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Colombia ed i nemici della pace


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Iroel Sánchez

La vasta copertura dei grandi media al processo dei negoziati di pace che ora s'iniziano per porre fine al lungo conflitto militare in Colombia si è concentrato più nello speculare sui negoziati che sul contenuto degli stessi. Per il quotidiano spagnolo El Pais, per esempio, fu più importante un 'provocatorio' videoclip della guerriglia che il documento contenente gli accordi e l'ordine del giorno del processo, ignorato da questo giornale e praticamente da tutti i media occidentali.

Il fatto che i primi due punti di detta agenda portino il nome di "Sviluppo agricolo integrale" e "Partecipazione politica" è un tacito riconoscimento all'origine economico e sociale del conflitto e la necessità di una trasformazione radicale della società colombiana affinché milioni di esclusi abbiano accesso ad una vita degna, cosa che smentisce la copertura mediatica che detti media hanno realizzato della guerra.

Parafrasando Clausewitz, pace senza sviluppo sociale è la continuazione della violenza con altri mezzi. I processi di pace che ebbero luogo in diversi paesi dell'America centrale hanno eliminato la violenza politica dove la disoccupazione, la mancanza di servizi adeguati di istruzione e salute e la penurie di tutti i tipi getta i giovani nelle organizzazioni criminali, che per molti sono l'unico progetto di vita alla loro portata. In Messico, decine di migliaia di vite di umili abitanti sono sacrificate dalla guerra non dichiarata, contro di loro, dal progetto neoliberale che ha convertito il narcotraffico in uno stato parallelo.

La ricercatrice canadese Naomi Klein racconta nel suo libro 'La dottrina dello shock' come i rivoluzionari del Sud Africa, nel negoziare la fine dell'apartheid, diedero maggiore priorità agli aspetti politici che a quelli economici per poi rendersi conto, con dolore, del poco che potevano fare dal potere per cambiare le condizioni di vita della maggioranza per per cui lottarono per tanto tempo. Oggi vediamo ricrescere la violenza nelle ricchissime, ma impoverite, aree minerarie del Sud Africa.

Al punto uno dell'agenda concordata tra il governo colombiano e le FARC sono iscritte le radici profonde della guerra come vie verso la pace: l'accesso e uso della terra, la salute, l'istruzione, l'alloggio, lo sradicamento della povertà, lo stimolo della produzione agricola e l'allevamento e la economia solidaria e cooperativa. Cercate coloro che si sono opposti in Colombia, in America e nel mondo e conoscerete i nemici della pace.

(Pubblicato in CubAhora)


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