chiave per le azioni da intraprendere' durante la presidenza di
Copenhagen. Nella stessa lettera noi possiamo trovare un’ulteriore
chiave di lettura sul tema di politica continentale di questi giorni:
la Tobin Tax.

Per chi non lo sapesse questa tassa prende il nome dal premio Nobel
per l’economia James Tobin, che la propose nel 1972: l’imposta
colpisce modicamente tutte le transazioni sui mercati finanziari, al
fine di scoraggiare la speculazione a breve termine e procurare nuove
entrate per gli Stati. Su wikipedia possiamo leggere che “l'aliquota
proposta sarebbe bassa, tra lo 0,05% e l'1%. A un tasso dello 0,1% la
tassa Tobin garantirebbe ogni anno all'incirca 166 miliardi di
dollari, il doppio della somma annuale necessaria per sradicare dal
mondo la povertà estrema.”

Il tema è sotto i riflettori in questi giorni di politica europea e
perciò su tutte le televisioni e giornali si è sentito parlare di
questa imposta. A pensarci bene scopriamo che lo stesso argomento è
stato tratto diverse volte, però ogni volta ci siamo dimenticati di
chiedere un parere a Businesseurope. Purtroppo il parere di
Businesseurope è contrario. Stando a quello che trovate scritto sulla
lettera di Jurgen R. Thumann una tassa sulle trasizioni finanziarie
metterebbe a rischio la crescita EU. (‘the proposal for a Financial
Transaction Tax should not be taken forward in light of the risks it
presents to EU growth.” ) Un parere autorevole mette fine alla
polemica di questi giorni evidenziando come la sparata sulla Tobin tax
sia un espediente che Sarkozy e Merkel usano ultimamente quando in
Europa l’aria si fa pesante o calano le aspettative del duo per la
prossima competizione elettorale. E’ probabile che la storia della
Tobin tax finisca qui, lasciando l’amaro in bocca a chi ha visto
alzare le imposte che deve pagare di percentuali ben superiori allo
0,1%. Bisogna anche notare che siamo di fronte a mesi molto pesanti
per l’economia e la politica europea: come può, chi non è riuscito a
salvare la Grecia un anno fa, rappresentare oggi un primato di
autorevolezza politica talmente influente da guidare l’intero pianeta
verso una equa e modica tassazione delle transazioni finanziarie?

Molti ingenui parlano di 'capitalismo in crisi' senza vedere che
invece è capace di rifiutare anche il minimo rigore, proprio mentre
altre parti della società affrontano innumerevoli ostacoli.  Se una
lobby come Businesseurope può scrivere lettere ad un primo ministro al
fine di esercitare un’influenza pesante sul lavoro del governo di
Bruxelles, il privato cittadino non può 'premere' sulla Commissione
inviandole delle lettere. Questa situazione ha favorito la sospensione
legale della democrazia nel sud dell'Europa: dopo aver costretto
intere nazioni alla macelleria sociale, ora devono anche seguire i
capricci elettorali di politici stranieri mediocri, cosa evidentemente
gradita a chi voleva farsi invadere dalla sublime morale teutonica.

Quando vedremo nei piani del direttivo europeo il progetto di
istituire una forma legittima di governo transnazionale la crisi sarà
ormai finita. Benvenuti in Europa.


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