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D.Billi- L'orrore della Libia: spariscono i bambini


marcopa
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L'orrore della Libia: spariscono i bambini
di Debora Billi

Non riesco neppure ad immaginare cosa dev'essere la Libia in questi giorni. Credo sia un inferno in Terra dove imperversano i peggiori dèmoni in circolazione. Arrivo a pensare che la Libia, in questo momento, stia vivendo un incubo peggiore che Baghdad, Gaza o a Kabul. Non c'è paragone al mondo.

Anzitutto, quelli che vengono chiamati "gli insorti". Si usa una parola così importante per definire i banditi da strada, i membri di Al Qaida, i mercenari e gli esaltati delle tribù che hanno sgombrato la strada alla guerra. Accomunare costoro alle famiglie egiziane che hanno preso le manganellate in piazza, ad esempio, è altamente offensivo oltre che insensato.

L'ultima delle loro prodezze è la sparizione di bambini, ben 105 da un orfanatrofio di Misurata e altri 1000 in tutto il Paese. Non si sa che fine abbiano fatto. Potrebbero essere stati imbarcati su navi italiane o francesi, ma nulla è certo. Altre notizie arrivano anche da Amnesty.

Soprattutto, dopo la caduta di Tripoli ad agosto, gruppi agli ordini del CNT hanno assassinato impunemente, con armi da fuoco, impiccagioni e linciaggi, decine di soldati fatti prigionieri e immigrati africani di colore sospettati di essere mercenari al servizio di Gheddafi.

Sembra che ci sia una specie di "caccia al nero" in corso per tutto il Paese.

Gli stessi immigrati di colore, secondo il rapporto, sono esposti al rischio di attacchi violenti. (...) La stessa Amnesty International da qualche tempo stava cercando di portare all'attenzione della comunità internazionale le persecuzioni scatenate contro gli africani sub-sahariani in Libia, sottoposti a gravi abusi solo per il colore della loro pelle.

Neri, bambini, sospetti "lealisti", donne, in Libia non si salva nessuno dal massacro ad opera di queste bestie che ci si ostina a definire "ribelli", come se si trattasse davvero di normali cittadini libici insorti contro il regime. A guerra finita, avremo modo di metterci le mani nei capelli nell'apprendere le efferatezze che si stanno compiendo.

A proposito di guerra: talmente sono concentrati a massacrare la popolazione, che i cosiddetti "ribelli" non riescono neppure a vincerla.

www.petrolio.blogosfere.it


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marcopa
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Il Regno Unito dovra' importare dopo decenni energia,la Francia e' in crisi per il nucleare in grossa difficolta'. E' qui la chiave della guerra alla Libia ?

Questo e' sempre un post dal blog Petrolio di Debora Billi, e' del 20-25 luglio, all' inizio della nuova crisi finanziaria.
Si ipotizza che il Regno Unito, avviato a diventare importatore di energia, sia una delle cause "volontarie" della crisi finanziaria.
Vedendo l' accanimento del U.K. nella guerra di Libia, pari solo a quello francese, viene il sospetto che il prossimo ruolo di importatore di energia sia stato determinante non per la crisi finanziaria ma per quel disastro sempre peggiore che sta diventando l' aggressione al regime di Gheddafi.

Ricordiamo che l' Onu dovra' in qualche modo riconfermare la missione Nato, seguiamo questo percorso e diciamo ad alta voce il nostro piccolo No.

lunedì 25 luglio 2011
Il Regno Unito che dovra' importare energia e' una delle cause della crisi finanziaria?
Dal Blog di Debora Billi sul Fatto Quotidiano

Mentre le tempeste finanziarie si abbattono sulle Borse europee, molti commentatori esperti in Rete mormorano più o meno sottovoce che la responsabilità di tali attacchi abbia origine nel Regno Unito. Naturalmente, arricchiscono le loro considerazioni con dati e fatti che comproverebbero tale interpretazione.

Non sono all’altezza di dire la mia in proposito. Voglio però offrire loro un ulteriore spunto di ragionamento, proprio per quanto riguarda le Isole Britanniche. Il succo è: si trovano alla disperazione dal punto di vista energetico. E come si sa, la questione energetica è strettamente collegata alla situazione economica e finanziaria di un Paese, e ancora di più alle decisioni che vengono prese in materia di politica estera e finanza.

