Questa volta non ci è scappato il morto ma per poco – un poliziotto texano ha estratto la pistola dalla fondina e l’ha puntata contro un gruppo di adolescenti in costume da bagno intimandogli di sdraiarsi immediatamente a terra, altrimenti…Scene di ordinaria follia riprese stavolta in un sobborgo residenziale di Dallas dove è stato immortalato l’ennesimo sopruso di polizia. A McKinney, questo il nome del quartiere fatto di villette e prati ben curati, un gruppo di ragazzi si è dato appuntamento alla piscina di un circolo sportivo per una festa di compleanno.
La voce è girata sui social e alcune dozzine di giovani – fra loro molti teenager afroamericani — si sono ritrovati in una delle ultime domeniche prima della vacanze estive per passare assieme un pomeriggio di sole. I problemi sono cominciati quando alcuni avventori, in particolare un paio di signore di mezza età hanno cominciato a lamentarsi della eccessiva confusione create dagli “esterni”. Il vero significato del termine stato chiarito quando la discussione è degenerate in epiteti razziali. Ne è seguita come si vede in uno dei numerosi video virali girati quel giorno, in una colluttazione in cui le donne hanno preso a schiaffi un paio di ragazze. Poco dopo il fatto è sopraggiunta la polizia in numerose numerose volanti. Qui inizia il video principale. Gli agenti cominciano a fermare i ragazzini intimandogli di sedersi a terra. Nel gruppo ce ne sono almeno una ventina, bianchi e neri– a terra e in manette però finiscono unicamente di ragazzi di colore. Alcuni di loro nella confusione si alzano e si allontanano. A questo punto comincia la guerra privata del caporale Eric Casebolt: come invasato parte all’attacco. Nessuno si farà gioco di lui questo pomeriggio, per dio, tantomeno questi mocciosi neri venuti a fare casino in questo bel quartiere. Casebolt si lancia all’attacco urlando “Stai fermo bastardo. Non ti muovere” rincorre ragazzi a destra e sinistra, come un contractor in una Falluja privata esplosa nella sua testa. Alcuni dei quindicenni in costume da bagno o avvolti in asciugamani che hanno avuto l’ardire di muoversi senza autorizzazione o addirittura di chiedere cortesemente la ragione per il oro fermo vengono scaraventati a terra “Chiudi il becco, stronzo” è il livello di risposta dagli agenti. La scena è surreale: I poliziotti vedono solo i ragazzi neri – l’ira funesta di questo giustiziere in divisa si scatena in mezzo ad una turma di compagni e numerosi astanti bianchi che rimangono indisturbati, come invisibili agli occhi degli agenti. L’allegoria razzista è fin troppo lampante.
Alcune ragazze tentano di spiegare che erano venute solo a fare il bagno, come è loro diritto. Grosso sbaglio: Casebolt gli abbaia contro, afferra una di loro – una quattordicenne in bikini che ha l’ardire di ribadire il diritto di parola – si vede che ha bisogno di una lezione. Casebolt la afferra fra e urla delle compagne, la sbatte sul marciapiede; i compagni lo implorano di non farle male. Male? Ora glielo fa vedere lui il male: Casebolt estrae l’arma d’ordinanza con mossa tutta texana e la punta addosso a due adolescent. Sembra l’ennesimo replay una tragica giustizia sommaria contro i niggers che non non vogliono stare al loro posto. Per fortuna questa volta non accade, in extremis due colleghi lo trattengono ma Casebolt non ha finito. Torna dalla ragazza che in lacrime invoca la mamma, gli spinge la faccia nella aiuola e con tutto il peso mette un ginocchio sulla schiena della bambina in costume. Il video diventa difficile da guardare. La bambina singhiozza, le compagne (potrebbero fare la terza media) piangono – tre energumeni bianchi, forse sicurezza privata, contemplano la scena muti, da a pochi centimetri, come se niente fosse. “Non potete trattarci così”. “Sparite stronze o ce n’è anche per voi” intima Casebolt sopra la sua preda.
Nella scena riverberano secoli di violenza lancinante, soprusi e ingiustizia atavica. L’arroganza del poliziotto gronda linciaggi, omicidi impuniti strange fruit in questo tranquillo sobborgo verdeggiante. Nella manciata di minuti del video c’è un film lungo cento e cento anni, uno schiaffo in faccia tantopiù scioccante perchè le voci assennate, pacate sono quelle dei minorenni che increduli tentano di ricondurre alla ragione questi adulti in divisa trasformati in cani ringhiosi.
VIDEO https://www.youtube.com/watch?v=tBHpNA-BQ-8
Luca Celada
Fonte: www.ilmanifesto.info
8.06.2015
Nell’estate del 1862, a Horace Greeley, che sul giornale «New York Tribune» aveva chiesto se tra gli scopi di guerra (di secessione) fosse posto quello di eliminare la schiavitù, Lincoln aveva nettamente risposto:
“Il mio obiettivo dominante in questa lotta “è” salvare l’Unione, e “non è” né salvare né distruggere la schiavitù. Se mi fosse dato di salvare l’Unione senza liberare “nessuno” schiavo, lo farei; e se potessi salvarla mediante la liberazione di “tutti” gli schiavi, lo farei; e se per salvarla dovessi liberarne alcuni e lasciar stare gli altri, farei anche questo.”
8) 8)