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Egitto e Tunisia: se il baluardo dell'occidente è la tortura


Hyblon
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“Se salta Mubarak è il caos: 80 milioni di egiziani fuori controllo al confine di Israele e al confine marittimo dell'Europa sono una seria incognita.”
E’ l’analisi dell’esperto apparsa ieri su La Repubblica. Il crollo del regime si dice, e non si fatica a crederci, è fonte di preoccupazione per i “tradizionali sostenitori del governo egiziano: Stati Uniti, Francia, Italia, Germania”. A questa stessa preoccupazione danno voce diversi giornalisti nel presentare le notizie di queste ultime ore. Ed è più o meno la stessa preoccupazione che molti esprimevano nei giorni della rivoluzione tunisina, garantendo sostegno al governo Ben Ali.
Così, ottanta milioni di egiziani dovrebbero sottostare al controllo di un dittatore, un dittatore che da trent’anni governa un paese sotto legge marziale, perché qualcuno dorma sonni tranquilli. Sono le misteriose ragioni della politica, comprensibili solo a chi, guardando il mondo, vede una scacchiera: in termini di caselle e di confini da difendere e di popoli che devono vivere in funzione di un ordine politico economico non meglio identificato.

Chi scrive non pretende di parlare di politica né tanto meno di economia; vuole solo raccontare delle storie. Oggi si vogliono raccontare la storie di alcune vittime dei regimi “baluardi dell’occidente” che per anni hanno, pare, tenuto a bada le preoccupazioni degli esperti di politica internazionale.
Continua su http://canaledisicilia.blogspot.com/2011/01/egitto-e-tunisia-quando-il-baluardo.html


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