L’articolo che segnalo, di Hugh Sharman, è uscito sull’autorevole European Energy Review, per abbonamento, e poi su Tod. Eccone un estratto:

Dopo centinaia di anni di potere imperiale ed industriale, l’Uk si è improvvisamente ritrovato più o meno senza potenza* come giocatore mondiale. Con le sue risorse del Mare del Nord in veloce depletion, proprio quando i principali produttori di petrolio, carbone e gas faticano a soddisfare la domanda mondiale; afflitto da un debito pubblico di 1000 miliardi di sterline, e da un massiccio deficit commerciale; il suo ruolo dominante come centro manifatturiero e scientifico ceduto alla Germania, al Giappone e poi alla Cina, il Regno Unito non è preparato a diventare un importatore di energia. Eppure, la dipendenza energetica è proprio quello a cui si sta rapidamente avviando.

*(gioco di parole tra “power”=potere e “power”=disponibilità di energia elettrica)

Anche se negli ultimi anni si nota un calo dei consumi, tutte le fonti energetiche interne inglesi sono in drammatico crollo. Le hanno consumate nel giro di appena 50 anni, e vi assicuro che era un sacco di roba. Qualcuno dirà “Beh? In fin dei conti noi italiani siamo dipendenti da sempre”. Già, però il Regno Unito è stato invece produttore della propria energia per ben mezzo millennio. Si tratta di una catastrofe senza precedenti, che non si sa come diamine affrontare.

Ad esempio, il governo inglese lo scorso anno ha basato la propria pianificazione sulla base di un prezzo del barile di 85$ fino al 2025. Capite che razza di toppa? Ma c’è di peggio:

Simili ed irrealistici assunti sono usati dalla Bank of England, il nuovo Office for Budget Responsibility, e il Tesoro inglese, come input chiave per i loro modelli economici, le previsioni di inflazione e la crescita economica. Anche la peggiore ipotesi per il prezzo del barile è appena 103$. C’è da meravigliarsi che la Bank of England sia incapace di prevedere, per tacere di influenzare, l’inflazione giocando con i tassi di interesse?

L’articolo prosegue descrivendo nel dettaglio la situazione del petrolio, gas ed elettricità in Uk, per chi voglia leggerlo. Mi auguro che i commentatori di cui sopra, che si stanno cimentando oggi a trovare il bandolo della matassa finanziaria, sappiano fare buon uso di questa piccola informazione. Piccola, ma che potrebbe rivelarsi fondamentale: come sempre quando si parla di energia.


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marcopa
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Libia, azioni urgenti per salvare i civili dal massacro

Evitare altre Falluja in Libia. Azioni urgenti di piazza.
Coordinata-autogestita internazionalmente nei prossimi giorni (anche pochi ma ovunque con foto e messaggio) per fermare la guerra Nato in Libia e altre future.

Nel silenzio e nell’assenza in Occidente dei movimenti (perché gli stessi indignati non si indignano?), della sinistra, delle grosse organizzazioni pacifiste e di quelle umanitarie, degli ecologisti, procediamo come possiamo. Siamo comunque tanti. Un’azione coordinata a livello internazionale potrebbe essere il primo passo per un modello leggerissimo ma efficace di azioni per prevenire la prossima guerra Nato.

MA INTANTO FERMIAMO QUESTA!

Il mandato del Consiglio di Sicurezza alla nato riscade il 19 settembre. I 12 paesi non belligeranti che sono nel Consiglio di Sicurezza devono agire (vedi anche come bombardarli di email:www.peaceandjustice.it/libya.php; www.interculture.it/libia). E ANCHE GLI ALTRI GOVERNI DEVONO AGIRE.

DUNQUE ECCO COSA FARE NEI PROSSIMI GIORNI, AL PIU’ PRESTO:

- IN QUALUNQUE CITTA’ O CITTADINA, CON PERMESSO DELLA QUESTURA O SENZA, IN 2 O IN 100, ANDIAMO IN PIAZZA, O IN ALTRO LUOGO PARTICOLARE, RAGGRUPPIAMOCI INTORNO A UN LENZUOLO O
GRANDE CARTELLO CON LA SCRITTA “STOP NATO/QATAR WAR IN LIBYA” (il Qatar va messo per via di Al Jazeera che ha aiutato molto la guerra), “STOP NATO MANDATE TO KILL CIVILIANS”.
Possiamo mettere altre scritte ma quella ci vuole e deve essere ben fotografabile.

- FACCIAMO LA FOTO A QUESTA MANIFESTAZIONE, E MANDIAMOLA A
volontari at peacelink.it

- SARANNO MESSE TUTTI INSIEME, VI SARANNO RIMANDATE PER VOSTRO USO CON I MEDIA E SARANNO MANDATE A GOVERNI, CONSIGLIO DI SICUREZZA, MEDIA, POLITICI…
SCADENZA: 25 SETTEMBRE

Chiunque voglia aderire a questa iniziativa puo' farlo scrivendo a [email protected]

Fai circolare questo messaggio, rilancialo fra i tuoi amici, fra le associazioni del territorio e i contatti che hai in loco.

Stop war!

Fonte www.peacelink.it


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